Vertice di Ginevra: nulla di fatto o spartiacque?

Il tanto atteso vertice tra i presidenti Putin e Biden ha finalmente avuto luogo, ma è stato un successo? Cambierà qualcosa? La risposta a questa domanda dipende molto dalle aspettative. Diamo un'occhiata più da vicino iniziando dal contesto.

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The Saker
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Il contesto del vertice

L’unica cosa su cui sia gli osservatori statunitensi che quelli russi sono d’accordo è che lo stato delle relazioni russo-americane è il peggiore possibile (secondo la mia opinione personale, è anche molto peggio di quanto non fosse durante la crisi dei missili cubani o in qualsiasi altro periodo della Guerra Fredda). Come ho già detto molte volte, credo che l’Impero Anglo-Sionista e la Russia siano in guerra almeno dal 2013. Ricordate Obama, secondo cui l’economia russa sarebbe stata a “brandelli“? Questo era il risultato che Obama aveva promesso al popolo americano. (Una rapida verifica: la società Deloitte ha recentemente condotto un sondaggio sui CEO delle principali società russe e solo il 4% di loro si era detto “pessimista,” definendo “negative” le prospettive finanziarie, il 40% aveva risposto “come prima” e il 56% si era dichiarato”ottimista”). Naturalmente, questa non è una guerra convenzionale, è per circa l’80% una guerra di informazione, per il 15% economica e solo per il 5% cinetica. Questo, tuttavia, non cambia il fatto che questo conflitto è, per entrambe le parti, di tipo esistenziale, in cui solo uno dei due può prevalere, mentre l’altro, anche se non destinato a scomparire del tutto, perderebbe totalmente il proprio status di superpotenza. Questa è uno scontro di due civilizzazioni, che ha messo i modelli di civiltà (culturali, sociali e anche religiosi) occidentali e russi l’uno contro l’altro, più o meno secondo le seguenti linee:

La visione del mondo statunitense/anglo-sionista.

Siamo la “città sulla collina,” faro di luce e speranza per l’umanità. Il nostro “destino manifesto” è quello di “espandere l’area di libertà” a tutto il mondo. Abbiamo le migliori forze armate della storia, l’economia più forte, il meglio di tutto. Siamo i “leader del mondo libero,” la cui “responsabilità” è quella di guidare il pianeta. Questo non è imperialismo, questi sono”doveri” e “responsabilità” datici dalla storia. I nostri valori sono valori universali e devono essere universalmente accettati da tutti. Quelli che rifiutano di unirsi al nostro modello sono “stati canaglia” autoritari. La Russia deve accettarlo perché ha perso la Guerra Fredda e perché i valori occidentali hanno prevalso. Quelli che rifiutano di accettarlo sono “revanscisti” che vogliono ribaltare il risultato della Guerra Fredda e ricostruire l’Unione Sovietica. Gli Stati Uniti sono stati costretti ad espandere la NATO ad est per proteggere l’Europa dall'”aggressione russa.” Ora “l’America” è tornata e, con i nostri alleati e amici, creeremo un ordine internazionale “basato sulle regole” che faremo benevolmente rispettare, con immensa gratitudine da parte di tutta l’umanità.

La visione russa del mondo.

La Russia rifiuta qualsiasi forma di imperialismo, per sé e per gli altri. La Russia vuole un ordine mondiale multilaterale, basato sul diritto internazionale e sulla piena sovranità delle nazioni. Ogni nazione dovrebbe avere il diritto di perseguire il proprio modello culturale, economico, spirituale e di civiltà senza essere minacciata, sanzionata, bombardata, sovvertita o invasa. La Russia rifiuta i cosiddetti “valori occidentali” (turbocapitalismo, imperialismo, wokeness, multiculturalismo, ateismo militante, teoria critica della razza, fluidità di genere, ecc.) Gli Stati Uniti sono i benvenuti a sventolare le bandiere omo sulle loro ambasciate, ma non hanno il diritto di dire agli altri come devono vivere. Infatti, gli Stati Uniti devono accettare due realtà strettamente correlate: primo, gli Stati Uniti non hanno i mezzi per imporre la loro ideologia al resto del pianeta e, secondo, il resto del pianeta vede la totale ipocrisia di un Paese che pretende di difendere quegli stessi valori e che può violare a suo piacimento. Qualsiasi paragone viene immediatamente liquidato con le parole “ma questo è completamente diverso!!!”.

