Un futuro giallo-verde per l’Italia?

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DI EUGENIO ORSO

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

La vicenda politica italiana, drammatica e poco trasparente, presenta molti rischi e incertezze per il futuro più prossimo e, a ben vedere, un solo aspetto sicuramente positivo: l’emersione, durante le convulsioni della crisi, di tre verità incontrovertibili, fino ad ora nascoste con ogni mezzo dalla politica e dai media alla maggioranza della popolazione.

Le verità emerse in piena luce, dal 4 di marzo a oggi, sono le seguenti:

1) La democrazia avanzata occidentale, di matrice liberale, è lo strumento di dominazione politica dell’Alta Finanza assolutista sui popoli, che devono votare, replicando il rito del voto democratico, solo nel senso desiderato dai mercati, come ha detto in modo fin troppo chiaro il commissario tedesco ue al bilancio Oettinger. I mercati imporranno il voto nel senso voluto agli italiani ed è questa la realtà democratica, al netto delle fantasie per gonzi propinate da politici e media al popolino. La questione è emersa in modo chiarissimo, in occasione della crisi italiana, grazie alle dichiarazioni pubbliche del commissario europeo, che sono state rivelatrici prima ancora che insultanti nei confronti degli italiani.

2) Lega e 5S, più per l’effetto delle circostanze eccezionali e caotiche che per una precisa volontà politica, hanno fatto finalmente emergere le vere ragioni della profonda crisi italiana, ormai decennale. Queste ragioni sono l’appartenenza alla ue e lo strangolamento derivante dai suoi trattati e regole, l’euro come moneta straniera, privata e a debito che ha messo la camicia di forza al sistema produttivo nazionale, l’evidente difetto di sovranità che impedisce di decidere politiche radicalmente diverse da quelle recessive europoidi. Davanti a temi di simile portata, finiscono in ombra le questioni di dettaglio, come i vitalizi dei politici da tagliare nella lotta alla “casta” o la rendicontazione delle spese dei parlamentari su foglio Excel (cavalli di battaglia del 5S). Con ciò, anche se in buona misura involontariamente, 5S e Lega si sono rivelati forze “proto-rivoluzionarie”, forze che potrebbero anticipare una futura fase rivoluzionaria propriamente detta senza, però, esserne le protagoniste.

3) In aperta contraddizione con il loro intento, di forze di governo, di ricontrattare trattati e regole europee, 5S e Lega hanno contribuito a far emergere l’irriformabilità delle sedicenti “istituzioni europee”, poiché per obbiettivi perseguiti, fondamentalmente finanziario-elitisti, il “progetto europeo” nobilitato come un “sogno” dai sinistroidi di ogni fatta è un progetto di dominazione assolutista sul continente e di esproprio dei popoli. Volendo essere diretti e brutali, gli almeno 4.000 miliardi di risparmi privati degli italiani, più del doppio del debito pubblico, il manifatturiero nazionale e le proprietà immobiliari fanno gola e, per questo motivo, le “regole europee” non potranno cambiare fino ad esproprio avvenuto. Durante la crisi politico-istituzionale italiana dei giorni scorsi, un deputato crucco della csu nel parlamento europeo, tale Marcus Ferber vicino alla euronazikanzlerin Merkel, ha chiarito molto bene la questione dichiarando pubblicamente, da stupido troppo loquace, che la troika dovrebbe invadere Roma, impossessandosi del ministero del tesoro/economia. Se questo è lo spirito che aleggia “in Europa”, nulla sarà concesso, nell’eurolager, a 5S e Lega, se non contentini poco rilevanti, come fu la flessibilità sul deficit “strappata” da Renzi al mostro europide, che si rivelò una briciola di pane concessa a un affamato.

Per quanto riguarda il primo punto, notiamo che anche il basista istituzionale della troika Mattarella ha contribuito a rivelare il vero volto della democrazia occidentale, così com’è applicata in Italia, palesandone il ruolo di ancella (o, se preferite, puttana) politica dei Mercati. Respingendo con ragioni speciose e un grande pelo sullo stomaco un governo che aveva già una sicura maggioranza parlamentare, un programma condiviso da 5S e Lega, un presidente del consiglio in potenza da lui stesso incaricato, Mattarella ci ha fatto comprendere qual è la reale funzione della democrazia, nonché tutta la distanza che esiste fra la democrazia – a questo punto mercatista – e la volontà popolare espressa attraverso il voto, che quelli come lui fingono di rispettare. Smanioso di servire Bruxelles, Francoforte, Berlino e New York, il democristiano con la tessera del piddì in tasca, non ha più potuto nascondere al volgo l’amara verità ed è uscito allo scoperto. L’iniziale rifiuto di Savona come ministro dell’economia e del futuro governo 5S-Lega, maggioritario e validamente eletto, dovrebbe aver suonare la sveglia per milioni di italiani, troppo a lungo in sonno.

