L'AMERICA SI STA PREPARANDO PER LA LEGGE MARZIALE ?

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DI MICHEL CHOSSUDOVSKY

(Traduzione
e prefazione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

Prefazione

Nel corso della traduzione mi venivano spontanee alcune riflessioni sulla società italiana e le sue istituzioni. Esistono in Italia ordinamenti e procedure previste per una situazione di “Codice di Allerta Rosso”? Quanto sono segrete e quanto partecipate da tutte le forze politiche? E se esistono, come possono i cittadini venirne a conoscenza ed esprimere democraticamente il loro parere in merito? Esistono banche dati, del tipo Statunitense, alla “Grande Fratello”? Quanto, tutti noi, siamo sotto controllo e soggetti ad occulti sistemi di “osservazione”? E questi sistemi sono previsti da norme emanate dal Parlamento, a nostro totale insaputa? Che difese abbiamo nel nostro territorio contro l’applicazione dei Patriot Acts nei confronti di cittadini italiani che si dichiarano oppositori del “Nuovo Ordine Mondiale”, e perciò assimilabili al terrorismo internazionale? Quanto è in atto il
militarismo nelle istituzioni italiane? A ben considerare, l’art.11 della nostra Costituzione è già stato stravolto in un’ottica militarista. L’esercito italiano, e il servizio militare, definiti dall’art.52 sono stati ampiamente “riformati”: ormai siamo in presenza di un esercito di professionisti, sperimentati nelle tecniche di repressione e di ordine pubblico, inviati in tante parti del mondo a sostenere il “Nuovo Ordine Mondiale”, imposto dall’Impero Statunitense.
Si utilizzano sistemi d’arma più idonei ai servizi di ordine pubblico contro manifestazioni di masse di dissidenti, che scendono nelle piazze per esigere i loro diritti. Si fa uso di gas altamente tossici,
come il CS, di manganelli particolari, di mezzi di locomozione adatti agli scontri urbani, si utilizzano aerei telecomandati del tipo Predator, con lo scopo di monitorare il territorio nazionale, ecc. Non ultimo, viene considerata necessaria l’applicazione di un codice da guerra per regolamentare le attività dei giornalisti impegnati a fornire informazioni non “embedded”.
Il Ministero per la Sicurezza della Nazione (DHS) ha recentemente effettuato una vasta esercitazione anti-terrorismo denominata TOPOFF 3 (4-8 aprile 2005). L’esercitazione è stata descritta da funzionari come “un approccio a vari livelli per migliorare la sicurezza del Nord
America”.
L’obiettivo dichiarato dell'”Esercitazione Totale” TOPOFF 3 era di “preparare l’America” nel caso di un effettivo attacco bioterroristico da parte di Al Qaeda:

“…noi deliberatamente abbiamo costruito lo scenario di un attacco bioterroristico, veramente complesso, con armi di distruzione di massa nel New Jersey, e nello stato del Connecticut una specie di doppio colpo di mano, nei termini di un congegno trasportato da un veicolo che esplodeva all’improvviso e da un simultaneo attacco chimico.

Il sistema in TOPOFF 3, uguale per tutti casi, era stato controllato come mai prima, e quindi deliberato. Noi desideravamo controllare l’intero spettro della nostra direzione, inerente i processi e i protocolli che abbracciavano la prevenzione, l’intelligence e la condivisione delle informazioni, e quindi la risposta e la copertura più classica o tradizionale. Ma in realtà, per la prima volta in una esercitazione a carattere nazionale, abbiamo affrontato il caso di un attacco con armi di distruzione di massa quasi simultaneo, cosa che è risultata naturalmente molto, molto impegnativa per il personale federale, come per i partecipanti statali, locali ed internazionali.”
(Per la completa trascrizione della dichiarazione del portavoce del DHS alla conferenza stampa dell”aprile 2005, a: http://www.allamericanpatriots.com)

“La
Guerra al Terrorismo”

Queste esercitazioni devono essere inquadrate nel più largo contesto della dottrina sulla Sicurezza
Nazionale dell’America, che presenta Al Qaeda come la minaccia principale alla Nazione Americana.

