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La Redazione

 

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Uno spot pubblicitario transgender è la prova che vogliono conquistare il cuore, la mente e il corpo dei bambini

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A cura di Markus
Il 27 Novembre 2019
2156 Views

 

Robert Bridge
strategic-culture.org

Quante persone ricordano i giorni in cui lo scopo degli spot televisivi era quello di vendere al pubblico un prodotto nuovo di cui non c’era nessun bisogno e non quello di promuovere una qualche pericolosa agenda? Sembra che quei ricordi si siano persi troppo in fretta.

Il mondo della pubblicità aziendale ha finalmente attraversato il Rubicone culturale. In una pubblicità appena uscita, un’altra grande multinazionale esalta uno di stile di vita, che, ovviamente, non ha assolutamente alcun legame con la famiglia tradizionale nucleare che ha caratterizzato la civiltà occidentale nel corso degli ultimi due millenni. Il controverso spot pubblicitario in questione focalizza tutta la sua fervida attenzione non sul prodotto, ma piuttosto sulla promozione degli atteggiamenti transgender tra l’influenzabile popolazione degli adolescenti.

Quest’ultima creazione del laboratorio culturale marxista, che, guarda caso, è una pubblicità per la Sprite, una bevanda prodotta dalla Coca-Cola Company, raffigura diversi adolescenti che si preparano a partecipare ad un festoso evento arcobaleno nelle strade di una anonima giungla urbana. Se l’annuncio sembra più un documentario che una pubblicità di una bibita zuccherata, è perché non si vede mai nessuno dei partecipanti dissetarsi con la suddetta bevanda. Invece, il prodotto è diventato un veicolo, un vero cavallo di Troia, per portare una questione estremamente controversa direttamente nel salotto di milioni di Americani.

Nota: tutti quelli che non comprendono appieno il significato del termine “marxismo culturale” dovrebbero guardare un breve segmento di un’intervista (sotto) con il defunto giornalista Andrew Breitbart, che spiega in maniera assolutamente convincente come e perché il mondo occidentale sia ora afflitto da una correttezza politica controproducente e dall’ossessione della giustizia sociale.

Nella pubblicità televisiva della Sprite, una madre apparente [il termine “apparente” è necessario poiché il “genere” è diventato un concetto del tutto fluido, definito esclusivamente dall’autocoscienza personale, che può cambiare in ogni momento] apre l’azione mentre, al suono di melodie melodrammatiche, applica l’eyeliner al suo apparente figlio biologico. Taglio sulla seconda scena. Un’altra madre apparente aiuta la figlia apparente ad indossare un corsetto per nascondere il fatto che “lei” ha il seno. Dio non voglia! Se la “ragazza” abbia in previsione una mastectomia, con l’obbligo a vita di iniezioni di testosterone, al pubblico non è dato saperlo.

Subito dopo, vediamo un’apparente nonna  e il suo apparente travestito nipote che indossa una parrucca malva, dimenarsi entrambi in un’eccitazione sfrenata davanti al loro riflesso nello specchio. Sto lottando per immaginare una nonna che accetterebbe senza protestare un simile scenario, ma, nel frizzante mondo della realtà pop della Coca-Cola Company, tutto è possibile.

Cosa manca in questo escursus aziendale nel mondo della follia? Tanto per cominciare, il buon senso. Dopotutto, è davvero saggio assegnare lo status di eroe agli adolescenti pubescenti e al loro orientamento sessuale, che, nella migliore delle ipotesi, è spesso confuso? Gli adolescenti sono già fin troppo influenzati dalla miriade di messaggi da cui vengono bombardati quotidianamente sui social media. Hanno davvero bisogno di un’azienda del Fortune 500 che proponga loro uno stile di vita (quello transgender) che porta con sé un intero arcobaleno di incredibili rischi? I media liberali non lo dicono, ma in questo momento ci sono migliaia di giovani che cercano di riparare i danni organici che si erano autoinflitti quando avevano cercato di trasformarsi fisicamente nel sesso opposto, cosa che è, e deve essere chiarito una volta per tutte, assolutamente impossibile.

