John Elmer
johnhelmer.net
Il giallo di Agatha Christie intitolato And Then There Were None (le parole conclusive di una filastrocca per bambini) è considerato il più venduto al mondo.
Invece non c’è più alcun mistero sulla guerra dell’Europa e del Nord America contro la Russia: è la continuazione della guerra tedesca del 1939-45 e degli obiettivi bellici dello Stato Maggiore di Washington fin dal 1943. Il Ministro della Difesa Sergei Shoigu (a sinistra) e il Presidente Vladimir Putin (a destra) lo hanno detto entrambi abbastanza chiaramente questa settimana.
Non c’è alcun mistero nemmeno nel processo decisionale a Mosca del Presidente, del Ministro della Difesa, dello Stato Maggiore ecc., si tratta della continuazione dello Stavka del 1941-45.
Solo perché non c’è alcun mistero, non ne consegue necessariamente che [le decisioni dello Stavka] debbano essere riportate pubblicamente, discusse alla Duma di Stato, messe in dubbio e pubblicizzate da blogger, podcaster e twitter. In guerra ciò che non va detto non può essere detto. Quando la guerra finirà, non ci sarà più nulla da dire.
Nel frattempo, ciò che occorre è fare un conto alla rovescia per distinguere tra la guerra fasulla e la guerra mondiale, tra la propaganda e la verità dei fatti.
Guardate e ascoltate l’intervista di Shoigu, sottotitolata in inglese e trasmessa mercoledì dalla televisione nazionale.
https://www.youtube.com/watch?v=k0IISOayQ90
Qui sotto potete vedere il discorso di Putin trasmesso la stessa mattina. Cliccando qui si può leggere la traduzione in inglese da parte del Cremlino [qui la versione italiana].
Ecco poi le traduzioni in inglese delle opinioni, espresse questa settimana, da Yevgeny Krutikov, ex ufficiale del GRU e analista di strategia, e da Yury Podolyaka, analista militare di Sebastopoli, rispettivamente a Vzglyad e a Tsargrad. I testi sono qui riprodotti senza modifiche o commenti. Sono state aggiunte illustrazioni e riferimenti con didascalie.
La mobilitazione parziale cambierà l’essenza dell’intera operazione militare speciale
“Quali incarichi saranno assegnati alle centinaia di migliaia di nuovi militari che saranno mobilitati per condurre un’operazione militare speciale in Ucraina? Ci sono diversi compiti, alcuni dei quali sono di fondamentale importanza. La ricostituzione delle forze dovrebbe cambiare la natura stessa delle operazioni militari in corso in Ucraina.
Per quanto riguarda la mobilitazione parziale, innanzitutto si può affermare che il suo compito principale è quello di stabilire un controllo affidabile sui territori già liberati in Ucraina dalle Forze Armate della Federazione Russa. In parole povere, si tratta di uno schieramento di prima linea.
Ciò implica una transizione verso azioni difensive nelle direzioni di Nikolaev-Krivoy Rog e Zaporozhye e nel vettore generale di Kharkov. Certo, ciò è in qualche modo in contrasto con il piano dei referendum nelle regioni di Zaporozhye e Kherson, poiché essi implicano l’ingresso nella Federazione Russa dell’intero territorio “designato” delle regioni nella forma geopolitica in cui sono disegnate sulle mappe della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. In precedenza, la stessa storia era accaduta con la DPR [Repubblica Popolare di Donetsk] e la LPR [Repubblica Popolare di Lugansk], che sono state riconosciute come Stati esattamente all’interno dei vecchi confini.
Ma in questo momento è molto più necessario saturare il fronte con la fanteria. Secondo calcoli approssimativi, parlando in termini puramente quantitativi, le Forze Armate russe e gli alleati [DPR e LPR] sono sottopotenziati rispetto agli standard accettati dalla scienza militare – cioè il numero di soldati per chilometro di fronte – di circa quattro volte.
Inoltre, il divario è ancora maggiore in alcune aree, poiché nelle zone in cui vengono condotte le azioni offensive, la concentrazione di truppe e mezzi dovrebbe essere maggiore.
In quelle zone, le riserve operative vengono ritirate e quindi, a loro volta, vengono indebolite altre sezioni del fronte, quelle dove c’è stata una lunga tregua operativa. A livello di staff operativo, sta iniziando qualcosa di simile al gioco giapponese del Go; in questo gioco strategico, una delle forme di offesa è quella di schiacciare numericamente la linea del nemico spostando tutte le pietre e circondandolo.