La “guerra al terrorismo” è la pietra angolare che sta al centro delle agende della politica estera e della sicurezza interna.
Queste le parole del Segretario del DHS, Michael Chertoff:

“La sicurezza interna è una parte di una strategia più larga, che informa la battaglia contro il nemico… Ma, anche se una soluzione chiave per la difesa è l’attacco, questo non costituisce completamente il quadro della nostra sicurezza. Perciò, per noi, è necessaria una “difesa in profondità”, come parte dell’intera strategia. Questo significa anche che, come noi perseguiamo i terroristi all’estero, noi dobbiamo operare all’interno del Paese per prevenire infiltrazioni di terroristi e delle loro armi; per proteggere il nostro popolo e le nostre terre, se avviene un’infiltrazione; e per
rispondere e reagire se sta avvenendo un attacco. Tutto questo è incorporato nella nostra strategia di costruzione di barriere multiple contro gli attacchi terroristici.
(Trascrizione
della dichiarazione completa del marzo 2005 del Segretario Michael
Chertoff a: http://www.dhs.gov

Nemico Esterno Illusorio

Come noto e documentato, Al Qaeda è una creazione degli apparati di intelligence degli USA.

Lo scopo dell’esercitazione anti-terrorismo TOPOFF non è quello di “difendere l’America” contro i terroristi, ma di costruire un consenso nell’ambito delle strutture federali, statuali e municipali,
come all’interno della comunità degli affari e nella società civile (ospedali, scuole, ecc.), sul fatto che questo fantomatico nemico esterno esiste e che “la minaccia è reale”.

Noi non siamo in presenza di una classica campagna di disinformazione mediatica. Mentre
l’esercitazione TOPOFF veniva citata con indifferenza negli articoli di stampa, questo non costituiva affatto oggetto di dibattito nazionale.

Riguardo a TOPOFF, il processo di costruzione del consenso è “interno”, non investe in generale l’opinione pubblica. E’ largamente indirizzato a quelli che prendono le decisioni importanti
all’interno delle diverse strutture di governo e non governative. Costoro sono più di 10.000 ufficiali, che partecipano da posizioni in cui si prendono le decisioni che contano (funzionari federali e statali, esecutori della legge, appartenenti a dipartimenti anti-incendio, a strutture ospedaliere, ecc.), che possono essere chiamati ad agire nel caso di situazioni di emergenza. A loro volta, questi
soggetti hanno il mandato di diffondere il messaggio all’interno delle rispettive organizzazioni, ad esempio rivolgendosi ai loro collaboratori e colleghi, e a tutte quelle persone che lavorano sotto la loro diretta supervisione.

In altre parole, questo processo di costruzione del consenso si estende a decine di migliaia di persone che occupano posizioni autorevoli. Perciò, l’agenda antiterrorismo e le esercitazioni diventano un “argomento di discussione” nell’ambito di numerose organizzazioni governative e non.

Inoltre, l’organizzazione di queste esercitazioni antiterrorismo va a sostegno della dottrina della Sicurezza Nazionale della “guerra preventiva”, vale a dire la dottrina per cui l’America ha legittimato il diritto all’autodifesa, intervenendo in Paesi stranieri per difendere se stessa contro i terroristi. Allora, viene alimentato il mito delle armi di distruzione di massa nelle mani di terroristi, che le vogliono usare contro l’America, quando nei fatti sono gli USA i più grossi produttori di armi
di distruzione di massa, con un bilancio della Difesa di più di 400 miliardi di dollari per anno.

Lo scopo è quello di creare favore per la guerra e per il programma di Sicurezza Nazionale all’interno di settori governativi, non governativi, del mondo degli affari delle grandi compagnie, e naturalmente anche nella prospettiva che venga instaurata la legge marziale.

