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La Redazione

 

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Sono razionali gli Americani?

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A cura di Markus
Il 8 Dicembre 2020
5088 Views

Dmitry Orlov
cluborlov.blogspot.com

Mi sono astenuto dal commentare gli eventi attuali perché sono veramente assurdi. A questo punto, si può tranquillamente dire che il sistema elettorale statunitense è irrimediabilmente compromesso e che, a prescindere da chi verrà scelto come presidente per i prossimi quattro anni, rimarranno abbastanza interrogatvi nelle menti di un numero più che sufficiente di persone per delegittimare completamente la leadership nazionale, almeno agli occhi di metà del paese.

Questa mattina ho ricevuto una mail da Paul Craig Roberts che elenca i seguenti punti chiave:

– L’account Twitter di Joe Biden ha 20 milioni di follower. L’account Twitter di Trump ha 88,8 milioni di follower.

– L’account Facebook di Joe Biden ha 7,78 milioni di follower. L’account Facebook di Trump ha 34,72 milioni di follower. Quante sono le probabilità che una persona con quattro o cinque volte il seguito mediatico del proprio rivale possa perdere le elezioni?

– Joe Biden, acclamato presidente dalla stragrande maggioranza dei giornalisti della stampa venduta, nel giorno del Ringraziamento ha inviato un messaggio alla nazione e solo 1.000 persone hanno seguito il suo comunicato in diretta. Dov’è l’entusiasmo?

– Ai comizi elettorali di Trump c’era stata una notevole partecipazione popolare mentre quelli di Biden erano andati quasi deserti. Però, un candidato che non è mai stato in grado di attirare i propri sostenitori durante le sue apparizioni in campagna elettorale ha vinto la presidenza.

– Biden, nonostante la sua totale incapacità di attirare gli elettori durante la propria campagna presidenziale, ha ricevuto 15 milioni di voti in più di Barack Obama, quand’era stato rieletto nel 2012.

– Biden ha vinto, nonostante abbia fatto peggio di Hillary Clinton nel 2016 in tutte le contee urbane degli Stati Uniti, ma ha superato la Clinton a Detroit, Milwaukee, Atlanta e Philadelphia, le città controllate dai Democratici dove sono state commesse le frodi elettorali più evidenti e spudorate.

– Biden ha vinto, nonostante alle primarie del Partito Democratico avesse ricevuto una percentuale di voti molto inferiore a quella di Trump alle primarie repubblicane.

– Biden ha vinto, nonostante Trump abbia avuto di dieci milioni di voti in più rispetto al 2016 e nonostante il sostegno record a Trump da parte delle minoranze.

– Biden ha vinto, nonostante abbia perso nelle contee bellwether, quelle che da sempre prevedono l’esito delle elezioni, e negli stati bellwether dell’Ohio e della Florida.

– Biden ha vinto in Georgia, uno stato completamente repubblicano con un governatore e una maggioranza repubblicana sia alla Camera che al Senato. Inspiegabilmente, uno stato repubblicano ha votato per un presidente democratico.

– Biden ha vinto, nonostante i Democratici abbiano perso la maggioranza alla Camera.

– In Pennsylvania sono andate perse 47 schede di memoria contenenti più di 50.000 voti.

– In Pennsylvania sono state spedite 1,8 milioni di schede agli elettori, ma sono state conteggiate 2,5 milioni di schede elettorali arrivate per posta.

Roberts è un Repubblicano e quindi ritiene che i Democratici abbiano rubato le elezioni. Un Democratico, una volta che fosse dimostrata la vittoria di Trump, crederebbe il contrario. Ma questo non fa differenza perché, come continuo a ripetere, gli Stati Uniti non sono una democrazia e non importa chi ne sia presidente.

Non sono una democrazia perché la stragrande maggioranza dei voti, tutti i voti a favore dei Democratici negli stati repubblicani e tutti i voti per i Repubblicani negli stati democratici, sono semplicemente sprecati. Parliamo di circa una metà degli elettori che non hanno alcuna possibilità di far valere il loro voto nello stato in cui vivono. Naturalmente, potrebbero trasferirsi in un altro stato, nel qual caso il loro voto verrebbe cestinato per la ragione opposta, perso come parte di una maggioranza già troppo schiacciante.

Questo è abbastanza facile da spiegare a qualsiasi persona razionale, ma non alla stragrande maggioranza degli Americani, a cui questa logica entra da un orecchio ed esce dall’altro. In breve, non sono razionali. Peggio ancora, i loro leader non sono razionali. Questo ci porta al secondo punto: non ha importanza chi sia il presidente.

Trump continua a parlare di rendere grande l’America riportando in patria la produzione industriale delocalizzata in Cina. Solo che, negli ultimi quattro anni, è successo il contrario: l’economia cinese ha continuato a crescere (anche se più lentamente di prima), mentre quella statunitense non ha fatto altro che peggiorare. Né c’è motivo di pensare che la situazione possa cambiare nei prossimi quattro anni.

