Michael Hudson
thesaker.is
La guerra per procura in Ucraina si sta forse rivelando solo un’anticipazione di qualcosa di più grande, che riguarda la carestia mondiale ed una crisi dei cambi per i Paesi in deficit alimentare e petrolifero?
È probabile che moriranno molte più persone a causa della carestia e del dissesto economico che sul campo di battaglia ucraino. È quindi opportuno chiedersi se quella che sembra una guerra per procura in Ucraina non faccia parte di una strategia più ampia, volta a mantenere il controllo degli Stati Uniti sul commercio e sui pagamenti internazionali. Stiamo assistendo ad una presa di potere finanziaria da parte dell’area del dollaro statunitense sul Sud globale e sull’Europa Occidentale. Senza il credito in dollari degli Stati Uniti e della sua filiale del FMI, come potranno questi Paesi rimanere a galla? Fino a che punto saranno disposti a spingersi gli Stati Uniti per impedire loro di de-dollarizzarsi e uscire dall’orbita economica statunitense?
Gli USA, con la loro strategia da Guerra Fredda non sono i soli a pensare come trarre vantaggio da una carestia, una crisi petrolifera ed una crisi della bilancia dei pagamenti. Il World Economic Forum di Klaus Schwab teme che il mondo sia sovrappopolato – almeno con il “tipo sbagliato” di persone. Come aveva spiegato il filantropo di Microsoft (il consueto eufemismo per monopolista rentier) Bill Gates: “La crescita della popolazione in Africa è una sfida.” Il rapporto “Goalkeepers” del 2018 della sua fondazione avvertiva che: “Secondo i dati delle Nazioni Unite, l’Africa dovrebbe rappresentare più della metà della crescita della popolazione mondiale tra il 2015 e il 2050. Si prevede che la sua popolazione raddoppierà entro il 2050,” con “più del 40% delle persone estremamente povere del mondo… concentrate in soli due Paesi: Repubblica Democratica del Congo e Nigeria” [1].
Gates sosteneva la necessità di ridurre del 30% il previsto aumento della popolazione migliorando l’accesso al controllo delle nascite e ampliando l’istruzione “per consentire ad un maggior numero di ragazze e donne di rimanere a scuola più a lungo e di avere figli più tardi.” Ma come ci si può permettere tutto ciò con l’incombente stretta di quest’estate sui bilanci statali per i prodotti alimentari e il petrolio?
I Paesi del Sud America e alcuni Paesi asiatici sono soggetti allo stesso aumento dei prezzi delle importazioni dovuto alle richieste della NATO di isolare la Russia. Jamie Dimon, capo della JPMorgan Chase, ha recentemente messo in guardia i partecipanti ad una conferenza di investitori a Wall Street che le sanzioni provocheranno un “uragano economico” globale [2], facendo eco all’avvertimento lanciato ad aprile dalla direttrice generale del FMI, Kristalina Georgieva: “Per dirla in parole povere, stiamo affrontando una crisi nella crisi.” Sottolineando che la pandemia di Covid era stata tamponata dall’inflazione, mentre la guerra in Ucraina ha peggiorato la situazione “e minaccia di aumentare ulteriormente le disuguaglianze,” [Dimon] ha concluso che: “Le conseguenze economiche della guerra si sono diffuse velocemente e lontano, ai Paesi confinanti ed oltre, colpendo più duramente le persone più vulnerabili del mondo. Centinaia di milioni di famiglie stavano già lottando con redditi più bassi e prezzi più alti per energia e cibo” [3].
L’amministrazione Biden incolpa la Russia di “aggressione non provocata.” Ma è stata la pressione della sua amministrazione sulla NATO e sugli altri satelliti dell’area del dollaro ad aver bloccato le esportazioni russe di grano, petrolio e gas. Molti Paesi in deficit di petrolio e di cibo si considerano le prime vittime dei “danni collaterali” causati dalle pressioni USA/NATO.
La carestia mondiale e la crisi della bilancia dei pagamenti sono forse una precisa scelta politica degli Stati Uniti e della NATO?
Il 3 giugno, il premier dell’Unione Africana e presidente del Senegal Macky Sall, si è recato a Mosca per mettere a punto un piano per evitare l’interruzione delle forniture di cibo e petrolio in Africa, rifiutando di diventare una pedina delle sanzioni USA/NATO. Il Presidente Putin, ha fatto notare che: “Nel 2022, il nostro commercio sta crescendo. Nei primi mesi di quest’anno è cresciuto del 34%”[4] Ma il Presidente del Senegal Sall ha affermato che: “Le sanzioni anti-Russia hanno peggiorato la situazione e ora non abbiamo accesso ai cereali provenienti dalla Russia, soprattutto al grano. E, in più, non abbiamo accesso ai fertilizzanti.”
