L’OMS ha aiutato la Cina a nascondere il Covid-19 e chiude gli occhi sul traffico dei super virus ingegnerizzati?

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DI ROSANNA SPADINI

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Tucker Carlson, conduttore di un famoso programma politico Tucker Carlson Tonight su Fox News, ha rivelato come l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia aiutato la Cina a nascondere la gravità del Coronavirus.

Il conduttore ha inoltre osservato come il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom, “abbia ottenuto il suo lavoro con il sostegno della Cina, dopo aver coperto focolai di colera nel suo paese d’origine” in Egitto.

Adhanom da parte sua ha rifiutato l’accusa di aver sottovalutato le epidemie di colera in Etiopia nel 2006, 2009 e 2011, dato che le aveva definite solo “una forma acuta di diarrea”.

Le Nazioni Unite in seguito dissero che sarebbero state salvate più vite se l’epidemia fosse stata accuratamente etichettata come colera. Carlson ha quindi accusato Adhanom di aver raggiunto l’apice della corruzione interna all’OMS, dato che si era congratulato con la Cina per la sua “rapida” risposta al Covid-19 a fine gennaio, dopo la protratta  negazione del contagio per oltre un mese, dimostrando così di aver mentito sulla gravità del contagio, mentre il virus si era diffuso a partire dal novembre 2019.

Poi il 14 gennaio l’OMS aveva ulteriormente sostenuto le false notizie cinesi secondo cui non si sarebbe verificata alcuna trasmissione di Coronavirus da uomo a uomo.

Il 31 dicembre anche la dottoressa Ai Fen, capo della terapia d’urgenza dell’ospedale di Wuhan, aveva detto di aver scoperto in un paziente un virus simile alla Sars e di essere stata subito messa a tacere. Dopo un’intervista a un magazine locale, cancellata subito dal web, la donna sarebbe poi scomparsa. Mentre a Wuhan è polemica anche sul numero dei morti, che sarebbero molto più numerosi delle stime ufficiali, probabilmente intorno ai 42mila.

Ma il potere di censura operato dal governo cinese va anche oltre la Grande Muraglia, infatti la rivista “Nature Medicine” negli ultimi anni avrebbe censurato oltre 1.000 articoli su richiesta del governo cinese, dimostrando l’assoluta oscenità della campagna di disinformazione orchestrata dal Partito Comunista Cinese, che ha diffuso intenzionalmente una cortina fumogena su di un virus killer che ha ucciso migliaia di persone.

Mentre poi i media cinesi rigurgitano di affermazioni taroccate, siti come ZeroHedge , da sempre in prima linea nel tenere aperte le linee di indagine, sono stati invece emarginati e banditi da Twitter, dopo le accuse di BuzzFeed per aver pubblicato un articolo in cui si denunciava il coinvolgimento di uno scienziato cinese nello scoppio del micidiale coronavirus.

È ancora oscura la fonte da cui è nato il Covid-19, però alcune pandemie provocate da agenti patogeni sconosciuti provengono da un settore della ricerca scientifica, chiamata Gain-of Function (GOF), che ha destato molti dibattiti tra gli scienziati negli ultimi anni. Nel 2015, infatti, una ricerca scientifica pubblicata sempre sulla rivista internazionale “Nature Medicine” riportava i risultati di un esperimento che aveva portato alla creazione di un chimera-virus, non a caso una versione ibrida tra un ceppo di coronavirus originariamente del pipistrello e uno simile a quello che causa la Sars nell’uomo.

Questo virus era in grado di infettare le cellule delle vie respiratorie umane. E, guarda caso, tra gli autori dello studio spuntavano anche ricercatori cinesi di un laboratorio di Biosicurezza e patogeni speciali situato proprio a Wuhan. Per questo oggi sono in molti a chiedersi se lo scoppio dell’attuale virus sia frutto di un incidente in laboratorio, una fuoriuscita del virus chimera proprio da quel laboratorio di Wuhan.

In questa puntata di Leonardo del 16/11/2015 si parla della Chimera creata con Coronavirus e Sars2 in un laboratorio a Wuhan.

