Stanno prendendosi tutto: il furto dei Beni Comuni Globali – Parte prima

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Iain Davis
off-guardian.org

Persone che nessuno di noi ha eletto, persone che controllano la finanza internazionale, tutte le attività corporative e di business, le politiche governative e le relazioni internazionali, hanno dato vita ad un sistema che permetterà loro di accaparrarsi i “beni comuni globali.”

Si tratta del Parternariato Globale Pubblico Privato (GPPP) e, benché nelle sue fila si trovino rappresentanti eletti dal popolo, questi non determinano né la sua “agenda“ né le sue politiche. Dobbiamo conoscere chi sono i membri del GPPP e capire le implicazioni delle loro mosse, in che modo questo gruppo di interesse globale sta per accaparrarsi le risorse globali e perchè dovremmo opporre resistenza.

Nei due articoli di questa serie proveremo a rispondere a queste domande. Se riusciremo a capire cosa i think tanks globalisti e gli altri “policy makers“ intendono per beni comuni globali potremo iniziare a renderci conto della portata delle loro ambizioni, e questo ci farà rimanere a bocca aperta.

Per celare le loro vere intenzioni usano insistentemente un linguaggio ingannevole. Termini come “inclusivo,“ ”sostenibile,“ “equità“ e “resilienza“ vengono spesso utilizzati per far passare il concetto di un vago (ma fasullo) amore per la natura. Dobbiamo decostruire il loro linguaggio per capire pienamente le loro intenzioni, nella speranza di poter resistere e fermarli.

Mentre siamo stati distratti e condizionati dall’apparente pandemia globale, o pseudopandemia, il Parternariato Globale Pubblico Privato (GPPP), che ha orchestrato questo caos, è stato molto occupato. Questa gente ha creato un sistema di valori che li porterà al controllo economico totale e globale. Questo sistema si fonda sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) ed utilizza le cosiddette metriche del capitalismo azionario (Stakeholder Capitalism Metrics – SCM).

Questo nuovo sistema economico globale è ciò che i politici indicano con la formula “Ricostruire meglio.“ È l’essenza stessa del Grande Reset del World Economic Forum.

L’avere gettato le fondamenta di un nuovo sistema monetario e finanziario internazionale (IMFS) è stata la chiave della pseudopandemia. Il nuovo sistema emergerà dalla volontaria distruzione dell’economia provocata dalle risposte politiche alla Covid 19. Era tutto progettato.

La frase “Ricostruire meglio“ era stata usata per la prima volta dal presidente americano Clinton dopo lo tsunami in Indonesia, nel 2004. Durante la pseudopandemia è stata adottata dai politici, a livelo globale, per segnalare che è in corso il progetto di accaparramento delle “risorse globali.“

Più avanti esamineremo in modo più dettagliato le agende 21 e 2030 delle Nazioni Unite, in quanto sono la chiave del furto di tutte le risorse comuni, ma, per il momento, possiamo riferirci ad esse per capire cosa voglia effettivamente dire “Ricostruire meglio.“ Questo spiegherà il perché i politici di tutto il mondo utilizzino questo slogan.

Nel Sustainable Development Goal (SDG) 11 (b) dell´Agenda 2030 si legge:

“Entro il 2020 [occorrerà] incrementare sostanzialmente il numero di città e di insediamenti umani che adottino ed implementino politiche e piani integrati che portino … ad un adattamento al cambiamento climatico, alla resilienza verso i disastri e che sviluppino ed attuino, in linea con la Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030, un management completo contro i rischi da disastri a tutti i livelli.“

La Sendai Frameword for Disaster Risk Reduction (SFDRR), scritta nel 2015, stabilisce:

“La fase della ripresa, della riabilitazione e della ricostruzione, che deve essere preparata in previsione di un disastro, rappresenta una opportunità critica per “Ricostruire meglio,” il riconoscimento dei gruppi di interesse e dei loro ruoli, la mobilizzazione di investimenti sensibili ai rischi per evitare la creazione di nuovi rischi;

