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Fino ad Odessa

L'integrazione eurasiatica sta diventando una tendenza sempre più inarrestabile, mentre la diplomazia russa consolida la nuova normalità
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A cura di Markus
Il 29 Agosto 2022
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Pepe Escobar
strategic-culture.org

Dmitry Medvedev, che si gode il suo essere “fuori dagli schemi,” ha chiarito i termini dell’Operazione Militare Speciale (OMS). Senza tanti giri di parole, ha affermato che esiste uno scenario “e mezzo”: o andare fino in fondo, o un colpo di Stato militare in Ucraina seguito dall’ammissione dell’inevitabile. Tertium non datur.

La leadership di Mosca sta dicendo chiaramente, al pubblico interno e internazionale, che il nuovo accordo consiste nel cuocere a fuoco lento il racket di Kiev in un enorme calderone e rendere evidente il suo status di buco nero finanziario per l’Occidente collettivo. Fino a raggiungere il punto di ebollizione, che sarà una rivoluzione o un putsch.

Parallelamente, i Signori della Guerra (per procura) continueranno con la loro strategia, che consiste nel saccheggiare un’Europa indebolita e impaurita, per poi vestirla come una colonia profumata da sfruttare spietatamente ad nauseam dall’oligarchia imperiale.

L’Europa è ora un treno in corsa senza macchinista, ma senza i necessari valori di produzione hollywoodiani. Ammesso che non esca dai binari – un’ipotesi rischiosa – potrebbe arrivare ad una stazione ferroviaria chiamata Agenda 2030, La Grande Narrazione o qualsiasi altra denominazione NATO/Davos del giorno.

Allo stato attuale, la cosa notevole è come la “marginale” economia russa abbia a malapena sudato per “porre fine all’abbondanza” della regione più ricca del pianeta.

Mosca non prende nemmeno in considerazione l’idea di negoziare con Bruxelles perché non c’è nulla da negoziare – considerando che gli insignificanti eurocrati usciranno dal loro stato zombeggiante solo quando le terribili conseguenze socio-economiche della “fine dell’abbondanza” si tradurranno finalmente in contadini con i forconi che vagano per il continente.

Ci potranno volere degli anni, ma, inevitabilmente, l’Italiano, il Tedesco o il Francese medio uniranno i puntini e capiranno che sono i loro “leader” – nullità nazionali e per lo più eurocrati non eletti – a spianare la loro strada verso la povertà.

Sarete poveri. E vi piacerà. Perché stiamo tutti sostenendo la libertà dei neonazisti ucraini. Questo porta il concetto di “Europa multiculturale” ad un livello completamente nuovo.

Il treno in corsa, naturalmente, potrebbe uscire dai binari e precipitare in un abisso alpino. In questo caso si potrebbe salvare qualcosa dai rottami e si potrebbe pensare alla “ricostruzione.” Ma ricostruire cosa?

L’Europa potrebbe sempre ricostruire un nuovo Reich (crollato col botto nel 1945), un Reich morbido (eretto alla fine della Seconda Guerra Mondiale), oppure rompere con i suoi fallimenti passati, cantare “I’m Free” e collegarsi con l’Eurasia. Non scommetteteci.

Riprendersi le terre dei Tauri

L’OMS potrebbe essere in procinto di cambiare radicalmente, una cosa che manderà ancora più in bestia i già sprovveduti abitanti del Think Tankland statunitense e i loro vassalli europei.

Il Presidente Putin e il Ministro della Difesa Shoigu hanno dato seri segnali che l’unica direzione per il quadrante del dolore è verso l’alto, considerando le prove sempre più evidenti del terrorismo all’interno del territorio russo, l’ignobile assassinio di Darya Dugina, il bombardamento senza sosta dei civili nelle regioni di confine, gli attacchi alla Crimea, l’uso di armi chimiche e il bombardamento della centrale elettrica di Zaporizhzhya che ha aumentato il rischio di una catastrofe nucleare.

Martedì scorso, un giorno prima che l’OMS compisse sei mesi, il rappresentante permanente della Crimea presso il Cremlino, Georgy Muradov, ha fatto il punto della situazione.

Ha sottolineato la necessità di “reintegrare tutte le terre tauriane” – Crimea, Mar Nero settentrionale e Mar d’Azov – in un’unica entità già “nei prossimi mesi.” Ha definito questo processo “obiettivo e voluto dalla popolazione di queste regioni.”

Muradov ha aggiunto: “Considerati non solo gli attacchi alla Crimea, ma anche i continui bombardamenti della centrale nucleare di Zaporizhzhya, della diga del bacino di Kakhovka, delle strutture civili sul territorio della Russia, della DNR e della LNR, ci sono tutti i presupposti per qualificare come terroristiche le azioni del regime banderista.”

La conclusione è inevitabile: “il problema politico di cambiare il formato dell’operazione militare speciale” entra in agenda. Alla fin fine.

Washington e Bruxelles “hanno già preparato nuove provocazioni dell’alleanza NATO-Bandera” destinate alla Crimea.

Quindi, se esaminiamo cosa implica il “ripristino delle terre tauriane,” vediamo non solo i contorni della Novorossiya, ma è soprattutto chiaro che nel Mar Nero non ci sarà alcuna sicurezza per la Crimea – e quindi per la Russia – senza una Odessa ritornata ad essere russa. E questo, oltretutto, risolverebbe il problema della Transnistria.

A ciò si aggiunga Kharkov, la capitale e il principale centro industriale del Grande Donbass. E, naturalmente, Dnipropetrovsk. Sono tutti obiettivi della OMS, tutti quanti da proteggere poi con zone cuscinetto negli oblast di Chernihiv e Sumy.

Solo allora i “compiti” – come li chiama Shoigu – della OMS saranno dichiarati assolti. La tempistica potrebbe essere di otto-dieci mesi, dopo una pausa dettata dal Generale Inverno.

Mentre l’OSM procede col turbo, è scontato che l’Impero del Caos, della Menzogna e del Saccheggio continuerà a sostenere e armare il racket di Kiev fino al giorno del giudizio – e soprattutto dopo la presa di Odessa. Ciò che non è chiaro è chi e quale banda resterà a Kiev a fingersi il partito al potere e a fare gli speciali per Vogue, adempiendo debitamente alla massa dei diktat imperiali.

È anche scontato che l’accoppiata CIA/MI6 continuerà a perfezionare i dettagli di una massiccia operazione di guerriglia contro la Russia su più fronti, con attacchi terroristici e provocazioni di ogni tipo.

Tuttavia, nel quadro generale, sarà l’inevitabile vittoria militare russa nel Donbass e poi in “tutte le terre tauriane” a colpire l’Occidente collettivo come un asteroide letale. Per l’Europa vassalla l’umiliazione geopolitica sarà insopportabile, per non parlare di quella geoeconomica.

Mentre l’integrazione eurasiatica diventerà una tendenza ancora più forte, la diplomazia russa consoliderà la nuova normalità. Non dimentichiamo che Mosca non ha avuto problemi a normalizzare le relazioni, ad esempio, con Cina, Iran, Qatar, Arabia Saudita, Pakistan e Israele. Tutti questi attori, in modi diversi, avevano contribuito direttamente alla caduta dell’URSS. Ora – con una sola eccezione – sono tutti concentrati sull’alba del secolo eurasiatico.

Pepe Escobar

Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2022/08/26/all-the-way-to-odessa/
26.08.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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