Perchè Dio si comporterebbe Come Rumsfeld?
DI BERNARD CHAZELLE
Nessuno ha detto che morire doveva essere monotono. “Gridando di paura, i bambini paralizzati nel centro per disabili fisici e malati mentali di Galle, Sri Lanka, giaciono vulnerabili nei loro letti mentre l’acqua del mare aumenta di livello intorno loro.” E’ il commento della CNN letto come lo screenplay di una pellicola dell’orrore. Una ragazza paralizzata cresce povera in un alloggio per sordi, ciechi, malati e, in buona parte, per anziani disabili (che cosa un bambino potrebbe desiderare di più?). Alla fine di una breve vita spesa a domandarsi perchè nessuno mai si è preso cura di lei, la bambina raggiunge il punto finale della sua benedetta esistenza ed annega incollata alla sua sedia a rotelle. La tragedia non dovrebbe essere troppo intensa. Il rispetto abbraccia la solennita’ della morte ma si ritrae di fronte all’esagerato e premuroso copione dei mass media. Quando il destino sembra attraversare la linea sottile fra crudeltà e sadismo, il dolore si trasforma in rabbia. Ci aspettiamo che l’ organista della chiesa, al funerale mediatico, smetta di suonare Bach , rivolga lo sguardo al cielo ed urli: “fai qualcosa!”Voltaire ebbe il suo momento del “fai qualcosa!” nella veglia funebre del terremoto del 1755 a Lisbona, suggerendo che la bontà suprema di Dio forse non si era tutta smarrita come sembrava che fosse. L’irriverenza religiosa non è molto di moda attualmente. Ma la pietà non e’ stata sempre così arrendevole. La storia è stata incredibilmente gentile con tutti quelli che hanno passato il tempo a fare cruciverba con l’Onnipotente.
Pensate a quante volte i nomi Giobbe, a Giona, a Geremia ed a Gesù sono apparsi sui cruciverba – e questo è solo per la lettera G. Una volta o due, il dibattito teologico è andato oltre: Nietzsche ha ucciso il Dio [1]; e Richard Rubenstein (teologo ebreo) vide la conferma della sua morte ad Auschwitz. Evidentemente, riconciliare l’Olocausto con un giusto ed onnipotente Dio è una variazione sulla quadratura del cerchio teorizzata da Miklós Laczkovich (matematico ungherese che nel1989 affermo’ che e’ teoricamente possibile tagliare un cerchio in un numero infinito di pezzi che possono essere riodinati in un quadrato, Laczkovich, M. Equidecomposability and discrepancy; a solution of Tarski’s circle-squaring problem, J. Reine Angew. Math. 404 (1990), 77-117. NdT) che ci lascia pensare che solo gli Dei possono morire ma i dibattiti teologici non lo faranno mai.
La mia reazione al commento di CNN non e’ stata poi cosi’ grande. “Perchè Dio si comporterebbe come Don Rumsfeld?” Mi sono domandato. Mentre il bambino paralizzato spasimava nell’agonia, ho immaginato il mormorio di Dio “ cose che succedono.”.
La disgrazia cadra’ su di me. Paragonare Dio a Rummy è peggio che bestemmiare: È ingiusto. Dopo tutto, Dio non ha intimorito i media per decorare i nostri schermi TV con i sorrisi beatificatrici di pavoni vanitosi nel rassicurarci che le onde astute dello tsunami hanno sommerso i terroristi, risparmiato gli innocenti, divertito i bambini e fornito l’ acqua necessaria alle regioni colpite dalla siccità. Dio viene accusato di molte cose, compreso di essere morto,di non esistere, ma il mentire è raramente una di loro.
La menzogna, d’altra parte, è la valuta di riserva dell’amministrazione Bush. La sua esca di marketing: “Voi ci date i vostri voti; noi vi diamo le nostre bugie.” Dall’asse fittizio di Saddam-Al Qaeda agli aggiornamenti ottimistici sulla “Svizzerarizzazione” dell’Iraq, dai racconti falsi sulle armi di distruzione di massa all’assicurazione che la democrazia è il futuro della regione (e sempre sia, aggiungerebbero i cinici), ciò che era dovuto e’ stato, possiamo dirlo, generoso.