I diplomatici statunitensi stanno costringendo i Paesi a scegliere se, secondo le parole di George W. Bush, “siete con noi o contro di noi.” La cartina di tornasole è se sono disposti a costringere le loro popolazioni a morire di fame e a rovinare le loro economie per mancanza di cibo e petrolio, bloccando il commercio con il nucleo eurasiatico del mondo: Cina, Russia, India, Iran e i loro vicini.
I media occidentali mainstream descrivono la logica alla base di queste sanzioni come la promozione di un cambio di regime in Russia. La speranza è che il blocco delle vendite di petrolio e gas, di prodotti alimentari o di altre esportazioni faccia crollare il tasso di cambio del rublo e “faccia urlare di dolore” la Russia (come gli Stati Uniti avevano cercato di fare con il Cile di Allende per creare le premesse al colpo di stato militare di Pinochet). L’esclusione dal sistema di compensazione bancaria SWIFT avrebbe dovuto interrompere il sistema di pagamenti e le vendite della Russia, mentre il sequestro delle riserve valutarie russe di 300 miliardi di dollari detenute in Occidente avrebbe dovuto far crollare il rublo, impedendo ai consumatori russi di acquistare i beni occidentali a cui si erano abituati. L’idea (che a posteriori sembra così sciocca) era che la popolazione russa avrebbe protestato e si sarebbe ribellata all’aumento del costo delle importazioni dei beni di lusso occidentali. Ma il rublo invece di affondare si è impennato e la Russia ha rapidamente sostituito lo SWIFT con un proprio sistema collegato a quello della Cina. E la popolazione russa ha iniziato ad allontanarsi dall’aggressiva inimicizia dell’Occidente.
Evidentemente nei modelli dei think tank statunitensi sulla sicurezza nazionale mancano alcuni parametri importanti. Ma, quando si tratta di carestia globale, è forse stata messa in atto una strategia più occulta e persino più grande? Potrebbe essere che l’obiettivo principale della guerra degli Stati Uniti in Ucraina sia stato quello di farla fungere da catalizzatore, un pretesto per imporre sanzioni che, a loro volta, avrebbero interrotto il commercio mondiale di cibo ed energia e permesso di gestire questa crisi in modo da offrire ai diplomatici statunitensi l’opportunità di mettere i Paesi del Sud globale di fronte alla scelta: “La vostra lealtà e la vostra dipendenza al credo neoliberale o la vostra vita” e, nel processo, “sfoltire” le popolazioni non bianche del mondo che tanto preoccupavano Dimon e il WEF?
Devono aver fatto i seguenti calcoli: La Russia rappresenta il 40% del commercio mondiale di cereali e il 25% del mercato mondiale dei fertilizzanti (il 45% se si include la Bielorussia). Qualsiasi scenario avrebbe considerato che, se un volume così grande di cereali e fertilizzanti fosse stato ritirato dal mercato, i prezzi sarebbero saliti alle stelle, proprio come è successo per il petrolio e il gas.
Oltre allo sconvolgimento della bilancia dei pagamenti dei Paesi che devono importare queste materie prime, sta anche aumentando il prezzo di acquisto dei dollari necessari per pagare gli obbligazionisti stranieri e le banche per i debiti in scadenza. L’inasprimento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve ha causato un aumento del premio per i dollari americani rispetto a euro, sterline e alle valute del Sud globale.
È inconcepibile che non si sia tenuto conto delle conseguenze per i Paesi al di fuori dell’Europa e degli Stati Uniti, perché l’economia globale è un sistema interconnesso. La maggior parte delle perturbazioni [sui prezzi] si aggira tra il 2 e il 5%, ma le odierne sanzioni USA/NATO sono così lontane dal percorso storico che gli aumenti dei prezzi saliranno notevolmente al di sopra di tale intervallo. Negli ultimi tempi non era mai accaduto nulla di simile.
Ciò suggerisce che quella che a febbraio sembrava essere una guerra tra Ucraina e Russia è, in realtà, una causa scatenante destinata a ristrutturare l’economia mondiale – e a farlo in modo da aumentare la presa degli Stati Uniti sul Sud globale. Dal punto di vista geopolitico, la guerra per procura in Ucraina è stata una comoda scusa per l’America per contrastare la Belt and Road Initiative (BRI) della Cina.
La scelta che i Paesi del Sud globale si trovano ora a dover affrontare è: morire di fame pagando gli obbligazionisti e i banchieri stranieri, oppure annunciare, come principio fondamentale del diritto internazionale: “Come Paesi sovrani, mettiamo la nostra sopravvivenza al di sopra dell’obiettivo di arricchire i creditori stranieri che hanno acceso prestiti andati a male a causa della loro scelta di scatenare una nuova Guerra Fredda. Per quanto riguarda i distruttivi consigli neoliberali del FMI e della Banca Mondiale, i loro piani di austerità sono stati devastanti invece che utili. Pertanto, i loro prestiti sono andati a male. Come tali, sono diventati odiosi.”
