DI SHIRZAD AZAD
Online Journal
L’Occidente ha una lunga storia nell’indicare altre nazioni come arretrate e sé
stesso come grande civiltà e modello di progresso.
In quanto leader e massimi rappresentanti della civiltà occidentale,
gli Stati Uniti hanno entusiasticamente proseguito questa tradizione
attraverso la sua mafia sforna-film, Hollywood, e, dopo avere colpito molte
altre nazioni, compresi Africani, Indiani, Cinesi e Giapponesi, di recente
hanno rivolto la loro attenzione agli Iraniani.
È un fatto evidente che la storia è sempre scritta dai vincitori. Purtroppo,
a causa di un passato turbolento, non solo altre nazioni ma anche una gran
parte degli Iraniani stessi non hanno una conoscenza esatta e senza
distorsioni della storia antica dell’Iran, chiamato Persia.
Dall’invasione della Persia da parte degli arabi musulmani nel 651 d.C., molti
degli stati e dei sistemi che gli Iraniani hanno dominato e governato hanno
ritratto il loro antico bagaglio culturale praticamente nella stessa maniera
del regista Zach Snyder nel film “300” e molte delle loro opere storiche
hanno trattato la civiltà iraniana pre-Islamica quasi allo stesso modo del
racconto di Frank Miller.La civiltà iraniana, per difendere la sua antica eredità, ha lottato a lungo
simultaneamente su due differenti fronti:
contro il suo classico rivale, la civiltà occidentale, e contro una cultura
arabo-islamica o forze pro-Islam in casa propria.
Con una civiltà di vecchia data così fiera, l’eredità iraniana finora è
riuscita a superare tante ondate ostili, ed il suo significativo contributo in
tanti aspetti della civiltà mondiale è indispensabile.
L’Iran non è semplicemente un governo di una singola nazione; è davvero un
piccolo continente fatto di molti gruppi etnici diversi che sono la spina
dorsale di un paese multiculturale e di una comunità di genti e tradizioni
diverse. Dopo tutto, “300” non svilisce soltanto gli Iraniani, è un’evidente
agrressione a tutte le società dell’Asia occidentale, dell’Asia centrale,
dell’Africa del Nord e dell’Europa Orientale, che una volta nei tempi
antichi fecero parte dei vasti imperi iraniani. Il film inoltre degrada una
grande comunità di Indiani, Cinesi, Europei ed Americani con origini
iraniane ed antenati persiani.
Con un enorme desiderio di vendere e stupire, “300” è una pura fantasia in
cui l’esercito persiano è descritto come composto da demoni privi di cultura,
sensibilità o umanità e, in contrasto con i nobili Greci, gli Iraniani sono
ritratti come persone assetate di sangue che non pensano a null’altro che ad
aggredire ed uccidere altre persone. Da perfetta immagine irresponsabile e
distorta dell’antica Persia, “300” descrive il re persiano, Serse, ed i suoi
selvaggi soldati come decadenti, sessualmente eccessivi e di natura malvagia.
[Serse nel fumetto di Frank Miller e nel film di Zach Snyder]
Come ha precisato tempo fa l’archeologo giapponese, Takashi Okazaki, reperti
archeologici provenienti dall’Iran e dai territori che una volta gli
appartennero indicano che con gli imperi iraniani pre-Islam ci si è lasciati
alle spalle una cultura avanzata. Purtroppo, oggi molti dei più importanti
reperti ed oggetti storici dell’Iran si trovano in musei occidentali, non in
Iran. Alcune di quelle antichità sono state direttamente contrabbandate
all’occidente ai tempi della loro scoperta.
La gente che ha una certa conoscenza dell’arte e visita spesso i musei non si
farà facilmente imbrogliare da “300” o da balle simili di Hollywood, come il
film “Alexander” nel 2004. Ecco perchè la mostra “La Gloria della Persia:
7.000 anni di cultura”, quando è stata inaugurata al Metropolitan Museum di
Tokyo lo scorso agosto, è stata accolta con favore da un’affluenza inattesa
di giapponesi e stranieri. In questa mostra, erano stati selezionati da
quattro musei iraniani 210 reperti unici che risalivano dal quinto millennio
a.C alla fine dell’era dell’impero di Sassanide nel 651 d.C. Il numero record
di visitatori ha spinto la Corea del Sud e la Cina a chiedere di poter
ospitare la mostra “La Gloria della Persia” dopo le due città giapponesi di
Tokyo e di Nagoya.
Come di consueto, una protesta degli Iraniani in tutto il mondo contro l’aggressione
di Hollywood è finora fallita ed i colossi occidentali dell’informazione
hanno maneggiato professionalmente ed abusato della loro rabbia a vantaggio di
“300” per aumentare le sue vendite. Ma gli Iraniani potrebbero non tollerare
di restare indifferenti a tali incontestabili insulti e spetta alla
coscienza della comunità internazionale dare un suo giudizio. Gli Iraniani
non possono permettersi di più, perché sono condannati in un mondo in cui i
forti fanno ciò che vogliono ed i deboli soffrono ciò che devono.
Shirzad Azad è ricercatore sui Rapporti tra Oriente e Occidente alla Graduate
School of International Politics, Economics and Communication, presso l’Università
di Aoyama Gakuin, Tokyo, Giappone.
Shirzad Azad
Fonte: http://onlinejournal.com/
Link: http://onlinejournal.com/artman/publish/article_1900.shtml
29.03.2007
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FILMARI