(…) [per] il rafforzamento della cooperazione internazionale e della partnership globale (…) è necessario continuare a rafforzare la buona governance in materia di strategie a livello nazionale, regionale e globale per la riduzione dei rischi da disastri (…) ed usare la ripresa e la ricostruzione post-disastri per un “Ricostruire meglio,“ supportato da modalità rafforzate di cooperazione internazionale…

Sono necessarie una visione chiara, progetti, competenze, guida e coordinazione con i diversi settori ed attraverso di essi, così come la partecipazione di rilevanti gruppi di interesse … e la collaborazione e la partnership di meccanismi ed istituzioni per implementare gli strumenti rilevanti ai fini della riduzione del rischio di disastri e dello sviluppo sostenibile.“

La politica del “Ricostruire meglio“ era stata preparata prima dell’arrivo della Covid-19. Fa parte di una politica prepianificata per la gestione del rischio e la preparazione alla ricostruzione post “disastro.“ Significa la partecipazione globale di gruppi di interesse rilevanti per rafforzare la cooperazione internazionale e la partnership globale, al fine di implementare strumenti che permettano di raggiungere uno sviluppo sostenibile.

SDG 11 (b) era un piano per incrementare sostanzialmente il numero globale degli insediamenti umani che avessero adottato politiche per “Ricostruire meglio“ entro il 2020. Questo SDG è stato realizzato grazie alla pseudopandemia della Covid-19. In particolare, si è verificata la “mobilizzazione degli investimenti sensibili ai rischi“ prevista nella SFDRR.

Le “Stakeholder Capitalism Metrics“ (SCM) erano state create dal World Economic Forum, che si autodefinisce un’organizzazione internazionale per la cooperazione tra pubblico e privato. In combinazione con l´SDG previsto dall´Agenda 21 e 2030, le SCM permetteranno al GPPP di accaparrarsi l´intero globo terrestre, tutte le sue risorse, proprio tutto, noi compresi.

Allo scopo di controllarci, ci stanno portando verso una tecnocrazia in cui lo stato di bio-sicurezza costituisce il meccanismo centrale di controllo. La salute pubblica è ciò su cui si focalizza la sicurezza globale ed il controllo centralizzato dell´intero sistema è stato instaurato durante la pseudopandemia, e ne è anche il risultato.

L’IMFS è stato progettato per legare il nostro impegno per la bio-sicurezza al Reddito di Base Universale (UBI o simili redditi di Stato) che saranno pagati con valuta digitale emessa dalle banche centrali (Central Bank Digital Currency – CBDC).

Ciò assicurerà la nostra accondiscendenza, in quanto le banche centrali useranno algoritmi di intelligenza artificiale, (track and trace, passaporti vaccinali o altre forme di sorveglianza basate sui crediti sociali) per monitorare e controllare tutte le nostre transazioni, il nostro comportamento e i nostri movimenti.

Il terribile “bussare alla porta“ dei sistemi autoritari verrà sostituito con il “beep” del mancato funzionamento della carta di credito, altrettanto autoritario. Se con i tuoi soldi non puoi comprarti il cibo, non importa quanti ne hai. Obbedire o morire di fame diventa una concreta possibilità. In questi due articoli esploreremo questa “nuova anormalità.“ Come essa comprenda l’accaparramento di ogni cosa da parte di capitalisti appartenenti a determinati gruppi di interesse e come le corporazioni prescelte e vincenti si spartiranno le risorse terrestri. Questo è l´apice del “Ricostruire meglio“ progettato per rispondere alla pseudopandemia.

