Votare o non votare, questo è il problema

Presentate le liste in vista delle elezioni politiche del 25 settembre prossimo

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Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org

Simplicio: questi partiti fingono di essere diversi, ma poi fanno tutti le stesse politiche antipopolari. E’ inutile esprimere una scelta tra zuppa e pan bagnato, è una presa in giro.

Salviati: è vero, i vecchi partiti si sono lasciati corrompere, non rappresentano più i loro elettori. Proprio per questo occorre liquidarli andando a votare il nuovo che interpreta il dissenso.

Simplicio: il sistema politico è interamente marcio. Andare a votare significa legittimarlo per altri 5 anni. Meglio non partecipare a questa farsa.

Salviati: non partecipare alle votazioni significa lasciare campo libero a chi vuole perpetuare il malgoverno, per ignoranza o per interesse personale, il risultato non cambia. E il risultato è che anche una minoranza nel Paese può diventare una maggioranza di governo.

Sagredo: scusate non capisco, come è possibile che le percentuali di gradimento dei partiti cambino significativamente quando gran parte degli elettori si astengono dal votare?

Salviati: è semplice. Gli astenuti (per un qualsiasi motivo) non avrebbero comunque votato alcun vecchio partito. Perciò la partita si gioca solo tra i fedelissimi (per un qualsiasi motivo) ai partiti tradizionali, quelli cioè che vanno a votare sempre da sempre. Così il nuovo non avanzerà mai.
Se ad esempio la metà esatta degli aventi diritto al voto si astiene, un vecchio partito cristallizzato da anni al 15% delle preferenze degli italiani, risulterà scelto dal 30% dei votanti effettivi, e guiderà di conseguenza la nuova (si fa per dire) coalizione di governo.

Simplicio: ma quale nuovo che avanza! Non avete visto il voltafaccia dell’ultimo nuovo partito rampante, che una volta al governo ha tradito i suoi elettori, facendo tutto il contrario di quanto promesso nel suo programma elettorale?

Salviati: questo è potuto accadere perché era un partito trasversale, legato solo dal dissenso verso il malgoverno, con le più disparate motivazioni e orientamenti politici. Elettori frustrati dalla corruzione del sistema e dei rispettivi partiti di provenienza, privi di un vero ideale condiviso e costretti a scegliere tra candidati raccogliticci, politicamente e professionalmente impreparati. E’ proprio da questa delusione così amara, da questa esperienza troppo connotata emotivamente, troppo superficiale fin dalla sua stessa formazione, che nascono ora altre forze ben più qualificate culturalmente e moralmente, a garanzia che non si ripeta il tradimento della fiducia loro accordata.

Simplicio: è inutile, quando tutto il sistema è marcio è impossibile cambiarlo tramite le stesse regole che l’hanno prodotto. Stare a questo sporco gioco vuol dire accettarlo e legittimarlo. Molto meglio non partecipare affatto.

Sagredo: a quali regole vi riferite?

Simplicio: alle cosiddette regole istituzionali, che questi partiti hanno stravolto e interpretato a modo loro, talvolta illegittimamente, talaltra cambiandole a loro comodo grazie all’autorità legislativa conferitagli dagli elettori. Perciò non si deve più votare, per non diventare complici di questi impostori.

Sagredo: va bene, supponiamo che la maggioranza dei potenziali elettori dia retta a Simplicio e non vada a votare. Che succede dopo?

Salviati: succede che gli “impostori” che si volevano delegittimare andranno legalmente al governo, ed anche alla finta opposizione, per altri 5 anni senza che gli italiani possano fare nulla per fermarli. E’ questo che volete? Neanche provarci a cambiare le cose quando si presenta l’occasione?

Simplicio: l’occasione per delegittimare il futuro governo degli impostori è proprio questa: non votarli, non stare al loro gioco.