Di nuovo, la Russia non ha nulla in contrario al fatto che gli Stati Uniti desiderino vivere in un delirio post-verità, post-realtà, se è questo che vogliono, ma crede anche, e lo dice, che l’Occidente non abbia il diritto di cercare di imporre agli altri i suoi pretesi valori, soprattutto quando li viola costantemente ogni volta che gli conviene.

Il nocciolo della questione

La convinzione centrale alla base di queste visioni del mondo molto diverse tra loro è estremamente semplice: gli Stati Uniti si considerano eccezionali, e quindi dotati di diritti speciali e vedono la Russia come un interlocutore di gran lunga inferiore, che deve accettare l’egemonia statunitense sul mondo.

In netto contrasto, la Russia nega agli Stati Uniti qualsiasi status speciale ed esige che i leader statunitensi accettino la Russia come un interlocutore alla pari, prima di poter instaurare un qualsiasi dialogo o discutere di cooperazione.

Penso che sarebbe giusto dire che, all’incirca tra il 2013 e il 2020, entrambi i Paesi hanno esercitato sforzi immensi in quella che si potrebbe definire una contesa a più livelli per dimostrare chi fosse il più forte.

Per un brevissimo periodo, Trump aveva cercato di avviare una sorta di dialogo, ma era stato rapidamente e completamente neutralizato dai Neoconservatori e dagli imperialisti messianici del suo stesso schieramento (penso a Pompeo, per esempio) e i suoi sforzi, per quanto sinceri, non avevano prodotto assolutamente nulla: Trump non era stato in grado di mettere fine alla guerra iniziata da Obama.

Poi era arrivato Biden e, all’inizio, le cose erano sembrate senza speranza. Vedendo il massiccio fallimento del primo incontro USA-Cina in Alaska, ci si sarebbe potuto aspettare un risultato simile, o anche peggiore, da qualsiasi incontro tra Biden e Putin. Molti (da entrambe le parti) credevano che un tale incontro fosse inutile, nella migliore delle ipotesi, dato che gli Stati Uniti si erano chiusi in un angolo a somma zero, in cui qualsiasi cosa che non fosse uno scambio di insulti sarebbe stata considerata dai media statunitensi (e dall’opinione pubblica che li plasma) come una “sconfitta,” una “resa” e forse anche “tradimento” da parte di Biden. Questo è sicuramente il messaggio trasmesso da gran parte dei media statunitensi, compresa la Fox.

[Nota a margine: voglio esprimere il mio totale disgusto per i Repubblicani statunitensi che, per quattro anni, sono stati letteralmente perseguitati dai media statunitensi per il presunto “cedimento” di Trump nei confronti di Putin, quasi fosse stato un “candidato manciuriano” messo al potere da “Putin.” Ora i Repubblicani usano lo stesso linguaggio della vergogna, accusando Biden di “debolezza” e di “cedimento” a Putin. Davvero, i Democratici e il GOP sono come la Coca Cola e la Pepsi: etichette diverse, stesso prodotto. Peggio ancora, sia i Dem che il GOP pongono i loro meschini interessi al di sopra del benessere degli Stati Uniti e del loro stesso popolo. Considero entrambi i partiti traditori degli Stati Uniti e del loro popolo].

Cosa è successo veramente

A dispetto di tutti i maligni (da entrambe le parti!), Putin e Biden si sono incontrati. È vero, l’incontro non ha dato risultati spettacolari, ma sarebbe sbagliato concludere che non è successo nulla di importante.

In primo luogo, il tono dell’amministrazione Biden verso la Russia e Putin è cambiato, notevolmente, soprattutto dopo il famigerato “uhu, è un assassino” di Biden. Alcune sanzioni sono state revocate, gli Stati Uniti hanno praticamente rinunciato a cercare di impedire il completamento del North Stream 2 (NS2) e sono stati fatti alcuni piccoli passi, tra cui:

*Un accordo per discutere di cybersicurezza a livello di esperti (una cosa che i Russi chiedevano da anni, ma che gli Stati Uniti avevano sempre rifiutato a priori).

