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Una stupefacente decapitazione? La “follia” di Netanyahu

In tutti i "war games” degli ultimi anni l'America ha sempre perso.
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A cura di Markus
Il 29 Ottobre 2024
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Alastair Crooke
strategic-culture.su

È probabile che presto scoppi una grande guerra tra Israele e Iran, almeno così dice il ministro della Difesa israeliano Gallant. La guerra avrà inizio quando Israele lancerà il suo da tempo ventilato attacco all’Iran. Gallant ha promesso che l’attacco israeliano all’Iran sarà “letale, preciso e soprattutto sorprendente”, aggiungendo che l’Iran “non capirà cosa gli è successo, o come”.

“Come”, è certamente una parole interessante.

A tutt’oggi, non c’è traccia della risposta letale promessa da Gallant. Sembra che Israele, che inizialmente aveva attribuito importanza a una risposta rapida e diretta, stia aspettando che le batterie di missili anti-balistici THAAD siano installate e che le truppe statunitensi che le gestiranno arrivino in Israele.

Il THAAD probabilmente non è un “game-changer”. Il 1° ottobre l’Iran ha dimostrato la sua capacità di saturare e sopraffare le capacità di difesa aerea israeliane con due salve in sequenza di missili balistici. L’arrivo del sistema THAAD significa che, da un lato, Israele è a corto di missili da intercettazione e, dall’altro, che attirare gli Stati Uniti in una guerra tra Stati Uniti e Iran è molto più importante per Netanyahu che rispettare la tabella di marcia.

Le batterie THAAD, paradossalmente, potrebbero fare proprio questo (coinvolgere gli Stati Uniti in una guerra). Con le forze statunitensi ora dispiegate sul terreno a sostegno dell’azione militare cinetica di Israele contro l’Iran, Israele ha di fatto teso una trappola per invischiare l’America nel dramma bellico: se dovessero essere uccisi dei soldati americani, gli Stati Uniti sarebbero in guerra con l’Iran e si sentirebbero obbligati a reagire con la forza alla morte dei soldati americani.

Netanyahu vuole questa guerra da 25 anni. Ora può vederla prendere forma concreta, proprio davanti ai suoi occhi. Inoltre, dal suo punto di vista, arriva in una congiuntura favorevole: poco prima delle elezioni statunitensi, in cui quasi tutti i candidati sono in lizza per dichiarare la propria fedeltà a Israele.

Per essere chiari, non si tratta di una bagatella. Potrebbe evolvere in un grande conflitto con la Russia, se Teheran dovesse essere minacciata. Il genocidio di Israele a Gaza e il bombardamento disumano – al di là di ogni regola di guerra – dei civili in Libano per costringerli a sottomettersi al terrore, hanno trasformato la Russia in un partner a tutti gli effetti dell’Iran. La Russia ha quindi lavorato duramente per integrare le difese iraniane con i propri sistemi di difesa di ultima generazione.

Il ruolo della Russia, tuttavia, si limiterà probabilmente a fornire all’Iran una certa assistenza alla difesa: ISR (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance), il suo più recente sistema di guerra elettronica, alcuni missili e forse i missili di difesa aerea S-400 (anche se il loro arrivo in Iran non è stato confermato).

La Russia avrà un interesse primario nell’osservare come queste armi si comportano contro un attacco israeliano.

Se dovessero funzionare bene, fornirebbero un importante impulso alla deterrenza generale russa.

E qui sta il punto chiave: Per i Sionisti israeliani e i Neoconservatori americani, la strada verso una Mosca senza più artigli passa attraverso una Teheran decapitata e sconfitta. La vittoria dell’Iran – la vittoria della Resistenza, quindi – è di grande interesse per la Russia.

Eccitato dall’eliminazione da parte di Israele di una grossa percentuale dell’alta dirigenza di Hizbullah e rincuorato forse da un segnale non autorizzato (e sbagliato) da parte dell’Iran, che potrebbe rispondere in modo superficiale a un attacco israeliano, il Team Biden potrebbe benissimo credere nella nascita di un nuovo Medio Oriente a guida Sionista.

Lo Stato Maggiore del Pentagono interverrà per fermare la marcia verso il conflitto, come ha fatto per i piani di escalation di Blinken in Ucraina? Sembra improbabile. Finora hanno sostenuto senza riserve Israele. E hanno accettato di inviare le batterie THAAD.

