Quando è stato rieletto Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 37 coraggiosi hanno votato per il PM del processo Stato-Mafia: Nino di Matteo.
Identificatevi, il popolo italiano sarà con voi fino alla fine.
Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani), ComeDonChisciotte.org
All’interno dello spettacolo indecoroso che la nostra politica ha mandato in scena nei giorni dell’elezione del Presidente della Repubblica, se noi, patrioti e difensori dei nostri diritti, delle libertà e della democrazia, vogliamo proprio cogliere un messaggio di speranza, dobbiamo aggrapparci a quei 37 coraggiosi, che all’ultimo scrutinio hanno mantenuto la barra dritta, confermando i loro voti per il PM protagonista delle indagini e del processo che ha fatto luce sulla trattativa “Stato-mafia” consacratasi negli anni 90′, sulle cui fondamenta è stato costruito l’attuale “Sistema di Potere” che poi ha condotto la nostra democrazia allo stato di degrado odierno.
Ad onor del vero, al IV scrutinio, i “coraggiosi” erano addirittura 56. Ma il coraggio, sappiamo bene, appartiene a pochi, e 19 di loro, scrutinio dopo scrutinio, se la sono fatta sotto.
Insomma, su poco più di mille votanti, solo 37 hanno dimostrato di avere gli attributi per non sottostare ai giochi di palazzo, per non mettere il tanto agognato vitalizio davanti alla loro dignità e soprattutto di avere la forza morale di non piegarsi a quei poteri trasversali, che poi di fatto, hanno deciso il Presidente della nostra Repubblica per i prossimi sette anni.
Una cosa forse l’abbiamo capita: i nostri parlamentari non rispondono più agli elettori, alle loro idee, al loro partito: sembrano sottostare ad un potere trasversale, che va al di là degli schieramenti visibili ad occhio di cittadino. A volte ciò risulta talmente evidente, che alcuni esponenti appartenenti al centrodestra agiscono e votano in simbiosi con alcuni della sinistra, coordinati da una regia che, sembra andare oltre gli schieramenti e che difende interessi nascosti di appartenenza, che certamente non sono quelli del popolo italiano.
Basti pensare a Forza Italia che in toto, si è completamente staccata dal centrodestra (a cui fa credere di appartenere) schierandosi in modo chiaro e palese in favore del candidato preferito di Matteo Renzi, ovvero Pier Ferdinando Casini. Su questo, ci sono numerose testimonianze, tra cui alcune interviste rilasciate dagli attori presenti ai tavoli delle trattative, da Giorgia Meloni ad Ignazio La Russa. [1] [2]
Basta prendere in esame le interviste sotto riportate, per capire come le decisioni poi non vengano, in realtà, prese dagli interlocutori istituzionalmente preposti nel rispetto della nostra Costituzione. Non solo, dalle stesse, emerge chiaramente anche altro: il volersi mostrare parte di un potere assoluto e sfrontato, che decide sopra tutti e che perfino, si fa beffa di coloro che ne sono il suo braccio armato. A tal proposito, si apprende proprio da quei tavoli (dove, appunto, il centro-destra era seduto) come, l’escludere il Mattarella-bis, fosse addirittura l’unica certezza per tutti.
Ed invece, come per magia, nella notte passa Babbo Natale ed il giorno dopo ti ritrovi sotto l’albero, il regalo che mai ti saresti aspettato: il Mattarella-bis! Proprio quello che tutti sembravano escludere.
Lo stesso avviene anche nel PD, che Marco Travaglio identifica come una insieme di tribù [3] e naturalmente nel M5S, dove tra divisioni interne ed eterni teatrini, sempre prevalgono gli ordini di appartenenza, non al partito certamente, ma ai poteri, che sulla comoda poltrona del parlamento hanno permesso loro di sedersi.
Per non parlare di Italia Viva, dove lì, l’opera teatrale non ha comparse; ma vede la sola ed indiscussa presenza dell’attore, più di tutti meritevole dell’Oscar, Matteo Renzi. L’ex boy-scout di Rignano sull’Arno, la sera stessa in cui Elisabetta Belloni pareva già essere diventata il nostro Presidente – è stato il primo ad uscire allo scoperto, in diretta da Mentana su La7 [4], richiamando al dovere i sudditi, con la sua letterina a Babbo Natale: Caro Babbo Natale se non mi puoi regalare Casini, regalami qualcos’altro, ma non la Belloni.