*Una dichiarazione congiunta di stabilità strategica (di cui parlerò più avanti).
*Un accordo per discutere a livello di esperti le questioni in sospeso.
*Il ritorno degli ambasciatori americano e russo nelle rispettive sedi.
*Una discussione su un possibile scambio di prigionieri.
*Una discussione su possibili futuri accordi sul controllo delle armi.

Sono interessanti anche i punti menzionati di sfuggita, soprattutto da parte degli Stati Uniti, ma che, chiaramente, non sono stati messi a fuoco. Questi includono:

*L’Ucraina e la Bielorussia.
*Diritti umani (vedi “Navalyi” & Co.).
*La presunta interferenza russa nelle elezioni occidentali.
*Le presunte operazioni segrete russe contro gli Stati Uniti.
*La presunta minaccia russa all’UE o nell’Artico.
*I legami russi con la Cina e l’Iran.

Questo è il quadro ufficiale. Ma cerchiamo di analizzare meglio la situazione: le delegazioni statunitensi e russe (circa 400 persone ciascuna) comprendevano alcuni funzionari di altissimo livello, tra cui il capo di stato maggiore russo. Nessuna delle due parti avrebbe fatto le cose così in grande solo per scambiarsi minacce, ultimatum o insulti. E questi vertici non vengono mai organizzati se le parti non hanno almeno una ragionevole prospettiva di una qualche intesa (ecco perché il ritorno degli ambasciatori era stato annunciato prima ancora del vertice!).

Quindi, cosa è successo veramente?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima guardare a cosa non è successo.

In primo luogo, è abbastanza chiaro che il linguaggio/tono dell’amministrazione Biden è drammaticamente cambiato. Questo è stato immediatamente notato dai media statunitensi (mentalmente infantili) che, durante la conferenza stampa, hanno attaccato Biden per non aver fatto abbastanza pressione su Putin. Oh certo, Biden ha formalmente ripetuto le solite sciocchezze russofobiche su cui i media statunitensi sembrano essere perennemente bloccati, ma è abbastanza chiaro che l’apparato mediatico sionista statunitense non ha ottenuto ciò che voleva: che Biden “unisse l’Occidente dietro gli USA” e poi “dicesse” a Putin di “comportarsi bene” e gli facesse confessare qualcosa – qualsiasi cosa – sulle “malefatte” russe.

Putin non ha concesso loro assolutamente nulla. Semmai, potremmo dire che ha alzato uno specchio davanti a Zio Shmuel e Zio Shmuel non ha avuto nulla da dire.

In secondo luogo, e per la prima volta dopo molto tempo, gli Stati Uniti non si sono impegnati in nessuna minaccia o ultimatum. Semmai, è stato abbastanza sorprendente vedere Biden arrabbiarsi con una imbecille giornalista della CNN (credo) che gli aveva chiesto perché ritenesse che Putin “avesse cambiato il suo comportamento,” visto che [Putin] non aveva ammesso alcun torto. Più tardi Biden si era scusato, ma era chiaramente frustrato dal livello di imbecillità della stampa americana.

[Nota a margine: i media statunitensi hanno davvero mostrato il loro vero volto durante le due conferenze stampa. Con Putin, hanno fatto domande stupide e tendenziose, basate sui loro deliranti pregiudizi e Putin ha ribattuto a queste domande con estrema facilità, sottolineando fatti innegabili e ben noti. La conferenza stampa di Biden è stata, come al solito, completamente sterilizzata, con una lista preparata di giornalisti e domande, e senza che fossero ammessi giornalisti russi (pluralismo, media liberi, libertà di parola?!). L’infantile pubblico statunitense non se n’è neanche accorto, ma nel resto del mondo – nella Zona B, se volete – la gente ha notato immediatamente la sorprendente differenza tra i due leader e tra le due conferenze stampa. Sarà molto difficile per gli Stati Uniti parlare di “libertà di parola”, quando neanche possono fidarsi che un presidente parli da solo con la sua controparte (Bliken non ha mai lasciato il suo fianco, proprio come Dick Cheney con Bush Jr. o Don Regan con il Reagan degli ultimi anni) o non possa rispondere a domande non pre-approvate dei (supposti) media “liberi.” I media statunitensi volevano chiaramente che Biden andasse a Ginevra e dicesse a Putin “ora ti sottometti o altrimenti…” e solo il pubblico statunitense, completamente ignorante e infantilizzato, poteva prendere sul serio questa assurdità. Quando questo non è successo, si sono rivoltati contro Biden e lo hanno accusato di debolezza per “non aver minacciato”].

