Banche: da un secolo nemiche della democrazia

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Di Lone Rider

C’è un cancro che da almeno cento anni sta divorando le repubbliche democratiche, e si chiama banche. Come dice Andrea B. Nardi, l’autore del formidabile saggio Lo Stato senza tasse (1), «I peggiori criminali della nostra epoca, colpevoli dei più abietti crimini contro l’umanità, sono i banchieri» (citato a memoria). Dopo millenni di lotte per liberare i popoli dal giogo di prepotenti e tiranni, la democrazia occidentale ha avuto vita breve, vittima di un continuo depauperamento dei propri principî e diritti iniziato negli anni Dieci del Novecento, e conclusosi oggi con la piena vittoria di banksters (banchieri-gangsters) e finanzisti (finanzieri-nazisti, fautori di governi autoritari retti dalla finanza), la cui massima esplicazione è stata la creazione della BCE, parto immondo della UE.

Occorre partire da un presupposto non a tutti chiaro: tutte le banche del mondo, comprese le banche centrali dai nomi altisonanti (Banca d’Italia, Banca d’Inghilterra, Banca Centrale Europea, Federal Reserve, ecc.) sono tutte private! Appartengono, cioè, a famiglie di privati, dal patrimonio immenso, e non sfuggono a ciò gli istituti centrali, i cui azionariati fanno capo alle stesse banche private, a loro volta appartenenti a famiglie private.

Quindi, quando guardiamo le insegne di una banca, o ascoltiamo i deliri dei governatori di Bankitalia, della BCE o della FED, dobbiamo aver ben presente che questi signori non parlano mai a beneficio dei popoli e dei cittadini come farebbe (o dovrebbe fare) un politico a ciò deputato, bensì solo ed esclusivamente per difendere gli interessi di profitto e lucro delle banche private e del loro azionariato privato. L’unica banca al mondo davvero statale è la banca centrale della Repubblica Popolare Cinese: l’unica.

Eppure, nonostante questo palese dato di fatto, oggi l’intera vita dell’individuo-persona-cittadino è regolata – totalmente –, in ogni suo aspetto quotidiano e legale, da normative bancarie, e ciò senza alcun motivo né logico né giuridico né tantomeno economico-politico, ma solo per favorire gli azionisti privati padroni del credito mondiale, e in assoluto contrasto col diritto democratico dei popoli. Fin dall’incontro nel 1910 all’isola di Jekill, in cui un gruppo di magnati complottò, ai danni dello Stato americano, la creazione della FED (la quale avrebbe creato denaro dal nulla imprestandolo poi dietro interessi al Governo statunitense in un giro finanziario completamente demenziale e utile solo all’arricchimento dei banchieri proprietari della FED), passando per il Gramm Leach Bliley Act del 1999 sotto la presidenza Clinton, che abrogò la distinzione tra banca commerciale e banca d’investimento sostituendovi il modello di banca universale, la quale avrebbe condotto alle più colossali crisi finanziarie ed economiche della storia umana, come nel 2008, per terminare con la dittatura della BCE e i suoi diktat delinquenziali sulla vita delle persone, assistiamo tutti i giorni alla profusione di norme legislative create per privilegiare esclusivamente gli istituti di credito privato a discapito dei diritti umani.

Occorre rivoluzionare totalmente la visione comune che il cittadino ha rispetto a questi soggetti apparentemente autorevoli e sapienti ma in realtà criminogeni e spietati: il governatore di Bankitalia non ha alcuna dignità pubblica, non appartiene a un organo statale, il suo potere non scaturisce da elezioni popolari, egli per statuto e definizione non difende la democrazia (ossia i diritti del popolo) né la repubblica (ossia il benessere dell’associazione dei liberi cittadini), bensì è un semplice impiegato privato che fa l’esclusivo interesse del gruppo di azionariato privato cui appartiene, a sua volta componente dell’esclusiva casta dei dominanti finanzisti. È disgustoso, quindi, assistere alla genuflessione dei Primi Ministri verso l’arroganza di commenti e desiderata di questi capi banksters, come anche in queste ore capita, per esempio riguardo al contante.

Al riguardo specifichiamo due cose sole.

1) Per legge l’unica forma legale di pagamento all’interno dello Stato (e oggi dell’UE) è il contante, la banconota cartacea. Mentre le carte di credito, i bancomat, gli assegni, i bonifici online non sono forme legali di pagamento. Questi, infatti, sono solo favori che la banca ci fa per: a) semplificare le nostre operazioni di credito/debito, b) controllare e detenere il nostro denaro nei suoi depositi, c) guadagnare cifre spropositate grazie al denaro che noi gli affidiamo. Se la banca fallisce, se la politica vuole ricattarci, se finiscono le riserve centrali, se per qualsiasi motivo la banca riceve l’ordine di interrompere questi strumenti di pagamento (vedasi crisi greca e comportamenti delinquenziali di Mario Draghi e BCE) il cittadino perde completamente qualsiasi possibilità di far fronte ai propri pagamenti, e non ha alcuna garanzia di rivedere il proprio denaro. Perciò in origine lo Stato ha emanato la legge per cui l’unica forma legale di pagamento è la carta moneta. Ma nel momento, però, in cui noi depositiamo il nostro denaro in banca perdiamo di fatto e di diritto la proprietà e il controllo sullo stesso, delegandolo alla banca privata e ai suoi eventi e decisioni. I soldi in banca infatti non sono moneta legale, e persino la BCE lo ricorda nel Virtual currency schemes – A further analysis, del 2015. Eppure oggi i Governi lottano per togliere il contante dalle mani dei cittadini e sostituirlo col finto denaro bancario.

2) L’individuo-persona-cittadino è libero solo se ha il completo diritto di proprietà su almeno due beni primari: il proprio denaro, e la propria abitazione. Togliendo al cittadino la completa disponibilità del suo denaro, imponendogli l’uso del bancomat, vietandogli il prelievo illimitato dei suoi soldi dal suo conto bancario, proibendogli il pagamento in contanti, il Governo corrotto e complice dei banksters ha completamente disatteso i principî basilari della repubblica democratica, defraudando il cittadino dai suoi diritti civili. Questa è una norma di principio, concerne la dignità, la libertà, i diritti e l’onore dei cittadini, e a nulla valgono le considerazioni miserabili su cosa avrebbe da nascondere il cittadino che paga in contanti, o le farneticazioni pretestuose sull’evasione fiscale, specie a fronte di cento miliardi di evasione fiscale annuale conclamata delle grandi multinazionali dell’informatica, o la totale illegalità del mercato del narcotraffico i cui cargo pieni di container colmi di banconote sono quotidianamente immessi nel circuito finanziario e bancario mondiale.

Come afferma ancora Nardi nei suoi scritti: «Il bancomat è schiavitù. Il contante è libertà».

Di Lone Rider

NOTE

(1) = L’autore si riferisce al volume di Andrea B. Nardi, Lo Stato senza tasse,  Robin Edizioni (2022): le tasse non servono assolutamente a sostenere la spesa pubblica: essa si può sostenere e potenziare molto di più pur — e tanto più — in assenza di tassazione. Le tasse sono soltanto un furto a danno dei cittadini e occorre abolirle. Abolire le tasse permette una crescita economica e un progresso politico, sociale e culturale senza precedenti. La società contemporanea ha necessità di compiere una nuova rivoluzione copernicana in funzione di un rinnovamento della democrazia: per farlo, deve abbandonare radicalmente le attuali politiche economiche e fiscali repressive, autoritarie, liberticide, create per favorire il potere bancario privato, e adottare il nuovo sistema di finanziamento pubblico.

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