DI GEORGE MONBIOT
Le ultime pubblicità della Land Rover vorrebbero farci credere che i fumi della benzina contribuiscono alla cultura urbana. Ma fanno esattamente il contrario
Qual è il modo migliore di ammazzare una città? Riempirla di macchine! Studi basati su 50 anni di raccolta dati dimostrano che il troppo traffico sta distruggendo le comunità, sta sconvolgendo la vita sociale e sta cancellando le culture locali. Il rumore soffoca e sovrasta le voci fin dentro casa. L’inquinamento rende inospitali le strade e le automobili occupano quello spazio che doveva servire ai bambini per giocare, agli adulti per incontrarsi e alle iniziative di quartiere per svilupparsi.
La vita che si svolge sulla strada sembra essere un fastidio per il traffico. Nelle città di tutto il mondo tutto lo spazio serve solo per le auto. Bancarelle, venditori ambulanti, ragazzini che giocano a palla, vecchi che giocano a carte, a scacchi o a bocce: tutti hanno dovuto far posto alle macchine. Serve tanto di quello spazio per guidare e per parcheggiare che ne resta molto poco per la vita, alr degli uomini. In città come Barcellona che hanno messo un freno al traffico, le automobili usano circa il 25% dell’area urbana. In città come Houston che non lo hanno fatto, ne usano il 60%. Le macchine si stanno mangiando lo spazio pubblico che, altrimenti, potrebbe essere un parco, una pista ciclabile, un mercato o un parco giochi per bambini.
Le nuove pubblicità della Land Rover per la Range Rover Evoque vuole creare l’impressione opposta: vuole far credere che questo assurdo guazzabuglio di gas contribuisca alla cultura urbana. La Evoque è commercializzata come “la Range Rover per la città”, cosa che suona come una contraddizione: i SUV di questo tipo furono progettati per andare sulle strade sterrate di campagna. Ma ora, secondo l’agenzia che sta dietro questa rivoltante campagna pubblicitaria, siamo invitati ad usarla per “esplorare la nostra città” e per vivere le nostre “avventure urbane”.
Una delle pubblicità presenta il supermodello Adwoa Aboah che gira per Brixton Road, passando in mezzo alla gente che sta in strada come in un safari umano e parla dell’ “anima e del ritmo sorprendenti dei luoghi … dove le persone sono reali”. Lo spot dà l’impressione che la macchina passi attraverso le strade del mercato dove c’è il divieto di traffico. Perché? Perché questi sono i luoghi dove vive “l’anima e il ritmo più fantastico”.
Troviamo la Evoque che passa anche a Brixton Road, una delle strade più inquinate di Londra. Tutti i modelli della Evoque hanno emissioni di ossido di azoto più alte rispetto alla media delle altre auto nuove (e emissioni di CO2 molto più elevate). L’unico contributo che può dare questa Evoque, alla vita di strada di Brixton, forse è la solo possibilità che si avveleni più velocemente qualche persona “reale” che passa di lì.
Si ritiene che l’inquinamento atmosferico uccida più persone del fumo. Si è fatto un calcolo per cui l’inquinamento in Europa causa la morte precoce per 800.000 persone all’anno. Ogni settimana, l’inquinamento prodotto dal traffico uccide molte più persone rispetto a quante ne morirono nel disastro di Chernobyl. L’inquinamento atmosferico fa male a cuore e polmoni, provoca una quantità di tumori e danneggia la salute dei bambini non ancora nati. Può far abbassare radicalmente il tasso di intelligenza, come risultato dello stress dell’ossidazione e della neuro-degenerazione. Così la Land Rover viene a promuovere non solo un SUV inquinante, vendendocelo come se fosse una city-car, ma cercando di far immaginare tutto il divertimento che si può provare zig-zagando e correndo con il SUV, tra la gente che passa nelle strade affollate come se si trattasse di uno zoo umano.
I SUV sono macchine che uccidono: perché sono macchine più alte e più pesanti e quindi è più facile lasciarci le penne in un incidente contro un SUV, che contro una utilitaria. La moda per i SUV è uno dei primi due motivi che fanno aumentare le morti dei pedoni sulle strade (l’altro è l’uso dei telefoni cellulari al volante). È probabile che siano più pericolosi se anziché pensare a guardare la strada si cerca di passare radenti ai pedoni, magari mentre si sta al telefono.
