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A sei mesi dal crollo dell’Ucraina, il mondo è cambiato per sempre

L'inevitabile trasferimento di potere dall'Occidente sta portando ad un'impennata del terrorismo di stato, ma questo potrà fare assai poco per invertire la tendenza
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A cura di Markus
Il 27 Agosto 2022
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Pepe Escobar
thecradle.co

Sei mesi dopo l’inizio dell’Operazione Militare Speciale (OMS) della Russia in Ucraina, le placche tettoniche geopolitiche del XXI secolo sono state dislocate con una velocità e ad una profondità sorprendenti, con immense ripercussioni storiche già in corso.

Parafrasando T.S. Eliot, questo è il modo in cui il (nuovo) mondo inizia, non con un lamento ma con un botto.

L’assassinio a sangue freddo di Darya Dugina – il terrorismo alle porte di Mosca – può aver coinciso fatalmente con il punto di intersezione dei sei mesi, ma non muterà in alcun modo le dinamiche del cambiamento storico attualmente in corso d’opera.

Il Servizio Federale di Sicurezza russo (FSB) sembra aver risolto il caso in poco più di 24 ore, designando l’autore del crimine come un agente neonazista di Azov, strumentalizzato dal Servizio di Sicurezza ucraino (SBU) – a sua volta un mero strumento della combinazione CIA/MI6 che governa de facto Kiev.

L’agente di Azov è solo un capro espiatorio. L’FSB non rivelerà mai pubblicamente le informazioni che ha raccolto su coloro che hanno emesso gli ordini e su come verranno trattati.

Ilya Ponomaryov, un personaggio minore anti-Cremlino a cui è stata concessa la cittadinanza ucraina, si è vantato di essere in contatto con l’organizzazione che ha preparato l’attentato alla famiglia Dugin. Nessuno lo ha preso sul serio.

Ciò che è palesemente serio, invece, è come le fazioni della criminalità organizzata russa, collegate all’oligarchia, avrebbero avuto un motivo per eliminare Alexander Dugin, il filosofo nazionalista cristiano-ortodosso che, secondo loro, avrebbe orientato l’atteggiamento del Cremlino verso l’Asia (non l’ha fatto).

Queste fazioni del crimine organizzato incolpano Dugin di [essere il responsabile di] un’offensiva concertata del Cremlino contro lo spropositato potere degli oligarchi ebrei in Russia. Quindi, questi attori avrebbero sia il movente che le conoscenze locali per organizzare un simile colpo di Stato.

Se così fosse, si tratterebbe potenzialmente di un’operazione legata al Mossad, soprattutto alla luce del grave scisma nelle recenti relazioni tra Mosca e Tel Aviv. Ciò che è certo è che l’FSB terrà le sue carte ben coperte, e la punizione sarà rapida, precisa e invisibile.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso

Invece di infliggere un duro colpo alla psiche russa, colpo che avrebbe potuto avere un impatto sulle dinamiche delle operazioni in Ucraina, l’assassinio di Darya Dugina ha solo messo in mostra i suoi autori come squallidi assassini rimasti senza altre opzioni.

Un ordigno esplosivo non può uccidere un filosofo – o sua figlia. In un saggio essenziale, lo stesso Dugin ha spiegato come la vera guerra – la Russia contro l’Occidente collettivo guidato dagli Stati Uniti – sia una guerra di idee. Una guerra esistenziale.

Dugin definisce correttamente gli Stati Uniti come una “talassocrazia,” erede del “Britannia rules the waves.” Ma ora le placche tettoniche geopolitiche stanno delineando un nuovo ordine: Il ritorno del potere continentale, dell’Heartland.

Lo stesso presidente russo Vladimir Putin l’aveva enunciato per la prima volta alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco nel 2007. Il presidente cinese Xi Jinping lo aveva messo in pratica lanciando le Nuove Vie della Seta nel 2013. L’Impero aveva risposto con il Maidan nel 2014. La Russia aveva contrattaccato venendo in aiuto della Siria nel 2015.

L’Impero si è accanito sull’Ucraina e la NATO l’ha armata senza sosta per otto anni. Alla fine del 2021, Mosca ha invitato Washington ad un dialogo serio sulla “indivisibilità della sicurezza” in Europa. L’invito è stato respinto con una risposta negativa.

Mosca non ha tardato a capire che era in atto una pericolosa tripletta pilotata dagli Stati Uniti: un’imminente guerra lampo di Kiev contro il Donbass, l’Ucraina che flirtava con l’acquisizione di armi nucleari e il lavoro dei laboratori statunitensi di armi biologiche. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Un’analisi coerente degli interventi pubblici di Putin negli ultimi mesi rivela che il Cremlino – così come lo Yoda del Consiglio di Sicurezza Nikolai Patrushev – si rende pienamente conto di come le teste politiche/mediatiche e le truppe d’assalto dell’Occidente collettivo siano pilotate dai governanti del capitalismo finanziario.

Come diretta conseguenza, si rendono anche conto di come l’opinione pubblica occidentale sia assolutamente sprovveduta, in stile caverna di Platone, totalmente prigioniera della classe finanziaria dominante, che non può tollerare alcuna narrazione alternativa.

