di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Alberto Bagnai è un economista esperto in temi monetari e quindi perfetto conoscitore della moneta e dei sistemi monetari moderni. Si autodefinisce – per percorso di studi effettuati e spero anche per credenza – un post-keynesiano con preciso orientamento nettamente euroscettico ed antimondialista. [1]
Professore universitario presso la facoltà di economia dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti, dove appunto insegna politica economica – si è distinto e fatto conoscere nei vari talk-show televisivi (prima di entrare in politica), per la sua chiara posizione contraria a tutta la struttura monetaria e fiscale del sistema-euro.
Della serie in politica non vale il detto “l’eccezione che conferma la regola” : come d’incanto, anche il professore abruzzese, nato a Firenze, non appena entrato a far parte di quel mondo, è stato immediatamente colto da quella ormai nota folgorazione a carattere pandemico, che colpisce chiunque venga catapultato sulle comodissime poltrone parlamentari:
Rinnegare se stessi finché morte non li separi…….. dalla poltrona!
Ma veniamo al dunque.
L’intervento di pochi giorni fa di Alberto Bagnai in parlamento sul tema della cosidetta moneta fiscale, è un qualcosa che supera ogni limite del disgusto, per chi mastica la materia ed è dotato di un minimo di onestà intellettuale e di pensiero. A maggior ragione, se consideriamo che a farlo è stato un professore di economia ben consapevole delle “fregnacce” a livello dottrinale che lui stesso stava distribuendo ad un’aula parlamentare che lo ascoltava in delinquente silenzio, composta da una branca di ignoranti che si auto-arrogano il diritto di decidere delle vite degli italiani.
Ascoltiamo le parole del senatore Bagnai, con le quali si dichiara definitivamente convertito e per sempre devoto al dogma globalista di una moneta creata dal nulla, identificata come debito:
“Nel momento in cui un credito fiscale può circolare illimitatamente diventa moneta” – dice Bagnai citando il manuale di Eurostat, definendo ‘verità lapalissiana’ quello che sta per affermare – “cioè diventa una attività finanziaria di qualcuno, e nel mondo della partita doppia, quindi diventa anche necessariamente una passività di qualcun altro. E quel qualcun altro è lo Stato. Punto fermo. Quindi ognuno ha diritto alle sue opinioni ma nessuno ha diritto alla sua contabilità. Altrimenti si finisce nei tribunali o si finisce sotto, diciamo, l’attacco dei mercati”.
“Le cose non funzionano così nel mondo reale, i bilanci hanno un dare ed un avere e con questa misura (il blocco alla trasferibilità dei crediti fiscali, ndr), mettiamo in sicurezza il bilancio pubblico”.
Ma come prof. Bagnai!
Lo Stato crea dal nulla un credito fiscale, ovvero moneta (Bagnai stesso lo conferma), e quella moneta equivarrebbe ad una passività finanziaria in base a dei principi contabili che il senatore leghista nel suo discorso si spinge a definire addirittura lapalissiani!
Una passività finanziaria reale, se mi permettete, deve essere identificata per la sua natura ed origine e non per principio contabile; altrimenti sconfiniamo nel campo della falsificazione dei bilanci. Casomai, il principio contabile ne definirà la sua giusta contabilizzazione qualora la passività sia tale.
Ovvero per avere tale caratteristica, la moneta oggetto di questa passività dovrà pervenire ad onor del vero da un prestito, che presuppone la sua restituzione futura, altrimenti che passività è?!
Se lapalissianamente convinto delle sue parole e seguendo la sua personale logica di partita doppia, a questo punto, il prof. Bagnai dovrebbe anche essere in grado di fornire a noi ed ai suoi studenti, il nome ed il cognome del creditore di questa fantomatica passività finanziaria rappresentata dalla creazione dal nulla da parte del Tesoro di un tax-credit (ripeto, moneta).
Vado a caso! Il “Pluto”, capo economista della Lega, non vorrà mica farci credere che il creditore sia identificabile nel tasto della tastiera del computer di stanza al MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze), che ha creato questo numero dentro se stesso? E che da domani ci dorme sul pianerottolo di casa per chiedercene la restituzione?!