Il nemico è passato da tempo ai principi della guerra totale e non tiene conto delle sue perdite e del numero delle truppe mobilitate. L’Ucraina ha risorse di mobilitazione quasi illimitate (per questo teatro), poiché non ha restrizioni sulla coscrizione. La mobilitazione in Ucraina è totale – le VSU [Forze Armate Ucraine] stanno già arruolando gli anziani, i malati gravi, persino i disabili. In queste condizioni, il nemico può formare quelle che chiama riserve operative e gettare fanteria in prima linea in infiniti tentativi di controffensiva.
Questa era stata una delle peggiori tattiche delle guerre della metà del XX secolo, ma il nemico la sta usando ora, il che significa che è necessario reagire. Di conseguenza, una parte significativa dei Russi mobilitati dovrebbe semplicemente rinforzare la prima linea, eliminando così il vantaggio numerico potenzialmente pericoloso della VSU.
Nel settore meridionale, la linea del fronte attraversa direttamente la steppa. Ci sono molte meno zone abitate dove posizionarsi rispetto al Donbass, industriale e densamente popolato, dove ogni insediamento può essere facilmente trasformato in una fortezza. Attualmente, dal punto di vista quantitativo, è molto difficile creare una linea di copertura completa in questa direzione. Dobbiamo prendere posizione in ogni località come nel Donbass.
D’altra parte, è nel Donbass che dobbiamo affrontare la difesa multistrato delle Forze Armate dell’Ucraina; per tagliarla, le forze [russe] ora disponibili sono insufficienti. Gli standard per il numero di effettivi necessari durante le operazioni offensive e difensive non sono stati inventati dall’alto, ma sono stati scritti col sangue sui campi di battaglia.
In precedenza, alcuni esperti avevano parlato della possibilità di formare da zero un intero corpo d’armata nelle Forze Armate della Federazione Russa. Tuttavia, non è consuetudine dispiegare e disperdere le forze di una formazione militare così grande. Pertanto, questo corpo d’armata potrebbe essere utilizzato solo concentrato in un’unica località. In altre parole, il nuovo corpo d’armata dovrebbe essere preparato per una grande operazione offensiva, e non nel settore di Donetsk del fronte. Non è il momento di indovinare dove ciò potrebbe avvenire esattamente. Il concetto è cambiato e, molto probabilmente, non ha senso formare da zero nuove grandi unità militari con le truppe appena mobilitate.
D’altra parte, è già chiaro che prima di essere inviate al fronte, tutte le truppe mobilitate saranno sottoposte a riqualificazione. Poiché si presume che si tratti di persone già esperte e pre-addestrate, questo non richiederà molto tempo. Il tempo di preparazione sarà dedicato al coordinamento del combattimento. Cioè, equipaggi già pronti (carri armati, veicoli da combattimento di fanteria), calcoli (artiglieria, MLRS [sistemi missilistici a lancio multiplo], difesa aerea) e unità d’avanguardia [разведчиков, letteralmente “esploratori”] saranno dispiegati nella zona dell’Operazione militare speciale. Tali elementi potranno essere facilmente integrati nelle unità già operative e quindi verranno “sparpagliati” su tutto il fronte. Soprattutto quando sarà necessario un rinforzo in relazione ai compiti stabiliti.
In particolare, i compiti assegnati al raggruppamento determineranno dove e con quali forze verrà effettuato il rafforzamento. Un gruppo di circa mezzo milione di persone con armi moderne non può stare fermo. Quasi certamente, dobbiamo aspettarci un’attività offensiva da parte delle Forze Armate russe, molto più intensa di quella che si è vista negli ultimi mesi.
Di conseguenza, un’altra parte delle forze mobilitate, dopo l’addestramento al coordinamento del combattimento, dovrebbe rafforzare le unità che saranno incluse principalmente nei gruppi offensivi. Un tale incremento numerico passerà inosservato al nemico, poiché non ci sarà alcun cambiamento delle unità in prima linea. Le unità avranno semplicemente nuovi gruppi di battaglioni. Un tale aumento numerico è quasi impossibile da determinare visivamente e persino elettronicamente.
È difficile prevedere quali direzioni saranno rafforzate dalla nuova linea di copertura territoriale e quali saranno preparate per le operazioni di attacco. Naturalmente, ci sono punti ovvi – i tratti a steppa del fronte devono essere rafforzate in modo inequivocabile, così come le aree del nord della LPR e la direttrice verso Ugledar nella DPR). Allo stesso tempo, esiste sempre l’opportunità di continuare l’offensiva meridionale su Nikolaev e Odessa, o a nord fino a Krivoy Rog.
