E’ solo una questione di credibilità

La politica ed i politici italiani hanno sfondato il contenitore dove risiede la credibilità. Nonostante ciò si ripresentano uniti, con la stessa faccia e senza la ben che minima vergogna, per continuare con la solita arroganza a governare questo paese.

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di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Megas non ha mai fatto politica e certamente non comincerà a farla con questo articolo. La foto non inganni, è solo che tutti non ci sarebbero entrati per ovvi motivi di spazio, quindi tanto valeva mettere in rappresentanza della categoria, il capo-branco.

Questo non vuol certo affermare che il soggetto nella foto sia il peggiore in fatto di credibilità, all’interno di un branco dove la gara a non essere credibili è senza fine e nemmeno avrà un vincitore dichiarato.

Matteo Renzi è soltanto il più mediatico nel non essere credibile, quello insomma che ci mette più del suo per raggiungere il traguardo, ovvero quello che incarna meglio di tutti detta caratteristica, che ormai da troppo tempo fa parte dei cromosomi della struttura genetica dell’intero panorama politico italiano.

Potremmo anche tentare l’impresa di schedare tutti i nomi ma quasi certamente avremmo grosse difficoltà a completare l’elenco. Da Di Maio a Salvini, passando per Letta e la Meloni, tutti hanno partecipato attivamente a tradire ed ingannare il popolo italiano a più riprese, di fatto perdendo l’essenziale elemento della credibilità che, chi si arroga il diritto di governare la cosa pubblica, dovrebbe conservare con cura, almeno finché ricopre tale ruolo.

Vorrei puntualizzare che la credibilità, come anche voi tutti potete ben comprendere, non è un qualcosa che si può perdere e poi ritrovare.

“La credibilità, soprattutto per un politico, una volta persa non si potrà più riavere indietro”

Attenzione a non confondere la credibilità con la fiducia: sono due cose nettamente distinte. La fiducia presuppone un contatto diretto o ancor di più una frequentazione con la persona (amicizia, relazione, rapporto di lavoro, ecc.). La fiducia è la base per questo tipo di rapporti interpersonali e può anche essere recuperata una volta persa, attraverso il tempo e le relative azioni volte in tal senso.

Ma noi non frequentiamo e non intratteniamo rapporti personali con i politici che dovrebbero rappresentarci; quindi l’unico elemento su cui dobbiamo basarci per valutarli come persone, è la loro credibilità.

La politica però oggi, non è gestione esclusiva solo in dote ai politici.

Ormai da tempo, nella gestione della cosa pubblica, sta prendendo sempre più campo un’altra categoria: quella dei tecnici.

Una volta i tecnici venivano utilizzati a supporto dell’operato dei politici. Oggi, al contrario ci ritroviamo nella fattualità, che sono proprio gli stessi tecnici a ricoprire il ruolo politico, mentre i politici sono ormai asserviti al solo scopo di mettere a disposizione la loro faccia ed il mandato popolare conferitogli per fare in modo che ogni decisione e volere dei tecnici possa essere accettata dai loro elettori.

Mentre un politico, almeno sulla carta, riceve un mandato popolare e quindi, per quanto oggi possa contare, moralmente più vincolante; al contrario un tecnico riceve sempre un mandato da chi lo incarica. E se chi lo incarica è un “sistema” di poteri profondi che si è impossessato delle istituzioni di uno Stato, il risultato logico che abbiamo è che costui risponderà sempre ai loro interessi e non a quelli del popolo italiano.

In pratica un uovo in faccia nelle piazze, può rischiare eventualmente di prenderlo Renzi o Salvini, mai lo prenderà Draghi che si copre dietro platee accuratamente selezionate ed affratellate come quella del meeting di Comunione e Liberazione, tenutosi a Rimini la settimana passata.