In terzo luogo, e in modo cruciale, NON discutendo di questioni stupide, ma concentrandosi sui veri, importanti, argomenti alla base delle relazioni USA-Russia, Biden ha ammesso, de-facto, due cose:

1. La politica degli Stati Uniti verso la Russia dal 2013 in poi è fallita e
2. La Russia è un partner alla pari degli Stati Uniti che non può essere intimidito, minacciato o attaccato.

Alla faccia di quel “parlare con i Russi da una posizione di forza” che TUTTI i leader occidentali ci hanno continuamente ripetuto come un mantra. In netto contrasto, il Cremlino non ha avuto bisogno di fare alcuna minaccia: le recenti esercitazioni militari, che hanno veramente spaventato la NATO e l’UE, hanno reso superflua ogni presa di posizione della Russia.

Non sono così ingenuo da credere che tutto questo sia scolpito nella pietra.

In primo luogo, sappiamo che i politici statunitensi quando si incontrano con le loro controparti russe e dicono “A,” una volta ritornati a casa, cedono alla lobby della guerra e dichiarano “non-A.” Trump lo aveva fatto, così come Kerry e molti altri. I diplomatici statunitensi sono per lo più politici ignoranti e/o Neoconservatori guerrafondai che, semplicemente, non sono intellettualmente attrezzati per trattare con le controparti russe (James Baker è stato probabilmente l’ultimo Segretario di Stato americano veramente all’altezza). In secondo luogo, tutti capiamo che Biden è davvero “Biden” (la persona è solo una facciata, le decisioni reali sono prese dal collettivo “Biden”), il che significa che anche se lui e Bliken possono essere d’accordo su qualcosa, questo non implica affatto che si atterranno a ciò che hanno concordato. Infine, è oggettivamente molto difficile disfare ciò che è già stato fatto: otto anni di illusioni autolesioniste verso se stessi e il resto del mondo hanno fatto danni immensi agli Stati Uniti e ci vorrebbe qualcosa di molto vicino ad un miracolo per invertire di colpo una rotta seguita così stupidamente da almeno due amministrazioni statunitensi.

Eppure, quello che Biden ha fatto e detto era stato chiaramente discusso e preparato. Questo non è il caso di un presidente senile che perde la concentrazione e blatera sciocchezze (disfattiste). Quindi, dobbiamo concludere che, nell’attuale configurazione di potere (reale) degli Stati Uniti, ci sono persone che hanno deciso che Biden deve seguire un nuovo, diverso, corso o, per lo meno, cambiare retorica. Non so chi o cosa rappresenti questo segmento della configurazione del potere statunitense, ma credo che sia successo qualcosa che ha costretto almeno una parte della classe dirigente statunitense a decidere che la guerra di Obama alla Russia aveva fallito e che era necessario un approccio diverso. Almeno questa è la visione ottimistica.

La visione pessimista suggerirebbe che, proprio come un pugile che ha tirato così tanti pugni che ora ha bisogno di riprendere fiato, i leader dell’Impero avevano solo bisogno di una breve pausa di tempo, per “tirare il fiato,” prima di ricominciare l’infinito ciclo di attacchi meschini, minacce e accuse contro la Russia.

Il tempo mostrerà qual’è la visione giusta. Io scommetto su quella pessimista (come al solito).

