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La Redazione

 

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La sinistra agenda alimentare dei Rockefeller — L’hanno creata e ora vogliono distruggerla

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A cura di Markus
Il 28 Ottobre 2021
12257 Views

F. William Engdahl
journal-neo.org

Nessun gruppo ha fatto più danni all’agricoltura globale e alla qualità del cibo della Fondazione Rockefeller. Avevano iniziato dopo la guerra, nei primi anni 50, finanziando due professori della Harvard Business School affinchè sviluppassero quell’integrazione verticale che avrebbero poi chiamato “agribusiness.” L’agricoltore era così diventato l’anello meno importante di tutta la catena. Negli anni ’60 avevano poi dato vita alla fraudolente Rivoluzioni Verdi in Messico e in India e poi, in Africa, dal 2006, all’Alleanza pro OGM per una Rivoluzione Verde. Il denaro della Fondazione Rockefeller ha letteralmente creato le piante geneticamente modificate OGM e i tossici pesticidi al glifosato. Ora la fondazione è nuovamente impegnata in un grande cambiamento che interesserà l’agricoltura e l’alimentazione globale, di certo non in modo positivo.

Nel suo ultimo rapporto, True Cost of Food: Measuring What Matters to Transform the U.S. Food System, la Rockefeller Foundation fa sapere di essere profondamente impegnata in uno sforzo coordinato per cambiare radicalmente il sistema di produzione dei generi alimentari e i parametri per calcolarne i costi reali. Affermano che la creazione di un’agricoltura “sostenibile” durante la crisi COVID, attualmente in corso, farebbe parte di un consenso globale mediato dall’ONU. Una cosa del genere, lungi dall’essere un cambiamento positivo, è destinata a modificare radicalmente il nostro accesso ad un cibo di qualità e negarci la possibilità di scegliere ciò che mangeremo. La fondazione, che ha appena diffuso il secondo rapporto sull’alimentazione in due anni, sta patrocinando l’iniziativa collaborando con il Forum Economico Mondiale di Davos e con il grande agribusiness. Il loro nuovo slogan è “Il vero costo del cibo.”

Il vero costo?

Rajiv Shah, il presidente della Fondazione scrive: “abbiamo passato l’anno scorso a lavorare con esperti e sponsor del settore per misurare l’impatto del sistema alimentare statunitense. Il risultato è il primo set di metriche a livello americano che può aiutarci a misurare in modo più accurato il costo del nostro cibo. Con questa nuova analisi, i governi, i sostenitori, i produttori di cibo e I singoli individui saranno meglio attrezzati per far diventare il nostro sistema alimentare più nutriente, rigenerativo ed equo…”

Qui è dove le parole devono essere valutate attentamente. Questi signori sono dei veri esperti in NLP [Natural Language Processing, elaborazione del linguaggio naturale]. In effetti, nella logica del testo, è proprio la Fondazione Rockefeller (responsabile dell’industrializzazione e della globalizzazione della nostra catena alimentare e delle distruzioni causate da entrambi i processi non solo all’agricoltura a conduzione familiare, ma anche alla qualità della produzione agricola e all’alimentazione globale) ad incolpare il suo stesso sistema degli enormi costi esterni del nostro cibo. Però scrivono come se da biasimare fosse l’avido agricoltore familiare, non l’agribusiness aziendale.

Shah afferma: “Questo rapporto è un campanello d’allarme. Il sistema alimentare degli Stati Uniti, così com’è, sta influenzando negativamente il nostro ambiente, la nostra salute e la nostra società.” Lo studio di Shah per la Fondazione Rockefeller afferma: “L’attuale assetto del sistema alimentare degli Stati Uniti ha portato ad una costosa ricaduta sulla salute delle persone, della società e del pianeta. Il riscaldamento globale, la riduzione della biodiversità, l’inquinamento dell’acqua e dell’aria, lo spreco di cibo e l’alta incidenza di malattie legate alla dieta sono le principali conseguenze non volute dell’attuale sistema di produzione.” Questo è inquietante.

