ROBERT BRIDGE
strategic-culture.org
Dai giocatori della NFL che si “mettono in ginocchio” [1] durante l’inno nazionale, fino ai bambini in età prescolare a cui viene fatto il lavaggio del cervello con l’ideologia del transgenderismo, tutti questi movimenti di sinistra hanno in mente un unico scopo: sovvertire e distruggere le radici stesse dello stato-nazione occidentale.
Questo mese, la macchina della propaganda liberale ha dato una accelerata, pubblicizzando un’altra, controversa, storia indecente, tutto per portare avanti il programma del Nuovo Ordine Mondiale.
Lara Zelski , la preside di una scuola di Atlanta, non pensava chiaramente agli interessi della sua comunità locale quando ha informato i genitori e il corpo insegnante che il giuramento alla bandiera del mattino sarebbe stato eliminato e sostituito con un impegno per “la scuola, la famiglia, la comunità, la nazione e la nostra società globale”.
“Negli ultimi due anni era diventato evidente che un numero sempre crescente di membri della nostra comunità avevano scelto di non alzarsi in piedi e/o di non recitare il giuramento”, ha detto la Zelski. “Questo è un argomento molto sentito e noi vogliamo che tutti, nella nostra comunità scolastica, possano iniziare la loro giornata in modo positivo”.
La Zelski non fornisce nessuna cifra che faccia capire che cosa intenda per “un numero sempre crescente di membri della nostra comunità” che, presumibilmente, disprezzerebbero la bandiera. Questo è il modo con cui i fautori della “società globale” portano avanti il loro distruttivo programma. Usando la dialettica hegeliana, stimolano il confronto su qualche argomento “caldo” (matrimoni omosessuali, latrine unisex, diritti dei transessuali, statue dei protagonisti della Guerra Civile nei giardini pubblici, uso della marijuana e così via), che possa sicuramente far scontrare in modo feroce le due principali ideologie politiche americane. Fanno poi un passo indietro e ammirano il pandemonio che hanno creato.
“Quelli di sinistra devono star svegli di notte per pensare a tutti i modi di diffamare, attaccare, intimidire e prevaricare tutti quanti con la loro infinita lista di adirate proteste”, ha scritto Carol S. Benson in una lettera all’editore che riassume perfettamente la frustrazione che prova l’Americano medio, man mano che le squadracce del Politicamente Corretto assumono il controllo della situazione. “Noi, la gente comune, vogliamo solo mettere su famiglia ed essere lasciati in pace dal nostro governo sempre più dispotico.”
Anche se la Zelski è stata costretta a ritornare sulle sue decisioni a causa delle severe critiche dei genitori e del personale scolastico, i semi della discordia, posti a germinare in un terreno emotivamente turbolento, hanno già messo radici nella mentalità popolare. Sarà poi un gioco da ragazzi per gli squalificati media mainstream (la cui funzione, al giorno d’oggi, è essenzialmente quella di agenti provocatori, non certo di divulgatori di notizie e informazioni) sensazionalizzare il problema, soffiando sul fuoco di questa crisi artificiale. Indubbiamente, a giudicare dalla marcia indietro successiva, il numero effettivo di studenti che ogni mattina si rifiutavano di onorare la bandiera doveva essere assolutamente irrilevante. Una volta che i media hanno imposto la loro falsa narrativa al pubblico, è comunque per loro un gioco da ragazzi continuare a tenere alta l’attenzione su una non-storia del genere.
Gli studenti americani hanno recitato il giuramento alla bandiera, la mano sopra il cuore, per decenni interi, senza il minimo incidente. Ma questi sono giorni assolutamente nuovi. Con il movimento “mettiamoci in ginocchio” dei giocatori della NFL, reso celebre all’inizio dal quarterback dei San Francisco 49er, Colin Kaepernick, come segno di protesta per la brutalità della polizia, i giochi sono cambiati. Portato agli onori della cronaca da un atleta famoso, snobbare l’inno nazionale nelle scuole pubbliche verrà considerato dagli studenti sempre più ‘figo’ e anticonformista. E chi può dire quanti insegnanti, di mentalità iper-liberale, operano dietro le quinte, e, invece di fare il loro lavoro, trastullano le menti dei nostri figli con problemi sociopolitici, per arrivare esattamente a questo risultato?
Tutti quelli che credono che simili proteste, indirizzate al simbolo stesso della nazione, la bandiera americana, siano una qual sorta di movimento popolare, è meglio che ci ripensino. Dopo tutto, che cosa motiverebbe realmente un’insegnante elementare di Atlanta per indurla a promuovere un concetto così vago come quello di “società globale” invece di iniziative locali e nazionali? Probabilmente la stessa velenosa ideologia sottoscritta dalle proteste “mettiamoci in ginocchio” della NFL, per esempio, e dalla campagna Black Lives Matters. Si, lo avete indovinato. Anche se potrebbe sembrare troppo semplicistico puntare il dito contro il miliardario ‘filantropo’ George Soros ogni volta che qualche problema controverso frammenta ulteriormente i valori comuni dell’America, il suo nome e la sua organizzazione hanno la strana tendenza a farsi trovarsi coinvolti in ogni protesta.
Ma ci sono altri, importanti, fattori in gioco in questa ondata distruttiva di marxismo culturale che attraversa tutta la nazione, minacciando di distruggere ogni parvenza di ciò che significa essere veramente Americani. Il problema, come è stato evidenziato dal tentativo della maestra di Atlanta di eliminare il saluto mattutino alla bandiera, ha le sue radici proprio nel sistema educativo, a tutti i livelli.
“La gente viene istruita dalle ideologie, non dagli educatori”, ha detto in un’intervista a Fox News Jordan Peterson, scrittore e professore di psicologia all’Università di Toronto. “E le ideologie vedono il mondo in un modo molto semplice… lo riducono a pochi principi, come disuguaglianza, ingiustizia e potere, e questi, al momento, sarebbero i principi fondamentali della sinistra radicale, impegnata attualmente in una campagna ideologica.”
Secondo Peterson, la maggior parte delle istituzioni educative occidentali, a tutti i livelli, sono “piene di persone di ideologia radicale”.
Abbiamo assistito ad una dimostrazione di questo comportamento estremista nelle università cosiddette liberali, dove il termine “liberale” ha assunto il significato di “se non sostieni la mia particolare visione del mondo, allora sei un fascista e questo mi dà il diritto di toglierti in modo violento la libertà di parola.”
Il campo di battaglia politico, negli Stati Uniti, non si trova in strada o nelle piazze, ma nelle aule scolastiche, dove pericolosi ideologi sono più interessati ad indottrinare le menti giovani e ricettive con la loro particolare visione del mondo, piuttosto che a creare un’atmosfera favorevole alla libera diffusione di ogni genere di idee e opinioni, che poi è proprio quello che dovrebbero fare i nostri apparati di istruzione superiore.
E’ arrivato il momento di rompere questa morsa liberale che soffoca le menti degli Americani, prima che il marcio vada oltre.
Robert Bridge
Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2018/08/30/schools-universities-liberals-trojan-horse-new-world-order-indoctrination.html
30.08.2018
Tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
[1] “taking a knee” si riferisce ad una tattica di gioco del football americano, in cui il giocatore con la palla si mette in ginocchio per fermare la partita -NdT.