L’obiettivo finale è quello di sviluppare in tutta la nazione, in modo inequivocabile da parte di funzionari chiave e dei loro collaboratori e subordinati, dal livello federale al livello locale, l’accettazione di una situazione emergenziale, tale che possano essere sospese le libertà civili e i diritti dei cittadini:

I funzionari non daranno alcuna specifica descrizione, ma devono comunicare solo che l’esercitazione aveva previsto, per simulazione, diverse migliaia di morti e molte più migliaia di feriti. Questa volta, i feriti e i morti hanno fatto parte di una recita, di una simulazione. Ma questi funzionari sono consapevoli che in un qualche giorno potrebbe ben succedere un effettivo attacco, e allora viene ribadito loro che più studiano come coordinare gli sforzi di prevenzione e di risposta, meglio saranno in grado di assolvere il compito di minimizzare le perdite, se e quando l’attacco dovesse avvenire. ( http://www.voanews.com)

Da TOPOFF 2 alla “Esercitazione Totale”: TOPOFF 3

La precedente “esercitazione anti-terrorismo” denominata TOPOFF 2 si era tenuta due anni fa, nel maggio 2003. Veniva descritta come “la più larga e più comprensiva esercitazione di risposta al
terrorismo e per la sicurezza nazionale mai condotta negli Stati Uniti”. Veniva effettuata come una esercitazione di natura militare, con la partecipazione di funzionari governativi a livello federale, dello stato e a livello locale, con l’apporto di ufficiali Canadesi. TOPOFF 2 stabiliva diversi “scenari” sotto un Codice di Allerta Rosso.

In altri termini, veniva condotta secondo i presupposti medesimi di un’esercitazione militare, anticipando un’effettiva situazione bellica, esaminando i vari scenari di attacco terroristico con armi di distruzione di massa, e la risposta istituzionale dei governi Statali e locali:

“Si accertava la capacità di reazione di coloro che devono coordinare una risposta, dei dirigenti, e delle altre autorità ad un simultaneo attacco di armi di distruzione di massa (WMD) contro due città degli USA, Seattle, WA e Chicago, IL.

Lo scenario dell’esercitazione dipingeva un’organizzazione di fantasia, di terroristi stranieri, che faceva scoppiare un ordigno simulando una dispersione radioattiva (RDD o bomba sporca, nucleare, che emette isotopi) a Seattle e che diffondeva la peste polmonare in diverse località dell’area
metropolitana di Chicago. Inoltre era avvenuta una significativa simulazione di intelligence
prima dell’esercitazione, un’aggressione cibernetica, e minacce terroristiche credibili contro altre località.”

(Per il testo completo vedi Ministero per la Sicurezza Nazionale, conclusioni riassuntive dell’Esercitazione Nazionale, Ufficio del Ministro per le Comunicazioni, 19 dicembre 2003, a: http://www.dhs.gov
)

La cosiddetta “Esercitazione Totale TOPOFF 3” dell’aprile 2005 va ben oltre quella del maggio 2003, la TOPFF 2.

La TOPOFF 3 ha coinvolto un maggior numero di individui partecipanti. Inoltre, in aggiunta al Canada che era stato coinvolto nella TOPOFF 2, l’esercitazione aveva previsto anche la partecipazione del Ministero degli Interni Britannico. La Gran Bretagna aveva denominato questa esercitazione “Atlantic Blue”, mentre il Canada designava la sua partecipazione alla TOPOFF 3
come “Triple Play”.

Mentre nei giornali Canadesi si faceva menzione dell’esercitazione, i particolari della “Atlantic Blue” non venivano rivelati, non venivano riportati nella stampa Britannica. Il Ministro dell’Interno Britannico, Hazel Blears, in marzo ammetteva che “non vi sarà visibilità sulle fondamentali attività che avvengono all’interno dell’esercitazione Britannica”. (riportato nel Sunday Express, 3 aprile 2005).

TOPOFF 3: Struttura Organizzativa

Sono state impegnate più di 200 organizzazioni Federali, Statali, locali, tribali, del settore privato, agenzie internazionali e gruppi del volontariato.