Per quanto attiene al secondo punto, anche qui c’è lo zampino di Mattarella, nominato alla presidenza della repubblica da Goldman Sachs-Renzi e sua polpetta avvelenata all’interno delle istituzioni, nel caso di sconfitta del piddì alle politiche, come poi è puntualmente accaduto. Intendiamoci, Mattarella ha fatto fino in fondo il suo “dovere”, che non ha niente a che vedere con la difesa della costituzione o dei risparmi degli italiani, ma ne ha con la difesa degli interessi troikisti e il mantenimento forzato dell’Italia nell’euro. L’emersione delle grandi questioni dell’epoca, che non riguardano solo l’Italia, è avvenuta anche per merito, pur inconsapevole e sicuramente indesiderato, del burattino Mattarella.

Da qualche tempo si blatera che le nuove alleanze politiche si formeranno non in base alla storica dicotomia destra/sinistra, ormai desueta, ma sulla base delle questioni prioritarie come sovranità nazionale, moneta propria, rigetto della ferale globalizzazione neoliberista: da una parte i patrioti, i sovranisti, la resistenza popolare al dominio dell’Alta Finanza apolide, dall’altra i collaborazionisti (e traditori del loro paese, come Mattarella) dei poteri fortissimi sopranazionali, o almeno questa è la narrazione più diffusa che si sta affermando.

Ciò che deve interessarci, però, è che finalmente, nel caos istituzionale, nella contrapposizione fra maggioranza parlamentare e presidenza della repubblica, l’azione congiunta di 5S e Lega ha fatto emergere nella loro cruda essenzialità le grandi questioni dell’epoca, finora celate sotto lo schermo dei “diritti” civili e umani, surclassate da questioni come i privilegi della “casta”, le nozze fra culattoni e … perché no? L’inopportunità della cacca dei cani sui marciapiedi!

Negli ultimi giorni, c’è stato il colpo di scena ad opera del Quirinale, cioè l’incarico (prevedibile) al tagliatore di spese targato troika/Fmi, Carlo Cottarelli. Ciò ha scatenato un’ulteriore offensiva di spread architettata dai mercati che ha destato qualche sorpresa, perché l’incarico a Cottarelli avrebbe dovuto ottenere l’effetto opposto, cioè calmare le acque. Si è trattato di un paradosso? Forse solo in apparenza, perché secondo alcuni, come ad esempio Luciano Lago di Controinformazione, “Il rialzo dello spread e la tempesta sui mercati ha costretto il presidente Mattarella, sotto accusa da molte parti, incluso dai giornali USA, a rivedere la sua decisione della nomina di un governo tecnico amico della Germania e di Bruxelles e ritornare sulla investitura del governo Conte, con la coalizione Lega e 5 Stelle al governo. Il dubbio è quello che sia stata la finanza USA quella che ha voluto creare la tempesta sui mercati in Italia per impedire la gestione della crisi che favorisse la soluzione di un altro “governo tecnico” fiduciario di Bruxelles e di Berlino.” [L. Lago, https://www.controinformazione.info/tutti-contro-la-germania-sara-berlino-la-prima-ad-uscire-dalleuro-sistema/]

Mattarella è tornato sui suoi passi, stretto fra l’autorità unionista europide sull’Italia e il desiderata della finanza americano-giudaica, ed ha ceduto al più forte, incaricando nuovamente Conte (che pareva uscito di scena) per un governo edulcorato, ossia con ministeri chiave, come l’economia e gli esteri, affidati a personalità completamente genuflesse davanti al “sistema di alleanze occidentali” in cui l’Italia è imprigionata (Tria e Moavero Milanesi, per capirci). Non sfugge che gli usa hanno offerto pelosamente il loro aiuto all’Italia, in caso di difficoltà.

Potrebbe essere che l’esecutivo 5S-Lega sia stato “sdoganato”, nonostante gli sbarramenti iniziali, nel quadro di uno scontro fra élite finanziarie occidentali, che contrapporrebbe gli americani-ebrei agli europei, in particolare a quelli che in Europa manovrano la germania, kapò nell’eurolager e da sempre nemica del popolo e della nazione italiani.

Anche se ciò dovesse rivelarsi vero, facendo pendere 5S-Lega con il loro governo dalla parte dell’oltreatlantico e della finanza angloamericana-giudaica, niente potrà cancellare le verità emerse in questi giorni e balzate all’attenzione della malridotta opinione pubblica italiana. Son cose che i greci sanno già e hanno già vissuto sulla loro pelle, ma alle quali gli italiani, un passo dietro ai greci nella distruzione socio-economica del loro paese, dovevano ancora arrivarci.

 

Eugenio Orso

Fonte: www.comedonchisciotte.org

3.06.2018

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