di Shahrokh Saei (dal Tehran Times)
traduzione di Dersu Uzala per comedonchisciotte.org
Alla fine, l’operazione militare del 7 ottobre condotta dal movimento di resistenza palestinese Hamas e i recenti attacchi missilistici e con droni dell’Iran contro Israele hanno messo seriamente in discussione l’aura di invincibilità del regime.
Oltre 1.100 persone sono state uccise quando Hamas ha condotto l’operazione Al-Aqsa Flood nel sud di Israele e più di 250 sono state fatte prigioniere. Decine di prigionieri sono ancora a Gaza.
Poco dopo il lancio dell’attacco a sorpresa da parte di Hamas, i media occidentali hanno riconosciuto che l’operazione ha messo in luce il fiasco dell’esercito israeliano.
Le Monde scrisse allora che le difese dell’esercito israeliano “sono crollate come un castello di carte” di fronte all’attacco di Hamas.
In seguito all’operazione di Hamas, l’esercito israeliano dichiarò guerra a Gaza con l’obiettivo di sradicare Hamas e restituire i prigionieri.
A quasi 200 giorni dall’inizio della guerra, il regime del Primo Ministro Benjamin Netanyahu non è riuscito a ottenere una “vittoria totale” su Hamas e a “distruggerlo”.
Netanyahu ha cercato di nascondere la vulnerabilità e la debolezza del regime di fronte alla resistenza palestinese, giurando di continuare la guerra fino all’eliminazione di Hamas.
Hamas senza fine
Dal 7 ottobre, il capo militare israeliano Herzi Halevi ha generalmente parlato di “smantellamento” piuttosto che di eliminazione o sradicamento di Hamas, un termine che implicitamente riconosce che nemmeno una guerra prolungata sarà in grado di distruggere il gruppo di resistenza.
A metà febbraio, le valutazioni dell’intelligence militare israeliana hanno dimostrato che anche se il regime smantellerà le capacità militari organizzate di Hamas, quest’ultimo continuerà a operare a Gaza.Le valutazioni hanno anche indicato che “rimane un autentico sostegno” per Hamas tra i gaziani.
A marzo, nel suo rapporto annuale, la comunità di intelligence statunitense ha affermato che Israele dovrà probabilmente affrontare la resistenza di Hamas “per anni a venire”.
Anche i funzionari occidentali hanno riconosciuto che Israele non sarà in grado di vincere la resistenza palestinese.
Il 18 febbraio il capo della politica estera dell’UE ha dichiarato che Israele ha bisogno di una soluzione politica, non militare, al conflitto con i palestinesi.
Parlando durante una tavola rotonda a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, tenutasi in Germania, Josep Borrell ha avvertito che Israele non può sconfiggere Hamas con mezzi militari.
Israele ha affamato i palestinesi nella Striscia di Gaza e ha ucciso più di 34.000 persone nel territorio assediato, ma non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi militari.
Sulla scia dell’assalto a Gaza, Israele ha effettuato frequenti attacchi in Siria. I raid aerei del regime hanno ucciso consiglieri militari iraniani che erano stati dispiegati in Siria su invito del Paese arabo per aiutarlo a combattere gruppi terroristici come Daesh.
Diversi consiglieri militari iraniani, tra cui un alto comandante, sono stati assassinati dopo che un attacco israeliano ha demolito il consolato iraniano a Damasco il 1° aprile.
Due settimane dopo, l’Iran ha lanciato una salva di oltre 300 droni e missili contro Israele come rappresaglia per il bombardamento israeliano. Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) ha soprannominato l’operazione “Vera Promessa”.
La grande salva iraniana ha trasformato la geopolitica dell’Asia occidentale.
Errori di calcolo di Israele
Dopo la rappresaglia iraniana, diversi funzionari americani hanno affermato che gli israeliani hanno fatto male i conti, pensando che Teheran non avrebbe reagito con forza, secondo il New York Times.
“Dopo che è diventato chiaro che l’Iran si sarebbe vendicato, i funzionari statunitensi e israeliani hanno inizialmente pensato che la portata della risposta sarebbe stata abbastanza limitata, prima di rimettersi a rivedere le loro valutazioni più e più volte”, ha riferito il quotidiano americano.
Anche l’ex comandante della difesa aerea israeliana, il generale di brigata Zvika Haimovich, ha riconosciuto che l’Iran è una “superpotenza nei missili balistici tattici e negli UAV“.
I suoi commenti ricordano un’ammissione simile fatta dall’ex capo del Comando centrale statunitense Kenneth McKenzie.
In una testimonianza del 2021 davanti alla Commissione per i Servizi Armati del Senato, McKenzie ha affermato che gli Stati Uniti “operano senza una completa superiorità aerea” per la prima volta dalla guerra di Corea, a causa delle capacità dei droni iraniani.
Vulnerabilità di Israele
L’ex diplomatico americano veterano Chas Freeman, che è stato ambasciatore degli Stati Uniti in Arabia Saudita (1989-92), ha affermato che l’Iran ha colpito attentamente obiettivi militari israeliani durante i suoi attacchi con droni e missili.
“Sembra che in una delle principali basi del sud, dove hanno colpito, siano stati in grado di raggiungere un livello di precisione straordinario”, ha dichiarato.
Freeman, ora senior fellow presso il Watson Institute for International and Public Affairs della Brown University, ha aggiunto che gli israeliani mentono sui danni causati dagli attacchi iraniani.
“Quello che hanno dimostrato è che hanno la capacità di intasare e rendere sovraccariche le difese israeliane. Ora sanno dove sono tutti i radar e i siti missilistici”, ha aggiunto.
Il diplomatico statunitense in pensione ha osservato che gli attacchi iraniani con droni e missili hanno messo a nudo la vulnerabilità di Israele.
“L’Iran è riuscito a gettare nel panico la popolazione israeliana…. può sopraffare le difese di Israele se decide di farlo e Israele non può difendersi senza la partecipazione attiva di Stati Uniti, Regno Unito, Francia e, in questo caso, Giordania”,
ha affermato.
Freeman ha aggiunto: “Da un punto di vista strategico, dal punto di vista del soft power, è stato un enorme successo; l’Iran ha raggiunto i suoi obiettivi e ha lasciato Israele con un dilemma intollerabile. Israele non può continuare a comportarsi come se potesse agire impunemente”.
Se Israele ora assassinasse un iraniano, Teheran si vendicherebbe a sua volta, ha detto Freeman.
Ha sottolineato che l’Iran ha ottenuto la neutralizzazione delle forze americane nel Golfo Persico, che ha cercato a lungo sulla scia degli attacchi a Israele.
L’operazione True Promise e l’operazione Al-Aqsa Flood hanno scosso il regime israeliano nel profondo.Le operazioni hanno chiarito che le regole di ingaggio in Asia occidentale sono completamente cambiate.
L’operazione True Promise ha dimostrato che Israele, percepito come una potenza militare e di intelligence assoluta, non è altro che una tigre di carta.
Anche l’operazione Al-Aqsa Flood ha infranto l’immagine di invincibilità di Israele e ha evidenziato che l’era del “mordi e fuggi” è finita.
Di Shahrokh Saei, tehrantimes.com
21.4.2024
Fonte: https://www.tehrantimes.com/news/497451/Paper-tiger
Traduzione di Dersu Uzala per Comedonchisciotte.org