Le caste al potere di questa Europa alla deriva stanno facendo di tutto per sostenere progetti stranieri, mettendo in serio pericolo la nostra incolumità, quella che dovrebbero tutelare primariamente.
Questo teatrino che chiamano mondo libero colleziona autogoal da ogni dove. Dalla Francia si disabilita l’accesso alla piattaforma Rumble, correttamente politico. Così da limitare le fonti di informazione russe che disturbano il sereno fluire della democrazia. Per la stessa ragione in Italia si valutano anni di carcere per chi si trovi in raduni di più di 50 persone e che mettano in pericolo la sicurezza o la salute (a qualcuno è scappato – forse volutamente – sanità) pubblica. In Germania la qualunque, ora la Serbia viene avvertita, ma non minacciata, di scegliere da che parte stare. Se non sanzioni la Russia, non puoi far parte dell’Unione Europea. Niente meno.
“Credo che l’amicizia con la Russia sia della massima importanza e che senza di essa rischiamo la scomparsa fisica della Serbia”, ha dichiarato a ottobre il ministro degli interni Aleksander Vulin, evidentemente interessato al bene del suo Paese.
Nel frattempo la Polonia chiede la candidatura agli americani, anche lei vuole le loro bombe nucleari parcheggiate in casa. E dal ministero degli esteri arriva l’ennesimo ammonimento per la leggerezza con cui ormai in molti parlino di guerra nucleare come del film da vedere al cinema il prossimo weekend.
Dalla Finlandia il primo ministro Sanna Marin non demorde ed esorta Ungheria e Turchia ad approvare la richiesta di adesione alla Nato – che con i terroristi non c’entra mica nulla! – insieme alla Svezia, in un fronte unito, come è stato definito.
Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo mercoledì ha dichiarato:
Le basi militari straniere sono effettivamente apparse in Norvegia su base permanente. L’infrastruttura corrispondente è stata modernizzata, vengono acquistati equipaggiamenti moderni e Oslo è ora tra i più attivi sostenitori del coinvolgimento della NATO nell’Artico. […] Consideriamo questi sviluppi vicino ai confini russi come il deliberato perseguimento da parte di Oslo di un percorso distruttivo verso l’escalation delle tensioni nella regione euro-artica e la distruzione finale delle relazioni russo-norvegesi.
In merito all’aumento considerevole di forze Nato ai confini della Russia, in occasione di una sessione ministeriale con i funzionari della Bielorussia, con la quale lo scorso mese è stata annunciata la creazione di una forza congiunta contro l’Occidente, il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha detto:
Il contingente è cresciuto di due volte e mezzo, arrivando a più di 30.000 persone da febbraio, e potrebbe crescere ancora nel prossimo futuro.
Stoltenberg non fa che peggiorare la situazione quando comunica al mondo intero che l’intenzione è di moltiplicare ulteriormente il numero di basi, superando le 300000 unità, con l’istituzione di quattro nuovi gruppi tattici: Slovacchia, Romania, Bulgaria, Ungheria, e poi Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia.
Non si sa come, in un’era in cui la comunicazione è all’apparenza così incoraggiata, semplificata, velocizzata, fatta simultanea, l’Occidente non sappia più parlare. Forse proprio non si vuol farlo?
FONTI:
https://tass.com/politics/1529753
https://tass.com/politics/1531427
https://tass.com/defense/1531539
https://www.rt.com/russia/565792-russian-nato-troops-border/
https://www.rt.com/news/565761-serbia-choice-eu-russia/
https://www.rt.com/news/565785-rumble-france-censorship-demand/