Durante tutta la pseudopandemia il World Economic Forum (WEF) si è assunto la guida delle PR riguardanti ill progetto di ripresa. Il suo Grande Reset non è altro che il rimodellamento di un´idea vecchia di centinaia di anni, se non di migliaia. Si tratta dell’auto convincimento che alcune persone speciali siano destinate a guidare tutte le altre, e che quindi ne abbiano il diritto. Queste persone non hanno bisogno di alcun mandato democratico e neppure del supporto popolare. Il loro diritto a governare è un´assioma imperativo. Il WEF reclama per sé il diritto a dirigere i settori chiave della politica globale. Intende farlo aiutando i leader mondiali ad organizzare il “cambiamento distruttivo.“

[Il WEF] si è posizionato come la principale organizzazione di facciata del GPPP per la gestione della Quarta Rivoluzione Industriale, occupandosi delle istanze di sicurezza globale e del problema delle risorse globali. È importante notare come il WEF non sia il solo a coltivare queste ambizioni, ma, piuttosto, il principale proponente dell’ampia piattaforma di politica del GPPP. Noi punteremo la nostra attenzione su una particolare sfera di interesse della sua autoproclamata autorità : il controllo delle risorse globali.

Le Nazioni Unite (UN) agiscono da hub politico per il GPPP. [L’ONU] permette ai gruppi di interesse di introdurre nella nascente struttura della governance globale le politiche formulate dai think tank. L’agenda politica desiderata può poi essere modellata e poi fatta filtrare nei governi nazionali e locali di tutto il pianeta.

Nel numero di Our Planet del settembre 2011 le Nazioni Unite descrivevano le risorse globali come “le risorse comuni che nessuno possiede, ma su cui si basa tutta la vita.“ Nel 2013, il Systems Task Team delle Nazioni Unite aveva sviluppato questo concetto e pubblicato la “Global governance and governance of the global commons in the global partnership for development beyond 2015.“

Qui si legge:

“Il diritto internazionale identifica quattro risorse globali, vale a dire i mari, l´atmosfera, l´Antartide e lo spazio … Le risorse di interesse o di valore per il benessere della comunità delle nazioni (quali le foreste tropicali e la biodiversità) sono state recentemente incluse nel gruppo tradizionale delle risorse globali … alcuni definiscono le risorse globali in modo persino più ampio, includendovi la scienza, l’istruzione, l’informazione e la pace … non ci si può prendere cura delle risorse globali senza una governance globale.“

Il vezzo di ampliare la definizione delle risorse globali era proseguito. Nell’aprile 2020, la banca che fa capo ai Rothschild, la Global Environment Facility, ci aveva offerto una lista ancora più ampia delle risorse comuni sulle quali si basa la vita di tutti:

“Al fine di proteggere le nostre risorse comuni l´umanità deve sviluppare nuove forme di business per ottenere una trasformazione del cibo, dell’energia, delle città e dei sistemi di produzione e consumo. Ci vorranno coalizioni che riuniscano governi, imprese, finanza e cittadini per realizzare questo obiettivo.”

Questa coalizione non è altro che il GPPP e i cittadini verranno coinvolti, attraverso la società civile, solo se acconsentiranno a promuovere l´agenda politica stabilita.

Nel dicembre 2020 il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, aveva illustrato il concetto di risorse globali.

Parlando alla platea riunita alla Columbia University, l’istituzione accademica portabandiera dello sviluppo tecnocratico, aveva detto:

“Per semplificare, il pianeta è malato … le attività umane sono la causa della nostra discesa verso il caos … la ripresa dopo la pandemia rappresenta un’opportunità … È ora di passare alla trasformazione verde (green switch). Abbiamo l’opportunità di non fare semplicemente riprendere l’economia mondiale, bensì di modificarla … Dobbiamo trasformare questo momento in un movimento …

Tutto è intercollegato, le risorse globali e il benessere globale … Ciò significa: aree di conservazione più numerose, più grandi e organizzate in modo efficace … agricoltura e pesca votate alla biodiversità … Sempre più persone comprendono la necessità, per le loro scelte quotidiane, di ridurre la loro impronta di carbonio e rispettare i limiti del pianeta … Dalle proteste nelle strade all’attivismo on line … dall’istruzione scolastica all’impegno comunitario … dalle raccolte di firme ai posti di lavoro …

Non possiamo tornare alla vecchia normalità … abbiamo un progetto: l’Agenda 2030, gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) e l’accordo di Parigi sul cambiamento climatico … È giunto il momento di trasformare i rapporti degli esseri umani, reciproci e con il mondo naturale.“

Ecco che, di nuovo, troviamo i temi ricorrenti del GPPP. Il pianeta deve essere salvato da noi stessi, noi siamo una pestilenza che deve essere controllata; la Covid-19 si è rivelata un’opportunità per trasformare l’economia globale; la nostra sopravvivenza si identifica con la gestione del GPPP delle risorse globali, tutto deve essere trasformato.