TOPOFF 3 era organizzata in termini di cinque “settori di
processo”: 1. Interagenzie 2. Connecticut 3. New Jersey 4. Regno Unito 5. Canada

” L’Esercitazione Totale offre ad agenzie e giurisdizioni un’opportunità di addestramento per una risposta, coordinata in sede nazionale ed internazionalmente, ad un attacco terroristico multiplo, su
larga scala. Questo consente ai partecipanti di sottoporre a verifica piani e capacità in tempo reale, in ambiente realistico, e conseguire così la conoscenza profonda che solo l’esperienza può procurare.

Lo scenario della TOPOFF 3 dipingerà una complessa campagna terroristica e condurrà lo svolgimento dell’esercitazione a misurarsi attraverso il sistema di Sicurezza Nazionale, a cominciare dal Connecticut e dal New Jersey, indicando la risposta nazionale ed internazionale.

Nel corso di diversi giorni, il personale antincendio svolgerà ricerche e salvataggi, gli ospedali cureranno i feriti (interpretati da partecipanti nel ruolo di feriti), esperti della materia analizzeranno gli effetti dell’attacco sulla salute pubblica, e funzionari al vertice metteranno a disposizione risorse e prenderanno le decisioni necessarie a salvare vite.

Una Rete Virtuale di Informazioni interna (VNN) e un sito web di notizie fornirà indicazioni in tempo reale sull’avvenimento, come dovrebbe fare una effettiva rete Televisiva. Il mezzo informativo simulato manterrà i partecipanti all’esercitazione aggiornati sugli avvenimenti in corso e consentirà a coloro che devono prendere le decisioni di far fronte alla sfida di confrontarsi con
il mondo dei media reale. Solo le agenzie partecipanti possono consultare la rete informativa VNN.”
(vedi http://www.dhs.gov)

SCHEDA SULL’ESERCITAZIONE TOPOFF 3 (4-8 aprile 2005)

Connecticut:

Attacco chimico simulato sul litorale di New London e un attacco simulato con
gas
iprite.

New Jersey:

Attacco
biologico simulato nelle Contee dell’Unione e del Middlesex.

Questo
ha previsto un
gruppo di “terroristi” che diffondeva la peste da un SUV, un fuori
strada ad
elevate prestazioni, nella Contea di Unione, “ammazzando” alla fine
8.694
persone e “infettandone” almeno altre 40.000.
(Vedi http://www.app.com/)

La Forza
di Pronto Intervento Predisposta per la Sicurezza Interna del New
Jersey
analizzerà il comportamento di ogni Dipartimento dello stato
durante l’esercitazione.
E il Ministero della Sicurezza Interna prenderà in
considerazione la
prestazione di più di 200 agenzie che hanno partecipato alla
TopOff 3 e
pubblicherà un documento “dopo azione”, nei prossimi quattro o
sei mesi.

“Tutto questo non termina fino a quando non faremo nostre completamente tutte
le lezioni studiate” ha affermato Robert Stephan, direttore del Gruppo di
Direzione Inerente dell’agenzia. “Questa è probabilmente la fase più
significativa, mostrandoci dove abbiamo fatto bene e dove abbiamo
necessità di miglioramento.” http://www.nj.com

Canada

Coordinati dal Ministero Canadese per la Pubblica Sicurezza e la Protezione di

Emergenza e dal Corpo Canadese della Polizia Reale a Cavallo (RCMP), diciotto
Dipartimenti federali canadesi, come pure le province di New Brunswick e della Nuova
Scozia, hanno partecipato alla simulazione degli attacchi terroristici.