C’è però un’altro aspetto. Date le tattiche delle Forze Armate ucraine, è fondamentale “spegnere” tutti i sistemi di artiglieria a lungo raggio e gli MLRS forniti all’Ucraina dall’Occidente, così come tutta la difesa aerea tattica ucraina. Queste armi colpiscono obiettivi civili. L’intera orchestra dovrebbe essere messa a tacere. Per questa guerra di controbatteria sono necessari cannonieri esperti, operatori di droni e forze speciali [разведчики].
Infine, un altro gruppo di riservisti mobilitati può rappresentare una possibile componente logistica. Non stiamo parlando di elementi logistici puri [trasporti, rifornimenti], ma di nuove unità che possano svolgere un servizio di guarnigione nei territori liberati. Dovrebbero combinare funzioni di polizia e di sicurezza e rappresentare la stessa riserva operativa di fanteria leggera, che di solito manca proprio quando serve.
Questa stratificazione è, ovviamente, provvisoria, poiché le squadre di mobilitazione devono essere formate per obiettivi specifici e designati. L’obiettivo è quello di saturare il fronte non solo con una copertura territoriale, ma anche di trasformare il raggruppamento coinvolto in una sorta di forza d’urto – questo è fondamentale per un piano in cui la quota degli “specialisti” aumenterà significativamente, se non supererà addirittura il numero dei soldati “semplici.” E questo cambierà la natura stessa delle operazioni militari.
Innanzitutto, le Forze Armate russe non saranno più costrette a tamponare sezioni del fronte momentaneamente “deboli,” cioè non sufficientemente garantite dal punto di vista quantitativo. Inoltre, sarà possibile evitare di tappare costantemente buchi trasferendo forze da una posizione all’altra. Sta per materializzarsi una riserva operativa.
La pianificazione delle operazioni offensive diventerà regolare e diverse offensive potranno essere condotte simultaneamente su diverse sezioni del fronte. E, infine, con l’aiuto di nuovi rinforzi, si potranno eliminare gli effetti delle armi occidentali, che nell’ultimo mese hanno iniziato a prevalere nella composizione delle Forze Armate ucraine.”
Yury Podolyaka è nato a Sumy, in Ucraina; si è trasferito a Sebastopoli dopo il putsch di Kiev nel 2014. Nel 2019 ha creato un canale Youtube specializzato in argomenti politici e militari; a marzo di quest’anno i suoi abbonati avevano raggiunto i 2,7 milioni. Per saperne di più, cliccate qui.
Fonte: https://herson.tsargrad.tv/
La mobilitazione in Russia è il primo passo, poi la grande epurazione
22 settembre 2022
“Yury Podolyaka ha fatto le sue previsioni sull’operazione speciale alla luce dell’inizio della mobilitazione in Russia. È certo che ci aspettano grandi cambiamenti, legati tra l’altro a una grande epurazione interna dell’élite politica.
Tutti hanno atteso a lungo il discorso di Vladimir Putin. Molti hanno trattenuto il respiro. E così abbiamo ascoltato le parole del Presidente, che ha sostenuto la decisione dei cittadini delle repubbliche del Donbass e dei territori liberati dell’Ucraina di tornare in Russia. Questo significa che l’aggressione ucraina è ora diretta non solo contro le repubbliche del Donbass, ma anche contro la Russia e i Russi. E l’esercito russo deve scendere in battaglia.
Questo è il motivo della mobilitazione parziale annunciata nel Paese. Sotto i vessilli non si riuniranno ragazzi inesperti, ma quelli che hanno già prestato servizio e hanno specializzazioni militari. C’è un’altra caratteristica: molte delle restrizioni imposte dall’Operazione militare speciale saranno probabilmente revocate. E vedremo finalmente come verranno sferrati i veri colpi ai famigerati “centri decisionali” [Kiev, Lvov].
Domanda (Yury Pronko): Come si svilupperà ora la situazione, secondo lei?
Yury Podolyaka: Come previsto, in Russia è stata annunciata una mobilitazione parziale – non ha senso una mobilitazione generale – un esercito del genere deve essere mantenuto, e ora la Russia non è fisicamente in grado di armare tutti. Pertanto, la mobilitazione parziale è un po’ diversa. Verranno create nuove unità militari. A questo proposito possiamo ricordare il recente decreto di Vladimir Putin sull’aumento delle dimensioni delle Forze Armate russe a partire dal 1° gennaio 2023.
Domanda: Come avverrà?
