SUONANDO IL SITAR

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Alcune note di politica italiana

Il sitar è uno strumento a corde indiano particolarmente complesso da suonare. Dicono gli indiani che per suonare il sitar ci vogliono due vite: la prima vita serve per imparare a suonarlo e la seconda per suonare. Da una rapida verifica su wikipedia vedo che il suonatore di sitar più famoso è nato nel 1920.

Non posso fare a meno di notare analogie tra i politici italiani ed i suonatori di sitar. Sembra che la politica italiana sia diventata una faccenda così complessa che non basta una vita per padroneggiarla. O forse è necessaria una vita di lavoro simile a quello del ragno prima di riuscire a costruire una tela così solida da reggere un politico importante (di peso).
La tripartizione italiana

Anche se spesso sento parlare di un’Italia divisa in due, il sistema politico italiano, di per sé ha tre poli: una destra, una sinistra ed il cosiddetto centro cattolico. Il fatto che i cattolici siano catalogati di centro non impedisce a loro di essere i più estremisti di tutti: per esempio nel riportare in Italia l’inquisizione ed altre divertenti pratiche medievali (qualcuno sta ripensando all’indice dei libri proibiti). Che poi la legge elettorale sia stata fatta apposta per tagliarli in due è un fatto su cui sarebbe interessante approfondire.

Le cose meno evidenti

Mentre i velinari di regime stanno lì appiccicati al Palazzo a raccogliere le dichiarazioni dei potenti, al di fuori nel paese ci sono ancora forze vitali ed appena sono state liberate hanno cominciato a fare cose sconvolgenti. Troppi avvenimenti sono successi dopo le elezioni e la loro coincidenza temporale non può essere casuale.

Il primo è la cattura di Provenzano, avvenuta subito dopo le elezioni ma probabilmente concordata prima, perché in Italia non si cattura un boss mafioso che da oltre 40 anni stava praticamente a casa sua, senza qualche accordo.

In seguito c’è stata la sentenza dell’authority (Autorità garante per le comunicazioni), che ha stabilito l’incompatibilità del direttore generale della RAI, con una multa di 363 mila euro per Meocci e 14,3 milioni per la RAI.

La Cassazione si è messa a lavorare e siamo riusciti a vedere Previti in gita a Rebibbia. Peccato sia finita troppo presto.

Quasi nascosta la sentenza (resa nota a metà maggio) dell’antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) che ha multato per 57 milioni di euro le aziende (otto) che distribuiscono gas tecnico, per accordi lesivi della concorrenza.

Per finire scoppia il bubbone del calcio, di cui molto marciume era noto da tempo. Ma il bubbone scoppia ora.

Insomma qualcosa si è sbloccato.

Insulti

Nel centro destra l’insulto è uno strumento di lavoro così abituale che la gente comincia ad essere anestetizzata. Ma alcuni insulti alle istituzioni superano ogni limite e vanno fatti notare.

1) Il voto è segreto perché ciascuno deve essere libero di votare secondo coscienza, in particolare se si tratta dell’elezione del Presidente della Repubblica da parte del Parlamento a Camere riunite. La Banda Bassotti è riuscita a prendersi gioco di questo principio fondamentale costringendo deputati, senatori e rappresentanti regionali a votare di corsa, anzi entrando nell’urna con la scheda già chiusa in modo che fosse evidente a chiunque che stavano votando scheda bianca. Non dovrebbero servire altre prove per capire che tutto lo schieramento di centro destra è incompatibile con la democrazia.

2) La Costituzione prevede l’istituto del senatore a vita, che è senatore a tutti gli effetti perché è stato presidente della repubblica, oppure perché è stato nominato dal presidente della repubblica. In aperto contrasto con la lettera e con i principi ispiratori della Costituzione la tessera 1816 della loggia massonica P2 ha avuto l’ardire di affermare che i senatori a vita erano amorali nel momento in cui hanno svolto il loro compito, che era quello di decidere o meno la fiducia al governo Prodi.

Ma in effetti la Costituzione della loggia P2 è già pronta ad entrare in funzione, a meno che non la blocchiamo con il prossimo referendum.

La lezione più dura sul dialogo (il negoziare)

Si parla tanto di necessità di dialogo oggi in Italia e non ne capisco il motivo: se non si ripristina il rispetto delle regole ogni spazio lasciato alla tessera massonica n°1816 è equivalente ad una martellata sui propri coglioni. La lezione più dura che, a mie spese, ho dovuto imparare sul dialogo, è che in alcune situazioni non ci deve essere alcuno spazio di negoziazione. Forse anche D’Alema, con la sua esperienza della bicamerale ( nel 1997 –1998), la pensa allo stesso modo.

In effetti ciò che il centro destra vorrebbe non è il dialogo ma l’inciucio.

Energia

Quello che a me appare il problema più grosso, cioè la dipendenza energetica dall’Italia da fonti esterne di cui qualcuno può chiudere il rubinetto (Putin l’ha fatto) sembra del tutto assente nei discorsi dei media. Sembra sia un argomento molto meno interessante delle preferenze sessuali dei ministri (vere o presunte che siano). Probabilmente si lascia incancrenire il problema fino al momento in cui non diventi un’emergenza, in modo da poter adottare provvedimenti eccezionali. Ci si riconduce così al tradizionale metodo di lavoro italiano, in cui la deroga prevale sulla norma ed il cavillo sulla legge.

Se non fosse che di soldi ce ne sono pochi, ci si potrebbe aspettare delle centrali nucleari costruite con soldi pubblici e gestite da privati.

Il debito pubblico come peccato originale

Quando sento mantra e giaculatorie sul debito, non posso fare a meno di vedere il debito pubblico come la riedizione del peccato originale, riadattata per la religione economica del terzo millennio.

Nella religione cattolica tutti nasciamo già con un peccato alle spalle, abbiamo il peccato originale da recuperare, ancora dobbiamo nascere e già siamo colpevoli. Dobbiamo abbassare la testa e lavorare con impegno per recuperare la colpa.

Nella religione liberista tutti nasciamo con un peccato alle spalle, abbiamo il debito pubblico da recuperare, ancora dobbiamo nascere e già siamo in debito. Dobbiamo abbassare la testa e sgobbare per recuperare il debito.

Cosa aspettarsi dal governo Prodi

Tasse, tributi, imposte, accise, gabelle, balzelli, focatici, acquatici, erbatici, …
Questo centro sinistra non è gran che, ma per ora non abbiamo di meglio.

Truman Burbank
26.05.2006

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