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La Redazione

 

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Lo sport come ricerca del farmaco o mania di vincere
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A cura di Rosanna
Il 2 Gennaio 2020
2115 Views
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DI OLEG PAVLOV, ANTON KANEVSKIJ

fondsk.ru

Sul modo in cui la WADA realizza il “contenimento sportivo” della Russia

Dopo una serie di scandali nello sport mondiale, è stato chiarito che la sua [della Russia] purezza in ambito antidoping era messa in dubbio. Tuttavia, le strutture che monitorano ciò, si avvalgono delle loro ragioni in modo molto selettivo. Per quattro anni, gli atleti russi sono stati privati del diritto di partecipare sotto la bandiera del loro Paese.

Dall’inizio dello sviluppo del grande sport come industria con enormi compensi ed entrate favolose per i protagonisti, molti partecipanti alla vita sportiva internazionale non si sono preoccupati dei principi di de Coubertin. È chiaro che l’aggiornamento dei record non può essere infinito: prima o poi il corpo umano si avvicina al punto limite. E, al fine di superare gli indicatori di limite, qualcosa deve essere cambiato: nella biochimica dei tessuti del corpo o nel suo codice genetico. Il secondo è ancora proibito, ma il primo si sta sviluppando.

È nota la situazione della metà degli anni 2000, quando tutti i principali sciatori del mondo avevano un elevato contenuto di emoglobina nel sangue, che indicava l’uso di sostanze proibite nel periodo intercompetitivo. Le misure di controllo si sono rafforzate, gli indicatori sono tornati alla normalità, ma dopo un anno o due, a quanto pare, è stato trovato un “antidoto”. Gli indicatori hanno di nuovo iniziato a crescere ancora e ancora per tutti. Ha fatto seguito un nuovo rafforzamento del meccanismo di controllo. E così via.

Nell’ultimo decennio, il tema delle “eccezioni terapeutiche” è diventato estremamente intensificato, quando ai singoli atleti è consentito assumere farmaci illegali, a causa delle malattie che hanno. È leggenda metropolitana che praticamente quasi l’intera squadra norvegese di sci e biathlon è composta da asmatici che hanno ricevuto il permesso di assumere farmaci che migliorano la respirazione (aumentano la saturazione di ossigeno nel sangue). Ci sono decine, se non centinaia, di tali esempi a disposizione dei giornalisti.

Il contrasto ai doping sempre più sofisticati e ai metodi della loro assunzione, da un lato, e i metodi per rilevarli (nonché le sanzioni imposte ai pizzicati), dall’altro, accompagnano lo sport mondiale da qualche decennio.

In questo contesto, la storia delle Olimpiadi del ‘72, quando la leggendaria Galina Kulakova è stata privata della medaglia, a causa dell’efedrina trovata nel suo sangue (lei stessa l’ha presa per il raffreddore), si presenta come una cosa del tutto innocente. Le sanzioni si sono limitate alla privazione della medaglia, il che non ha impedito all’illustre sciatrice di tornare allo start un paio di giorni dopo e di vincere un’altra medaglia, per la quale non ci sono stati reclami.

Specialisti vicini ai segreti di laboratorio del grande sport sono sicuri che senza “farmacologia” lo sport moderno sia impossibile. Senza il supporto medico, il corpo umano non può resistere alle esigenze richieste oggigiorno. E la discussione non riguarda l’uso della farmacologia in quanto tale, ma quali farmaci considerare accettabili, quelli destinati esclusivamente a mantenere la salute degli atleti, oppure quelli che incrementano le prestazioni atletiche e che sono apportatori di danni alla salute.

Accanto alla gara sportiva c’è una gara farmacologica, una gara di staff tecnico, fisiologi, farmacologi. Assomiglia al cartone animato “Nu, pogodi!”, in cui il ruolo del lupo è interpretato dalle strutture di controllo dello “sport puro” e il ruolo della lepre è svolto dallo staff tecnico dell’atleta, che volte è ignaro. È chiaro che se lo stato delle cose diventerà noto al grande pubblico, le raccolte finanziarie derivate dagli eventi sportivi diminuiranno, così che i partecipanti alla procedura preferiranno rimanere in silenzio. Tuttavia, l'”impatto farmaceutico” differisce nei vari tipi di sport. Nelle tipologie che prevedono il gioco è inferiore a dove l’atleta compete con il cronometro che ticchetta, l’altezza e la lunghezza del salto.

Inoltre, il grande sport è stato a lungo un prolungamento della grande politica. Il successo è un fattore di prestigio internazionale e le federazioni sportive cercano di aiutare i loro atleti in ogni modo possibile. Tuttavia, continuano le fughe [di notizie] dal “club chiuso di chi fa uso di sostanze per i record”.

Nel settembre 2016, il gruppo di hacker Fancy Bear ha violato la banca dati antidoping della WADA (World Anti-Doping Agency). Dai dati pubblicati, si è saputo che sono a decine gli atleti negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali che avevano il permesso di usare farmaci proibiti “sulla basedi eccezioni terapeutiche”. Tra loro c’erano stelle di prima grandezza, come le sorelle Williams. E qui, probabilmente, vale la pena menzionare uno dei personaggi principali delle Olimpiadi estive a Rio, la loro cinque volte campionessa, la ginnasta americana Simone Biles; la storia non riguarda solo i farmacologi, ma anche gli psichiatri americani …

Traduzione didascalia superiore

Eccezioni terapeutiche rilasciate nei Paesi–leader del medagliere a Rio.  Numero di eccezioni che gli sportivi hanno ricevuto nel 2016. Non tutti questi sportivi hanno partecipato ai Giochi Olimpici.