Con le lacrime agli occhi ed autoproclamandosi ultimo estremo difensore della nostra Costituzione (della serie “dovrete passare sul mio corpo”), Renzi, ha cercato di convincere Babbo Natale e soprattutto gli italiani, che la nomina di Elisabetta Belloni (direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, il dipartimento presso la Presidenza del consiglio dei Ministri che ha compiti di coordinamento e vigilanza sulle attività dei servizi segreti italiani) sarebbe stata un attentato alla Costituzione, uno sfregio al “decoro istituzionale” per usare le sue parole.
Certo, sentir parlare di decoro istituzionale, colui che, proprio dai servizi segreti si faceva portare “i babbi” (dolci tipici romagnoli) nelle piazzole degli autogrill romani e che da senatore della nostra Repubblica, continua a far parte del board di un ente governativo di un altro paese, l’FII Institute, controllato dal potente fondo sovrano saudita Saudi public investment Fund (Pif), [5] dal quale addirittura riceve lauti compensi….. beh, che dire.. crederci rimane un po’ difficile, NO??!
Dalle pagine di Libero Quotidiano, arriva anche la preziosa testimonianza, dell’ormai ex-grillino Alessandro Di Battista, [6] – da tempo chiamatosi fuori dal Movimento: per gravi problemi di “stomaco”; non riusciva più a digerire i continui voltafaccia ed i tradimenti che il suo partito rifilava e tutt’ora rifila ai suoi elettori.
Le parole che Di Battista pronuncia sulla questione del Quirinale, svelando un retroscena sul patto tra i leader, cadono come un macigno sul M5S:
“Sono testimone oculare dell’accordo Letta-Conte-Salvini su Elisabetta Belloni”. “E’ stato cancellato da Letta che se l’è fatta sotto e da Di Maio che si è sentito con Guerini e quella parte che la voleva bocciare”.
Se due indizi fanno una prova, anche Giuseppe Conte, sulla questione-Belloni, all’indomani della rielezione di Mattarella, in una intervista al Fatto Quotidiano, ha puntato il dito su Luigino di Maio: “Di Maio dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi. Ai nostri iscritti e alla nostra comunità”. [7]
Parole forti quindi, anche dall’ex premier, che, se sommate a quelle di Di Battista, portano al capo d’imputazione per “giggino”. Ovvero, i suoi compagni di partito, potrebbero davvero imputargli di rispondere a volontà esterne, e di giocare di sponda con chi in altre fazioni politiche, ma con le sue stesse logiche di appartenenze, intende perseguire finalità e disegni oscuri.
Insomma, che la candidatura della Belloni, fosse proposta dal centrosinistra, accettata da Salvini e Meloni e che avesse tutti i numeri per diventare il primo presidente donna della nostra Repubblica, è un dato di fatto inequivocabile – sul quale parrebbe anche ci fosse la prova definitiva: una chat interna del PD, pubblicata da Il Riformista. [8]
Sulla bontà della chat e su come fossero andate realmente le cose, nei giorni successivi all’elezione, è tornato anche Marco Travaglio, che ad Otto e Mezzo(La7), riassume cosi, la fibrillante settimana quirinalizia, confrontandosi vivacemente con la giornalista de Il Corriere della Sera, Monica Guerzoni:
“Il nome di Elisabetta Belloni è stato sul tavolo di tutto il centrosinistra per un mese, senza che nessuno avesse messo veti. Salvini poi è stato invitato da Conte e Letta, che gli hanno proposto Belloni e Severino. Salvini ha parlato con gli alleati e la Meloni gli ha detto che Belloni andava bene. C’era una sola parola data e un accordo tra Salvini, Meloni, Letta e Conte. Il giorno è stata messa in votazione la Belloni, ma a quel punto – continua – si sono scatenati Di Maio, Guerini, Renzi. E Letta si è sentito messo in minoranza perché il Pd non è un partito, ma un insieme di tribù che non può rinunciare ai renziani interni capitanati da Guerini. Così la Belloni è stata impallinata da Letta, Di Maio, Renzi e Forza Italia. Ricordo che il Pd ha addirittura inviato ai suoi parlamentari un messaggio chat, pubblicato dal Riformista , dicendo di votare la Belloni”. [3 ibidem]
Lo scopo di questo mio scritto, non è certamente continuare a dimostrare quelle che, sono ormai le certezze che sopra ho evidenziato – ma, vorrei lanciare un messaggio costruttivo e di speranza, visto che tanti di noi ne hanno bisogno. Vorrei che tutti quanti facessimo girare questo appello, affinchè quei 37 coraggiosi uscissero allo scoperto, con nomi e cognomi.