YP: In conformità con i piani per il dispiegamento delle truppe e la ricostituzione del personale, saranno richiamate diverse centinaia di migliaia di coscritti per alcuni settori specialistici. Queste unità dovranno essere formate non da chiunque, come fanno a Kiev, ma da tecnici esperti che fanno parte della struttura regolare di una determinata unità. Naturalmente, è impossibile reclutare rapidamente il numero necessario di queste persone tra i volontari. Per questo motivo si è deciso per una mobilitazione militare parziale e, di conseguenza, per la mobilitazione dell’industria.
Domanda: Pensa che la legge marziale possa essere dichiarata in tutto il Paese e non solo nel territorio delle regioni russe di confine – cioè le regioni di Kursk, Belgorod, Voronezh, Rostov e la Crimea?
YP: È molto difficile da credere, ma non posso escludere questa possibilità. Questo perché, a mio avviso, la questione della creazione del Comitato di Difesa dello Stato è già in ritardo e inizia ad essere stracotta. Ora viviamo sotto le leggi del tempo di pace. Di conseguenza, possiamo influenzare alcune strutture, tra cui il potere statale e il potere eletto, solo attraverso le leggi del tempo di pace. I referendum alzano la posta in gioco e implicano già una guerra ad oltranza, perché né Kiev né l’Occidente saranno d’accordo sui risultati. Pertanto, tutto dipenderà dall’esercito, non ci saranno negoziati. L’essenza dell’operazione speciale deve cambiare – questo è inevitabile.
Domanda: Questo significa che l’operazione militare speciale stessa cambierà nella sua essenza?
YP: Lo spero davvero. Penso sia inevitabile. Perché non ha senso annunciare una mobilitazione anche parziale nell’ambito dell’Operazione Militare Speciale [SMO] – e questo non può risolvere il problema dei referendum. È chiaro che lo status della SMO dovrebbe essere cambiato; questo è in discussione da molto tempo. Se, tuttavia, venisse dichiarata la legge marziale sul territorio della Russia, allora potremmo aspettarci la cessazione del transito del gas naturale attraverso il territorio dell’Ucraina e molte altre conseguenze economiche negative. In questo momento credo che gli attacchi contro le infrastrutture critiche dell’Ucraina siano semplicemente inevitabili. E questo metterà rapidamente Kiev in una posizione scomoda. Le operazioni militari devono ora procedere in modo diverso.
Domanda: Ma, se ho capito bene ci sarà un’escalation?
YP: Certo, questa è la fase successiva dell’escalation, e al massimo livello. La fase successiva è la dichiarazione di guerra diretta e aperta. Anche se, in realtà, la guerra è già in corso. Si può chiamare operazione militare speciale quanto si vuole, ma la sua essenza cambierà.
Domanda: Permettetemi di affrontare la questione da un’altra prospettiva. Prima ancora che apparissero le notizie sulle decisioni della Duma di Stato sugli emendamenti al Codice penale, prima ancora che si conoscessero le dichiarazioni delle regioni LPR, DPR, Kherson e Zaporozhye, il Presidente Erdogan aveva rilasciato una dichiarazione in un’intervista alla conduttrice del canale televisivo americano PBS News Hour, Judy Woodruff. Il leader turco aveva affermato che il Presidente Putin vorrebbe porre fine al conflitto in Ucraina il prima possibile. Allo stesso tempo, Erdogan aveva fatto riferimento ad un incontro con Putin a Samarcanda. È solo retorica politica?
YP: Recep Tayyip Erdogan non può parlare a nome di Vladimir Putin. Esprime il suo personale punto di vista.
Domanda: È questa l’impressione che ha avuto dopo l’incontro?
YP: Per carità, lasciamogli fare quello che vuole. Erdogan può essere responsabile solo per la Turchia e per il suo governo.
Domanda: Come pensa che evolverà la situazione? Lei ha già detto che si tratta di un’escalation, che si tratta di misure piuttosto dure. Ho il sospetto che la società russa, per la maggior parte, non sia pronta per un tale sviluppo della situazione. Come far capire alla gente che è importante? Che è necessaria una mobilitazione parziale e l’introduzione della legge marziale?
