Shock Doctrine: le grandi banche chiedono la deregolamentazione di Wall Street per “combattere il Coronavirus”.

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Le crisi sono state spesso il momento ideale per le elites per imporre la propria agenda senza la noia di avere i riflettori addosso, come Naomi Klein spiega bene nel suo bestseller Shock Doctrine. Negli Stati Uniti la lobby bancaria, un colosso che rappresenta tutte le maggiori banche operanti sul suolo USA,  si sta muovento con tempismo perfetto non appena si è presentata l’opportunità coronavirus. Le banche chiedono infatti un’immediato annullamento di requisiti di capitale per poter prestare soldi senza alcuna limitazione e una riduzione delle richieste degli stress test.

Sarebbe perciò da stolti non pensare che sotto il nostro naso, in questi giorni monotematici, qui in Europa le elites non abbiano qualche colpo in canna. E proprio nei giorni in cui di fatto si proibiscono manifestazioni pubbliche di protesta, ecco anticipare di un mese il voto per l’approvazione del MES. A pensar male…

 

Alan Macleod

mintpressnews.com

 

Mentre il panico da coronavirus colpisce gli Stati Uniti, una lobby finanziaria sta cercando di sfruttare la crisi per far passare la deregolamentazione del suo settore. Il Bank Policy Institute (BPI), un’organizzazione di lobby con sede a Washington che rappresenta molte delle più grandi banche della nazione, ha pubblicato questa settimana una serie di proposte, la più importante delle quali raccomanda alla Federal Reserve di ridurre a zero i requisiti patrimoniali. Questo significherebbe che le banche potrebbero concedere prestiti illimitati senza avere alcun patrimonio o ricchezza a sostegno. Ha anche raccomandato di allentare i cosiddetti “stress test” che costringono le banche a dimostrare di poter resistere agli shock economici. Questo, sostiene, aiuterebbe l’America a combattere il virus COVID-19. L’autore principale del rapporto è stato l’amministratore delegato di BPI Greg Baer, ex amministratore delegato di JP Morgan Chase.

Le raccomandazioni sono state condannate come incoerenti e “trasparentemente opportunistiche” da Jeremy Krass della University of Michigan School of Business. “L’idea dei requisiti patrimoniali e degli stress-test è quella di assicurarsi di avere abbastanza ammortizzatori per assorbire le perdite” in un periodo di crisi economica, ha detto Kress al Washington Post. Ora che l’economia è andata in shock improvviso, Wall Street vuole che quelle norme siano revocate.

Il governo stesso sta anche cercando di imporre misure che, a suo dire, aiuterebbero a combattere il coronavirus. All’inizio di questa settimana il presidente Trump ha invitato il Congresso a varare un ampio taglio delle tasse e ha spinto i Democratici a sostenerlo.

Questi sforzi racchiudono perfettamente l’idea della “Shock Doctrine” che l’autrice Naomi Klein ha esposto nel suo omonimo libro del 2007. Klein ha sostenuto che l’élite benestante utilizza la confusione causata dai disastri economici e da altri disastri per imporre rapidamente una legislazione a favore del libero mercato che altrimenti incontrerebbe un’opposizione diffusa e coordinata. Come ha detto, “l’idea di sfruttare crisi e disastri è stata il modus operandi del movimento [economista] di Milton Friedman fin dall’inizio – questa forma fondamentalista di capitalismo ha sempre avuto bisogno di disastri per avanzare”.

“Alcune delle più infami violazioni dei diritti umani di quest’epoca, che hanno avuto la tendenza ad essere viste come atti sadici compiuti da regimi antidemocratici, sono state in realtà commesse con il deliberato intento di terrorizzare l’opinione pubblica o attivamente sfruttate per preparare il terreno all’introduzione di ‘riforme’ radicali del libero mercato”, ha spiegato.

Klein cita come esempio perfetto l’uragano Katrina – dove l’amministrazione Bush si è affrettata a privatizzare e a istituire le tasse scolastiche per New Orleans, mentre i residenti erano in preda alla devastazione -. Andando più indietro, il dittatore cileno Augusto Pinochet ha usato il suo colpo di stato contro il presidente Salvador Allende per trasformare il Cile in un esperimento neoliberale di libero mercato, quasi da un giorno all’altro, sulle proteste dei comuni cileni, che ha represso con una forza schiacciante.

Il mercato azionario è in grave declino nel timore che il coronavirus possa interrompere le catene di fornitura internazionali; l’indice Dow Jones è crollato ieri di quasi 1.000 punti. Eppure, come ha osservato Dean Baker del Center for Economic Policy Research, il mercato azionario è un pessimo indicatore della salute attuale e futura dell’economia. È, tuttavia, un ottimo indicatore di come si sta muovendo l’uno per cento più ricco del mondo. Le azioni tendono ad aumentare anche dopo i disastri naturali (come lo tsunami del 2004 nell’Oceano Indiano) o quando i conservatori vincono le elezioni (a dicembre, i prezzi delle azioni delle banche e dei produttori di armi britanniche sono saliti dopo che Boris Johnson ha battuto Jeremy Corbyn). Questo perché le corporazioni, ignorando la devastazione, si aspettano grandi ordini per ricostruire o distruggere.

Oggi il numero di casi COVID-19 in tutto il mondo ha raggiunto le 100.000 unità, con 3.461 morti registrate. In risposta, la nazione himalayana del Bhutan ha chiuso del tutto le porte ai turisti, Starbucks ha annunciato che non avrebbe più permesso ai clienti di usare le proprie tazze a causa della preoccupazione per il contagio, e il più piccolo paese del mondo, il Vaticano, ha registrato il suo primo caso di coronavirus. Negli Stati Uniti, 259 persone sono state infettate e 14 sono morte.

Mentre i finanziamenti d’emergenza per combattere il virus passeranno oggi, la risposta americana non è stata rapida. Ai lavoratori non è stata garantita la piena indennità di malattia durante la quarantena, il che ha portato a una situazione in cui molti cittadini più poveri dovranno scegliere tra fare la cosa giusta e rimanere al verde. A un residente di Miami, di ritorno dalla Cina, è stata presentato un conto da 3.500 dollari dopo aver denunciato i suoi sintomi influenzali al personale medico, facendo temere che la mancanza di un’assistenza sanitaria universale possa aiutare il virus a diffondersi. Gli analisti, tuttavia, sembrano più preoccupati per la salute dei prezzi delle azioni che per la salute della nazione. Rick Santelli della CNBC ha suggerito di infettare l’intera popolazione con COVID-19 in modo che nessuno abbia una scusa per mancare al lavoro, sacrificando di fatto il paese per il bene dell’economia. Mentre ci sono molti passi economici che gli Stati Uniti potrebbero fare per aiutare la situazione, la deregolamentazione di Wall Street potrebbe non essere la più necessaria.

 

fonte: mintpressnews.com

link all’articolo: https://www.mintpressnews.com/big-banks-call-wall-street-deregulation-fight-coronavirus/265558/

06.03.2020

Traduzione in italiano e introduzione per ComeDonChisciotte a cura di Riccardo Donat-Cattin

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