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La Redazione

 

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Una caratteristica delle guerre: la violenza sulle donne

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A cura di Truman
Il 2 Marzo 2005
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Noi avevamo già segnalato un articolo pubblicato su un quotidiano iracheno in cui si descriveva una violenza di gruppo su due adolescenti.
In questo caso si tratta della traduzione di un articolo postato da un arabo (anonimo) che descrive complessivamente queste agghiaccianti accuse.
Traduzione di comedonchisciotte.net
La traduzione manca di alcuni passi (con certi particolari che il traduttore non ha ritenuto indispensabili alla comprensione degli avvenimenti). L’articolo completo comunque si trova qui (tradotto in inglese). L’ideologia araba potrebbe essere riassunta in una parola: onore. L’onore per gli arabi ha un particolare significato: è una parola strettamente legata alla terra e alla castità della donna. E’ come la versione in arabo di nobiltà. Fare torto all’onore arabo è il più grande peccato che può essere commesso, sia nel nome della liberazione, sia, peggio ancora , nel nome dell’occupazione. Come scrittore arabo, parlare delle violenze sessuali subite dalle donne musulmane vuol dire aver preso una decisione che va contro l’etica della mia cultura e la moralità della mia società. Tuttavia, devo farlo; qualcuno lo doveva fare. E qui io voglio sottolineare le mie più oneste scuse per avere scritto questo rapporto che apre ferite in molte famiglie arabe in Iraq e colpisce l’orgoglio della nazione araba, nella convinzione che se noi tutti teniamo le bocche chiuse, l’occupazione illegittima americana si sentirà libera di spadroneggiare, ancora di più.

Dichiarando di voler liberare l’Iraq dal suo tiranno, il signor Bush Jr spedì truppe e missili in una avventura tesa a sconfiggere l’orgoglioso leader arabo, dandogli una lezione, dopo aver promosso Saddam stesso al peggior male di tutti i secoli. La vittoria nella guerra veniva ottenuta grazie al reclutamento e all’acquisto di traditori. Entrare a Baghdad è costato agli Stati Uniti 25.000.000 di dollari. I veri eroi non sono stati né il genio dei servizi americani né la superiorità della macchina da guerra americana, ma i dollari dei contribuenti e l’appoggio degli sceicchi del golfo.

Dopo la deliberata distruzione delle infrastrutture, tagliando l’energia elettrica e i rifornimenti di acqua potabile, dopo il sequestro del popolo, la distruzione dei cancelli della Banca Centrale Irachena, il saccheggio del Museo di Baghdad con l’asportazione di antichità risalenti a 5.000 anni fa, il genio americano della civilizzazione tecnologica e della globalizzazione economica è andato a smantellare l’esercito iracheno, ad aprire i palazzi presidenziali affinché stivali fangosi imbrattassero i lenzuoli del letto presidenziale, come fecero i tartari.

Il disonorevole assassinio dei figli di Saddam non è stato il finale di questa barbarica aggressione. I cittadini iracheni sono torturati, arrestati e fisicamente offesi dalle truppe americane. Il loro divertimento nell’atto di praticare la tortura sessuale è stato documentato dagli stessi mercenari americani. Un musulmano americano inviò una documentazione fotografica in Arabia. L’affermare che le foto erano false o che le violenze non sono state all’ordine del giorno nell’Iraq occupato non è diverso dall’affermare che Saddam era una minaccia per l’America in quanto possedeva armi di distruzione di massa.

Come disse Susan Blocks nel suo articolo “Lo stupro dell’Iraq”, pubblicato il 15 aprile 2003, prima che si venisse a sapere delle violenze sessuali in Iraq: ” Finora non c’è un ospedale che funzioni a Baghdad. Il Museo Archeologico è stato ripulito dei reperti archeologici, la maggior dei quali è stato rubato, parecchi distrutti nella foga della ‘liberazione’. Lo stupro illegale anglo-americano dell’Iraq non ha distrutto solo il valore storico di un paese ma anche la memoria del mondo occidentale, la culla della civiltà, la terra di Abramo e Sara, la terra degli antichi sumeri e il leggendario Paradiso Terrestro. I marine vigilano sui campi di petrolio, così come sul Ministero del petrolio, abbandonando ospedali, musei e negozi ai saccheggiatori.”. Come sottolineato da Blocks, l’occupazione dell’Iraq da parte dei mercenari americani aveva lo scopo di “violentare” gli arabi – il più grave peccato contro l’onore arabo.

