DI MARCO GIANNINI
comedonchisciotte.org
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Il rispetto del voto democratico è ormai una utopia, perché nel nostro paese siamo maestri a trasformare i fatti in opinioni.
Tanto per fare un esempio, secondo la Costituzione, il Presidente della Repubblica ha l’obbligo di agire secondo garanzia e imparzialità senza esprimere indirizzi politici eppure, secondo tutte le agenzie di stampa, Mattarella, avrebbe assegnato l’incarico di Governo solo a figure che avessero giurato fedeltà alla moneta unica ed alle rispettive autolesionistiche politiche di bilancio (che sono un indirizzo non solo politico-economico ma soprattutto geo-politico). Indirizzi “europei” contro gli interessi del popolo italiano, come hanno lasciato intendere sia l’ex Presidente della Confindustria e della IBM tedesca Henkel sia i principali economisti del paese teutonico (Sinn, Fuest ecc).
Rimanendo nell’euro l’austerity è immutabile ed anche se questo in Italia non è afferrato da tutti (se non da una minoranza qualificata) ma se c’è un significato nel voto del 5 marzo 2018, se c’è una questione su cui l’80% degli italiani ha votato compatto, è quello di una ferma opposizione alle politiche di austerità.
Non si sono mai viste pressioni ed urgenze così “infestanti” per situazioni mirate al miglioramento delle condizioni di operai, piccoli imprenditori, disoccupati, precari mentre sono puntuali quando si deve difendere un sistema di interessi finalizzati alla riduzione del numero di soggetti pubblici internazionali (gli Stati) e al depotenziamento delle rispettive funzioni di moderazione nei confronti del neoliberismo finanziario, estremista e globale (che è equivalso a recessioni finanziarie e politiche di macelleria sociale).
Sarà un caso ma subito dopo la prima “udienza” al Colle Di Maio si è sperticato in elogi e lodi verso la permanenza nell’euro, nell’UE e nel “Patto Atlantico” (ma scusate…chi gli aveva chiesto nulla?).
Adesso è passato un po’ di tempo rispetto al primo giro di consultazioni eppure coloro che sono i veri vincitori delle elezioni grazie a reale o presunta contrarietà all’austerità (5S e Lega) non si sono ancora accordati per cambiare l’Italia.
Un sottile file rouge che non viene colto da tutti (anche grazie all’efficace fuoco di sbarramento della comunicazione dei partiti) unisce i puntini e permette di capire il perché di questo mancato matrimonio e conferma che nel “Belpaese” i fatti diventano opinioni come nel caso del Presidente della Repubblica.
La Lega prima del voto, ha fatto promettere solennemente all’ex Cavaliere, davanti a tutti gli italiani, che non avrebbe tradito la coalizione dopo le elezioni con un nuovo Nazareno col PD ma a sua volta si è impegnata a non abbandonare FI per i 5S (a proposito Di Maio lo sa che quando dice “non rifaremo un Nazareno” si riferisce in primis al PD dato che è la sua sede? Allora perché ha dichiarato che è disponibile ad allearcisi?).
Il risultato di questa promessa bidirezionale tra Salvini e Berlusconi è che il centro destra si muove come coalizione e questo credo sia anche un sacrosanto rispetto degli elettori.; Chiedere come fa Di Maio (o meglio Casaleggio) a Salvini di disattendere questo patto equivarrebbe alla sua fine come politico e pure come uomo di parola: in altre parole chiedere a Salvini di abbandonare Forza Italia al suo destino è la tipica proposta che non si può accettare. Quindi evidentemente il 5S non vuole allearsi con la Lega bensì col PD.
Eppure nonostante questi ostacoli il modo per smentire sospetti di questo tipo c’è; c’è la soluzione per trasformare il voto democratico in un fatto:
Se Lega e 5S (e FdI) davvero vogliono governare insieme devono riportarci al voto presentandosi coalizzati dando il colpo di grazia a chi ci ha portato nella catastrofe negli ultimi 25 anni.
Si otterranno diversi risultati:
1) Una maggioranza chiara e pure solida entro luglio ma soprattutto rispettosa della volontà dei cittadini stufi di alchimie e alleanze post elettorali diverse dalle coalizioni pre voto. Alchimie che in questo paese hanno sempre generato Governi catastrofici (Ciampi, Dini, D’Alema, Monti, Letta, Renzi ecc). Sarà mica per timore di questa inedita coalizione che Calenda del PD adesso vorrebbe governare col 5s addirittura creando una Bicamerale per cambiare legge elettorale?).