Pronti da arraffare sono non solo gli oceani (con tutto ciò che contengono e che c’è sotto di loro), l´atmosfera (l´aria che respiriamo), l´Antartide (il solo continente protetto da un trattato internazionale) e l´universo, ma l’avidità del GPPP non finisce qui.

L’energia (tutte le risorse naturali), la produttività e ciò che ci permette di vivere (i posti di lavoro), la biodiversità (gli ecosistemi e la vita sulla Terra), il territorio (le aree di conservazione), l’agricoltura e la pesca (tutto il cibo), i nostri consumi e i nostri comportamenti (l’impronta di carbonio), i luoghi dove ci è permesso esistere (i confini del pianeta), le nostre opinioni ed il sistema politico. L’istruzione, le comunità in cui viviamo e persino le nostre relazioni: tutto deve essere controllato e trasformato dal GPPP.

I “beni comuni globali“ sono, in pratica, il GPPP. Tutto ciò che è vita, risorsa, terra, acqua, aria, stelle e tutti noi. La loro intenzione è quella di dominare su tutto.

I beni comuni globali non sono fissati una volta per tutte. Ulteriori aspetti della nostra esistenza vengono aggiunti di continuo. Nel giugno 2021, il WEF ha pubblicato “The Case for the Digital Commons .“ Ogni volta che vogliono includere qualcos’altro nella lista, usano il linguaggio dello sviluppo sostenibile. Non importa che non abbia alcun senso, quello che conta è vendere il concetto usando i giusti neologismi:

“La Covid-19 ha messo in risalto ed accelerato la centralità della tecnologia digitale nella nostra vita. Tuttavia, l’ecosistema digitale è uno degli aspetti più diseguali e disfunzionali delle nostre vite collettive. Come possiamo costruire un ecosistema digitale che assicuri un’ampia partecipazione e prosperità? Noi pensiamo che una visione orientata a considerare l’infrastruttura tecnologica come un bene comune digitale potrebbe indicare la strada per raggiungere un ecosistema inclusivo e sostenibile, insieme a vantaggi sociali condivisi.“

Adesso rivendicano l’autorità di regolare Internet e tutta la comunicazione tecnologica digitale. Ancora una volta, è chiaro come la pseudopandemia sia stato il catalizzatore di questa trasformazione e come i governi siano solamente dei partner destinati ad implementare l’agenda del GPPP. Noi siamo solo le vacche da mungere per finanziare la costruzione dell’impero:

“In questo periodo post pandemico di revisione e di riallineamento economico e sociale l’enfasi posta sui beni comuni digitali potrà indicare la strada per la ripresa, la solidarietà ed il progresso collettivi.

I governi dovranno adoperarsi per una vera regolamentazione dei sistemi controllati privatamente … nonché provvedere a raccogliere i finanziamenti necessari per un ecosistema di innovazione sostenibile che non dipenda da investitori in capitali di rischio o da grandi compagnie.“

È incredibile come una malattia respiratoria a bassa mortalità abbia potuto fornire una così immensa opportunità di trasformazione globale.