Alla violenza sull’Iraq, è seguita anche una vergognosa tortura effettuata su 4000 casi di violenza sessuale su donne musulmane vestite con tradizionali abiti arabi. Contadine nelle loro gelaba nere sono costrette a rapporti con uomini in uniforme da cowboy, sotto la minaccia delle armi. Violenze di gruppo sono all’ordine del giorno. Le donne vengono trascinate dalle loro case per i capelli sulla sabbia del deserto per ospitare un liberatore fra le gambe. Applaudiamo i vincitori!

Come un sito web socialista spiega: “Un mese dopo la caduta di Baghdad, le ragioni reali per questa illegale Guerra dell’amministrazione Bush stanno venendo alla luce. Dietro la retorica di Washington sulla “liberazione” e la “democrazia”, l’oligarchia finanziaria americana si sta preparando ad arricchirsi depredando l’intero patrimonio della nazione”. E quello che sorprende è che il paese si sta congratulando ogni giorno per il suo sogno filantropico e non vede niente di sbagliato nell’ingaggiare guerre contro paesi di tutto il mondo – niente di sbagliato nel chiamare Bin Laden un lavoratore per la libertà, quando spingeva i russi fuori dall’Afghanistan, per poi definirlo l’uomo più ricercato pochi anni dopo perché accusato di essere dietro gli attentati dell’11 settembre, senza produrre uno straccio di prova, se si escludono i falsi video e i falsi messaggi registrati.

Quando il quotidiano iracheno, As-Saah, scrisse della violenza sessuale subita da due adolescenti di 14 e 15 anni, che stavano parlando con alcuni soldati americani a Suwaira, 180km a sud di Baghdad, quando i militari suggerirono di seguirli all’accampamento per fare delle foto, per poi sottoporle ad una violenza collettiva, il Comando centrale americano ha avuto il fegato di dire: ” Assolutamente falso!”.

Il Comando Centrale americano ha confermato di “aver preso le accuse in modo estremamente serio, e di non aver trovato niente che sostanziasse le accuse, neppure con una adeguata e scrupolosa ricerca nei registri degli ospedali locali”, aggiungendo che il giornale As-Saah ha abusato della sua possibilità di scrivere liberamente, di recente ottenuta. E intanto la serie delle più scioccanti violenze continuano alla faccia delle bugie americane.

Il 18 luglio, Awakened Women riportava il caso di Sanariya, di 9 anni, violentata due mesi prima da mercenari americani. Sanariya viene giornalmente picchiata dal padre e dai quattro fratelli. Il concetto di onore nelle terre arabe è esattamente quello riportato in questa segnalazione. E le Awakened Women aggiungevano: “Per la maggior parte delle vittime di rapimento e violenza carnale, il richiedere assistenza medica o della polizia è un processo umiliante. Le nozioni profonde e tradizionali relative all’onore sono tali da determinare un senso di vergogna così forte che la maggior parte delle famiglie non dà alcun conforto o supporto alle vittime, ma solo biasimo e senso di colpa”.

Le ragazze non vanno a scuola. Le donne non ritornano al lavoro. Beyda Jafar Sadiq, 17 anni, prese la più semplice delle decisioni, quella di tornare a scuola la mattina del 22 maggio, e non è più ritornata. La sua famiglia la sta cercando da allora. Si sono rivolti a tutte le organizzazioni nongovernative internazionali, alla polizia irachena e alle autorità americane. Il suo fratello più grande, Feras, 29 anni, ha percorso in lungo e largo il paese, visitato il cimitero di Basra a sud, viaggiato a Amara e Nasiriya dove la ragazza sembrava segnalata. Nella maggior parte dei casi, la vergogna di essere stata violentata si risolve nell’assassinio delle vittime stesse o nella loro morte per “cause accidentali”. La tradizione araba prevede l’uccisione delle donne che hanno perso l’onore. I loro parenti ricevono una sentenza di condanna a 6 mesi di carcere.

Quando uomini iracheni vengono arrestati, le mogli e le sorelle vengono tenute in ostaggio dai soldati americani nel deserto. Nella maggior parte dei casi, i bambini diventano testimoni delle percosse date alle madri e alle nonne, mentre vengono trascinate via dalle loro case. Una volta che una donna è portata nel deserto vicino all’accampamento, si consumano atti di violenza, in genere di gruppo. Nonostante la vergogna che circonda gli abusi sessuali, dove la vittima più giovane è risultata avere 9 anni e quella più adulta 64 anni, 4000 casi di violenza carnale sono venuti allo scoperto.

Tratto da jihadunspun.net

(20 ottobre 2003)

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