Di Raffaele Varvara, per ComeDonChisciotte.org
Osservando la “lastra” della manovra finanziaria, per quanto riguarda la sanità, viene da esclamare: “Lo stiamo perdendo!”. Si suol dire così in gergo clinico quando l’evoluzione sfavorevole della patologia, induce a pronosticare il peggio. Gli incrementi per il fondo sanitario nazionale sono talmente risibili che serviranno soltanto a coprire l’impennata dell’inflazione e il caro energia.
Per usare un altro paragone con la clinica: questa legge di bilancio è come un antibiotico sottodosato in un paziente con sepsi conclamata, praticamente serve a nulla. Continua, dunque, la strategia del de-finanziamento progressivo per provocare l’auto-implosione della nostra sanità pubblica; del resto i nemici tecnocrati, dopo aver distrutto lo stato sociale, stanno utilizzando il post-covid per mangiare il boccone principale, la fetta di PIL più grande.
Nessun piano di assunzione per rimpolpare gli organici, nulla per la valorizzazione dei sanitari che migrano verso il privato; solo + fondi per l’approvvigionamento di va**ini. Del resto non poteva essere altrimenti per un governo che esegue (come il precedente) l’agenda ordinata dalle oligarchie neoliberiste. Per assumere i 50mila infermieri necessari a garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, l’Italia dovrebbe liberarsi dai vincoli esterni e riappropriarsi della facoltà di decidere quanta spesa pubblica fare. In altre parole, ritornare ad essere SO-VRA-NI.
Dopo il 25 settembre è matura una consapevolezza: la liberazione dall’oppressione degli organismi sovranazionali, non può essere il risultato di un processo lineare che avviene solo tramite elezioni, per la sola intermediazione dei partiti (per giunta divisi), bensì sarà la risultante di nuove forme che si daranno i corpi sociali nel dispiegare il conflitto di classe.
Urge costruire un blocco sociale di liberazione, organizzato per “giocare” (e vincere), la partita contro il potere sul campo della sanità, poichè anche senza rappresentanti in parlamento, possiamo essere determinanti e incisivi nelle scelte politiche locali e nazionali con un fronte di opposizione sociale extraparlamentare consolidato e strutturato.
I risultati ottenuti nella prima stagione di Riapriamo le Porte, rappresentano un grimaldello che ci ha “aperto le porte” su un percorso vincente da proseguire.
La seconda stagione dell’Operazione, promossa dall’Organizzazione “Di Sana e Robusta Costituzione”, insieme ai gruppi di resistenza sui territori, ha come obiettivo riconquistare, centimetro dopo centimetro il terreno perduto in sanità, cominciando da:
1. Rimuovere ogni residuo di restrizione fisica e/o temporale sulle visite dei parenti come tornelli d’ingresso, prenotazioni, autorizzazioni, visite a giorni alterni, tempo max di visita 40’:
2. Riaprire le porte di terapie intensive, rianimazioni e pronto soccorso (presenteremo un disegno di legge per l’implementazione della “terapia intensiva aperta”);
3. Dire BASTA alla tortura del tampone su pazienti e visitatori per il principio della “massima precauzione” che sta provocando ostacoli all’accesso dei percorsi diagnostico/terapeutici;
4. Riconoscere i percorsi diagnostico e terapeutici per i danneggiati da vaccino;
5. Implementare personale volontario da noi formato per contrastare il fenomeno del razionamento delle cure, per presidiare la sanità pubblica e per fare proselitismo nei luoghi di cura;
6. Sodalizzare coi medici di emergenza vessati dai turni massacranti a causa del progressivo smantellamento dei pronto soccorso, unirci alle loro lotte e organizzarne di nuove insieme;
7. Contrastare l’abuso delle cooperative per la recluta dei sanitari. STOP a ogni forma di intermediazione tra lo Stato e il personale sanitario;
8. Introdurre nuovi parametri per la quantificazione del personale sanitario. Ancora oggi gli ospedali sono regolamentati, per quanto concerne la dotazione organica, dall’ancora vigente DPR 128/1969 noto per aver stabilito il minutaggio dell’assistenza come parametro di calcolo degli organici ospedalieri.
2023 o 1943? Resistenza, ora come allora!
Di Raffaele Varvara, per ComeDonChisciotte.org