Ma cio’ che e’ stato preso e’ stato meno espansivo. Anche se le grida di chi favorisce la guerra hanno raramente ecceduto, per loro dignità, nel guaire isterico di un chihuahua che attaca una polpetta, le stesse urla hanno incontrato solo una docile resistenza da parte dei tradizionali ed oleosi mass media.
I falchi della guerra hanno trovato consensi sul New York Times, il quale era più che felice di echeggiare l’ ingannevole trama tessuta dalla Casa Bianca e dai relativi ruffiani, da commerciare in Babylon (con la griff firmata ADM, armi di distruzione di massa).
Essendo il ruffianaggio un commercio volubile, non passera’ molto tempo prima che tale media targato In-Bush-We-Trust ( In-Bush-Noi-Crediamo ) prenda contatto con il suo intimo pacifista e punti il dito di accusa verso il gruppo di visionari mezzi di comunicazione che ci hanno fornito un caso sgradevole della sindrome dell’Iraq. Nessun dubbio che alcuni dei neocons esiteranno ad andare nelle loro tombe insieme alla parola “perdente” intagliata su una piastra d’ottone della bara; così state attenti che non ci tirino un McNamara per elemosinare umile perdono. Essendo noi delle buone anime, naturalmente, ci sentiremo obbligati a perdonare. Fosse cosi’ semplice!
La miserabile resa dei media ha alimentato un pantano di illusioni nelle menti della pubblica opinione, niente di più codardo che la convinzione che chi uccidiamo deve essere ucciso. Si, si, occasionalmente distruggiamo la casa sbagliata ed inceneriamo i relativi occupanti, ma questo è “giusto fuoco amichevole.” (Una bella frase come: Ascoltiamo il chirurgo che amputa la gamba sbagliata informare il suo paziente della sua “amichevole amputazione.”) Così va la dottrina religiosa, in ogni modo.
Si stima che il nostro alto-Quoziente d’intelligenza e le bombe abbiano ucciso 100.000 civili [ 100,000 Civilian Deaths Estimated in Iraq, by Rob Stein, Washington Post, October 29, 2004]. Il conteggio dei corpi in Iraq, che tende ad evitare le proiezioni, segnala la morte di 600 non-combattenti durante il nostro ultimo giro di benevolenza a Fallujah( da ora pronta per essere rinominata Grozny o Eufrate ) [Iraq Body Count Falluja Archive, www.iraqbodycount.org, 2004. http://www.iraqbodycount.net/resources/falluja/]. . E poi c’ è la ragazzina irachena, mani impregnate si sangue sulla testa del padre morto, e fratello piccolo che ancora non capisce che la sua infanzia e’ appena finita.
Temendo per le loro vite, i soldati degli Stati Uniti hanno ucciso i loro genitori sul sedile anteriore della loro macchina. I demoni probabilmente frequenteranno le loro notti. Cose che succedono. Rumsfeld e Wolfowitz, benedette le loro anime, dormiranno bene stasera.
Le guerre non falliscono mai di produrre la loro parte di vigorosa apparenza. Tommy Franks (comandante delle truppe americane nel Golfo ed accusato di crimini di guerra) si assicuro’ che questo non fosse un’ eccezione. “Non facciamo i conteggi dei corpi,” sbraito’ il Generale, che in realta’ voleva dire che “non conta i morti con pelle scura” (conta gli altri e proprio bene). Fortuna per noi che non gestisce un giornale svedese, o avrebbe sparato il titolo: “Tsunami uccide 2.000 svedesi ed alcuni locali.” Per essere giusto, Franks si ricordo’ dell’ultima volta che fece il conteggio dei corpi: nel Vietnam, e si concluse bene. Ma l’odierno pensiero tattico imballa il colpo della smentita onesta. Non calcoliamo i bambini che uccidiamo per gli stessi motivi per cui i mostri non comprano gli specchi: come passare attraverso la vita pensando di essere angeli.
Abbiamo assassinato vite innocenti in quantità che i ribelli ed i terroristi potrebbero soltanto sognare. Ma evitiamo di guardare. Seppelliamo le nostre teste nella sabbia e giriamo l’occhio cieco nella nostra codarda moralita’, tirando così fuori la stupefacente abilità di essere ostriche e polli tutto d’un tratto. Dobbiamo questa meraviglia dell’ornitologia alla fragilità inesorabile delle illusioni umane. Per citare James Carroll, “giriamo lo sguardo perché la guerra è un abisso morale. Se osiamo osservare, come disse Nietzsche, l’abisso ci rifissera’” George Bush, il filosofo, ha aggiornato la questione di Berkeley( dove si sono svolte manifestazioni contro la guerra): I bambini iracheni gridano quando cadono le bombe se non c’è nessuno alla Casa Bianca a sentirli?