Quindi, lo schema politico di un paese come il nostro – che molti ancora hanno il coraggio di definire democratico – in breve, potrebbe essere così descritto: da una parte ci sono i tecnici che siedono sulle principali poltrone di comando delle nostre istituzioni apparentemente democratiche, mettendo in atto ogni tipo di porcheria, funzionale all’arricchimento di coloro a cui rispondono e dall’altra ci sono i politici che mettono a disposizione il consenso popolare ricevuto e la loro faccia, per tentare di rendere credibili al popolo, tali porcherie.

Nel mezzo, naturalmente, ci siamo noi, il futuro dei nostri figli e quello di un paese ingabbiato nel progetto europeo, che per voce del più famoso “business magazine” del mondo, Forbes – ci sta conducendo a tutta velocità, verso il tristissimo primato di rappresentare “il terzo mondo delle economie del mondo occidentale”[3] [4]

Fermo restando che anche i politici agiscono per interesse personale (del resto per i tecnici non vi è dubbio alcuno), arriviamo al tema dell’articolo, ovvero la perdita totale della loro credibilità.

Non so Voi, ma chi vi scrive ha ancora in mente il documento redatto dai funzionari della Ragioneria di Stato per conto di Draghi, di cui vi ho ampiamente parlato nell’articolo (Improvvisamente torna la luce nelle stanze del MEF).

La frode messa in atto attraverso il dover dar seguito a misure di austerità estrema in virtù di un parametro (60% Deb/PIL), che tutti (tecnici e politici), sapevano da sempre non avere fondamento nella dottrina economica, è veramente un qualcosa di una gravità tale che dovrebbe far riflettere profondamente ognuno di noi e prendere atto che questa classe politica, ha di fatto, esaurito anche l’ultimo briciolo di credibilità a sua disposizione.

Già nel 2012 era stato reso noto al mondo – attraverso il quotidiano francese Le Parisien (3% de déficit: “le chiffre est né sur un coin de table”)[1] – come anche l’altro parametro stabilito a Maastricht (deficit 3% del PIL), non avesse nessun fondamento nella dottrina economica, ma fosse stato letteralmente inventato una sera del maggio 1981 dall’economista francese Guy Abeille, dando seguito ad una specifica richiesta dell’allora premier Mitterand.

A confessarlo, come potete leggere nell’articolo riportato anche nelle note, è Abeille stesso: «Ci inventammo questa cifra del 3% in meno di un’ora, è nata all’angolo del tavolo, senza alcuna riflessione teorica» continua Abeille: «Era una sera del maggio 1981. Pierre Bilger, allora direttore del Bilancio, ci chiamò con Roland de Villepin (NdR: cugino di Dominique). Ci disse: Mitterrand vuole che gli forniamo rapidamente una regola facile, che suona come un principio di dottrina economica da contrapporre a suoi ministri che sfilano nel suo ufficio per chiedergli soldi»

“Avevamo bisogno di qualcosa di semplice”, dice. Scelsero il prodotto interno lordo, il PIL, perché in “economia tutti si riferiscono al PIL”.

Insomma, un rapporto equivalente a dividere “cavoli per carote”, è diventato poi anni dopo, uno dei principi cardine del trattato di Maastricht con il quale si sarebbe inteso rendere effettivo il progetto di integrazione europea.

Di contro, il risultato ottenuto e che tutti noi abbiamo sotto i nostri occhi è il totale fallimento di detto progetto, rappresentato oggi dalla completa disintegrazione economica, sociale e civile dell’Europa e dei suoi paesi membri.

Ma quello che deve farci riflettere in fatto di credibilità riguardo ai nostri politici, è come tutto ciò sia potuto accadere e soprattutto come gli stessi abbiano potuto perpetrare tale delitto ancora per anni, pur sapendo la verità.

Questo signore francese ce lo confessava già nel 2012 – ma, anche altri illustri economisti, senza essere ascoltati, già cercavano di farci notare con forza l’assurdità di tali parametri; mentre, attraverso l’applicazione degli stessi, si stava progettando la morte fisica ed economica della Grecia e del suo popolo. [2]

Molto temo prima ancora, anche il padre fondatore della MMT, Warren Mosler – con tanto di spiegazione tecnica a supporto – tentava con ogni forza di metterci a conoscenza, su quanto non ci fosse alcun senso logico nel seguire tali parametri.

