Perché la Meloni ha vinto?

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Nestor Halak per Comedonchisciotte org.

Tutti i commentatori politici che ho letto sembrano d’accordo nell’attribuire le ragioni della vittoria di Fratelli d’Italia nelle ultime elezioni al ruolo di unica opposizione ufficiale ricoperto dal partito relativamente agli ultimi due governi della repubblica, i due governi che si sono ritrovati a portare avanti le politiche covidiane  prima e successivamente quelle relative all’intervento nella guerra in Ucraina contro la Russia, sia in forma economica che di aiuti francamente militari.

Se questa analisi è corretta, e io credo che lo sia, ciò significa che la maggioranza del popolo italiano non era affatto contenta né delle politiche covidiane, né, tantomeno, della guerra non dichiarata alla Russia. Due linee, di fatto, assolutamente senza precedenti nella storia della repubblica.

In altre parole, se si crede che gli elettori abbiano premiato il partito meno coinvolto in queste politiche proprio perché era il partito meno coinvolto, significa che si ha coscienza della sostanziale, per quanto sotterranea, opposizione popolare ad esse, opposizione che si è riusciti a eludere tramite una serie di trucchi, soprattutto legati alla incessante campagna di propaganda su tutti i media reperibili e all’occultamento sistematico dei fatti rilevanti in un mare di inutili minuzie.

Ciò equivale ad ammettere che la volontà popolare è stata volutamente distorta per ottenere una politica contraria a quella che il popolo avrebbe voluto se fosse stato libero di informarsi e di esprimersi. E’ dunque una forzatura ritenere che la grande maggioranza  delle popolazione approvava e approva le politiche pandemiche o la vaccinazione obbligatoria o la partecipazione alla guerra alla Russia, al contrario il consenso, o almeno l’acquiescenza, sono stati estorti attraverso una serie di continue alterazioni e distorsioni intenzionali della realtà. Non proprio un risultato lusinghiero per un sistema che continua a spacciarsi per democratico.

Ci si deve inoltre rendere conto  che l’opposizione rappresentata da Fratelli d’Italia è stata sostanzialmente ambigua, fatta più di moderazione degli aspetti più estremistici della linea politica ufficiale che della proposizione di una politica realmente alternativa ad essa, un’opposizione ad un tempo visibile e quindi funzionale alla raccolta di voti di protesta, ma abbastanza generica da poterli poi plausibilmente contraddire riconducendoli nello stesso alveo delle politiche già tracciate dai governi precedenti e dai loro suggeritori internazionali senza che ciò apparisse  un “tradimento” troppo eclatante.

L’operazione, insomma, è evidentemente la classica cattura del dissenso all’interno di una formazione politica controllabile al fine di non farlo esprimere in qualcosa di realmente antisistema: tuttavia mi pare che rimanga innegabile, per quanto nessuno lo evidenzi, che le elezioni sono state vinte proprio grazie allo scarso gradimento delle masse per le politiche portate avanti dai governi Conte e Draghi.

Dal punto di vista del merito, sembra piuttosto chiaro che tutti i protagonisti delle formazioni politiche che stanno entrando a far parte del nuovo governo, sappiano benissimo come stanno veramente le cose (come del resto lo sa chiunque sia minimamente addetto ai lavori), sia per quanto riguarda la vicenda covid, che, ancora di più, per quanto riguarda la guerra in Ucraina,  ma allo stesso tempo, sappiano anche benissimo che in mancanza di una loro esplicita acquiescenza alla ricostruzione ufficiale di entrambe le vicende, mai sarebbe stato loro permesso di arrivare al governo del pese e mai sarà loro permesso di conservarlo.

Il recente teatrino berlusconiano in merito alla guerra pare un’evidente indizio di tutto ciò. Tutti sanno bene cosa sta succedendo, ma sanno anche che sono chiamati ad essere complici del suicidio del paese se non vogliono essere artefici del proprio. Come si comporterà, dunque, questa gente per conservare e possibilmente consolidare la posizione raggiunta senza aver l’aria di tradire il paese e l’elettorato? Be, probabilmente si arrangeranno a galleggiare per quanto gli riesce su acque torbide e mosse.

Ciò che potranno concedersi in autonomia, dipende da come si svilupperanno le cose nella mappa del potere mondiale, da chi in un certo momento starà vincendo la guerra economica o la guerra sul campo di battaglia, da quale parte tirerà il vento. Certo saranno molto prudenti a rispettare i loro padrini internazionali, ma con altrettanta certezza non saranno loro fedeli ad ogni costo se questi ultimi avranno l’aria di perdere il loro potere.

Il vecchio Berlusconi con il suo stile caratteristico lo sta già mostrando ai quattro venti (non si capisce bene se per calcolo o per senilità), d’altra parte il gran senile di Washington ha già apertamente condannato i risultati elettorali e la Van Der Qualcosa, in un meraviglioso eccesso di democrazia,  ha precisato di avere i mezzi per costringere gli italiani a votare nella maniera giusta se non dovessero capire da soli qual’è. Ma i nuovi governanti questa capacità indubbiamente la possiedono al pari di tutti gli altri politici e “giornalisti” di regime senza che ci sia alcun bisogno di istruzioni esplicite.

Quanto a noi poveri sudditi, abbiamo fatto la nostra scelta, almeno quella che ci è stata concessa, adesso, nell’attesa che si compia la sistematica distruzione dell’Europa e con essa del nostro posto nel mondo, possiamo seguire il campionato di calcio o, per i più impegnati, le oramai imminenti elezioni americane che gli aglo modaioli avranno certamente già imparato a chiamare midterm.

Mi sento comunque di poter concludere con una nota positiva tratta dalla finalmente avvenuta cessazione dei poteri del precedente esecutivo: meglio che Speranza non sia più ministro della “salute” piuttosto che lo sia ancora, meglio che Draghi non sia più presidente del consiglio piuttosto che lo sia ancora, meglio che Di Maio non sia più ministro degli esteri piuttosto che lo sia ancora!

Magari i nuovi non saranno migliori, ma peggiori la vedo dura.

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