Lettura sconsigliata a chi crede che a novembre si terranno elezioni democratiche negli Stati Uniti.
Ndt: TWEEDLEDUM e TWEEDLEDEE indicano due individui praticamente uguali (è una locuzione che sta per “se non è zuppa è panbagnato”).
`Ti sembro pallido?’ disse Tweedledum.
`Beh – sì – un pochino’ rispose gentilmente Alice.
`Io sono in genere coraggioso’ disse a voce bassa ‘solo che oggi ho mal di testa.’
`E io ho mal di denti!’ disse Tweedledee ‘e io sto peggio di te!’.
`Allora non dovreste combattere oggi’ disse Alice, pensando ad una buona occasione per far pace.
`No, noi dobbiamo combattere almeno un pò’ disse Tweedledum. `Che ora è?’
Tweedledee guardò l’orologio e disse ‘Le Quattro e mezzo.’
`Combattiamo fino alle sei, e poi ce ne andiamo a cena’ disse Tweedledum.
`Molte bene’ rispose l’altro.
(da “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll)
di Kurt Nimmo
Arriverà novembre e l’America si troverà di fronte ad una scelta sgradevole: o Tweedle Bush o Tweedle Kerry.
Considerato ciò, niente nella sostanza cambierà. Oh, quelli di noi che rabbrividiscono alla vista dei neocons si potranno sentire momentaneamente sollevati nel vedere i “distruzionisti creativi” fare i bagagli e lasciare il Pentagono, il Dipartimento di Stato e la Casa Bianca, messi fuori per i loro fondamenti radicali di destra e le loro cospirazioni, ma questo sarà, a detta di tutti, niente più che uno spostare le poltrone e un cambiare le stanze.
I Tweedle Democratici sono un pochino più liberali per quanto riguarda la politica sociale, ma nel campo della politica estera sono praticamente identici ai Tweedle Repubblicani. Lo stile è differente, ma la stoffa è tagliata dallo stesso tessuto.
Ricordiamoci i bombardamenti di Clinton sulla Yugoslavia, i suoi raid sull’Iraq, la distruzione per vendetta dell’industria farmaceutica al-Shifa a Khartoum. Richiamiamo alla mente come il comandante della NATO di Clinton, Wesley Clark, andò quasi ad iniziare una guerra con la Russia per il Kosovo.
In sintesi, la sola differenza che c’è fra l’agenda neoliberale di Clinton e quella di Bush è quella che passa tra multilateralismo e unilateralismo. Bush è un cowboy solitario, mentre Clinton pretendeva che Europa e ONU salissero sul carrozzone neoliberale.
“Facciamoli fare le elezioni senza di noi,” scrive Kathy Fisher. “I media, ormai prostituiti, e gli speciali gruppi d’interesse e corporativi possono votare per il leccapiedi prescelto. Dopo tutto, sono le sole persone per le quali lavorano i politici. Il resto di noi dovrebbe boicottare questa falsa e fraudolenta elezione.”
La sola differenza che passa tra Bush e Kerry, secondo l’opinione di Mike Whitney, “è quella che passa tra il gettarsi da un dirupo su di una bicicletta o a bordo di una limousine. Il tipo di tragitto può essere diverso, ma è garantito lo stesso risultato”.
Gli idioti Tweedle Democratici accusano Ralph Nader di essere un guastafeste. Invece di criticare i Tweedle Repubblicani per avere derubato le elezioni del 2000, questi democratici se la rifanno con quell’insignificante 3% dei voti ottenuti da Nader.
E questo nonostante che gli exit polls del 2000 avessero dimostrato che Nader aveva preso i suoi voti in eguale misura da Bush e da Gore.
Un Tweedle Democratico che è stato per una volta idiota, lo sarà per sempre.
Se i Democratici avessero veramente voluto i voti dei progressisti, si sarebbero dati da fare nel cambiare il loro partito e trasformarlo da una pallida immagine specchiata di quello che i Repubblicani offrono in un partito che ha riscoperto le sue radici progressiste. Come ci appaiono adesso, la grande maggioranza dei Tweed Dems non hanno assolutamente niente in comune con Ralph Nader o con Dennis Kucinich, che è stato completamente marginalizzato e ignorato da quelli che Fisher chiama “le puttane dei media”.
Infatti, come sottolineato da Pilger, i Tweedle Democratici hanno un curriculum più consistente di macelleria che i Tweedle Repubblicani. “Come i sostenitori di Tony Blair, John Kerry e i suoi compagni ‘New Democrats’ provengono da una tradizione di liberalismo che ha costruito e difeso imperi come fossero imprese ‘morali’. Che il partito Democratico abbia lasciato una più lunga scia di sangue, furti e sottomissioni dei Repubblicani è un’eresia per i crociati liberali, la cui storia di crimini è sempre stata condotta sotto un nobile mantello”.
“Il portavoce guida del programma radicale interventista dei ‘New Democrats’ potrebbe essere il nuovo presidente” sottolinea Mark Hand. “John Kerry sta promovendo un progetto di politica estera chiamato “internazionalismo progressista”. E’ un concetto inventato in fretta e furia dai Democratici per cercare di convincere i potenziali sostenitori presenti nel mondo politico e corporativo che, se i Democratici conquisteranno la Casa Bianca, essi conserveranno il potere e l’influenza degli Stati Uniti in tutto il mondo, ma in modo più gentile rispetto alla attuale amministrazione”.