Quello che ora possiamo dire è questo: il periodo 2013-2021 ha visto un enorme declino del potere degli Stati Uniti all’estero e l’esplosione di un’altrettanto enorme crisi politica e sociale interna che sta ancora danneggiando gli Stati Uniti in maniera catastrofica (Obama e Trump sono stati veramente i presidenti più deboli e peggiori della storia degli Stati Uniti). In netto contrasto, gli stessi anni 2013-2021 hanno visto un enorme aumento del potere militare, politico, economico e sociale della Russia. Continuare a negare questa realtà non è semplicemente più fattibile per gli USA (anche se i media statunitensi non ne parlano). Sembra che l’amministrazione Biden abbia ritenuto opportuno mantenere lo stesso linguaggio infantile dei suoi predecessori per il consumo interno, ma abbia deciso che un cambiamento di atteggiamento sul fronte internazionale era urgente, se non altro per evitare di affrontare allo stesso tempo sia la Russia che la Cina (e, eventualmente, l’Iran). La storia dimostra anche che, anche solo parlare con la Russia da una presunta “posizione di forza,” sarebbe, nel migliore dei casi, inutile e suicida nel peggiore. La storia dell’imperialismo occidentale in Cina offre un’immagine più ambigua, ma l’attuale rinascita del potere cinese sotto Xi suggerisce anche che i Cinesi non cederanno ai loro ex padroni coloniali.

E la Cina?

Se la Cina è stata menzionata, non è stato in modo ufficiale. Il Cremlino aveva già indicato in numerose dichiarazioni che cercare di mettere Cina e Russia l’una contro l’altra non era un’opzione realistica, quindi da parte russa non c’erano aspettative che qualcosa potesse cambiare su questo argomento. Inoltre, mentre la Cina ha molto da offrire alla Russia, gli Stati Uniti non hanno letteralmente nulla che la Russia voglia o di cui abbia bisogno.

Lo stesso vale per l’Iran, anche se in misura minore. Ci sono persone nella classe dirigente statunitense che credono che la Cina sia un nemico molto più pericoloso della Russia per l’Impero Anglo-Sionista ed è possibile che questi siano gli interessi che hanno spinto Biden ad una posizione più realistica. La verità è che chiunque sappia qualcosa della relazione sino-russa (che i Cinesi ora chiamano ufficialmente “partnership strategica globale di coordinamento per la nuova era”) capisce che questi due paesi hanno bisogno l’uno dell’altro. I diplomatici statunitensi speravano davvero di poter influenzare la Russia e portarla dalla parte degli Stati Uniti? Probabilmente no. Quindi, al massimo, ciò di cui avevano bisogno era una breve pausa di tempo o, almeno, una sorta di stabilizzazione temporanea del “fronte russo.”

E gli Europei?

Gli Europei sono bloccati in una specie di terra politica di nessun: alcuni vorrebbero uno scontro a tutti i costi (3B+PU), specialmente da quando l’UE ha smesso di finanziarli, mentre altri (Germania, Francia, Italia, ecc.) sono chiaramente stufi della situazione attuale. Tutti si rendono conto che qualcosa è appena cambiato, ma sembrano incerti su cosa, sul perché e sul come. E ora quale sarà l’atteggiamento dell’UE nei confronti di Biden? In primo luogo, mentre odiare Trump era considerato “politicamente corretto” dalle classi dirigenti dell’UE, odiare Biden è assolutamente impensabile. Secondo, mentre Biden si è “consultato” con il G7 e la NATO, queste “consultazioni” non hanno prodotto alcun risultato significativo. A differenza dell’incontro con Putin, questi “vertici preparatori” erano solo riunioni di PR, un evento simbolico del tipo “bla, bla siamo tutti uniti.” Pensate ad un imperatore che visita le sue colonie: divertente ma non molto importante. Ma incontrare il leader di una “stazione di servizio mascherata da nazione” ha richiesto la presenza di circa 400 alti funzionari statunitensi e mesi di preparativi. Infine, il fatto che “Biden” abbia dovuto cedere alla Germania sul NS2 dimostra che la presa di Zio Shmuel sulla Germania si sta indebolendo, “un’altra scritta sul muro” che “Biden” sembra aver letto molto bene.

Quindi chi ha vinto?