La politica della NATO non ha dato ai Paesi del Sud del mondo altra scelta se non quella di respingere il tentativo di stabilire una morsa alimentare statunitense sul Sud del mondo, bloccando la concorrenza della Russia e monopolizzando così il commercio mondiale di cereali ed energia. Il principale esportatore di cereali era il settore agricolo statunitense, pesantemente sovvenzionato, seguito dalla Politica Agricola Comune (PAC) europea, anch’essa altamente sovvenzionata. Questi erano i principali esportatori di cereali prima che la Russia entrasse in scena. La volontà degli Stati Uniti e della NATO è di riportare indietro l’orologio della storia per ripristinare la dipendenza [del Sud del mondo] dall’area del dollaro e dai suoi satelliti della zona euro.
Il contropiano implicito di Russia e Cina
Ciò che è necessario per la sopravvivenza della popolazione mondiale non USA/NATO è un nuovo sistema commerciale e finanziario mondiale. L’alternativa è una carestia generale per gran parte del mondo. Moriranno più persone a causa delle sanzioni di quante ne siano morte sul campo di battaglia ucraino. Le sanzioni finanziarie e commerciali sono distruttive quanto un attacco militare. Quindi, il Sud globale è moralmente giustificato a mettere i propri interessi sovrani al di sopra di quelli di coloro che brandiscono le armi finanziarie e commerciali internazionali.
Innanzitutto, rifiutare le sanzioni e riorientare il commercio verso la Russia, la Cina, l’India, l’Iran e gli altri membri della Shanghai Cooperation Organization (SCO). Il problema è come pagare le importazioni da questi Paesi, soprattutto se i diplomatici statunitensi estenderanno le sanzioni anche a queste transazioni.
Non c’è modo per i Paesi del Sud globale di pagare il petrolio, i fertilizzanti e gli alimenti provenienti da questi Paesi e di pagare anche i debiti in dollari che sono l’eredità della politica commerciale neoliberista sponsorizzata dagli Stati Uniti e soggetta al protezionismo degli stessi Stati Uniti e dell’eurozona. Pertanto, la seconda necessità è quella di dichiarare una moratoria del debito – in effetti, un ripudio – dei debiti che rappresentano prestiti andati a male. Questo atto sarebbe analogo alla sospensione del 1931 delle riparazioni tedesche e dei debiti interalleati verso gli Stati Uniti. Semplicemente, oggi i debiti del Sud globale non possono essere pagati senza sottoporre i Paesi debitori a carestie e austerità.
Un terzo corollario che deriva da questi imperativi economici è la sostituzione della Banca Mondiale e delle sue politiche filo-statunitensi di dipendenza commerciale e sottosviluppo con una vera e propria Banca per lo Sviluppo Economico. Insieme a questa istituzione c’è un quarto corollario, un fratello di questa nuova banca: un sostituto del FMI, libero dall’economia spazzatura dell’austerità e dal sovvenzionamento delle oligarchie clientelari americane, nonché dalle razzie valutarie nei confronti dei Paesi che resistono alle privatizzazioni e alle acquisizioni finanziarie statunitensi.
Il quinto requisito è che i Paesi si proteggano aderendo ad un’alleanza militare alternativa alla NATO, per evitare di trasformarsi in un altro Afghanistan, in un’altra Libia, in un altro Iraq o Siria o Ucraina.
Il principale deterrente a questa strategia non è la potenza degli Stati Uniti, che hanno dimostrato di essere una tigre di carta. Il problema è la coscienza e la volontà economica.
Michael Hudson
Riferimenti:
- “Bill Gates has a warning about population growth,” World Economic Forum/Reuters, September 19, 2018. https://www.weforum.org/agenda/2018/09/africas-rapid-population-growth-puts-poverty-progress-at-risk-says-gates. ↑
- Lananh Nguyen, “‘It’s a hurricane.’ Bank chiefs warn of a weakening economy,” The New York Times, June 1, 2022. ↑
- Kristalina Georgieva, IMF Managing Director, “Facing Crisis Upon Crisis: How the World Can RespondApril 14, 2022. https://www.imf.org/en/News/Articles/2022/04/14/sp041422-curtain-raiser-sm2022. ↑
- “Putin meets with African Union Chairperson at Sochi, June 3, 2022.” President Sall was accompanied by Moussa Faki Mahamat, Chairperson of the African Union Commission. http://en.kremlin.ru/events/president/news/68564. Per una discussione approfondita sulle sanzioni si veda https://www.nakedcapitalism.com/2022/06/sanctions-now-weapons-of-mass-starvation.html. ↑
Fonte: thesaker.is
Link: https://thesaker.is/is-us-nato-with-wef-help-pushing-for-a-global-south-famine/
06.06.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org