2) A quel punto i 5 Stelle saranno portati allo scoperto: si vedrà se davvero vogliono governare per il paese o se Berlusconi è per loro solo una scusa per finire comodamente all’esecutivo col PD (e la Bonino).
3) Si tornasse al voto una eventuale e prevedibile scusante pentastellata “non ci alleiamo con nessuno prima del voto” sarebbe vista come incoerente e ridicola dato che i grillini sono pronti già adesso ad allearsi per governare per loro stessa ammissione con Lega o PD: è semmai coalizzandosi prima che una forza politica dimostra coerenza e trasparenza.
Ormai il 5S ha rotto ogni argine, ogni regola originaria e la “non alleanza” di ispirazione “Beppe-Grillista “o noi o loro”, “tutti a casa” finalizzata al principio del “non infettarsi” ha ceduto il posto a un più consono “da soli non andiamo da nessuna parte”.
Comprendiamo molti miracolati neoeletti nelle diverse forze politiche ma il paese è più importante delle ambizioni personali quindi la prospettiva di un nuovo voto sarebbe una colossale chance da cogliere al volo.
4) Questa coalizione darebbe coesione tra nord e sud, sarebbe un vero Governo di Unità Nazionale forgiato sulla Democrazia con la “D” maiuscola.
Va rimarcato che allo stato attuale un Governo 5s-Lega con l’appoggio esterno di FI è una prospettiva pericolosa perché renderebbe Berlusconi l’ombelico del mondo in un costante e strumentale malpancismo.
I cittadini italiani hanno il diritto di comprendere se ciò che passano i partiti e le TV è reale o virtuale, se il quadro sotto sotto non sia altro che il file rouge della lotta strisciante per avere al timone una guida patriottica (euroscettica) oppure euroentusiasta (anti italiana).
Nel primo caso al tavolo con Merkel e Macron a decidere qualità e entità della famosa clausola di uscita concordata dall’euro si siederebbe anche l’Italia.
Ho il sospetto fondato che FI e 5S stiano in realtà collaborando tra loro mediante i ben noti veti incrociati per non farcela sedere l’Italia: Berlusconi non può inimicarsi i “mercati” che detengono azioni Mediaset mentre i 5s non si sa se sono ancora una forza autonoma o se sono diretti da soggetti con sede a Londra (appunto i “mercati”).
E’ bene ricordare che quando entrammo nell’euro accettammo un rapporto d’ingresso (1 Marco = 990 Lire) totalmente sballato e catastrofico, il vero motivo delle nostre attuali sofferenze perché non rispecchiante la nostra economia reale. Il prodigio che spinse per questo accordo fu in primis Prodi; non partecipare a questo tavolo sarebbe una ripetizione della storia in farsa (e non uso parole a caso se dico che la pagheremmo a peso “d’oro”) per la felicità dei vari global entusiasti Napolitano, Mattarella, Merkel, Draghi, Clinton ecc.
Intanto Di Battista pur non essendo più Parlamentare definisce “male assoluto” Berlusconi (per cui intanto lavora avendo pubblicato per Rizzoli) ed anch’egli fa la sua parte nell’enfatizzazione dell’Ex Cavaliere; il forte sospetto è che tutto ciò serva a far passare in secondo piano l’austerity come vero dramma per l’Italia e far digerire la prossima alleanza col PD.
L’ex Deputato romano ha per giunta definito Salvini “Dudù”: mi chiedo come sia stato possibile che la politica sia scaduta così con esternazioni di così basso livello (manco le Istituzioni fossero il Grande Fratello) che non possono che indebolire la sacralità delle Istituzioni già provate dallo strapotere degli interessi in gioco.Intanto al grido di “bisogna fare in fretta” (tanto caro a Monti, ma ve lo ricordate???) i media cercano di spaventare l’italiano, di manipolarlo e di convincerlo che nuove elezioni sarebbero una catastrofe economica (cercano perciò di convincerlo di una cavolata di proporzioni colossali) e questo pur di incatenarci altri anni all’ennesimo governo inciucista (venduto come al solito per “responsabile”); il PD in questo contesto se ne sta in disparte denunciando la “spartizione delle poltrone” (da che pulpito) tra Lega e 5S manco che per il PD la poltrona fosse un diritto divino.
Marco Giannini
Fonte: www.comedonchisciotte.org
17.04.2018