Quindi Putin, Patrushev e i loro equivalenti non presumeranno mai che un lettore di teleprompter rimbambito alla Casa Bianca o un comico cocainomane a Kiev “governino” qualcosa.

Poiché gli Stati Uniti dominano la cultura pop globale, è opportuno prendere in prestito ciò che Walter White/Heisenberg, un Americano medio che cerca di giustificare il male dentro di sé, afferma in Breaking Bad: “Sono nel business dell’Impero.” E il business dell’Impero consiste nell’esercitare un potere crudo, mantenuto con spietatezza, con tutti i mezzi necessari.

La Russia ha rotto questo incantesimo. Ma la strategia di Mosca è molto più sofisticata del radere al suolo Kiev con armi ipersoniche, cosa che si sarebbe potuta fare in qualsiasi momento, a partire da sei mesi fa.

Invece, Mosca sta parlando praticamente a tutto il Sud globale, bilateralmente o a gruppi, spiegando come il sistema mondiale stia cambiando proprio sotto i nostri occhi, con gli attori chiave del futuro configurati come l’Iniziativa Belt and Road (BRI), l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), l’Unione Economica Eurasiatica (EAEU), i BRICS+, il Partenariato della Grande Eurasia.

E ciò che vediamo sono vaste fasce del Sud globale – ovvero l’85% della popolazione mondiale – che si stanno lentamente ma inesorabilmente preparando ad espellere dai loro orizzonti nazionali i capitalisti finanziari e, infine, a sconfiggerli: una battaglia lunga e tormentata che implicherà molteplici battute d’arresto.

I fatti sul campo

Sul terreno della nuova e futura Ucraina, continueranno ad essere impiegate le armi ipersoniche Khinzal lanciate dai bombardieri Tu-22M3 o dagli intercettori Mig-31.

Continueranno ad essere catturati un sacco di HIMARS. I lanciafiamme pesanti TOS 1A continueranno a recapitare inviti per le porte dell’inferno. La Difesa Aerea della Crimea continuerà ad intercettare ogni sorta di piccoli droni con IED annessi. Il terrorismo delle cellule locali dell’SBU sarà alla fine stroncato.

Utilizzando essenzialmente un fenomenale sbarramento di artiglieria – i proiettili sono economici e vengono prodotti in serie – la Russia annetterà il Donbass, assai prezioso in termini di terreno agricolo, risorse naturali e potenza industriale. E poi a Nikolaev, Odessa e Kharkov.

Dal punto di vista geoeconomico, la Russia può permettersi di vendere il suo petrolio con grossi sconti a qualsiasi cliente del Sud globale, per non parlare dei partner strategici Cina e India. Il costo di estrazione raggiunge un massimo di 15 dollari al barile, con un bilancio nazionale basato sul barile di Ural a 40-45 dollari, e il suo valore di mercato oggi è quasi il doppio.

È imminente l’introduzione di un nuovo benchmark russo e anche il petrolio prezzato in rubli, dopo il grande successo del progetto “gas in cambio di rubli.”

L’assassinio di Darya Dugina ha provocato infinite speculazioni sul fatto che il Cremlino e il Ministero della Difesa potessero alla fine venir meno alla loro disciplina. Questo non accadrà. I progressi russi lungo l’enorme fronte di battaglia di 1.800 miglia sono incessanti, sistematici e profondamente legati ad un Grande Quadro Strategico.

Un fattore chiave è se la Russia abbia la possibilità di vincere la guerra dell’informazione con l’Occidente. Questo non accadrà mai all’interno del regno della NATO, anche se un successo dopo l’altro si sta verificando nel Sud globale.

Come ha magistralmente dimostrato Glenn Diesen nel suo ultimo libro, Russophobia, l’Occidente collettivo è visceralmente impermeabile ad ammettere qualsiasi merito sociale, culturale e storico della Russia.

Si sono già catapultati nella stratosfera dell’irrazionalità: la riduzione e la smilitarizzazione di fatto dell’esercito imperiale per procura dell’Ucraina sta facendo letteralmente impazzire i gestori dell’Impero e i suoi vassalli.

Ma il Sud globale non dovrebbe mai perdere di vista il “business dell’Impero.” Questa industria eccelle nel produrre caos e saccheggio, sempre sostenuta da estorsioni, corruzione delle élite locali e assassinii a buon mercato. Ogni trucco del libro del divide et impera deve essere previsto in qualsiasi momento. Mai sottovalutare un Impero amareggiato, ferito, profondamente umiliato e in declino.

Allacciate le cinture di sicurezza e aspettatevi altre dinamiche forti per il resto del decennio.

Ma prima, lungo la torre di guardia, preparatevi all’arrivo del Generale Inverno, i cui cavalieri si stanno avvicinando rapidamente. Quando i venti cominceranno ad ululare, l’Europa si congelerà nel cuore di notti buie, illuminata di tanto in tanto dal bagliore dei grossi sigari fumati dai suoi capitalisti finanziari.

Pepe Escobar

Fonte: thecradle.co
Link: https://thecradle.co/Article/Columns/14747
24.08.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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