“Funzionari avevano fatto girare la notizia che la barca oceanica Castlemaine, in
rotta verso Halifax, trasportava un container contenente prodotti chimici per
costruire un’arma di distruzione di massa, molto probabilmente della
stessa composizione delle sostanze mortali diffuse contemporaneamente negli
Stati Uniti e in Gran Bretagna. Si richiedeva l’immediata convocazione per un
incontro, per escogitare un piano.”
( http://www.canada.com
)


Scenario di un Codice di Allerta Rosso

L’esercitazione TOPOFF 3 prepara il Paese ad un caso di emergenza sotto un Codice di Allerta Rosso. Più specificatamente, imposta lo scenario all’interno
delle varie strutture ed organizzazioni governative. L’esercitazione plasma il comportamento dei pubblici funzionari.

Secondo documenti ufficiali, un “effettivo attacco terroristico” del tipo previsto
dalla TOPOFF 3 dovrebbe inevitabilmente indurre ad un Codice di Allerta
Rosso. Per ultimo, dovrebbe creare le condizioni per la (temporanea)
sospensione delle normali funzioni civili di governo. Questo scenario è stato già descritto dall’ex Ministro per la Sicurezza Interna, Tom Ridge, in un’intervista a CBS News rilasciata nel dicembre 2003:

“Se noi semplicemente andiamo al rosso…questo in buona sostanza mette sotto chiave il Paese,”

e questo significa che le istituzioni civili di governo dovrebbero essere chiuse
e messe sotto controllo di un’Amministrazione Emergenziale.

Lo scenario viene esaminato nei dettagli nel sito web del Ministero
dell’Interno Ready.Gov a http://www.ready.gov/

Scheda informativa
Le “istruzioni Ready.Gov” del Ministero per la Sicurezza Interna

“I terroristi sono all’opera per ottenere armi biologiche, chimiche,
nucleari e radioattive, e la minaccia di un attacco è sicuramente effettiva. Qui, al Ministero per la Sicurezza Interna, e presso il governo federale al completo, e nelle organizzazioni sparse in tutta l’America noi stiamo lavorando duramente per rafforzare la nostra Sicurezza Nazionale. Noi desideriamo bloccare gli attacchi terroristici, quando possibile, prima che possano avvenire. Tutti gli Americani devono dare inizio ad un processo di apprendimento sulle potenziali minacce, in modo da essere meglio preparati a reagire durante un attacco. Anche se non vi è modo di prevedere cosa succederà, o quali saranno le vostre personali situazioni, vi sono semplici cose che potete fare adesso per preparare voi stessi e i vostri cari.”
(Fonte: Ready.Gov America, documento completo: http://www.ready.gov/

Scenario di Emergenza

Un Codice di Allerta Rosso, secondo l’Agenzia Federale per la Gestione delle
Emergenze (FEMA), dovrebbe creare le condizioni per la sospensione (“in via
temporanea”, abbiamo riferito) delle normali funzioni di governo civile. Secondo la FEMA, il Codice Rosso dovrebbe:

“Incentivare o indirizzare diversamente il personale verso le necessità di
una situazione critica di emergenza; determinare il personale a reagire all’emergenza, stabilire le pre-condizioni e mobilitare in particolar modo squadre addestrate e risorse; monitorare, indirizzare diversamente o bloccare i sistemi di trasporto;chiudere le strutture pubbliche e di governo non indispensabili per la continuità delle operazioni essenziali, soprattutto di pubblica sicurezza.”
(FEMA, http://www.fema.gov/pdf/)

Dovrebbero venire sospesi molti servizi dell’amministrazione pubblica, altri dovrebbero essere trasferiti alla giurisdizione dell’Esercito.

Più in generale, la procedura dovrebbe prevedere la sospensione dei servizi di uffici governativi, commerciali, delle scuole, degli uffici pubblici, dei trasporti, ecc.

“Continuità nel Governo” (COG)

L’11 settembre 2001 è stato insediato segretamente un “Governo
Ombra”, secondo il documento riservato “Continuità di un Piano Operativo”. (Vedere a http://www.washingtonpost.com).

Conosciuto all’interno come “Continuità di Governo“, o COG, il
Governo Ombra segreto dovrebbe entrare in funzione nel caso di un Codice di Allerta Rosso, che porterà al trasferimento dello staff chiave verso località segrete.