Lo studio aggiunge: “Il peso dell’impatto di questi costi è sostenuto in modo sproporzionato dalle comunità emarginate e poco servite, spesso di colore, molte delle quali costituite da agricoltori, pescatori, allevatori e lavoratori del settore alimentare.”

Utilizzando un gruppo olandese, la True Price Foundation, il rapporto ha calcolato che i “veri costi” del sistema alimentare statunitense non sono gli 1,1 trilioni di dollari che gli Americani spendono annualmente per il cibo, ma almeno 3,2 trilioni di dollari all’anno, se si tiene conto dell’impatto che questo sistema ha sulla salute, sui mezzi di sussistenza e sull’ambiente. Questo enorme costo aggiuntivo è dovuto principalmente agli effetti sulla salute, tra cui cancro e diabete, e agli effetti ambientali (come le emissioni di CO2) di quella che chiamano l’agricoltura “insostenibile.” La True Cost Foundation ha un consiglio di amministrazione di tre persone composto da Herman Mulder, un ex banchiere di ABN Amro, una delle principali banche agroalimentari del mondo, Charles Evers, ex Corporate controller e CFO di Unilever NV (1981-2002), uno dei principali giganti agroalimentari mondiali e da Jasper de Jong, partner di Allen & Overy, uno dei più grandi studi legali del mondo con sede a Londra. Questa è la squadra che determina il prezzo di astrazioni come una tonnellata di CO2 e degli altri costi inclusi nel rapporto Rockefeller. L’unico problema è che la CO2 è innocua ed è una componente essenziale della vita e non è la causa dell’aumento della temperatura globale.

Un altro aspetto degno di nota del rapporto Rockefeller, True Cost of Food, è che tra i collaboratori vi erano professori di legge, economisti universitari, il World Wildlife Fund (WWF) e la True Cost Foundation. Non era stata invitata neanche un’organizzazione degli agricoltori..

Secondo il rapporto, i maggiori costi “nascosti” della produzione alimentare americana provengono dagli effetti negativi dell’agricoltura sulla salute e sull’ambiente: “I costi maggiori, quelli non contabilizzati, provengono dall’impatto negativo sulla salute umana, dal peggioramento del degrado ambientale e dalla perdita di biodiversità.” E tutto questo lo hanno quantificato. Per esempio, gli impatti ambientali diretti, comprese le emissioni di gas serra (GHG), l’uso dell’acqua e l’erosione del suolo, hanno un costo di 350 miliardi di dollari l’anno e gli effetti negativi sulla biodiversità (come risultato dell’uso del terreno agricolo), l’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria, costano all’economia statunitense [sempre secondo il rapporto] 455 miliardi di dollari. Poi hanno calcolato il peso sulla sanità del sistema alimentare statunitense. Qui il rapporto include i costi economici dell’obesità, delle malattie cardiovascolari, che sono la principale causa di morte a livello globale, del cancro, del diabete e di altre malattie non trasmissibili. Questo aggiungerebbe un altro trilione di dollari ai “veri” costi alimentari. Sommando entrambi gli effetti, come sostengono, si aggiungerebbero circa 1,8 trilioni di dollari ai 2,2 trilioni dei costi esterni stimati per il cibo. Affermare che l’agricoltura sarebbe l’unico colpevole dei costi di queste malattie nel sistema sanitario truccato degli Stati Uniti vuol dire ignorare che, da quando è entrata in vigore l’assicurazione Obamacare, la spesa sanitaria è schizzata alle stelle. A proposito, Rockefeller, nel 1910, insieme alla Fondazione Carnegie aveva contribuito a creare la struttura sanitaria moderna con il suo Rapporto Flexner. Ma questa è un’altra storia.