Quindi è indubbio che già dal 2015, i laboratori cinesi fossero stati coinvolti in ricerche di Gain of Function (GOF), che operavano sul potenziamento dei  genomi virali.

Nel dicembre 2017, dopo sei anni di dibattiti e discussioni, il governo degli Stati Uniti chiuse finalmente un capitolo, sebbene non il libro, su uno degli esperimenti più controversi negli annali della ricerca a “Dual use“: la creazione di un virus dell’influenza aviaria H5N1, trasmissibile attraverso l’aria tra i mammiferi. Cioè, il Dipartimento della salute e dei servizi umani emanò nuove regole che avrebbero dovuto decidere su nuovi possibili finanziamenti.

Infatti alcuni anni prima, nel 2011, il ricercatore olandese Ron Fouchier e il virologo americano Yoshihiro  Kawaok avevano suscitato una grande controversia quando, separatamente, avevano inviato manoscritti a Science and Nature in cui descrivevano come generare ceppi di influenza aviaria H5N1, trasmissibili tra i mammiferi. Questa ricerca sull’H5N1, o matH5N1, fu pubblicata solo dopo che il National Science Advisory Board on Biosecurity e l’ OMS si erano impegnati in controversi processi di revisione incentrati sull’opportunità di rendere pubblica la ricerca.

Gli esperimenti, che non solo hanno dimostrato che era possibile la trasmissione del virus da parte dei mammiferi, ma hanno fornito informazioni su come costruire un tale virus, hanno suscitato grande preoccupazione per la sicurezza dei cosiddetti esperimenti di “Gain of function” (GOF). Esperimenti che hanno portato alla creazione di agenti patogeni con maggiore virulenza e trasmissibilità, e che possono riferirsi a una vasta gamma di mutazioni biologiche naturali o indotte artificialmente, alcune delle quali potrebbero potenzialmente creare agenti patogeni sempre più pericolosi.

La controversia ha innescato una raffica di nuove politiche sulla ricerca a dual use negli Stati Uniti. Nel 2012 2014, il governo degli Stati Uniti ha emanato nuove regole, però la preoccupazione si è rinnovata quando i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie e il National Institutes of Health, nel luglio 2014, hanno sperimentato un trio di guasti alla biosicurezza che coinvolgeva il virus della variola (l’agente causale del vaiolo), il Bacillus anthracis (il batterio che causa l’antrace) e l’influenza aviaria. Nessuno di questi incidenti ha causato malattie umane, ma si sono verificati in breve tempo e presso istituti di ricerca biomedica d’élite; queste circostanze hanno aumentato le preoccupazioni circa la condotta sicura della ricerca sui patogeni con maggiore virulenza o trasmissibilità.

In risposta agli incidenti, nell’ottobre 2014 la Casa Bianca emise una moratoria sul finanziamento di nuovi studi di gain of function su influenza, SARS e MERS, e  avviò un processo deliberativo, guidato dal National Science Advisory Board on Biosecurity, e durato 18 mesi, che infine nel maggio 2016, emise raccomandazioni per la supervisione di tali esperimenti. (Le raccomandazioni introdussero un altro termine: “Gain-of-function research of concern”, GOFRC)

Nel gennaio 2017, il processo deliberativo produsse l’emissione di una guida, poi nel dicembre il Dipartimento della salute, sede del National Institutes of Health, il più grande finanziatore mondiale di ricerca biomedica, pubblicò una supervisione della ricerca che coinvolge potenziali patogeni pandemici potenziati. Questa nuova politica  del Framework, per guidare i finanziamento sulla ricerca, mostra però ancora un approccio  rischioso, perché esclude la ricerca finanziata da altre agenzie federali o dal settore privato.

