Simplicius
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Oggi Trudeau ha annunciato le sue dimissioni, effettive da quando sarà stato scelto un nuovo leader.
Dalla CNN:
“Intendo dimettermi da leader del partito, da primo ministro, dopo che il partito avrà scelto il suo nuovo leader”, ha dichiarato il leader 53enne ai giornalisti in una conferenza stampa a Ottawa lunedì.
Il parlamento canadese sarà sospeso fino al 24 marzo mentre verrà scelto un nuovo leader del Partito Liberale, ha detto Trudeau.
IT HAPPENED!
Justin Trudeau has RESIGNED! pic.twitter.com/kSIxE46eKX
— Russell Brand (@rustyrockets) January 6, 2025
È un’altra delle grandi tessere del domino in procinto di cadere mentre il tanto atteso crollo dell’ordine occidentale accelera prevedibilmente. Gli scommettitori danno come favorito Pierre Poilievre:
Ricordiamo che Poilievre è il “populista” dalla grande intelligenza, che una volta aveva disinvoltamente smutandato un famoso giornalista in una divertente intervista:
Since Justin Trudeau resigned, I felt the urge to share this EPIC Pierre Poilievre interview.
It never stops being entertaining watching Poilievre casually eat an apple while slam-dunking the reporter’s questions! 🤣🤣🤣 pic.twitter.com/yvTLCRjIQw
— I Meme Therefore I Am 🇺🇸 (@ImMeme0) January 6, 2025
Il mese scorso, la situazione era stata sintetizzata al meglio da questo apparatchik del Consiglio Atlantico:
Molti altri stanno per cadere, man mano che le cuciture si sfilacciano:
Non si può più nascondere la spazzatura sotto il tappeto o indorare la pillola: l’ordine occidentale è letteralmente in crisi. La gente ne ha abbastanza e la valanga sta accelerando perché il processo è un ciclo di feedback che si auto-rinforza: più le élite cadono, più i cittadini sono motivati a sollevarsi contro di loro. E, quando questo accade, le élite sono costrette a irrigidirsi e a raddoppiare le loro menzogne, le loro ipocrisie e le loro repressioni nel futile tentativo di arginare il flusso; questo porta a un aumento del malcontento, del risentimento e della rivolta contro le loro politiche distruttive.
Alex Krainer riprende oggi la notizia che anche la Croazia sta entrando nella sfera della resistenza, con il candidato globalista Dragan Primorac che ha perso contro il presidente in carica, da lui accusato di essere “smodato” e “politicamente scorretto” – parole in codice per dire che non è allineato alla linea dell’establishment:
Domenica 29 dicembre 2024, in Croazia si sono tenute le elezioni presidenziali. Il presidente in carica Zoran Milanović ha vinto al primo turno con una maggioranza schiacciante contro lo sfidante filo-globalista Dragan Primorac. Primorac è stato fortemente sostenuto dal partito al potere, l’Unione Democratica Croata, guidata dal Primo Ministro Andrej Plenković, un fedele sostenitore delle politiche della NATO, degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell’UE. Seavesse conquistato la presidenza, il partito al potere avrebbe conquistato anche tutte le principali istituzioni di governo della Croazia.
È interessante che, come prova di questo “movimento in controcorrente”, Krainer citi la recente messa in scena a Milano del balletto russo dello Schiaccianoci, tre anni dopo che l’Europa aveva imposto un cinico divieto de facto alla cultura russa, invitando persino il direttore d’orchestra russo Valery Ovsyanikov a dirigere l’orchestra e trasmettendo l’intero spettacolo sulla TV nazionale italiana.
Il motivo per cui ha attirato la mia attenzione è che proprio la settimana scorsa la cultura russa ha avuto un’improvvisa rinascita nelle pubblicazioni occidentali, come il Guardian, che si è interrogato su un vecchio racconto di Dostoevskij intitolato Notti bianche, diventato virale tra gli adolescenti occidentali su TikTok per la sua rappresentazione dell’angoscia dell’amore, della solitudine e di altri temi attuali per i giovani della Genezazione Z:
Soprattutto, ora che Trump ha vinto e la guerra culturale contro la “Wokeness” ha fatto un giro di boa, vediamo quotidianamente sempre più rovesci di questo tipo. La maschera sta cadendo, la pressione si sta lentamente allentando.
Krainer conclude così:
Può darsi che, nonostante il forte rumore dei tamburi di guerra nei media mainstream e tra la nostra classe politica, correnti molto diverse si stiano organizzando sotto la superficie. Queste correnti potrebbero continuare a guadagnare forza; è ciò che i nostri establishment dominanti amano etichettare come influenza maligna della Russia. Più probabilmente, la verità è che la gente comune si è stancata delle menzogne, dell’odio, dell’ostilità e delle guerre, nonché della spazzatura intellettuale e culturale che è diventata il piatto forte delle nazioni occidentali. Questo è un segnale di speranza, perché l’escalation delle guerre potrebbe rivelarsi difficile per l’establishment imperiale. E se nel 2025 iniziasse a scoppiare la pace ovunque? È un’idea per cui vale la pena pregare e lottare.