Il Codice di Allerta Rosso dovrebbe sospendere le libertà civili, compresi
gli assembramenti e le riunioni pubbliche e/o le proteste dei cittadini
contro la guerra o contro la decisione dell’Amministrazione di aver dichiarato la
legge marziale.

Inoltre, il Governo di emergenza dovrebbe avere l’autorità di esercitare
una stretta censura sui mezzi di informazione e non dovrebbe esitare a paralizzare i mezzi di informazione alternativi presenti su Internet.

D’altro canto, il Codice di Allerta Rosso dovrebbe innescare il sistema di
risposta “civile” all’Emergenza Interna, che include le istruzioni “Ready.Gov”
del Ministero della Sicurezza Interna, i Corpi Cittadini del Grande
Fratello, senza contare il Programma USAonWatch e il Programma di Vigilanza di Quartiere del Ministero della Giustizia, che hanno avuto un nuovo mandato, dopo l’11 settembre, per “identificare e riferire su attività sospette nei quartieri” in tutta l’America. La Vigilanza di Quartiere DOJ è coinvolta in “Educazione Consapevole contro il Terrorismo”. (USAonWatch).

In tutta l’America, i cittadini, sotto le bandiere dei “Corpi Civici”, che sono una componente dei Corpi USA della Libertà, sono invitati a partecipare a quella che potenzialmente potrebbe trasformarsi in una milizia civile:

Gli Americani devono rispondere alla malvagità e all’orrore degli attacchi
terroristici dell’11 settembre con un rinnovato impegno a bene agire… Come parte di questa iniziativa, noi abbiamo creato i Corpi Civici per aiutare a coordinare le attività dei volontari, che renderanno le nostre comunità più
sicure, più forti e meglio preparate a rispondere ad ogni situazione di emergenza… Noi stiamo chiedendo alle città e alle contee di tutto il Paese di creare i Comitati di Corpi Civici, di loro stessa designazione, riunendo insieme le organizzazioni di volontari, di pronto intervento, le forze dell’ordine e le istituzioni di servizi per la comunità, come scuole, ospedali, e centri di
culto.

Alcuni dei Comitati di Corpi Civici
potenzieranno le attività locali che riflettono i nuovi e i
già esistenti programmi nazionali, come “Vigilanza nei Quartieri”, “Squadre di
risposta alle Emergenze nella Comunità”, “Volontari in Servizio di Polizia”, e
i “Corpi Sanitari della Riserva”.

Altri includeranno programmi locali che prevedono collaborazioni con le forze dell’ordine, ospedali, gruppi di pronto intervento e scuole.

Quello che tutti i Comitati di Corpi Civici avranno in comune è che i loro dirigenti locali lavoreranno per espandere le possibilità per i membri della loro comunità di impegnarsi nel servizio volontario, che agevolerà la preparazione, la prevenzione e la risposta nei casi di emergenza.

(Corpi Civici, Guida per Funzionari Locali, osservazioni introduttive del Presidente Bush http://www.citizencorps.gov/pdf/)

Il ruolo dell’Esercito

Quale dovrebbe essere il coinvolgimento dell’Esercito in una situazione di
emergenza a Codice Rosso?

In teoria, l’Atto del 1878 “Posse Comitatus”, relativo a gruppi di persone
convocabili dallo sceriffo per far rispettare la legge in caso di
disordini, adottato alla vigilia della guerra civile USA, impedisce all’Esercito di intervenire in funzioni di polizia civile e giudiziaria. Questa legge è centrale per il funzionamento del governo costituzionale.

Mentre il “Posse Comitatus Act” è ancora sui libri, in pratica questa legislazione non è più effettiva ad impedire la militarizzazione delle istituzioni civili.
(Vedere Frank Morales a http://globalresearch.ca/articles/MOR309A.html).

La legislazione lasciata in eredità dall’Amministrazione Clinton, per non parlare
dei “Patriot Acts” I e II del dopo 11 settembre, “rende incerta la linea di separazione fra i ruoli militari e civili”. Questo consente all’Esercito di intervenire nelle attività giudiziarie e di ordine pubblico, anche in assenza di una situazione di emergenza.