Dopo gli infiniti tradimenti subiti dagli eletti, abbiamo, veramente il desiderio di vedere in faccia come è fatto un parlamentare onesto, serio, coraggioso e non appartenente al “Sistema”; quello ben descritto, anche dal magistrato Nino di Matteo nel suo ultimo libro “I nemici della Giustizia”.
Da dove arrivano questi 37 coraggiosi? Dalle dichiarazioni rilasciate, nei giorni delle votazioni, dalla senatrice Luisa Angrisani di Alternativa C’è, qualcosa si potrebbe intuire: “dopo tre votazioni in cui abbiamo presentato il nostro voto per Maddalena come garante della Costituzione e dei beni comuni, oggi esprimeremo il nome di Antonino Di Matteo, garante della lotta alla mafia e dei diritti della legalità”. [9]
In Alternativa C’è, si sono ricomposti anche il Gruppo misto degli ex-grillini, che mantenendo fede ai loro principi hanno deciso di dare un messaggio forte al paese votando il giudice Nino Di Matteo, presidente dell’Associazione nazionale magistrati di Palermo e membro del CSM, simbolo della lotta alla mafia.
Nelle loro intenzioni, con la candidatura di Di Matteo, c’era la speranza di tentare molti altri grillini, provocando in loro un risveglio di coscienza e magari, chissà, riportare qualcuno del movimento alle sue origini. “È un nome di bandiera che è sempre stato comune al Movimento 5 Stelle, per questo ripropongo l’appello a chi oggi voterà ancora scheda bianca: unitevi a noi per dare un messaggio di garanzia, legalità e lotta alla mafia”, questo il messaggio di Luisa Angrisani prima della IV votazione.
Vi chiederete perchè ho fatto questo articolo: l’ho fatto perchè sono ben conscio che un radicale cambiamento non puo’ che prescindere da questi esemplari in via d’estinzione. Dobbiamo ripartire dal singolo per abbattere i giuramenti nascosti, le società segrete, le riunioni segrete, dobbiamo ripartire dalla coscienza del singolo per tornare ad avere una giustizia che non sia l’espressione di un interesse, di un conclave e dobbiamo ripartire dal singolo, se vogliamo che l’uomo torni ad essere, quello per cui è nato… libero ed indipendente.
Uscite allo scoperto, vogliamo conoscervi, parlarvi, aiutarvi e sostenervi… il popolo onesto italiano e’ con VOI.
Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani), ComeDonChisciotte.org
NOTE
[1] https://fb.watch/aULxttcCzZ/
[2] https://www.la7.it/in-onda/video/quirinale-il-retroscena-svelato-da-la-russa-sul-centrodestra-salvini-ha-chiesto-ce-qualcuno-per-29-01-2022-420693
[3] https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/02/02/quirinale-travaglio-a-la7-belloni-e-stata-impallinata-da-letta-di-maio-renzi-e-forza-italia-pd-non-e-un-partito-ma-un-insieme-di-tribu/6477409/?pl_id=65681&pl_type=category
[4] https://www.la7.it/quirinale/video/renzi-contro-lipotesi-belloni-al-quirinale-salvini-e-conte-hanno-una-cultura-istituzionale-pari-a-28-01-2022-420546
[5] Renzi e le consulenze all’Arabia Saudita: problema di opportunità politica (meteoweek.com)
[7] Giuseppe Conte: “Su Belloni blocco trasversale. Però di Letta mi fido ancora” – Il Fatto Quotidiano
[8] https://www.ilriformista.it/votiamo-tutti-belloni-la-chat-interna-che-inchioda-il-pd-276960/?refresh_ce