Salviati: scusami Simplicio, ma mi sembri un disco rotto, che suona sempre la stessa nota stonata. Come te lo devo spiegare che l’astensione è un tipo di delegittimazione di fatto ininfluente, del tutto inutile visto che non c’è un quorum per invalidare le elezioni politiche? Una volta fatta la maggioranza di governo secondo queste regole (che al momento non sono neppure in discussione) il potere esecutivo è pienamente legittimato, tanto quanto se avesse votato il 100% degli aventi diritto.

Simplicio: sì, ma non in mio nome. Quel governo non mi rappresenterà. E poi chi dovrei votare? Qualche nuova proposta politica dello zero virgola, che non conta nulla, o peggio nuovi personaggi destinati a tradire la mia fiducia come hanno già fatto i precedenti?

Salviati: vedi che non mi ascolti! Ti ho già spiegato che far nascere una forza di vero rinnovamento dell’attuale arco parlamentare corrotto non è certo impresa facile, ma che non ci si può arrendere ai primi fallimenti, che anzi servono per imparare a non ripetere più gli stessi errori del passato. Potrei capire il tuo scetticismo se non ci fosse alcuna proposta politica alternativa a questo sistema deteriorato, se non ci fossero nomi nuovi degni di fiducia, se non ci fosse un metodo democratico autentico interno a queste formazioni e la necessità vitale di difenderlo dalle prevedibili infiltrazioni distruttive. Ma non è così. E’ proprio la gravissima malattia del nostro sistema democratico che ha prodotto questi anticorpi, la cui forza sta nel tuo voto, nel voto di tutti i disillusi dalle devastanti esperienze passate. L’alternativa è subire passivamente un ulteriore deterioramento rovinoso delle politiche reazionarie, repressive, liberticide e guerrafondaie in atto, orientate a un imminente suicidio economico, sociale, civile dell’Italia, per di più in un contesto geopolitico assai inquietante già di suo, ma in rapida trasformazione. Oppure una lotta armata contro un tiranno tanto potente quanto sfuggente, dai mille volti, spesso nascosti. Una rivoluzione violenta quanto perdente, che in ogni caso, direi fortunatamente, non è nelle corde del Popolo italiano, per quanto vessato.

Sagredo: va bene, entrambi dite cose giuste, ma non avete ancora discusso della potentissima influenza dei media sulla pubblica opinione, dei fortissimi condizionamenti esterni provenienti da potentati economici e finanziari, oltre che da grandi stati esteri con interessi nel nostro Paese contrari agli interessi nazionali, dalle alleanze militari degenerate, ecc. ecc. A che serve la politica quando è così ingessata dall’intreccio di altri poteri soverchianti?

Simplicio: infatti non serve più a nulla, è inutile e dannoso parteciparvi.

Salviati: proprio per l’impotenza ormai ampiamente dimostrata da una politica venduta occorre impegnarci tutti al massimo, personalmente, per contribuire a rifondarla da zero, per ridarle la forza e la primazia che le spetta sugli altri poteri, essendo l’unico baluardo possibile che può contrastare la logica del privilegio di parte, che isola e divide le persone, procurando direttamente e indirettamente infinite sofferenze individuali e disastri sociali. Non è certo un percorso facile, ma senza eleggere rappresentanti validi è impossibile perseguire l’autodeterminazione del nostro stesso popolo. Libertà è partecipazione.

Sagredo: c’è del vero in entrambe le posizioni e le rispetto, ma credo anche che sia profondamente sbagliato in questo difficile e delicatissimo momento propagandare e forzare l’una contro l’altra. E’ una scelta gravida di conseguenze, di grande responsabilità strettamente personale, che deve essere assolutamente libera per essere anche giusta. Ragionando su quanto ho ascoltato la mia scelta l’ho già fatta, nettissima, ma me la tengo per me, nella speranza che sia condivisa da una larga maggioranza di persone ragionevoli e di buona volontà, che vogliono salvare questo nostro mondo dalla rovina cui va incontro a grandi passi.
Aiutiamoci che Dio ci aiuterà.

Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org

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