A questo punto, non credo si possa dire che abbia vinto qualcuno. Infatti, la guerra esistenziale che oppone l’Impero Anglo-Sionista alla Russia non è finita. Al massimo, questa sarà una tregua temporanea che permetterà a Zio Shmuel di riprendere fiato. Ma penso che possiamo anche concludere che la guerra di Obama alla Russia è fallita e che l’amministrazione Biden è più in contatto con la realtà di quanto lo sia mai stato Obama. Quanto durerà questo nuovo realismo è quello che si chiedono tutti. Non credo che dovremmo dare molto credito all’idea che ora sia iniziata una nuova era di pace o di collaborazione. Ma forse, e solo forse, gli Stati Uniti smetteranno di giocare a quello che io chiamo il “gioco del pollo nucleare” con una superpotenza che è almeno un decennio avanti nella tecnologia nucleare militare (e civile!) e nei veicoli di consegna, una superpotenza che ora sta lavorando in stretta partnership con un’altra superpotenza nucleare, la Cina.

Conclusione: la dichiarazione congiunta russo-statunitense sulla stabilità strategica

Questo è il testo completo della dichiarazione congiunta russo-statunitense sulla stabilità strategica che ho menzionato sopra: (grassetto aggiunto)

Noi, presidente degli Stati Uniti d’America Joseph R. Biden e presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, notiamo che gli Stati Uniti e la Russia hanno dimostrato che, anche in periodi di tensione, sono in grado di fare progressi sull’obiettivo condiviso di garantire la prevedibilità nella sfera strategica, riducendo il rischio di conflitti armati e la minaccia di guerra nucleare. La recente estensione del trattato New START esemplifica il nostro impegno per il controllo delle armi nucleari. Oggi riaffermiamo il principio che una guerra nucleare non può essere vinta e non dovrebbe mai essere combattuta. Coerentemente con questi obiettivi, gli Stati Uniti e la Russia intraprenderanno insieme un dialogo bilaterale integrato sulla stabilità strategica nel prossimo futuro, che sarà deliberato e solido. Attraverso questo dialogo, cercheremo di gettare le basi per il futuro controllo degli armamenti e per misure atte a ridurre il rischio.

Il linguaggio qui è molto importante: è il ripudio della grande illusione degli Stati Uniti,  iniziata con le “Guerre Stellari” di Ronald Regan e condivisa da tutti i presidenti successivi: l’idea che gli Stati Uniti avrebbero potuto vincere una guerra nucleare contro la Russia sconfiggendola tecnologicamente o economicamente. Ecco cosa ha scritto il sito web “Defense One” (che non è certo una “fonte di disinformazione russa”) riguardo a questa decennale illusione:

Biden può correggere gli errori del passato. Il futuro della difesa missilistica sarà studiato a fondo come parte di una più ampia revisione della postura/deterrenza nucleare che verrà avviata nelle prossime settimane. Consapevole che armi offensive meno costose possono sempre essere sviluppate per sopraffare, sabotare o distruggere qualsiasi sistema difensivo concepibile, la sua amministrazione può tornare alla diplomazia, cercare riduzioni reciproche verificabili, prevenire lo sviluppo di nuove minacce e affrontare le preoccupazioni crescenti, come la militarizzazione dello spazio e le minacce informatiche. Questo permetterebbe il trasferimento di fondi dalle armi che non funzionano a programmi di ricostruzione che contribuiscano alla sicurezza dell’America.

Se questo è davvero ciò che sta accadendo (e dobbiamo aspettare prima di giungere a conclusioni affrettate!) allora questa è una buona notizia. Una buona notizia per la Russia, che non ha nulla da guadagnare da una “Guerra Fredda 2.0” con l’Occidente; una buona notizia per gli Europei, che hanno bisogno di recuperare almeno un minimo di autonomia; una buona notizia per gli Stati Uniti, che sono dissanguati e stanno diventando rapidamente un Paese sottosviluppato del Terzo Mondo, e una buona notizia per l’intero pianeta, che sarebbe devastato da una guerra nucleare tra una qualsiasi combinazione di superpotenze. Se questo è davvero quello che è successo.