Con tutti i suoi difetti, dobbiamo ammettere che ciò che Elon Musk ha fatto ultimamente sui social media è, in certo senso, un’azione brillante e rivoluzionaria contro le forze globaliste. Per chi ne fosse all’oscuro, Musk si è scagliato sulla sua piattaforma X contro tutte le figure di spicco dell’establishment europeo, in particolare Starmer nel Regno Unito e Scholz in Germania.
Musk li ha chiamati in causa in un modo che sta effettivamente spostando l’ago della bilancia dal punto di vista politico, non solo per l’enorme diffusione della piattaforma X, ma per un motivo ancora più importante. È un aspetto che ho sottolineato più volte in questa sede: l’apparato di controllo globalista è progettato per apparire come un’impenetrabile cortina di ferro, ma, in realtà, è una cosa sottile, fragile al tatto, che esiste interamente grazie alla pura forza della paura, usata come pungolo oppressivo per impedirci di alzare la voce. Musk ha semplicemente dimostrato che, se li si denuncia a gran voce, si sgonfiano, quando non si fanno letteralmente prendere dal panico, come sta succedendo attualmente:
Secondo Bloomberg, alti funzionari di tutti i principali partiti del Regno Unito, tra cui i partiti riformista, conservatore e laburista, hanno esortato privatamente il presidente eletto degli Stati Uniti Donald J. Trump a prendere le distanze dall’amministratore delegato e miliardario di Tesla, Elon Musk, in seguito a diverse dichiarazioni rilasciate di recente da Musk nei confronti dei leader europei che potrebbero essere considerate “infiammatorie”. Tra queste, l’affermazione che il primo ministro britannico Keir Starmer dovrebbe essere imprigionato, la richiesta di rilascio dell’attivista di destra Tommy Robinson e persino il suggerimento che gli Stati Uniti dovrebbero “liberare” il popolo britannico dal suo governo tirannico, hanno fatto arrabbiare molti politici britannici, secondo i quali non è così che un alleato dovrebbe parlare di un altro stretto alleato.
Musk ha persino scritto un articolo per Die Welt che ha scatenato una tempesta di fuoco all’interno della stessa pubblicazione.
In Europa tutto questo sta generando un intenso dibattito che sta sfilacciando le cuciture che le élite volevano disperatamente tenere chiuse. Si sentono i cambiamenti globali nel vento, l’inaspettata energia fresca portata da Trump ha smosso le cose, mettendo in subbuglio l’establishment.
Ad esempio, le incursioni apparentemente ironiche di Trump riguardo alla Groenlandia hanno generato riverberi scioccanti. Non solo la Groenlandia ha improvvisamente annunciato l’intenzione di rendersi indipendente dalla Danimarca – il che implica la possibilità che il bizzarro piano di annessione di Trump funzioni davvero – ma ora c’è anche la risposta da parte del re danese:
È passata appena qualche settimana da quando Trump aveva punzecchiato il Canada, affermando che avrebbe potuto diventare il 51° Stato americano e Trudeau sta facendo le valigie, nel frattempo, Trump ha immediatamente raddoppiato la posta riguardo alla sua precedente proposta:
Per quanto tutto questo possa sembrare assurdo, non fa altro che dimostrare che le correnti globali sono davvero in movimento, che spavaldi debuttanti stanno approfittando di questa frattura storica in cui gli equilibri di potere sono stati scardinati, che le istituzioni globali dell’ordine sono retrograde e che ora sembra che tutto e niente sia in palio; le vecchie strutture di potere ormai avvizzite sono paralizzate dai loro rifiuti e incapaci di mantenere l’ordine. È un momento di grandi cambiamenti, un crocevia della storia mondiale in cui gli sconvolgimenti trovano di solito il terreno più fertile.
Chi segue la Teoria della Quarta Svolta sa che essa spiega bene gli eventi, che ho già illustrato qui. In breve, un “periodo di crisi” di 20-25 anni – o Quarta Svolta – è previsto fino a circa il 2030, e dovrebbe culminare in una sorta di grande apice, forse una guerra o un reset del sistema.
Per ora guardiamo e aspettiamo che cadano i prossimi pezzi. Tra questi sembra esserci l’Austria, dove l’Impero è in cattive acque per l’ascesa di Herbert Kickl, figura di “destra e filo-Putin” dell’FPO:
Il leader dell’estrema destra Herbert Kickl potrebbe essere il prossimo cancelliere austriaco, visto che i tentativi di formare una coalizione tra i conservatori e il centro-sinistra sono falliti lo scorso fine settimana. L’FPÖ di Kickl ha vinto le ultime elezioni ed è uno dei partiti di estrema destra emergenti in Europa.
Due fronti di resistenza “di destra”, apologeti di Putin con Orban in Ungheria e Kickl in Austria, che ne dite? Non c’è da stupirsi che siano terrorizzati, come testimoniano articoli come questo dell’anno scorso:
Oh sì, abbiate paura… abbiate molta paura. I tempi stanno cambiando…
Simplicius
Fonte: simplicius76.substack.com
Link: https://simplicius76.substack.com/p/another-one-down-anti-globalist-maelstrom
07.01.2025
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org