La celebrità del mese, le vittime dello tsunami, hanno dominato e prime pagine dei giornali in tutta la nazione con le nauseanti foto dei cadaveri che galleggiavano e delle madri che si lamentavano. Come i suoi non compianti fratelli iracheni, le vittime ci hanno ricordato che la calamità colpisce sempre i poveri, il malato e quello più debole. È abitudine che quelli che hanno meno da perdere sono quelli che perdono di piu’.
Al grande banchetto dei cataclismi, l’Occidentale ottiene di essere servito per ultimo. Bush ci vorrebbe far credere che abbiamo sofferto così tanto per il terrorismo che il mondo ci deve eterna pietà. In verità, la nostra introduzione nel corridoio della miseria della fame è ancora lontano. Con il nostro continuo aiuto, comunque (Saddam si coccolava mentre stava intossicando gli Iraniani, stava schiaffeggiando le sanzioni che avevano ucciso mezzo milione di bambini e stava combattendo due guerre durante dodici anni), l’Iraq lo ha fatto al suo primo ballottaggio elettorale. Chi ha detto che non abbiamo avuto un cuore grande? Non Condoleezza Rice: “sono d’ accordo che lo tsunami e’stata un’occasione meravigliosa per mostrare non solo il governo degli Stati Uniti, ma il cuore della gente americana e penso che ci abbia gratificato molto ” [Dr. Rice’s senate confirmation hearing, Agence France Presse, Tuesday, January 18, 2005.
http://www.commondreams.org/headlines05/0118-08.htm ] E non vedo l’ora del prossimo, potrebbe aver aggiunto il nostro più importante diplomatico.
Mentre, guardare Colin Powell, calcolatore tascabile alla mano, che aggiunge i benefici geopolitici della generosità americana e ci dice quanto è scosso dalla devastazione dello tsunami, allora mi sembra quasi di sentire i Beatificati del Vangelo secondo Dubya (George W. Bush, detto “Dubya): “benedetti sono i bambini inghiottiti dal mare, dato che toccheranno i nostri sentimenti piu’ profondi / Maledetti siano i bambini che le nostre bombe fanno esplodere, dato che vagheranno nei vicoli oscuri della nostra indifferenza.” Siamo stati lo tsunami dell’Iraq. Ma non aspettiamoci appelli di carità, nessun minuto di silenzio, nessuna bandierina a mezz’asta: niente che permetta alla vergogna di rivelare la sua brutta faccia. Con le rielezione di Bush, l’America ora ha il presidente che si merita. E dovreste essere consapevoli che la signora Liberta’, tutta agghingata all’ultima moda da Abu Ghraib e Guantánamo, sembra quasi una prostituta esausta, e non avrete bisogno di chiedere chi ha preso in prestito il suo protettore: lo abbiamo fatto noi.
La liberazione dell’Iraq e’ iniziata con le bombe intelligenti che esplodevano sopra Bagdad. Ed avremmo dovuto saperlo che le liberazioni che iniziano con una nuova recita come il 9/11 raramente si concludono bene.
Bernard Chazelle
Fonte:http://www.counterpunch.org/chazelle01292005.html
29/30.02.05
Note:
1) Ne “La gaia scienza” Nietzsche sostiene che l’uomo ha ucciso Dio. “Dio è morto e noi l’abbiamo ucciso” ( fr. 125). La civiltà occidentale ha ucciso Dio a poco a poco, ma, uccidendo, ha perso ogni punto di riferimento. Dicendo che “Dio è morto!” Nietzsche vuol indicare insomma che sono morti gli ideali ed i valori del mondo occidentale. Dio è stato ucciso perché in Lui era sintetizzato tutto ciò che era contro la vita. Però, ora che Dio è morto, l’uomo non sa più che cosa fare: è privo di valori ed è quindi solo, sperduto “nel gran mare dell’essere”, senza punto d’appoggio. Non c’è che una alternativa: è l’uomo stesso che deve creare i valori
Traduzione per Comedonchisciotte.net a cura di Manrico Toschi