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DI ACCATTONE IL CENSORE

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In occasione di questa epidemia influenzale, come hanno scritto Paolo Becchi e Giovanni Zibordi su  Il sole 24 Ore, nessun Paese ha adottato misure così draconiane come l’Italia, provocando un dissesto economico, si dice, senza precedenti. Tra gli economisti è già partita la gara ad indovinare l’esatta percentuale del crollo del PIL, ma come al solito, non ci si mette d’accordo e ancora meno ci si azzecca; ragione, tra le altre, che spiega come mai astrologi e cartomanti siano tra i consulenti più ascoltati dalla classe politica.

In alcuni osservatori, forte è il dubbio che non si tratti soltanto di incompetenza e cialtroneria, qualità italiche già universalmente riconosciute, ma che, stavolta,  ci sia un piano surrettizio e lungimirante.

Il sospetto è che questa “emergenza” – prolungata qui da noi ad oltranza- sia parte di un programma di “demolizione controllata” della nostra economia, una ghiotta occasione per dirigersi, senza più pastoie ed indugi, verso la tanto sospirata e taumaturgica messicanizzazione della penisola.

Cosa vuol dire? Beh, state chiedendo anticipazioni sul programma di governo, che non può ancora essere reso pubblico. Ma noi, che siamo sempre un passo avanti, ve ne riveliamo in anteprima i passaggi salienti.

“Ristrutturazione industriale…

Dietro questa formula enigmatica, si nascondono diversi provvedimenti di buon senso: grazie alla definitiva distruzione del tessuto industriale, sarà infatti possibile, per le aziende in sofferenza, trovare acquirenti, specialmente tra i grandi gruppi esteri, che potranno finalmente acquistarle a prezzi stracciati.

Le multinazionali saranno definitivamente favorite, ponendo fine all’anomalia della piccola e media industria italiana, che il mondo ci invidiava in modo del tutto immotivato.

“Rilancio dell’economia mediante sacrifici e contributi di “solidarietà…”

Traducendo per l’elettore medio: salari da fame e patrimoniali diffuse, con particolare attenzione ad eliminare il risparmio inutile – e vergognoso – dai conti correnti.

“Regolarizzazione dei clandestini…”

Li conosciamo tutti, questi apolidi, magari li abbiamo incontrati durante qualche rapina: sempre vogliosi di lavorare, senza le ataviche e ingiuste pretese dei lavoratori italiani, rammolliti dal vizio, che non accettano paghe che possono arrivare a sfiorare i 4 euro l’ora.

“Estensione del Reddito di cittadinanza…”

Sarà elargito un reddito di sussistenza che servirà a fissare il salario minimo e, in un congruo numero di casi, consentirà di arrivare alla metà del mese. Del resto, ragioniamo, se non si può neppure uscire perché ci si infetta, a che servono i soldi?

“Ristrutturazione sociale...”

Ovvero fine della classe media. È stato un obbrobrio della storia, generato da un sistema industriale malato che aveva bisogno di acquirenti per i suoi prodotti. È ora di cambiare pagina: il mondo deve produrre di meno, perché vogliamo un mondo più verde.

“Ristrutturazione politica…”

Fine della parvenza di democrazia, di questo patetico surrogato.

Ritorno dell’oligarchia, che -diciamolo una volta per tutte- ha sempre funzionato meglio. E dà anche più affidamento: governano sempre gli stessi, senza cattive sorprese.

“Comitati di accertamento e garanzia della verità… istituire un argine a pericolose derive di “libera informazione”

Del resto, come già diceva un conservatore inglese, Roger Scruton, consigliere di Margaret Thatcher: “La libertà di espressione va bene per chi ha qualcosa da esprimere”. Girando per internet, come si fa a dargli torto?

“Copertura sanitaria obbligatoria…”

Si prenderà esempio dalla sollecitudine di governi progrediti come quello dell’ Argentina, che ha reso obbligatorie 20 vaccinazioni, senza le quali non si ha neppure diritto ai documenti di identità.

Da noi gli esperti non si mettono ancora d’accordo sul numero esatto di vaccini per motivi di superstizione.

“Sfoltimento sociale e accompagnamento verso il fine vita…”

Eliminazione degli “inutili”, ad esempio gli ultrasessantacinquenni, che tanto gravano sulle casse dello Stato, con eutanasia (o meglio, interruzione volontaria della vita). Ennesimo provvedimento ragionevole: del resto, a seguito delle riforme brevemente elencate, chi vorrà continuare una vita del genere?

“Tracciamento h24 dei movimenti e dei contatti personali…”

Non avranno più luogo reati odiosi e insopportabili come lo stalking, e finalmente si procederà ad una eliminazione realmente efficace e selettiva di dissidenti e oppositori politici, per “motivi sanitari”. Il Trattamento Sanitario Obbligatorio, precedentemente in voga, era strumento impreciso, dall’applicazione quantomai fumosa. Era ora che venisse sostituito.

“Regolarizzazione della prostituzione…”

Bando a moralismi e ipocrisie: molte donne, spinte dal bisogno, torneranno alla loro più naturale inclinazione e hanno il diritto di farlo in tutta sicurezza. È sotto gli occhi di tutti che la prostituzione non è mai stata completamente estirpata e sopravvive in modi legalizzati: il matrimonio non è che un esempio.

“Riforma dell’istruzione…”

Siamo vicini all’analfabetismo, ma con un piccolo sforzo potremmo anche raggiungerlo.

In sintesi, questo programma si basa sull’assunto scientifico – già intuito da Longanesi – che “la ricchezza è un’opinione, la povertà una certezza” e il governo, procedendo in modo logicamente rigoroso, ha capito che le certezze vanno consolidate.

Dell’America Latina, purtroppo, non ci parlano mai. Forse è disdicevole raccontare come si vive in Cile, grande successo del neoliberismo economico, dove l’esito ultimo di queste “riforme”,  che noi stiamo timidamente adottando – imposte responsabilmente come una medicina dal generale Pinochet-  è che la gente ha molto tempo libero, quando lavora ha paghe da fame e non può né curarsi, né istruirsi? Non sono risultati mica da poco. E c’è anche il più alto tasso di suicidi di tutta l’America Latina. Noi, su questo terreno, francamente possiamo solo inseguire.

Ci hanno rimbecillito per decenni con il “sogno europeo”, dove avremmo guadagnato di più lavorando un giorno di meno.

E, invece, quasi tutti guadagneranno di meno, e molti non lavoreranno neppure un giorno.

Dimenticatevi “L’ Europa”: l’America Latina è il futuro.

Accattone il Censore

Fonte: comedonchisciotte.org

20.04.2020

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