Caro Bagnai, la lontananza dall’Università ti ha fatto dimenticare persino il funzionamento della contabilità dei bilanci settoriali di un sistema economico (lezione del primo anno del corso di economia).
Nonostante i continui indottrinamenti del main-stream – di fatto un tentativo di plagio vero e proprio per renderci plausibile l’inimmaginabile – la dottrina economica è chiara e limpida sul fatto che la contabilità del settore governativo debba essere essenzialmente speculare a quella del settore privato. Altrimenti si va contro alla scienza contabile, ed incontro alle partite zoppe, che Bagnai conoscerà benissimo per averle corrette nei compiti dei sui studenti più discoli nell’apprendimento.
Beata memoria! sentite cosa diceva Bagnai pochi anni fa, questa volta seduto sulla poltrona di casa con tanto di bretelle e chitarra al fianco:
Il tema è quello in questione, ovvero la politica fiscale e di bilancio, e di come lo Stato possa decidere di finanziare il proprio disavanzo pubblico (la spesa).
Dice Bagnai citando un testo del prof. Nicola Acocella:
“Il disavanzo di bilancio pubblico può essere finanziato in due modi: attraverso la creazione addizionale di base monetaria (creazione di moneta) o l’emissione di nuovi titoli del debito pubblico”.
Se la creazione di un tax-credit trasferibile, come afferma Bagnai in parlamento, equivale alla creazione monetaria, ovvero ad uno dei due modi con cui la dottrina consente al governo di finanziare la spesa pubblica, come mai il suo governo è dovuto ricorrere allo stop della trasferibilità, adducendo la scusa di una fantomatica messa in sicurezza dei conti pubblici?
La risposta è presto detta e direi ripetitiva visto che è già presente nei miei articoli precedenti che trattano il tema in questione.
Quello che urta i nostri politici ed i poteri che li muovono, è proprio il primo sistema di finanziamento della spesa indicato da Acocella, ovvero attraverso la semplice creazione monetaria da parte dello Stato, che come ci conferma lo stesso Bagnai (nel video seduto sulla poltrona di casa), ha la caratteristica di essere priva del costo da sostenere per gli interessi.
Non mi stancherò mai di ripeterlo, quello su cui l’attuale governo sostenuto anche da Bagnai ha messo un definitivo stop, non è la misura di spesa (il Superbonus), ma la trasferibilità dello strumento con cui si finanzia la misura di spesa stessa ed ogni altra misura che avremmo potuto finanziare a costo zero attraverso l’uso dei crediti fiscali.
Ed ogni tentativo di arrampicata sugli specchi che Bagnai, come del resto lo stesso senatore de Bertoldi, stanno mettendo in piedi per giustificare al popolo italiano tale presa di posizione, ha come unico risultato finale l’aggravare della loro posizione morale di fronte alla frode che stanno infondendo.
Insomma, la questione relativa alla diacronia di pensiero di Albertino Bagnai, musicista mancato, tra il primo ed il secondo video, pare sia dovuta alla “poltrona” – ovverosia le verità che esprime seduto su quella del salotto di casa lasciano il posto alle fandonie che gli vengono richieste a difesa estrema della frode di una moneta creata a debito per lo Stato (il tutto nel pieno rispetto del sacro ed opportunistico principio del tengo famiglia), quando invece si siede sulla poltrona di Palazzo Madama.
Che soluzioni propongo per il futuro di fronte al risorgere di questi personaggi?
Aiutare le mamme nel percorso di guida quando i figli sono piccoli.
Un Bagnai musicista avrebbe forse rotto qualche timpano, ma certamente i danni per il popolo italiano, sarebbero stati estremamente minori di quelli che sta facendo da economista venduto alla politica.
di Megas Alexandros
Fonte: Bagnai o “Bagnarola”….. l’indecenza del capo economista della Lega – Megas Alexandros
Note: