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La Redazione

 

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Ci fanno mancare i soldi per vivere, ma non per mandarci in guerra

Viviamo all'interno di una illogica contraddizione: mentre ci viene palesata una costante mancanza di mezzi finanziari per costruire libertà, nutrimento, sicurezza, istruzione e salute, la realtà ci dimostra invece che questi mezzi sono sempre più che abbondanti quando si tratta di scatenare guerre più o meno esplicite
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Il 16 Maggio 2022
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Ci fanno mancare i soldi per vivere, ma non per mandarci in guerra

Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani), ComeDonChisciotte.org

Tra i vari insegnamenti e le inconfutabili verità, che la Modern Monetary Theory ed il suo padre fondatore Warren Mosler hanno riportato nel dibattito pubblico, esiste una constatazione, più di ogni altra, sulla quale nessuno oggi debba nutrire più nessun dubbio: i soldi non sono un bene scarso ma possono essere creati all’occorrenza, liberamente ed in quantità infinita da qualsiasi banca centrale.

Di conseguenza ogni affermazione, quand’unque provenga da un economista, da un politico, da un giornalista o per finire dall’uomo della strada, che ci metta in guarda sulla mancanza di soldi – è una affermazione completamente falsa.

Nonostante che questa sia ormai una verità assoluta e matematicamente dimostrata, oltre al fatto che ormai sono molti a dimostrare di averla compresa; si continua ad accettare questa frode, quasi come se il mondo provasse un sadico godimento nell’auto-flagellarsi.

L’umanità accetta, direi a questo punto con una chiara ed evidente rassegnazione, situazioni completamente opposte riguardo al proprio benessere, che vengono perpetrate ripetutamente attraverso l’utilizzo di questa frode.

Non ultima, quella che ci viene profusa attraverso le recenti azioni dei vari governi riferite al conflitto in corso. Per mezzo di paure del tutto ingiustificate ed una artificiale mancanza di soldi, ci costringono ad una economia di guerra, fatta di restrizioni e di un aumento incontrollato dei prezzi, che mette ancora più in difficolta i nostri già precari sistemi economici.

Premesso che il rialzo dei prezzi non è assolutamente dovuto alla guerra in corso, per i motivi già ampiamente spiegati (pochi giorni fa ha dovuto confessarlo perfino Mario Draghi) – quello che però dovrebbe farci assolutamente riflettere – e che nessuno fa notare – è come i governi, ed in particolare il nostro, agiscano in completa diacronia quando si parla di necessità finanziarie rispetto alla bontà del loro utilizzo.

Mentre per famiglie ed imprese il portafoglio è completamente vuoto, anzi si chiede loro di fare ulteriori sacrifici con prelievi fiscali più o meno nascosti, al contrario per la costruzione e l’invio di armi, il portafoglio improvvisamente torna ad essere pieno e disponibile.

E’ bene essere chiari: la scarsità dei soldi viene costantemente sbandierata in faccia ai popoli, in maniera inversamente proporzionale, considerato quello che è necessario alla loro sopravvivenza, rispetto a quello che invece è propedeutico a distruggerli.

Nel mentre ai popoli si prospetta la scarsità di energia, di alimenti, di materie prime, oltre ad imporre loro restrizioni nelle più essenziali funzioni vitali, come riscaldarsi e lavarsi, come spostarsi e muoversi secondo le proprie necessità e non ultimo la mancanza di mezzi finanziari – dall’altra parte, come per magia tutte queste fantomatiche scarsità diventano una reale abbondanza, vuoi che si tratti di fare guerre, coprire le immense ed immani voragini provocate dalle élite finanziaria o quant’altro sia utile e necessario ai voleri del potere.

Mi chiedo, ma per costruire le armi non sono necessarie materie prime, energia e soprattutto soldi? Forse le aziende produttrici di armi non le richiedono?

Ma il Sig. Mario Draghi padre di famiglia e Presidente del Consiglio di un paese per costituzione pacifista come il nostro – con una economia talmente disastrata – dove, secondo recenti studi di Bankitalia, più della metà delle famiglie non arriva a fine mese [1] – dove trova i soldi e soprattutto il coraggio per continuare ad inviare tutte queste armi ai militari ucraini, mentre il suo popolo da anni vive in perenne precarietà a rincorrere un lavoro, una bolletta ed un minimo di serenità familiare.

Ovvero, i soldi a questo punto sappiamo tutti dove li trova, manca di sapere però dove invece trova ancora il coraggio, per continuare a sostenere questa frode nei confronti di quello che dovrebbe essere (il condizionale è d’obbligo in questo caso!), il suo popolo ed al quale (eletto direttamente o no), ha giurato di essere fedele e rispondere.

Senza poi considerare il fatto più importante: ovvero, armi vuol dire morte e certamente, come a non arrivare a fine mese non sono certo le élite a cui chi ci comanda appartiene, a morire sotto i colpi di fucile e le bombe non sono certo coloro che ne dispongono l’invio.

E non ci sarebbe neanche da meravigliarsi, se alla fine di questa storia, fossero poi ancora gli italiani a pagare di tasca propria – all’interno del rispetto del pareggio di bilancio – l’enorme deficit che il governo sta facendo, in quella che ormai è di fatto diventata una guerra alla Russia per procura, fino all’ultimo ucraino.

“Becchi e bastonati”.. si direbbe!!!

I popoli naturalmente: quello ucraino su tutti.