Un’altra pubblicità consiglia di “Partire all’avventura : Scopri Edimburgo, una delle città più all’avanguardia del Regno Unito.” Una città che guarda lontano – veramente – dovrebbe vietare certe macchine sulle sue strade. L’agenzia pubblicitaria della Land Rover promette di lanciare questa campagna in tutto il mondo, citando nomi di città in Sud Africa, in Cina e in Colombia. Ovunque si trovi ancora qualche residuo di culture urbane di un certo interesse, arriverà anche una Range Rover.
Questi annunci fanno tornare alla mente, con orrore, quei terribili tour dove con le Jeep si attraversavano le favelas di Rio. Chi abita nelle città dove hanno girato questi spot-turistici dice che li hanno fatti sentire umiliati e visti come oggetti. Ci mostrano dei turisti seduti dietro i finestrini dell’auto, protetti in tutta sicurezza dagli abitanti del luogo, che girano un filmino esotico sulla povertà che vedono passare davanti a loro, mentre guardano nelle case della gente.
Mi ricordano anche quella disgustosa pubblicità che faceva la Volkswagen l’anno scorso, quando si chiedeva: “Vuoi arrivare a scuola facendo vedere quanto sei importante? In una indagine condotta nelle scuole la nostra Tiguan è stata votata come una delle più cool auto guidata dai papà”. Avvelenare i bambini arrivando fino alla porta della scuola con quel mostro di SUV , secondo me, è la cosa meno cool che possa fare un genitore.
Questo tipo di pubblicità aiuta a far sembrare normale un comportamento antisociale – anche patologico – al contrario noi avremmo bisogno di ridurre drasticamente l’uso delle auto, per il bene della salute umana e per la sopravvivenza del pianeta (il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha appena annunciato che a settembre ci sarà una car-free day, per evidenziare questa necessità), i costruttori di auto invece cercano di trascinarci indietro, nel 20° secolo.
Nel suo libro “Unlocking Sustainable Cities”, Paul Chatterton argomenta che il controllo delle auto è il primo e più importante passo verso la creazione di città vive e a dimensione di uomo e si richiama al lavoro di architetti come Jan Gehl – che cerca di recuperare quello spazio che ora è prerogativa della macchine, per consentire che una “life between buildings” possa fiorire.
Nemmeno le auto elettriche o quelle driverless riusciranno a risolvere i nostri problemi, perché comunque occupano lo stesso spazio che occupano i veicoli alimentati a energia fossile. Le macchine elettriche già stanno innescando una serie di disastri ambientali, prodotti dalla corsa al litio , al cobalto e al nichel che servono per fabbricare le batterie. Le auto senza conducente possono esacerbare la congestione e accelerare i danni prodotti dal clima, per la gran quantità di energia che servirà ai data center per controllarle.
Avrebbe molto più senso far funzionare un trasporto pubblico elettrico. Ma quelli a cui vanno tutti i profitti di questo carmageddon urbano fanno di tutto per contrastarlo. Negli Stati Uniti, Americans for Prosperity, un gruppo fondato e finanziato dai Fratelli Koch, ha messo in moto delle campagne per combattere l’arrivo di nuovi autobus e di sistemi di trasporto leggero. Sono riusciti a bloccare i sistemi di trasporto pubblico in diversi stati. I Koch accumularono buona parte della loro vasta fortuna con la raffinazione del petrolio e con la produzione di asfalto.
Un’altra pubblicità prevista per l’Evoque, questa volta a Chicago, dice chiaro come vede i termini della lotta. Parole della Land Rover: “L’Evoque riuscirà letteralmente a montare sopra al tetto di un capolinea di autobus pieno di pullman e di gente.” Per restare in tema di safari: la nuova Range Rover è rafigurata come un cacciatore che mette un piede sul sistema di trasporto pubblico come se fosse un Leone, appena ammazzato.
Nel ” Racconto di due città” Charles Dickens scrisse della “feroce tradizione dei patrizi che guidano da padroni”. Mentre gli aristocratici, allora, correvano incuranti per le strade di Parigi nelle loro carrozze, il popolo doveva saltare e stringersi lungo i muri, se non voleva essere ammazzato. Dickens ha lasciato intendere che questa pratica barbara fu una tra le tante atrocità che contribuirono a catalizzare la rivoluzione francese. Oggi, mentre le automobili aprono un varco attraverso le nostre vite, abbiamo bisogno di una nuova rivoluzione contro chi guida duro.
È ora di gridare che le strade sono per la gente.
George Monbiot
Fonte: https://www.theguardian.com
Link: https://www.theguardian.com/commentisfree/2019/jun/20/cars-cities-land-rover-pollution-urban-spaces
20.06.2019
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario