Putin accoglie le nuove regioni russe dopo i referendum e apre alla diplomazia. Zelensky rifiuta e chiede adesione rapida alla Nato

La cronaca della giornata: da oggi Donetsk, Lugansk, Zaporozhye e Kherson fanno parte della Federazione. La Nato: "Gli alleati non riconoscono e non riconosceranno nessuno di questi territori". Il conflitto verso l'escalation?

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Data storica questo venerdì 30 settembre: le regioni del Donbass (DPR e LPR) e le altre due regioni Kherson e Zaporozhye sono entrate a far parte del territorio russo. Alle 15:00 si è svolta la una cerimonia per la firma dei trattati di adesione a seguito dei referendum che si sono svolti dal 23 al 27 settembre. Questi i risultati in dettaglio:

  • Donetsk: l’affluenza è stata del 97,51% e l’idea di unirsi alla Russia è stata sostenuta dal 99,23%
  • Lugansk: l’affluenza è stata del 98,42% e l’idea di unirsi alla Russia è stata sostenuta dal 94,15%
  • Zaporozhye: l’affluenza è stata del 85,4% e l’idea di unirsi alla Russia è stata sostenuta dal 93,11%
  • Kherson: l’affluenza è stata del 78,86% e l’idea di unirsi alla Russia è stata sostenuta dal 87,05%

Il popolo ha fatto la sua scelta e così Denis Pušilin, Leonid Pasečnik, Evgeny Balitsky e Vladimir Saldo hanno incontrato Vladimir Putin per procedere: da oggi le quattro regioni sono Federazione Russa .

L’incontro si è svolto al Cremlino, nella sala San Giorgio, dove prima della firma, Putin ha tenuto il suo discorso, chiedendo all’inizio un minuto di silenzio per quelli che ha definito gli “eroi” che combattono in Ucraina e per le “vittime delle azioni terroristiche di Kiev“.

Nella sala erano stati allestiti due tavoli: a uno di essi sedevano i capi delle quattro regioni, che a turno hanno firmato il documento. All’altro Putin, che ha approvato i trattati a nome della Federazione Russa. Poi la stretta di mano congiunta.

La Russia considererà eventuali attacchi ai suoi nuovi territori come un atto di aggressione, lo ha dichiarato il portavoce del presidente, Dmitry Peskov. E ancora:

Nelle condizioni in cui la parte ucraina ha pubblicamente dichiarato di non voler tenere alcun negoziato, si pone l’accento sulla necessità di procedere con l’operazione militare speciale.

Zelens’ky ha infatti rifiutato una possibile negoziazione con Mosca, anzi ha appena chiesto l’adesione alla Nato:

 Di fatto. Oggi l’Ucraina chiede di farlo de jure. In modo accelerato. Compiamo il nostro passo decisivo firmando la domanda di adesione accelerata dell’Ucraina alla Nato

Sul caso è intervenuto il Segretario Generale dell’Alleanza Atlantica Stoltenberg, che ovviamente appoggia Kiev, anche se appare piuttosto cauto in merito alla richiesta di procedura ultrarapida fatta da Kiev:

I falsi referendum sono stati progettati a Mosca. E imposti all’Ucraina. In totale violazione del diritto internazionale.

Questo furto di terra è illegale e illegittimo. Gli alleati della NATO non riconoscono e non riconosceranno nessuno di questi territori come parte della Russia (…).

La NATO non è parte del conflitto. Ma forniamo supporto all’Ucraina in modo che possa difendere il suo diritto all’autodifesa, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. La nostra è un’Alleanza difensiva. Restiamo uniti e determinati a difendere e proteggere ogni alleato della NATO. E ogni centimetro di territorio alleato (…)

Se la Russia smetterà di combattere, ci sarà la pace. Se l’Ucraina smetterà di combattere, cesserà di esistere come nazione sovrana indipendente in Europa (…)

Le porte della NATO rimangono aperte […]. La decisione sull’adesione è presa all’unanimità da tutti e 30 gli alleati (…). Il nostro obiettivo ora è fornire assistenza urgente all’Ucraina per aiutarla a difendersi dalla brutale invasione russa. In questo momento è questa la priorità e il lavoro dell’alleanza (…)

La svolta russa è ormai compiuta, gli Stati Uniti hanno preparato una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite contenente un invito a non riconoscere i risultati dei referendum e accuse a Mosca. Si prevede sia messa ai voti alla fine di questa settimana o all’inizio della prossima.

Nel frattempo, è facile attendersi una escalation della guerra; mentre l’Europa e la Germania in primis sono state attaccate dal sabotaggio dei gasdotti Nord Stream e cercano colpevoli (?), i paesi baltici e la Polonia hanno già chiuso da settimane le loro frontiere ai russi dopo la chiamata alle armi. A loro si è unita ora la Finlandia ed è pronta la Norvegia.

aggiornamento ore 20,28 del 30.09.2022

Il discorso di Putin sottotitolato in lingua italiana:

 

FONTI

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