Anche se non dobbiamo assolutamente dimenticare che ogni morte provocata da questa frode, ha la stessa identica dignità e lo stesso sangue sulle mani di chi la perpetra. Ogni ucraino che muore per mezzo degli armamenti inviati dal nostro governo, vale ogni italiano che a causa delle politiche del nostro governo, si suicida per non essere in grado di far fronte psicologicamente a questa eterna crisi economica deliberatamente provocata.

L’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche” della Link Campus University (attualmente fermo), aveva stimato in Italia, tra il 2012 e il 2020, 1.128 suicidi legati a motivazioni economiche e 860 tentati suicidi. [2]

Sono morti vere, piante dai loro familiari, esattamente con la stessa qualità di lacrime con cui vengono piante le morti dei soldati russi, degli ucraini e dei civili, che cadono per mezzo dell’attuale conflitto.

Ed il fatto che l’ISTAT, abbia interrotto dal 2012 la conta delle morti per motivi economici (chissà perché….!!!), dovrebbe veramente farci riflettere. [2 ibidem]

I nostri governanti dovrebbero spiegare agli italiani come sia possibile e conciliabile – se non all’interno della medesima frode – il fatto di essere in prima fila nell’invio di armi e contemporaneamente essere in fondo alla classifica europea per la spesa relativa a sanità [3] ed istruzione. [4]

Gli esempi sarebbero infiniti e tutti comprovanti della frode messa in atto verso i popoli.

Ricordando che la mancanza di un lavoro è la logica conseguenza dell’essere avvolto dai problemi economici, non possiamo non evidenziare come il tema occupazionale debba essere la priorità assoluta di ogni governo che tenga alla salute dei propri cittadini ed alla stabilità sociale del paese.

Anche sotto questo profilo, il nostro paese si colloca al penultimo posto a livello europeo, poco sopra la Grecia. [5]

Le guerre portano con se i naturali fenomeni migratori ed ecco che il portafoglio si riscopre pieno improvvisamente, in favore di quell’immenso business che chi ci comanda, con estrema abilità nel toccare le nostre corde del sentimento, ci presenta sotto le mentite spoglie della solidarietà.

Una cosa mi irrita profondamente: lo scatenarsi, ad ogni catastrofe umanitaria, di tutto quel mondo che gira dietro alle raccolte fondi.

Una oliata macchina sempre pronta ed attiva per andare ad estrarre soldi dalle nostre tasche, salvo poi scoprire che poco o niente arriva a destinazione.

Ma, se abbiamo compreso che il portafoglio degli Stati può essere sempre pieno, per quale reale motivo abbiamo bisogno di mettere in moto certe organizzazioni?

Non esiste nessun reale motivo, al di fuori di quello di voler trasferire soldi dalle tasche di tanti a quelle di pochi.

Stiamo andando avanti da sempre con l’eterno problema della fame nel mondo – e purtroppo da tutti noi occidentali accettato, vuoi per pigrizia vuoi per egocentrismo puro – quando è noto a tutti che il cibo non è assolutamente scarso e che, stante l’attuale livello tecnologico, basterebbe soltanto il 4% della popolazione mondiale impiegato nel settore agricolo, per poter sfamare in modo pienamente soddisfacente, l’intera umanità.

L’umanità prima dell’introduzione della moneta non moriva di fame. Per coltivare una campo di grano non è necessaria la moneta, è necessaria la forza lavoro oppure il macchinario che ti permette di ridurre la forza lavoro stessa.

La moneta caso mai serve ad incentivare coloro che già stanno mangiando, ad aver interesse a coltivare una campo di grano per poi venderne il raccolto.

Il paradosso è che noi accettiamo, passivamente, le politiche dei governi che ci impongono di non coltivare il campo di grano, o addirittura di distruggere il raccolto stesso; proprio perché quest’ultimi rinunciano deliberatamente a mettere a disposizione una quantità di moneta sufficiente (di fatto a creare dei numeri su un computer), per potersi scambiare il raccolto e farlo arrivare dove esiste il bisogno.

Di contro, non si esita minimamente a crearli questi numeri sui computer, per fare in modo che le armi arrivino dove i loro signori ritengono ce ne sia la necessità.

Scusate se insisto, ma lo faccio per rendere ancora più semplice e chiaro il concetto, proprio perché ognuno di noi dovrebbe ribellarsi alla continua e reiterata messa in atto di questa frode.

I soldi ci sono e sono abbondanti per fare in modo che le aziende produttrici di armi possano consegnarle dove ci sono le guerre, mentre non ci sono per consegnare il grano dove si muore di fame.

Questa è l’equazione perfetta e la “pistola fumante”, con la quale ogni magistrato potrebbe provare in modo inequivocabile, di fronte ad un Tribunale mondiale, che le azioni della maggior parte dei nostri governanti sono deliberatamente finalizzate a provocare uccisioni e morti.

E’ palese infatti che, coloro che deliberatamente si arrogano il potere della decisione di inviare armi e contemporaneamente di far mancare il cibo, siano pienamente coscienti che entrambe le azioni, abbiano come fine ultimo il medesimo risultato: la morte dell’umanità.

Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani), ComeDonChisciotte.org

NOTE

[1] Famiglie ridotte alla fame: 6 su 10 non arrivano a fine mese – Il Paragone

[2] Suicidi da crisi (e da caro bollette): l’Italia come la Grecia? – L’Argomento Quotidiano (largomento.com)

[3] Spesa sanitaria: Italia in fondo classifica anche perché siamo tra i pochi ad aver tagliato la sanità negli anni della crisi economica – Quotidiano Sanità (quotidianosanita.it)

[4] Italia cenerentola nella spesa per l’istruzione  – Enordovest

[5] Il tasso di occupazione nelle regioni europee e italiane – Openpolis

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