I leader del GPPP sapevano che la Covid-19 non rappresentava una minaccia così grave. Nel loro libro del 2020 COVID-19: The Great Reset, gli autori Klaus Schwab e Thierry Malleret scrivevano che la pseudopandemia era:

“Una delle pandemie meno letali che il mondo abbia visto negli ultimi 2000 anni … le conseguenze della Covid-19, in termini di salute e mortalità, saranno contenute … non si tratta di una minaccia esistenziale o di uno shock che lascerà la sua impronta per decenni sulla popolazione mondiale.“

Alla base di questo accaparramento generale vi è il capitalismo dei gruppi di interesse. Nel dicembre 2019 Schwab aveva scritto “What Kind of Capitalism Do We Want.“

Il “We“ del titolo non si riferisce a “noi,” ma al GPPP, perchè, secondo l’articolo, noi dovremmo essere tutti d´accordo sulla definizione dei problemi globali data dal GPPP. Schwab aveva scritto:

“Il capitalismo degli stakeholder, un modello che ho proposto più di mezzo secolo fa, colloca le aziende private come fiduciarie della società e rappresenta chiaramente la migliore risposta alle odierne sfide sociali ed ambientali.“

L´uso del termine “fiduciario“ (trustee“), da parte di Schwab, è degno di nota. Ha una specifica definizione legale:

“Persona scelta, o indicata dalla legge, per eseguire un’operazione fiduciaria (trust); operazione in cui un’istituzione, interesse o potere è investito, espressamente o implicitamente, del potere di amministrare o esercitare il trust a beneficio o ad uso di qualcun altro.“

Non è affatto evidente che le aziende globali debbano essere considerate fiduciarie della nostra società. Molti di noi obietterebbero sul perché non ci sia stato chiesto. Non vi è nulla che giustifichi la pretesa di Schwab.

Io parlo solo per me stesso, ma oserei pensare che la maggior parte della gente ritenga che siano state proprio le aziende globali ad aver contribuito in modo significativo alla creazione dei problemi sociali ed ambientali che stiamo affrontando. Perché dovremmo credere che sabbero in grado di trovare le soluzioni?

Quella di Schwab è un´asserzione ridicola. Eppure, è ciò che perseguono gli stakeholder capitalisti. È anche la base dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite e delle loro politiche per l´Agenda 21 e 2030.

Nonostante le loro pretese di onniscienza il GPPP e i suoi leader, come il WEF e l´IMF, non sono infallibili. Sono fatti di persone, di certo non diverse da chiunque altro sulla Terra.

Stanno collaborando ad uno sforzo globale immenso, benché non senza precedenti. Molti stanno cominciando a pensare che un’operazione di così vasta portata sia impossibile. Perché lo pensino è difficile dirlo.

Abbiamo già avuto due guerre mondiali che avevano richiesto un simile grado di cooperazione internazionale. Anzi di più, se consideriamo che in quegli sforzi collettivi erano state coinvolte intere popolazioni.

Ci sono molte aziende globali che portano a termine complicate operazioni internazionali. Operazioni di logistica mondiale, finanza internazionale ed allineamento normativo transfrontaliero. Queste imprese che operano a livello planetario si basano per lo più su una struttura di gestionale gerarchica ed autoritaria. Solo poche figure di alto livello dirigenziale hanno una visione dell’intero sistema. Il GPPP si basa esattamente su questo principio.

Tuttavia, dal momento che le organizzazioni sono guidate da gente normale, si verificano anche degli errori. Nel settembre 2020, il WEF aveva prodotto un video promozionale in cui asseriva, dal suo punto di vista, che “non possederai nulla e sarai felice.“ Le reazioni erano state assolutamente negative e il risultato un disastro di PR. Il video era stato subito ritirato, ma troppo tardi per nascondere la vera intenzione del GPPP.

In ogni caso, l´articolo originale su cui si basava il video può ancora essere letto. Il pezzo era stato scritto dall´ex ministro dell’ambiente danese, attivista del clima e “young global leader“ del WEF, Ida Auken. Ida è una portavoce del GPPP selezionata con cura.