Per il momento, i “pazzi in cantina” sono ancora pazzi come prima (vedi qui e qui per alcuni buoni esempi). Così come i woke-freaks (vedi qui e qui). Così come la lobby omo (vedi qui e qui). Tutti odiano appassionatamente la Russia e Putin e non se ne andranno tanto presto. Inoltre, “Biden” non potrà far altro che garantire loro una standing ovation, pieno sostegno e milioni di dollari alla loro causa: queste “minoranze” (più precisamente: questa *coalizione* di minoranze) sono il fondamento ideologico dell’intera presidenza Biden, lo hanno portato al potere e non può inimicarsele.

Per quanto tempo i pecoroni lobotomizzati e politicamente corretti continueranno ad “inginocchiarsi” contro il “razzismo sistemico” nessuno lo sa.
Sul fronte esterno, gli Stati Uniti non possono rinunciare alla loro ideologia messianica e alle loro pretese di eccezionalità. Una cosa del genere sarebbe assolutamente impensabile per la grande maggioranza degli Americani. Questo non cambia il fatto che, come ho scritto molte volte, l’Impero Anglo-Sionista e l’attuale sistema politico statunitense non sono né sostenibili, né riformabili. Oltretutto, gli imperi sono quasi impossibili da riformare. Questo è il motivo per cui di solito finiscono per crollare. E quando lo fanno, spesso cercano di scagliarsi contro persone che poi accusano dei loro stessi fallimenti. Questo è esattamente ciò che sta succedendo dal 2013 e la situazione non cambierà e, di fatto, non potrà cambiare fino al crollo, finale e inevitabile.

Non ci sarà alcuna amicizia o anche partnership tra gli Stati Uniti e la Russia fino a quando gli Stati Uniti continueranno a fungere da ultimo ospite del parassita Impero Anglo-Sionista. Come ha appena dichiarato il portavoce di Putin, Peskov, “finora, non ci sono ragioni per escludere gli Stati Uniti dalla lista dei paesi ostili.”

Infine, Putin ha “vinto”?

Risponderei sia sì che no. Sì, ha vinto nel senso che la sua strategia di trattare con un Impero sul sentiero di guerra contro la Russia si è dimostrata estremamente efficace. Tutti i maligni (liberali o neo-marxisti) hanno accusato Putin di aver ceduto praticamente su tutto ovunque, eppure sono stati gli Stati Uniti a dover ingoiare il rospo, a rinunciare a tutte le loro precondizioni e a chiedere un vertice. Nessuno dei tanti attacchi propagandistici contro la Russia (MH17, Skripal, armi chimiche, Bielorussia, guerra del Karabakh, Navalnyi, doping, sport e bandiere, sequestro delle sedi diplomatiche russe, rapimento di cittadini russi, sanzioni economiche e politiche, minacce, manovre militari ai confini, ecc.). In questo senso, sì, Putin ha vinto. Ma questa guerra esistenziale non è finita, non per gli Stati Uniti, non per la Russia e nemmeno per la Cina, l’Iran e per qualsiasi altro paese che voglia una vera sovranità.

In questo senso, quello che è successo a Ginevra non è l’inizio della fine (soprattutto perché quell’inizio della fine è già avvenuto da tempo, anche se non è mai stato riportato nella Zona A), ma è sicuramente un’occasione per cambiare alcune dinamiche sulla scena internazionale. L’infinita arroganza di personaggi come Trump e Pompeo è stata sostituita da un approccio molto più cauto e realistico, almeno nei rapporti tra superpotenze. Ma Putin/Russia avrà veramente vinto solo quando gli USA accetteranno la realtà che l’Impero è morto e che gli USA, come tutti gli ex-imperi, devono ora diventare un paese “normale” (come hanno dovuto fare tutti gli ex-imperi). Sembra facile, ma questo diventa enormemente difficile quando l’imperialismo è ciò in cui sei nato, cresciuto, educato e condizionato a vivere e quando credi sinceramente che il tuo imperialismo sia, in qualche modo, benevolo, persino altruista. La Russia/Putin avrà veramente vinto solo quando l’ultimo Impero della storia lascerà finalmente il posto ad un ordine mondiale internazionale civilizzato. Fino ad allora, la lotta della Russia – e di tutti gli altri membri della resistenza contro l’Impero – continuerà.

The Saker

Fonte: thesaker.is
Link: https://thesaker.is/the-geneva-summit-nothingburger-or-watershed/
17.06.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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