Nel 1996, veniva fatta passare una legislazione che consentiva all’Esercito di intervenire in caso di una emergenza nazionale, come un attacco terroristico. Nel 1999, l’Atto di Autorizzazione alla Difesa- Defense Authorization Act (DAA), emesso dall’amministrazione Clinton, ha esteso questi poteri, previsti dalla
legislazione 1996, creando una “eccezione” al “Posse Comitatus Act”, che permette all’Esercito di essere impegnato nelle questioni civili, “indifferentemente che vi sia o no un’emergenza”. (Vedere ACLU- Unione Americana per i Diritti Civili- a http://www.aclu.org/)

“La nuova eccezione al “Posse Comitatus Act”, che è stata proposta,
dovrebbe estendere ulteriormente una misura controversa adottata dal Congresso nel 1996, che permetteva il coinvolgimento dell’Esercito in situazioni di “emergenza”, che implicavano atti criminosi con armi chimiche e biologiche.

Secondo questa nuova misura, che è stata proposta dal Ministero della
Difesa, l’Esercito dovrebbe essere autorizzato a trattare con atti criminosi
che implicano qualsiasi tipo di armi chimiche o biologiche, o qualsivoglia
tipo di armi di distruzione di massa, indifferentemente che vi sia o no
un’emergenza. Inoltre, la nuova proposta innalza il fabbisogno con cui l’Esercito deve essere rimborsato per le spese dei suoi interventi, parimenti all’aumento del numero di prestazioni per l’assistenza militare.

“Sotto queste nuove condizioni, la sola minaccia di un atto terroristico
potrebbe giustificare la chiamata in gioco di unità dell’Esercito. Questo
rappresenta una scappatoia grande abbastanza per far scendere in campo direttamente un battaglione di carri armati.”

“Inoltre, l’Atto di Autorizzazione alla Difesa richiede al Pentagono di
sviluppare un piano per assegnare personale militare all’assistenza del Servizio alle Dogane e al Servizio per l’Immigrazione e la Naturalizzazione in modo da
rispondere alle minacce alla sicurezza della Nazione poste in essere dall’ingresso negli Stati Uniti di terroristi o di trafficanti di droga.”

“La semplice minaccia di un eventuale atto di terrorismo giustifica la richiesta di intervento di unità militari, il che è sufficiente a far giungere un battaglione corazzato” (ibid)

In altre parole, la legislazione dell’era Clinton ha veramente gettato le fondamenta legali e ideologiche della “guerra al terrorismo”.

Malgrado l'”eccezione” del 1999 al “Posse Comitatus Act”, che in realtà
lo annullava, sia il Pentagono che il Ministero della Sicurezza Interna
avevano attivamente fatto pressioni sul Congresso per l’abrogazione diretta
della legislazione del 1878:

“Sono necessarie nuove regole per sottolineare in modo chiaro le linee di
confine per l’uso delle forze armate federali per la sicurezza interna. Il “Posse
Comitatus Act” è inappropriato per i tempi recenti ed esiste la necessità di sostituirlo con una legge completamente nuova…

E’ giunto il tempo di abrogare il “Posse Comitatus Act” esistente e sostituirlo
con una nuova legge… Il “Posse Comitatus Act” è un manufatto legislativo
per un conflitto differente, quello fra libertà e schiavitù, o
tra Nord e Sud, se voi lo preferite. Anche odiernamente si va nel senso di un conflitto fra libertà e schiavitù, comunque meglio configurabile da un conflitto tra civilizzazione e terrorismo. I nuovi problemi spesso necessitano di nuove soluzioni, e perciò, a questo scopo, è necessaria una nuova serie di regole.

Il Presidente Bush e il Congresso devono prendere l’iniziativa per emanare
una nuova legge che dovrebbe mettere in rilievo a chiare lettere una
enunciazione delle regole per l’utilizzo delle Forze Armate per la sicurezza interna e per far rispettare le leggi degli Stati Uniti.