YP: Il 24 febbraio ci siamo svegliati in un Paese completamente diverso. È solo che la gente cerca ancora di non accorgersene. Ma in realtà c’era da aspettarselo. Dopotutto, sia all’inizio della Prima Guerra Mondiale che all’inizio della Grande Guerra Patriottica, la gente non si era resa pienamente conto degli eventi iniziali. E persino la leadership dell’Unione Sovietica aveva finalmente chiamato con il suo nome la Grande Guerra Patriottica solo il 10-11 agosto 1941, e non il 22 giugno. Per noi è la stessa cosa. La guerra è già in corso e, dal 24 febbraio, abbiamo un altro Paese. A passi graduali la nostra società dovrebbe maturare fino a comprenderlo. Eppure non andremo da nessuna parte. Il Paese sarà diverso. Il mondo sarà diverso. E noi, di conseguenza, dobbiamo conquistare il nostro posto sotto il sole nel nuovo mondo, per il nostro Paese. Non ci sono altre opzioni. Se non lo facciamo, finiremo nella pattumiera della storia.
Domanda: Cosa significherà questo dal punto di vista pratico per i nostri compatrioti, i Russi comuni?
YP: In realtà, per la gente comune non cambierà nulla di fondamentale, non ancora. Ma cambieranno le regole del gioco nel Paese. Cioè, molte cose che si potevano fare prima – criticare l’operazione militare speciale, criticare l’esercito, esprimere, come dicono alcuni, “la propria opinione personale” su questi eventi che danneggiano la società russa – tutto questo sarà gradualmente limitato. È chiaro che non si possono condurre operazioni militari quando una potente quinta colonna combatte contro di noi nelle retrovie. Questo, prima di tutto, il Russo comune dovrà capirlo.
C’è un altro problema. Molti funzionari stanno aspettando che tutto torni come prima, nella speranza che l’esercito russo perda in Ucraina. Lo sento e lo vedo quando comunico con le persone. E spero davvero che, dopo il discorso di Vladimir Putin, tutto questo rimanga nel passato. Ogni funzionario sarà soggetto a requisiti completamente diversi. O dovranno sostenere ciò che sta accadendo, o saranno rimossi dal loro posto.
Domanda: Quindi è convinto che il comportamento e il pensiero della cosiddetta élite cambieranno?
YP: Non subito. Ma le cose cambieranno molto rapidamente. Tuttavia, la mobilitazione interesserà un numero molto ridotto di persone. Non saranno più di qualche centinaio di migliaia di persone.
Domanda: Capisco cosa significa il passaggio al modello di mobilitazione dell’economia. Tuttavia, ho dei dubbi molto significativi, considerando la struttura dell’economia nazionale, considerando i proprietari che controllano i beni. Sono scettico sul fatto che l’intero gruppo inizierà a cambiare. Qual’è secondo lei il significato di economia di mobilitazione?
YP: L’economia di mobilitazione può essere diversa: completa, parziale, e così via. Non credo che oggi vi si ponga la stessa enfasi che aveva caratterizzato l’Unione Sovietica nel 1941. Cioè, tutto per la vittoria e nient’altro. Tuttavia, la produzione di armi sarà incrementata; assisteremo a qualche cambiamento nelle priorità. Dobbiamo urgentemente renderci indipendenti ora, anche nello spazio dell’informazione, nel settore dei computer. E, se prima avevamo cercato di convincere i proprietari degli asset a farlo, ora dobbiamo obbligarli con un decreto di Stato.
Domanda:Perché non siamo passati ad un software nazionale?
YP: Perché, francamente, era inferiore e più costoso. Ma ora sono in attesa di soluzioni che ci rendano più facile la transizione verso un’economia indipendente.
Domanda: Abbiamo abbastanza forza, abbiamo le risorse, secondo lei? Se capisce che a sostenere il regime di Kiev è l’intero Occidente. E noi siamo qui, quanti siamo? Siamo quello che siamo, e non di più.
YP: In realtà, non è tutto l’Occidente. L’Occidente dimostra che Kiev è solo uno strumento di manipolazione. Ma l’Occidente non combatterà per Kiev fino alla fine. Questo è già ovvio. Sì, l’Occidente sta aiutando Kiev. Ma, in primo luogo, non tutti stanno aiutando, quindi l’Occidente è piuttosto disunito. E non tutto quello che fanno è così bello come alcuni dei nostri propagandisti lo dipingono.
Domanda: Qual è il limite dopo il quale potremo dire di aver vinto?
YP: Lo Stato dell’Ucraina dovrebbe scomparire dalla carta geografica. A quel punto sarà una vittoria. Penso che due terzi dell’Ucraina dovrebbero essere nostri. Si tratta di una linea da tracciare tra Zaporozhye e Vinnitsa.
Domanda: Quando potrà accadere?
YP: Credo che le ostilità dureranno per tutto il 2023. Prima di allora questa guerra non finirà.”
Traduzione russo/inglese di john Elmer
Fonte: johnhelmer.net
Link: http://johnhelmer.net/and-then-there-were-none-2/#more-68954
22.09.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org