E noi MMTers, avendolo compreso, ci affannavamo a farlo capire agli italiani, nei meeting ed attraverso le nostre pubblicazioni.

Niente!!

Venivamo derisi ed ignorati, per di più senza alcun contradditorio tecnico, attraverso una campagna di fango, messa in atto al solo scopo di nascondere la verità. Quella stessa verità provata scientificamente e che era sotto gli occhi di tutti anche allora, come lo è oggi attraverso il documento stilato dai ragionieri di Draghi.

Quanta distruzione e sofferenza avremmo potuto evitare, solo se alla delinquenza di chi in piena coscienza ha messo in atto tali frodi, si fosse affiancata l’onestà intellettuale e l’umiltà di tutti coloro che invece, per pura cecità mentale, hanno preferito portare acqua al mulino della falsità!!!

Chi oggi critica, avendo cultura della scienza economica e senza indicarne le motivazioni tecniche, il “framework” strutturato ed esposto dalla Modern Monetary Theory (che ricordo non essere una nuova teoria economica), è esattamente non credibile come i nostri politici che hanno acconsentito per anni a tali falsità, nonostante avessero sotto gli occhi e nelle loro coscienze, la Verità inconfutabile.

La Verità non è un qualcosa che va di pari passo con il principio della maggioranza – come qualcuno carente di argomenti tenta di far passare per portare acqua al mulino della falsità – ma casomai, è un qualcosa da portare alla conoscenza della maggioranza, se vogliamo avere speranze di cambiamento.

Obietterete Voi, i nostri politici hanno perso la loro credibilità solo per questa cosa, pur essendo essa stessa di una gravità estrema?

La risposta è NO!!

Questa è la goccia che in un paese civile dovrebbe aver almeno fatto traboccare il vaso e riflettersi nel voto che andremo ad esprimere tra poche settimane. Ma elementi sui quali fondare la perdita di credibilità nei nostri politici ce ne sono da benedire e santificare.

Ho finito le parole e gli articoli nel descriverveli, dalla frode sulla scarsità della moneta a quella sul debito pubblico fardello delle future generazioni, da quella sui tassi decisi dai mercati alla favola dello spread, fino ad arrivare al folle principio suicidario del “pareggio di bilancio” inserito in Costituzione con il benestare di tutta la nostra classe politica.

E non dimentichiamo come ci stanno ingannando a proposito dell’attuale fenomeno del caro prezzi energetico, causa del fenomeno inflattivo in corso. Una tassazione surrettizia per famiglie ed imprese, appositamente programmata dall’operato dei governi, utile solo a perseguire il solito disegno predatorio di trasferire ricchezza dalla massa a quella ristretta élite che come dicevamo è la testa pensante del “sistema”, che oggi, ha trasformato la nostra democrazia in una oligarchia a tutti gli effetti.

Potremmo continuare in questo infinito elenco di atti fraudolenti con i quali dimostrare la totale perdita di credibilità dei nostri politici attuali, anche se credo fermamente che tutto questo sia già abbastanza.

Sta a NOI, prenderne coscienza ma soprattutto, se vogliamo dare un futuro al nostro paese ed ai nostri figli, dobbiamo liberarci immediatamente di tutti questi personaggi che continuano senza vergogna a volerci rappresentare.

Non sono più credibili!

di Megas Alexandros

Fonte: è solo una questione di credibilità!!! – Megas Alexandros

NOTE:

[1] 3% de déficit : «Le chiffre est né sur un coin de table» – Le Parisien

[2] La triste verità dietro il rapporto del 3_ tra deficit e PIL.pdf

[3] Europe’s Markets And Energy Security Disrupted By Russia Sanctions (forbes.com)

[4] Europe branded ‘third world’ economy — RT World News

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