(John R. Brinkerhoff, ex direttore associato per la preparazione
nazionale dell’Agenzia Federale per la Gestione delle Emergenze (FEMA), http://www.homelandsecurity)

Il “Posse Comitatus Act”, viene considerato da analisti militari come un
“Impedimento Legale alla Trasformazione”:

“[Il “Posse Comitatus Act” constituisce] un ostacolo formidabile alla nostra
flessibilità nazionale e alla adattabilità, in un periodo in cui dobbiamo far
fronte ad un nemico imprevedibile, con provate capacità di procurare eventi
catastrofici inaspettati. La difficoltà nell’interpretare correttamente e
nell’applicare l’Act provoca diffusamente confusione a livello tattico,
operativo, e strategico nel nostro Esercito. Dato che gli avvenimenti
futuri possono richiedere l’uso dell”Esercito per assistere le autorità
civili, è nell’ordine delle cose una revisione dell’efficacia del PCA.”
(Donald J. Currier, il “Posse Comitatus Act”: Una innocua reliquia dall’era post-sconfitta del Sud nella Guerra di Secessione o un impedimento legale al cambiamento? Autori; Istituto di Studi Strategici della Scuola di Guerra dell’Esercito, Carlisle Barracks, Pa, settembre 2003)

La militarizzazione in sviluppo della giurisdizione civile e della applicazione
delle leggi è un progetto bi-partisan. Il Senatore Joseph Biden (un
Democratico), ex Presidente della influente Commissione delle Relazioni
Estere del Senato, si era impegnato, già dalla metà degli anni
Novanta, nel prendere contatto con le sue controparti Repubblicane in una battaglia per abolire apertamente il “Posse Comitatus Act”.

La Legislazione del Patriot Act

A sua volta, i “PATRIOT Acts” dell’Amministrazione Bush, rispetto alla
Sicurezza Nazionale, hanno impostato le fondamenta dello “Stato in fieri”. Nei
minuti particolari, queste leggi vanno molto più in là nel regolare la scena per la militarizzazione delle istituzioni civili.

I vari provvedimenti sono veramente dettagliati e precisi. Il “PATRIOT
ACT I
” USA del 2001, intitolato “Provvedimenti per fornire strumenti
appropriati per arrestare e ostacolare azioni terroristiche”, e il “PATRIOT
ACT II
” del 2003, “Atto di perfezionamento della Sicurezza Interna”, creano le condizioni per la militarizzazione delle funzioni giudiziarie e di
polizia

“Il PATRIOT Act è un “coordinamento” repressivo delle entità che
rappresentano la violenza e il sotterfugio,vale a dire la polizia, i servizi di
spionaggio e l’Esercito, teso ad allargare, accentrare e combinare le risorse della polizia e degli apparati di intelligence per la sorveglianza, l’arresto e la
vessazione. In buona sostanza, la difesa della Nazione è una
forma di terrorismo di stato, diretto contro il popolo americano e la stessa
democrazia. E’ una dichiarazione di guerra del Pentagono Inc. contro l’
America.

La “guerra interna al terrorismo” dipende dalla dottrina del Pentagono
sulla difesa della Nazione. Una montagna di norme repressive sta per essere
emanata in nome della sicurezza interna. La cosiddetta “sicurezza della
Nazione”, all’origine collocata all’interno delle “operazioni non belliche” del
Pentagono, costituisce oggi l’esempio di come il Pentagono ha
dichiarato guerra all’America. Sviluppatasi per il nuovo campo di battaglia, questa “dottrina” militare in piena evoluzione tenta di giustificare i nuovi ruoli e le nuove missioni del Pentagono all’interno dell’America. Un’autorità
“legale” diffusa ed enormi mezzi finanziari per spiare l’opinione pubblica dissenziente, designata altrimenti come minaccia terroristica, stanno per essere profusi generosamente al “collettivo” che riunisce la Difesa, i se

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