Prima della Scala, standing ovation per Mattarella. 4 minuti di applausi e grida “bis” dal pubblico. (La Repubblica)
L’applauso, ancora una volta. Lunghissimo, scrosciante: 5 minuti ininterrotti. (Huffington Post)
Prima alla Scala, 6 minuti di applausi per Mattarella: il pubblico grida “bis” . (Rai News)
Un applauso “infinito” per Mattarella. (La Stampa)
Scala: interminabili applausi per il Presidente Mattarella alla Prima del Macbeth. (Gazzetta di Parma)
[Fuori classifica]
Ovazione per Mattarella. Dodici i minuti finali di applausi finali per “Macbeth”. (Fanpage)
I titoli sopra riportati, autentico distillato di pluralismo dell’informazione, trattano dell’accoglienza tributata a Sergio Mattarella alla cosiddetta “Prima della Scala” martedì scorso a Milano.
Il Presidente, vedovo dal 2012, era accompagnato dalla figlia Laura (presentata sul sito del Quirinale come “Signora Laura”); quando si sono affacciati dal palco loro riservato, elegantemente mascherinati e con Sala e Franceschini alle spalle, il pubblico ha reagito con una “standing ovation” durata un numero imprecisato di minuti (ma comunque tantissimi).
Principale evento mondano di quella che fu la “capitale morale” d’Italia, la “prima” della Scala è stata per decenni associata a proteste politiche. La cosiddetta “crema” della società radunata per l’occasione attirava orde di contestatori quando ancora erano vive le coscienze politiche. Dopo i sessantottini e i settantasettini, negli anni del nuovo millennio il testimone era stato ripreso dai centrosocialisti. L’altro ieri c’erano poche decine di persone legate al sindacato CUB. Protestavano, oltre che contro il Drago e la sua politica economica, anche per chiedere provvedimenti più incisivi contro il “cambiamento climatico”.
Mentre fuori gli “ultimi” davano vita alla loro “Prima” (lo slogan è loro e chissà quante volte l’avranno usato), all’interno della Scala i “primi” si spellavano le mani per celebrare il “Primissimo”.
Il Potere si nutre (anche) di applausi, lo Spettacolo pure; lo Spettacolo del Potere ha come sottofondo permanente un “muro del suono” di scroscianti battimani.
Uno che la sapeva lunga di Potere e Spettacolo ebbe a dire ai margini di un concerto, mentre il pubblico batteva candidamente le mani per omaggiarlo:
I loro applausi coprono le nostre grida: siamo noi a bruciare a fuoco lento in questo osceno rituale.
di Moravagine per Comedonchisciotte.org