Sceneggiatori e fantasmi

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Spunta il figlio di bin Laden e dove si materializza? Ma in Iran, naturalmente. Come da copione. Complimenti per coloro che avevano indicato, nel nostro quiz, l’Iran come il prossimo paese su cui si abbatterà la violenza occidentale (in questo momento la loro risposta può essere considerata la più probabile). Naturalmente la notizia è stata subito ripresa dai nostri quotidiani, senza alcuna osservazione critica.Esempio dal il Giornale
Figlio di bin Laden a capo del terrorismo in Iran
Saad bin Laden, uno dei figli piu’ grandi di Osama Bin Laden, e’ entrato a far parte negli ultimi mesi della leadership di Al Qaeda, in particolare di quell’unita’ ristretta che guida l’organizzazione terroristica dall’Iran. E’ quanto hanno rivelato al ”Washington Post” fonti dell’intelligence statunitense, europea ed araba, secondo le quali Saad Bin Laden e altri operativi di Al Qaeda sarebbero stati in contatto con una cellula della rete terroristica a Riad prima dell’attentato del 12 maggio scorso contro tre complessi residenziali della capitale saudita, nel quale rimasero uccise 35 persone. Quell’attacco, secondo le fonti citate dal quotidiano americano, venne proprio pianificato e ordinato dalla ”filiale” iraniana.

E a noi viene in mente questa analisi:
“Le guerre finiscono quando una delle parti è battuta e non è più in grado di combattere. Ma se una delle parti in guerra è invisibile allora la guerra non può mai finire, perché non c’è modo di sapere se una parte è stata sconfitta. O meglio, se il popolo americano inizia a credere che forse la “minaccia terroristica” è cessata, si può essere certi che avverrà un altro “attacco terroristico”, con la cortesia degli sceneggiatori della “guerra al terrorismo”, che riporterà il popolo al precedente stato di paura e terrore, che è esattamente quello dove i perpetratori vogliono che rimanga. Il “nemico” rimarrà una presenza invisibile e diabolica, che nessuno vedrà se non per i suoi effetti quando i “terroristi” attaccheranno di nuovo. ” (da serendipity.li)

Un fantasma può materializzarsi in qualunque luogo, città o nazione. I teorici della “guerra al terrorismo” non devono far altro che dire di averlo evidenziato nella nazione che essi hanno deciso di colpire. E allora, dove meglio che in Iran far materializzare il figlio del fantasma capostipite?

Perchè una “guerra al terrorismo” sia perpetua o di lunga durata è necessario non “catturare” il fantasma. Ad un certo punto però i nostri sceneggiatori potrebbero scegliere o essere costretti a scegliere un’altra strada (per motivare, ad una parte dell’opinione pubblica, con almeno un successo, la loro aggressione all’Afghanistan) e decidere prima o poi di catturare il fantasma capostipite (naturalmente morto, perchè fantasma morto è visibile e non parla), ma questo può avvenire solo dopo aver creato il fantasmino figlio per proseguire, teoricamente all’infinito, la “guerra al terrorismo”.

Postato il 14/10/03

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