Naturalmente questo “modo più gentile” si deve tradurre con “omicidi di massa” e il risultato finale è esattamente identico a quello ottenuto dai meno gentili e più brutali Bushiti – morte per gli iracheni, afghani, haitiani, colombiani, nigeriani, senza contare gli altri. E’ sempre lo stesso tessuto quello che una volta centrifugato viene reso meno secco dagli ammorbidenti.
A Kerry piace presentarsi come un populista liberale.
Fred Barnes, editore del Weekly Standard, organo dei neocon finanziato da Rupert Murdoch di Fox, dice che il populismo di Kerry è un falso, buono per i suoi sostenitori e per i fedeli di partito, ma è insipido come una frittella per chiunque altro.
“A Boston Kerry ha una casa sulla lussuosa Beacon Hill,” scrive Barnes. “A Washington, vive in un podere vicino a Rock Creek Park, podere che appartiene al Partito Democratico… Come senatore da 19 anni, egli è sostenuto dalla corrente del liberalismo, non dal populismo di sinistra di figure marginali come Ralph Nader e Jim Hightower. Così è molto semplice concludere che il populismo di Kerry non riflette la sostanza dell’uomo. E’ solo una posa.“
Barnes ha dimenticato di menzionare che Kerry è anche un membro del Council on Foreign Relations, non esattamente un fiammeggiante bastione liberale, ma piuttosto una fraternita del Nuovo Ordine Mondiale. Come il suo rivale, Bush, Kerry è un Bonesman. E sebbene Barnes non lo abbia mai ammesso, il “liberalismo a grande diffusione” non è molto diverso da quello che vogliono i Repubblicani, almeno per quanto riguarda la politica estera, e questo grazie in particolare al “New Democrat” William Jefferson Clinton e al suo progetto, il Democratic Leadership Council.
Oh, e poi ci sono i quasi 640.000 dollari che il populista anti-corporazioni, Kerry, ha ricevuto dalle lobby. Molti di questi lobbisti delle corporazioni rappresentavano compagnie di telecomunicazioni e finanziarie già in affari prima dell’esame della commissione (‘the Senate Commerce, Science and Transportation Committee’) secondo i dati della Commisione federale elettorale compilati da un Centro nonparitsan. “Ecco l’uomo che si appella ai sospetti popolari contro i politici “che stanno dentro le cose e gli affari”, quando invece ne è il più grande esempio” Mark Rozell, del Dipartimento di Politica all’Università Cattolica di Washington, “Non è esatto dire che egli non abbia ‘connessioni’ e sia incontaminato dalle lobby”.
“Il Senatore Kerry ha preso contributi personali da lobbisti, ma non ha smesso di combattere contro interessi particolari e in favore degli americani” ha detto il portavoce di Kerry, Stephanie Cutter al Washington Post, prendendo la maggior parte di noi per stupidi. “Se qualcuno pensa con un contributo di comprare il voto di Kerry, sta buttando via il suo denaro”.
Che ci resta da dire?
Mi scusi, Sig.ra Cutter, tale nonsenso, lampantemente assurdo, può funzionare per il vostro disperato e patetico Tweedle Democratico convinto del “chiunque eccetto Bush”, ma per quelli di noi che hanno ancora i lobi frontali intatti ciò non potrà mai essere credibile. Le corporazioni comprano i voti, non gettano via denaro ai politici perchè amano gli antipasti alle feste di beneficenza o l’ultimo taglio ai saloni chic di Cristophe.
A tutti gli idioti Tweedle democratici progressisti internazionalisti:
a novembre, quando voterai per Kerry, tu voterai per gli omicidi di massa e per flagranti violazioni della legge internazionale. Come i Buoni Tedeschi della Germania Nazista, sarai colpevole di aver appoggiato i crimini contro l’umanità. Non mi far sentire i tuoi lamenti il giorno che te ne renderai conto. Non dare la responsabilità a Bush. Ricordati che John Kerry ha votato per invadere l’Iraq, come la maggioranza dei Tweedle Democratici al Congresso.
Kerry ha anche votato per il Patriot Act.
“Esso riflette,” egli glorificò al Senato, “un’enorme quantità di duro lavoro da parte dei membri della Commissione Finanziara e della Commissione Giudiziaria del Senato. Io mi congratulo con loro e li ringrazio per il loro lavoro”.
Duro lavoro? Come è noto a tutti, ormai, non ci fu neppure uno che lo lesse, ma tutti semplicemente alzarono il pollice in alto perchè temevano che Bush li definisse cattivi disfattisti non patriottici.
Ed infine, Kerry ha votato per il NAFTA, così non vi è commiserazione per il tuo lavoro perso. Passaci sopra. McDonalds sta assumendo e questi impieghi rientrano ora nell’industria manufattiera.
La prossima volta – se c’è una prossima volta – vota Ralph Nader.
Kurt Nimmo è un fotografo, artista multimediale e scrittore che vive nel New Mexico. Egli è autore di “Another Day in the Empire: Life in Neoconservative America” (Dandelion Books, 2003). Per vedere le sue fotografie e leggere altri suoi articoli, visita il suo eccellente weblog “Another Day in the Empire”.
Da www.dissidentvoice.org
March 9, 2004
Traduzione di comedonchisciotte.net