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Usa, Italia, Francia, Australia, Paesi Bassi, Canada, Germania, Nuova Zelanda, Russia. 

Traduzione didascalia inferiore
Fonti: relazioni annuali delle agenzie nazionali antidoping

Dal 1999, la lotta al doping è focalizzata nell’Agenzia mondiale antidoping (WADA). Il suo “padrino” è considerato il canadese Richard Pound, a quell’epoca Vicepresidente del CIO. Con i suoi sforzi è stato garantito il finanziamento della nuova struttura da parte degli Stati sponsor, e lui stesso ne è diventato il primo Presidente. Sin dal suo inizio, WADA è stata guidata esclusivamente da Sua Maestà, la Regina di Gran Bretagna. Richard Pound è stato sostituito nel 2008 dall’australiano John Feikhi enel 2013 l’organizzazione era guidata dal Presidente del Comitato Olimpico Nazionale della Gran Bretagna Craig Reedy. Solodal 1° gennaio 2020 a dirigere l’Agenzia mondiale antidoping sarà il Polacco Vitold Banka.

In questo contesto, vale la pena prestare attenzione al “fenomeno” della crescita del successo degli atleti britannici ai Giochi Olimpici (vedi tabella). Anche i Canadesi (il quartier generale della WADA si trova a Montreal) hanno aumentato notevolmente i risultati.

Traduzione didascalia superiore
numero di medaglie d’oro della Gran Bretagna a Giochi Olimpiciblank

—–prima della creazione della WADA —– dopo la creazione della WADA

La figura odiosa di Rodchenkov [n.d.T.Grigorij Michajlovič] (molto probabilmente reclutato da strutture occidentali interessate), che “trafficava” a destra e a manca, non era ostile a modificare le deposizioni e talvolta vaneggiava (l’elenco delle insensatezze nelle sue “rivelazioni” può costituire un importante dossier), ha avuto nella storia del “contenimento sportivo” della Russia un ruolo significativo. La macchina repressiva sta lavorando a pieno regime. Quindi, dopo i procedimenti nel Tribunale Arbitrale Sportivo e le trattative, la “punizione” della Russia è stata ridotta all’esclusione di atleti russi ai Giochi di Pyeongchang e al fatto che sono stati privati della possibilità di presentarsi sotto la propria bandiera. È stato sottolineato che queste sanzioni sono esaustive e, in caso di “impeccabile” rispetto delle regole antidoping, durante la cerimonia di chiusura sarebbero stati in grado di andare sotto la bandiera della Russia. Ma non appena sono iniziati i giochi, con un pretesto inverosimile è iniziata una campagna contro gli atleti russi. L’isteria acuta, e ignorante farmacologicamente dei media occidentali, nei confronti dei “campioni al meldonium” è stata saldamente impressa nella coscienza.

Ora il motivo delle sanzioni più severe sono le incoerenze nel database RUSADA per il periodo 2012-2015, con ciò che Rodchenkov e i suoi complici hanno fatto uscire dalla Russia. L’attuale scandalo, come i precedenti, è una continuazione della “guerra sportiva” contro la Russia, in cui la WADA è solo uno strumento. Il grande sport, ripetiamo ancora, è il prolungamento della grande politica.

In Russia, anche nell’ambiente “della dirigenza” vicina allo sport, non tutte le federazioni hanno imparato a lavorare in modo tale che non vi siano dubbi nei loro confronti. Tuttavia, dei propri funzionari sportivi si occuperanno le autorità russe. Come agire nell’arena internazionale – nella cosiddetta comunità mondiale? Andarsene, sbattendo forte la porta, fuori dallo sport mondiale? Bene, i nemici della Russia (nessuno ripete quella grande stupidità che “la Russia non ha nemici”) ottengono anche questo risultato.

La famosa pallavolista russa Ekaterina Gamova ha commentato la decisione del Comitato Esecutivo della WADA: “Non voglio immischiare la politica in tutta questa situazione, perché i fatti dimostrano che purtroppo abbiamo avuto problemi. Ma non riesco a capire e accettare perché gli atleti puri dovrebbero essere responsabili di questi problemi. Perché lo dovrebbero sopportare? ”

I principi olimpici e sportivi sono sepolti sotto una massa in aumento di denaro. La politica disonesta di “contenere la Russia” si estende allo sport. A proposito, i risultati degli atleti sono sempre correlati alle condizioni generali di un Paese. Negli anni ’90 e nei primi anni 2000, dopo il Paese, anche gli atleti russi “hanno fallito”. Negli ultimi anni, al contrario, i nostri atleti e le “bellezze del pattinaggio artistico” salgono sempre più sul podio. Parallelamente, la pressione delle strutture antidoping si è intensificata. E gli atleti non puliti non hanno paura “di chi combatte contro il doping”, ma della bandiera russa.

Sì, senza ristrutturare il grande sport su scala globale, esso scivolerà sempre più nella fossa degli scontri politici e affogherà nella “palude farmacologica”.Tuttavia, prima di tutto, il profondo significato del coinvolgimento di massa dei giovani nella pratica “dell’educazione fisica e dello sport” dovrebbe essere ripristinato in Russia. Per recuperare ciò che è stato dimenticato.

Oleg Pavlov e Anton Kanevskij

 

Fonte: https://www.fondsk.ru/

Link: https://www.fondsk.ru/news/2019/12/14/sport-kak-pogonja-za-preparatom-ili-zabolej-chtoby-vyigrat-49685.html

14.12.2019

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

 

 

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