Di Tomaso Pascucci per ComeDonChisciotte.org – da Besançon (FRANCIA)
Lo Stato profondo e la macchina propagandistica nella Francia dell’“entre-deux-tours” lavorano a pieno regime e non ci vuole un navigato analista politico per immaginare verso quale direzione stiano spingendo. L’intercettazione del 22 % dell’elettorato mélenchoniste si rende tanto più necessario in quanto l’inganno del « front républicain » costruito nel 2002 per sbarrare la strada a Le Pen padre pare non aver più presa. In effetti, secondo un sondaggio dell’IFOP, pubblicato l’11 aprile 2022 (1), 20 % degli elettori della France insoumise sarebbe pronto a votare Marine Le Pen il 24 aprile, mentre un 41 % propenderebbe per l’astensione o il voto bianco, ma non è da escludere che una buona fetta di quel 41 % d’intervistati non abbia il coraggio di dichiarare una preferenza per la tanto demonizzata Le Pen figlia.
Per parte sua, Emmanuel Macron recupererebbe 39 % degli elettori di Jean-Luc Mélenchon. Ecco, quindi, che si impongono giochi di prestigio per orientare l’elettorato verso il candidato neo-liberista, elaborati forse nella fucina politica stessa.
Jean-Luc Mélenchon si è chiaramente espresso in questi giorni contro Marine Le Pen e, a rigor di termini, avrebbe dovuto lanciare i propri strali anche contro Emmanuel Macron. Invece, la figura di Macron, proiettata verso il secondo turno, non gli strappa invettive, anzi. A tal proposito, un’intervista rilasciata il 15 aprile da Manuel Bompard, responsabile della campagna elettorale di Jean-Luc Mélenchon, risulta molto edificante (2).
Interrogato sulla possibilità che Jean-Luc Mélenchon diventi primo ministro di Emmanuel Macron o di Marine Le Pen, in caso di vittoria della France insoumise alle legislative del prossimo giugno, Bompard si mostra molto più affettatamente infastidito quando il nome di Mélenchon è associato a Marine Le Pen di quanto non lo sia nei confronti di Emmanuel Macron.
L’impressione che si trae ascoltando Manuel Bompard disquisire in politichese è che sia decisamente benevolo verso Emmanuel Macron. Si tratta di un caso ? La domanda merita di essere formulata. Meno ambigue sono invece le tecniche collaudate, ma non meno interessanti, della propaganda dei media mainstream, di cui forniremo due esempi significativi, atte a favorire Emmanuel Macron.
Il primo esempio ruota attorno a Livio Kauffert, una delle figure di spicco dei Gilets jaunes. Senza grande sorpresa, i Poteri forti temono il voto della principale nemesi di Emmanuel Macron durante la presidenza in scadenza, la cui forza numerica sembrerebbe largamente superare il milione di persone (3).
Potendo difficilmente indurre i Gilets Jaunes ad appoggiare il presidente uscente, ci si ingegna per lo meno affinché le preferenze dei ribelli alla “macronie” non vadano a Marine Le Pen, secondo la logica che vuole che l’astensione o il voto bianco fruttino al favorito, ossia Emmanuel Macron.
È cosi che in questa prospettiva l’emittente radiofonica francese mainstream RMC raccoglie il parere di Livio Kauffert su queste elezioni presidenziali e, con un gioco di tagli, pubblica 15 secondi di un’intervista durata in realtà 3 minuti ! Il problema è che quei 15 secondi, in cui Livio Kauffert critica la poca incisività delle misure proposte da Marine Le Pen per contrastare l’inflazione e l’impoverimento delle classi medio-basse, sono frutto di un’estrapolazione di un’intervista ben più articolata.
Come lo stesso Livio Kauffert denuncia su France Soir il 16 aprile (4), la redazione di RMC ha volontariamente omesso di pubblicare le seguenti argomentazioni : una critica accesa nei confronti della politica oligarchica dello « pseudo-presidente » Emmanuel Macron ; un giudizio negativo nei confronti della parte economica e fiscale del programma di Marine Le Pen e, infine, la volontà di Livio Kauffert di attendere il dibattito tra il candidato uscente e Marine Le Pen per decidere se astenersi al secondo turno o votare Marine Le Pen in chiave anti-Macron.
In definitiva, durante quell’intervista Livio Kauffert non avrebbe affatto escluso di votare per Marine Le Pen. Eppure, gli ascoltatori di RMC hanno solamente compreso che uno dei leaders storici del movimento dei Gilets jaunes si preoccupava soprattutto di criticare la candidata Marine Le Pen. La manipolazione dell’intervista da parte di RMC emerge in sostanza come manifestatamente tendenziosa.
L’altro esempio chiama in causa l’oppositore storico di Vladimir Putin, Alexeï Navalny. Proprio il giorno del tanto atteso dibattito tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, Alexeï Navalny sarebbe uscito dal letargo russo per invitare i Francesi a punire Marine Le Pen, definita una sodale di Putin, e votare Emmanuel Macron. Che l’uscita di Navalny sia spontanea o eterodiretta, si presenta al momento giusto, con molti quotidiani francesi, tra cui Libération, che ne hanno dato notizia (5).
Come il cacio sui maccheroni, l’intervento di Alexeï Navalny si va ad innestare, per dargli ancora più colore e credito, alla denuncia formulata ieri da Emmanuel Macron durante il dibattito televisivo, secondo la quale Marine Le Pen è succube dell’oligarchia vicina a Vladimir Putin. Già di per sé espressione di ambienti da “mamma li Turchi”, Marine Le Pen sarebbe addirittura in combutta con il male assoluto del momento !
Apparentemente infrequentabile per Jean-Luc Mélenchon, incompetente per Livio Kauffert e agente straniero in terra di Francia per Alexeï Navalny, Marine Le Pen evolve in un contesto politico e mediatico che ne ha già decretato la disfatta.
I Poteri forti hanno deciso che Emmanuel Macron sarà rieletto e non hanno badato a spese “per prendere il controllo del sistema di percezione” (6) degli elettori. La domanda che a questo punto si pone è: i Francesi non acquisiti alla “macronie” e ai suoi satelliti si sono resi conto dell’inganno?
Di Tomaso Pascucci per ComeDonChisciotte.org – da Besançon (FRANCIA)
22.04.2022
NOTE
- Julie Carriat, Pour des soutiens de Jean-Luc Mélenchon, l’impossibilité du vote pour Emmanuel Macron, Le Monde, 12 aprile 2022.
- Intervista rilasciata all’emittente radiofonica Sud Radio nel programma “L’invité politique”.
- Jean-Yves Dormagen e Geoffrey Pion, « Gilets jaunes », combien de divisions ?, « Le Monde diplomatique », febbraio 2021, p. 20.
- https://www.francesoir.fr/societe-faits-divers/livio-gilet-jaune-propos-manipules-rmc.
- A titolo d’esempio, vedi : https://www.liberation.fr/international/europe/alexei-navalny-accuse-le-rn-de-vente-dinfluence-politique-a-poutine-et-appelle-a-voter-macron-20220420_T55UBLPNVBETROFQ5APCDNU5YY/ e https://www.lefigaro.fr/international/france-l-opposant-russe-navalny-appelle-a-voter-macron-20220420.
- Gouverner par le chaos. Ingénierie sociale et mondialisation, Parigi, Max Milo éditions, 2021, p. 32. La traduzione in italiano è nostra.
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Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org