Biden continua a parlare di un’America che continuerebbe ad essere leader del mondo libero, solo che l’America non è più leader di un sacco di cose e non c’è motivo di pensare che sia possibile fare qualcosa per invertire questa tendenza. Così, non importa chi diventerà (o rimarrà) presidente, l’amministrazione americana continuerà a sguazzare nella nostalgia, rifiutando testardamente di ammettere la propria sconfitta.

Questa sconfitta ha molte facce. In primo luogo, la scommessa del petrolio di scisto è ormai persa. I tassi di perforazione sono crollati, molte compagnie dello shale oil sono in bancarotta e la produzione petrolifera statunitense è destinata a precipitare dagli oltre 12 milioni di barili al giorno (al suo picco massimo) a circa 5 milioni entro il prossimo giugno (secondo Art Berman, del cui parere io mi fido). Dopodichè, gli Stati Uniti torneranno ad essere uno dei principali importatori di petrolio e, visto che non sono disponibili altri produttori di petrolio di scisto, questo farà salire i prezzi del greggio in generale, forse anche oltre il precedente record di tutti i tempi di 150 dollari al barile, con il risultato che i costi di importazione annuali saliranno, per gli Stati Uniti, a mezzo trilione di dollari. Ma non è neanche certo che si possa estrarre tutto quel petrolio, indipendentemente dai costi.

In secondo luogo, il fallimento nazionale si avvicina sempre più. Il governo federale ora spende il doppio, o anche più, delle sue entrate; in pratica, per ogni dollaro di entrate federali il governo ne prende in prestito e ne spende almeno due. In precedenza, nonostante le dimensioni ridicole e il tasso di crescita esponenziale, il debito federale statunitense poteva ancora avere una parvenza di legittimità perché si potevano sempre trovare abbastanza acquirenti stranieri; ora non è più così. Questo debito appare sempre meno legittimo perché viene convertito in denaro, semplicemente stampato dal nulla, mentre la Federal Reserve si è trasformata in un vero e proprio schema piramidale.

In terzo luogo, il dollaro USA (insieme ad alcune valute diverse a cui è legato) è sull’orlo dell’annientamento da iperinflazione. Nel tentativo di puntellare l’economia, la FED ha continuato a pomparvi dentro denaro, denaro che è stato convertito quasi tutto in azioni, impedendo, per ora, il fenomeno dell’iperinflazione. Abbiamo così l’accoppiata, davvero bizzarra, di un mercato azionario da record insieme a fallimenti, pignoramenti e sfratti da record. Ad un certo punto la fiducia nel mercato azionario svanirà e tutto questo denaro fittizio andrà a caccia di tutto ciò che non è fatto di carta (con la possibile eccezione della carta igienica). Gran parte di questo denaro fittizio evaporerà man mano che la gente liquiderà le proprie azioni, ma ne rimarrà abbastanza per provocare accaparramenti e iperinflazione. Il dollaro USA si svaluterà a livello internazionale e gli Stati Uniti perderanno l’accesso alle importazioni.

In quarto luogo, gli Stati Uniti hanno perso il loro vantaggio militare, sicuramente nei confronti della Russia e forse anche verso la Cina e l’Iran. La loro principale risorsa militare è la flotta di portaerei, ormai completamente inutile perché può essere distrutta con armi convenzionali lanciate da una distanza di sicurezza superiore al raggio d’azione dei suoi aerei. Di conseguenza, non può essere dispiegata alla distanza necessaria da una costa nemica per poter utilizzare l’aviazione imbarcata. Anche le basi militari statunitensi, centinaia delle quali sono sparse in tutto il mondo ma, per lo più, raggruppate lungo i confini della Russia e della Cina, sono inutili dal punto di vista militare, come hanno dimostrano gli attacchi missilistici dell’Iran contro due di esse in Iraq. In breve, l’intero esercito statunitense è ormai più una passività che una risorsa, tutto quello che potrebbe fare è trascinare gli Stati Uniti in uno scontro militare impossibile da vincere.

Ora, avete forse sentito discutere questi punti dai media nazionali, nel corso della campagna elettorale o in un altro momento? Questi problemi emergono per caso nelle conversazioni con i colleghi, i vicini di casa, gli amici o i familiari? Questi argomenti sono oggetto di discussione durante le lezioni di educazione civica delle scuole superiori? (Aspettate, quali lezioni di educazione civica delle scuole superiori?) No? Eppure sono problemi reali e le loro conseguenze sono, a questo punto, inevitabili e rifiutarsi di prenderne atto non farà che aggravare i loro effetti.

Il collasso è già abbastanza brutto quando si è in grado di riconoscerlo, voi e tutti quelli che vi circondano. Ma, se tutti, dal presidente (scegliete uno dei due) al commesso del minimarket, sono incapaci di accettarlo come reale e di pensare ad alcune delle conseguenze immediate, questo lo rende molto, molto peggiore. Mi rifiuto di accettare la responsabilità di questo terribile stato di cose; per quindici anni ho fatto tutto quello che potevo per mettere in guardia la gente. Ora è inutile che io lanci altri avvertimenti. Tutto quello che posso fare è guardare l’inevitabile svolgersi dell’inevitabile.

Dmitry Orlov

Fonte: cluborlov.blogspot.com
Link: http://cluborlov.blogspot.com/2020/11/are-americans-rational.html
30.11.2020
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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