Ida Auken

Il titolo è stato cambiato ed è stata aggiunta una nota illustrativa. Ida ha detto che il suo articolo non intendeva descrivere una sua “utopia“ e che la sua intenzione era quella di esplorare i pro e i contro di un possibile, prossimo futuro:

“Tutto ciò che si considerava un prodotto ora è diventato un servizio … Da quando l´intelligenza artificiale e i robot hanno cominciato a svolgere molto del nostro lavoro, improvvisamente abbiamo avuto il tempo di mangiare bene, dormire bene e stare con gli altri … Ogni tanto mi disturba il fatto di non avere una vera privacy. Non posso andare da nessuna parte senza essere registrata. So che tutto quello che faccio, penso e sogno è registrato da qualche parte. Spero solo che nessuno lo usi contro di me … Sono successe tutte quelle terribili cose: malattie dovute al nostro stile di vita, il cambiamento climatico, la crisi migratoria, il degrado ambientale, il congestionamento delle città, l’inquinamento dell´acqua e dell’aria, i disagi sociali e la disoccupazione. Abbiamo perso troppe persone prima di capire che potevamo fare le cose in modo diverso.“

L´offerta del GPPP è chiara. In cambio della sottomissione alla loro volontà e al fatto che possiederanno ogni cosa (i beni comuni globali) loro si prenderanno cura di noi.

Perché? È la domanda ovvia. Se saranno loro a controllare tutte le risorse della Terra, se tutto sarà gratis e a svolgere la maggior parte dei lavori saranno l’intelligenza artificiale e i robot, perché dovrebbero avere ancora bisogno di noi? In un sistema del genere non dovrebbe più esserci posto per noi. Sicuramente il fatto di avere perso “troppe persone“ suggerirebbe, come minimo, la presenza di una popolazione globale molto più ridotta.

Dobbiamo anche chiederci il perché il futuro intravisto da Ida dovrebbe essere necessario. Proprio come abbiamo visto con l´opportunità della Covid-19, si tratta della risposta ad una serie di crisi che darà la possibilità di “cambiare le cose.“

Stiamo già osservando l’effetto deleterio dei lockdown e della distruzione economica dovuta alla Covid-19. Un’ulteriore serie di crisi nei prossimi anni è una previsione ragionevole.

Come ha notato Schwab, la Covid-19] non costituiva una minaccia esistenziale. I disastri che probabilmente dovremo affrontare saranno il risultato della politica promossa dai rappresentanti del GPPP, come l’Organizzazione Mondiale della Sanitá, non di una malattia respiratoria.

Sarebbe facile liquidare le riflessioni di Ida come semplici pii desideri di un’ideologa. In parte lo sono. Tuttavia, se guardiamo all’Agenda 21 e 2030, la prospettiva non è tranquillizzante.

Anche se l’agenda dello sviluppo sostenibile è concepita in temini di preoccupazioni ambientali e di principi apparentemente umanitari, i dettagli delle politiche proposte presentano una prospettiva totalmente diversa.

Il vero orrore della visione di Ida non è il fatto che lei sia un membro della piccola cricca di rappresentanti del GPPP che si dedicano alla costruzione di questa distopica realtà, bensì il fatto che, nell´Agenda 21 e 2030, esiste già la cornice politica per far diventare realtà la sua visione distopica.

State attenti, il GPPP intende controllare ogni aspetto della Terra e delle nostre vite. È questa la trasformazione a cui stanno lavorando ed hanno usato la pseudopandemia per mettere in moto questa transizione. Non c´è opposizione politica al GPPP. Si tratta di pura Realpolitik. Tutto ciò di cui hanno bisogno per chiudere la trappola delle loro “soluzioni“ è la nostra accondiscendenza.

Insieme agli SDG, mentre noi eravamo preoccupati per una malattia respiratoria a bassa mortalità, il GPPP non solo ha iniziato, ma ha anche in parte completato il nuovo sistema monetario e finanziario globale.

Una volta installato, sarà il suggello di questo golpe e permettarà loro di accaparrarsi tutto, con il pretesto del prendersi cura dei beni comuni globali.

Nella seconda parte esploreremo in che modo ciò è stato fatto e quali elementi mancano al completamento del furto.

Iain Davis

Fonte: off-guardian.org
Link: https://off-guardian.org/2021/10/27/seizing-everything-the-theft-of-the-global-commons-part-1/
27.10.2021
Tradotto da Paola per comedonchisciotte.org

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