Stranamente, la società occidentale ha da tempo condannato la pratica della mutilazione genitale in altre “meno civilizzate” culture, ma ora ritiene che sia comunque accettabile per i bambini sacrificare alcune parti del proprio corpo e ingerire potenti ormoni nel pericoloso desiderio di modificare il sesso con cui erano nati. In altre parole, la biologia e i medici, che avevano assegnato il “sesso sbagliato” alla nascita non avevano capito nulla. Ciò che oggi conta davvero, almeno per la classe guerriera del marxismo culturale, è come ogni individuo “si identifica” con il proprio “vero” genere.

pic.twitter.com/hIuCoMjj6F
— Hacsi Horvath (@givethemseeds) November 15, 2019

La società della Coca-Cola non solo è stata autorizzata a promuovere un prodotto malsano, senza un avvertimento da parte della classe medica che il consumo di bevande gassate su base giornaliera aumenta notevolmente il rischio di diabete; le è stato anche consentito di promuovere uno stile di vita transgender che può comportare il rimetterci la pelle o qualche parte del corpo. Letteralmente. Una volta che una persona si è sottoposta alla rimozione del seno o del pene, ad esempio, è estremamente difficile tornare indietro. Il video qui sotto toglie ogni illusione sul fatto che le operazioni di “affermazione di genere” siano un processo facilmente reversibile, come hanno suggerito alcune persone, molte facenti parte della comunità medica.

 

In secondo luogo, la pubblicità di questa agenda non contiene alcun segno evidente dei padri, che, possiamo supporre, staranno ancora cercando di sfuggire allo scenario infernale di un recente spot della Gillette (1,5 milioni di non-mi-piace su YouTube ancora in aumento) che aveva cazziato gli uomini per la loro cosiddetta “mascolinità tossica.” E’ divertente vedere come un’azienda colpisca senza mezzi termini i maschi (sopratutto bianchi, per inciso) che vengono costretti a fare la cosa giusta dai loro fratelli di minoranza, mentre questo ultimo messaggio aziendale non presenta una sola figura paterna. Possiamo così vedere che l’assalto contro i maschi caucasici non solo si verifica regolarmente su Netflix (guardatevi il film “Bird Box” se avete bisogno di prove), ma che questo messaggio deformato ora sta diventando mainstream anche negli spot televisivi.

Infine, bisogna chiedersi perché queste aziende, ansiose di fare cassa sulla psicosi della “consapevolezza della discriminazione di genere,” continuino a spingere un programma invece di vendere un prodotto. Dopotutto, uno dei primi sforzi da parte di una società (che, guarda caso era la concorrente della Coca-Cola, la Pepsi Cola) per cavalcare l’onda del movimento per la giustizia sociale aveva avuto come risultato un fallimento colossale. Il video è sparito anche dal sito web principale della Pepsi Cola.

Vi sembra ragionevole che queste aziende stiano usando un argomento tanto controverso per promuovere un prodotto ad una piccola parte della popolazione? Sembrerebbe una strategia folle, guadagnare alla Sprite qualche guerriero della giustizia sociale mentre altrettanti consumatori [se non molti di più] saranno tentati di boicottare il prodotto, anche solo in linea di principio. Si potrebbe quindi sostenere che la vera motivazione per aziende come Coca-Cola e Gillette per la diffusione di tali annunci pubblicitari, che sono invariabilmente rivolti ai giovani, è quella di mettere in moto un cambiamento totale e completo nel modo di pensare proprio dei giovani. In altre parole, queste società sono complici nel gioco dell’ingegneria sociale e i costi, rispetto ai fatturati aziendali, sono irrilevanti. Un possibile motivo è quello di creare una società più debole, “meno virile” di consumatori sempre più dipendenti. O siamo magari di fronte a qualcosa di più profondo? Personalmente, sospetto che ci sia qualcosa di molto più sinistro che sta guidando il processo decisionale che è alla base di questi progetti.

Questa inquietante pubblicità della Sprite promuove, tra le altre cose, la compressione del seno. Qualcuno può spiegare la differenza etica tra un annuncio che promuove la compressione del seno e un annuncio che promuove l’anoressia? Scommetto che non si può.
pic.twitter.com/WnJT7EIit8
— Matt Walsh (@MattWalshBlog) November 16, 2019

Questi spot controversi, di solito iniziano con uno specchio. Un individuo che fissa il riflesso di qualcuno che pensa di conoscere, ma probabilmente no. L’antico detto “conosci te stesso” era ritenuto dai saggi Greci talmente importante per il pieno sviluppo della persona che il motto era stato scolpito nel famoso Tempio di Apollo. Gran parte della società occidentale, l’erede delle tradizioni politiche e culturali greco-romane, ha però abbandonato quel buon consiglio, allontanandosi sempre più dalla propria identità.

Ho il sospetto che sia ciò che vogliono i globalisti: la bandiera arcobaleno di una cultura iper-sessualizzata al posto della bandiera nazionale; uno stile di vita intensamente individualista che soppianta qualsiasi connessione con la tradizione della famiglia nucleare e la società occidentale trasformata in un calderone ribollente da una multitudine di sogni e desideri che solo la legge marziale sarà in grado di controllare.

Ed ora gustatevi la Sprite.

Robert Bridge

Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2019/11/24/coca-cola-transgender-ad-proves-there-is-a-war-on-for-childrens-hearts-minds-and-bodies/
24.11.2019

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