Lo Stato Maggiore avrà certamente sperimentato il forte sentimento pro-israeliano del Congresso, in netto contrasto con il crescente disincanto nei confronti dell’Ucraina.

Tuttavia, affrontare l’Iran – sostenuto da Russia e Cina – non è cosa da poco: è davvero “vincibile”? E se non lo fosse? E se Israele perdesse – e quindi l’America perdesse? Sarebbe un terremoto, un’umiliazione che scuoterebbe il mondo occidentale.

Un commentatore, James Kroeger, prevede in modo intrigante che “l’attacco di Israele, se arriverà, sarà un altro attacco di decapitazione: Questa volta eseguito in modo ancora più sbalorditivo di quello messo a segno contro Nasrallah”.

“Il Pentagono non approva i piani dell’IDF di attaccare i giacimenti petroliferi iraniani e nemmeno l’industria nucleare iraniana, ma ha sempre sostenuto Israele tutte le volte che aveva preso di mira i leader della Resistenza che si opponevano a Israele. L’IDF non ha appena usato 82 bombe statunitensi da 2.000 libbre a Beirut per uccidere Nasrallah? Con la piena complicità degli Stati Uniti?

“Come concetto di base, è probabile che gli Stati Uniti approvino e forse anche permettano un attacco di ‘decapitazione’ contro i principali leader iraniani a Teheran, nella convinzione che l’Iran sarebbe troppo stordito per rispondere con un attacco di ‘guerra totale’ contro Israele. Dopo tutto, cosa ha fatto l’Iran dopo l’uccisione di Nasrallah? Non ha forse attaccato alcune basi aeree dell’IDF in modo da non uccidere nessun israeliano?  Tutto questo ha forse dissuaso Israele dall’attaccare nuovamente l’Iran?”

“Ciò che il Pentagono non approverebbe è l’uso di bombe atomiche per decapitare il governo iraniano, perché potrebbe essere sufficiente a scatenare quella guerra totale che il Pentagono tanto teme: ma cosa succederebbe se l’astuto Israele, dopo aver accettato l’assistenza dell’America per sferrare un attacco alla Guida Suprema con una bomba convenzionale ‘bunker buster’, decidesse, da solo, di lanciare su Teheran anche un’atomica tattica o strategica che devasti completamente la catena di comando dell’Iran?”.

“Capite, l’intento di Israele non è quello di evitare una guerra totale con l’Iran, ma di scatenarne una e usare una testata nucleare su Teheran avrebbe proprio questo risultato. Garantito al 100%. Bibi sa che dopo un tale attacco, se l’Iran risponderà attaccando Israele con tutto ciò che ha, sarà in grado di far approvare al Congresso [americano] una dichiarazione di guerra contro l’Iran”.

“I mezzi di comunicazione di massa e il Dipartimento di Stato [insieme al Congresso] si mobiliteranno prima per negare che siano state usate le bombe atomiche, e poi per trovare scuse emotive sul perché Israele avesse avuto bisogno di usare le sue bombe “per difendersi”. Il tema che ripeteranno all’infinito sarà: il povero Israele, minacciato di annientamento dai terroristi, ha fatto ricorso alle uniche armi che gli erano rimaste per sconfiggere il male che stava affrontando…”.

“Follia? Sì. La ‘follia’ di Netanyahu ‘” … Eppure, le enigmatiche parole di Gallant “letale, preciso e particolarmente sorprendente: l’Iran non capirà cosa gli è successo, né come” – sono parole strane, che si adattano perfettamente alla tesi di Kroeger.

Una grande incognita: il Pentagono sarà in grado di prendere una posizione e rifiutarsi di stare al gioco? Il Pentagono si è sempre opposto a una guerra totale tra Stati Uniti e Iran. Perché? Perchè tutti i “war games” degli ultimi anni hanno sempre visto l’America sconfitta.

Alastair Crooke

Fonte: strategic-culture.su
Link: https://strategic-culture.su/news/2024/10/27/a-stunning-de-capitation-the-netanyahu-madness/
27.10.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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Alastair Crooke CMG, ex diplomatico britannico, è fondatore e direttore del Conflicts Forum di Beirut, un’organizzazione che sostiene l’impegno tra l’Islam politico e l’Occidente. In precedenza è stato una figura di spicco dell’intelligence britannica (MI6) e della diplomazia dell’Unione Europea.

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