Allo stesso modo, considerando l’attuale crescita della bioeconomia, la crescente commercializzazione della biologia sintetica e l’editing del genoma, e inoltre il ruolo sempre più crescente  del settore privato nel finanziamento della ricerca di base, l’esenzione dalla supervisione della ricerca nel campo delle biomedicine finanziate privatamente è un errore gravissimo. La recente sintesi del virus Horsepox da parte di scienziati canadesi, con il finanziamento di una società biotecnologica statunitense, illustra come la ricerca finanziata privatamente può deviare, intenzionalmente o inavvertitamente, nel regno della ricerca a duplice uso. Il National Science Advisory Board on Biosecurity ha raccomandato l’applicazione a tutti i ricercatori della supervisione della ricerca sugli utili, indipendentemente dalla loro fonte di finanziamento.

Oggi grazie alle nuove conoscenze in genomica e biologia molecolare, i ricercatori hanno a disposizione nuove tecniche sperimentali che permettono loro di creare dei “virus potenziati” per fini di ricerca.

La creazione di questi virus ingegnerizzati può essere utile perché permette di decifrare la correlazione tra il genoma degli agenti patogeni e il loro fenotipo, e cioè l’insieme delle loro caratteristiche osservabili, quindi consente di comprendere meglio i meccanismi molecolari attraverso cui un agente patogeno diviene pericoloso per l’uomo o l’ambiente. Tali ricerche offrirebbero quindi la possibilità sia di rispondere più efficacemente alla minaccia di virus finora sconosciuti, con la ricerca di vaccini, sia di anticipare gli effetti che alcune mutazioni spontanee potrebbero avere su virus già noti.

Le ricerche GOF permettono di creare in laboratorio tali “super virus” potenziati a scopo di ricerca e prevenzione, tuttavia, esse sollevano anche importanti interrogativi di natura etica perché comportano rischi per la biosicurezza. È giusto condurre ricerche scientifiche che possono comportare rischi di danni seri e irreversibili per l’umanità e l’ambiente?

Condurre ricerche sperimentali creando virus potenziati solleva diversi interrogativi di natura bioetica e biopolitica inerenti ai meccanismi stessi secondo cui la ricerca scientifica dovrebbe essere governata su scala globale. Inoltre, il quadro geopolitico attuale è molto più frammentato e multipolare che in passato, mentre le competenze e le barriere tecniche da superare per riuscire a costruire una potenziale minaccia biologica sono sempre più facili da superare. Ciò significa che la governance delle ricerche su virus potenziati deve essere pensata in riferimento a scenari nei quali le minacce alla biosicurezza non provengono più solo da realtà nazionali, sovranazionali e istituzionalizzate. Probabilmente questo è il caso del Covid-19.

Insomma di chi è stata la responsabilità della diffusione del Covid-19 uscito dal laboratorio di Wuhan? Della Cina non sembra, a meno che il governo comunista cinese non sia geneticamente masochista. Allora del Deep State americano, al fine di disinnescare una bomba planetaria economico sociale, che però danneggiasse soprattutto la volontà di potenza della Cina, e depotenziasse il progetto di un’Eurasia egemonica (compresi 5G, Belt and Road Initiative, BRI))… trascurando però il fatto che gli Stati Uniti stiano ospitando uno dei maggiori focolai al mondo? Ma del resto anche l’11 settembre è stato una strage di americani.

Oppure si sta realizzando una sorta di dittatura bioscientology ingegnerizzata, che costringerà l’umanità a convivere con virus mortali in attesa della produzione di un vaccino ad hoc?

Intanto prosegue come da copione la campagna mediatica denigratoria da parte degli Stati Uniti contro la Cina… il Washington Times esce con un rapporto che fa una denuncia ben precisa: “Ricercatori del governo cinese hanno isolato più di 2.000 nuovi virus, tra cui i coronavirus mortali dei pipistrelli, e hanno svolto attività scientifiche su di essi a sole tre miglia dal mercato di animali selvatici identificato come epicentro della pandemia di COVID-19. 

Del resto “Questo è uno dei peggiori insabbiamenti della storia umana, e ora il mondo sta affrontando una pandemia globale”, ha rimarcato la dose il rappresentante del Texas GOP, Michael T. McFoul, membro della commissione per gli affari esteri della Camera, che ritiene che la Cina dovrebbe essere ritenuta responsabile per l’epidemia.

 

Rosanna Spadini

02.04.2020

 

 

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