Non c’è dubbio che, a partire dagli anni ’50, l’agribusiness ha industrializzato la produzione alimentare negli Stati Uniti e ha trasformato la fattoria familiare, una volta produttiva, in un’appendice corporativa di un sistema di aziende agricole di tipo industriale, monopoli di semi OGM e prodotti agrochimici, come Monsanto-Bayer e DuPontDow (Corteva), enormi conglomerati di macellazione, come Tyson e Smithfield Foods, e rivenditori, come Walmart o Whole Foods. Ma il rapporto suggerisce che i tradizionali agricoltori familiari sono quelli da biasimare. Questo è per porre le basi di un Grande Reset agricolo che sarà ancora più dannoso, dato che quello che resta della carne bovina allevata al pascolo verrà sostituito da carne sintetica OGM coltivata in laboratorio e da prodotti similari. Il dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha recentemente comunicato che le “fonti primarie di gas serra in agricoltura sono la produzione di fertilizzanti a base di azoto, l’utilizzo dei combustibili fossili, come carbone, benzina, gasolio e gas naturale e la gestione dei rifiuti. La fermentazione enterica del bestiame, cioè la fermentazione che avviene nell’apparato digerente dei ruminanti, provoca emissioni di metano.”

Il messaggio è che da biasimare è tutta l’attuale produzione alimentare americana e che sono necessari con urgenza cambiamenti radicali e costosi. La difficoltà nel leggere il rapporto è che il linguaggio è volutamente vago e ingannevole. Per esempio, a partire dagli anni ’90, una delle componenti più dannose dell’agricoltura americana è stata l’introduzione generale di colture OGM, specialmente soia, mais e cotone e l’erbicida Roundup, a base di glifosato altamente cancerogeno, di Monsanto-Bayer. Il rapporto Rockefeller omette il loro ruolo diretto nel favorire questa devastazione, visto che per decenni [proprio i Rockefeller] hanno promosso [il glifosato di] Monsanto e gli OGM, pur sapendo quanto fossero distruttivi. La politica della Fondazione Rockefeller è quella di introdurre colture geneticamente modificate, OGM.2, e distruggere l’attuale agricoltura americana a favore di alternative costose e brevettate, sostenendo che [il sistema agricolo tradizionale] sarebbe troppo costoso e non “sostenibile” o non “inclusivo”. Il secondo più grande produttore mondiale di cibo, l’UE, sarà il loro prossimo obiettivo.

AGRA, Gates e Davos

Questa agenda non dovrebbe sorprendere se analizziamo il background degli attori chiave della Fondazione Rockefeller. Il presidente, Rajiv Shah, proviene dalla Fondazione Bill & Melinda Gates, dove aveva ricoperto la carica di direttore dello sviluppo agricolo. Alla Fondazione Gates, Shah aveva lavorato con la Fondazione Rockefeller per creare l’Alleanza per una rivoluzione verde in Africa. È intimamente legato al World Economic Forum (WEF) di Davos del guru del Great Reset, Klaus Schwab e, in questo ambito, Shah ha recentemente co-presieduto il WEF Global Future Council sulla nuova agenda per la crescita economica e la ripresa. In quell’occasione aveva dichiarato che “i governi devono attivamente modellare i mercati verso una crescita verde e inclusiva.”

L’Alleanza per una rivoluzione verde in Africa (AGRA) era un progetto con cui si era cercato di costringere gli agricoltori africani più poveri ad utilizzare, a costi enormi, sementi OGM e i relativi pesticidi. Era stato un vero e proprio disastro agricolo per i contadini africani. Il modello AGRA gioca un ruolo chiave nella comprensione dell’agenda segreta della Fondazione Rockefeller e dei suoi alleati, come il WEF e la Fondazione Gates. Alla Rockefeller, alle dirette dipendenze di Shah, il responsabile per il programma agricolo è Roy Steiner, il vicepresidente senior della fondazione per l’iniziativa alimentare. Steiner era con Shah alla Gates Foundation e aveva lavorato con lui alla creazione di AGRA pro-OGM in Africa.

Il ruolo di Shah e di Steiner in AGRA e nella sua agenda OGM fa capire molto bene come Rockefeller & Co. abbiano pianificato la trasformazione radicale dell’agricoltura statunitense, e non in senso positivo. Il rapporto dice che verranno ridotte le emissioni di CO2 e di metano e che si introdurranno alternative alle proteine della carne prodotte in laboratorio. Bill Gates ha co-finanziato una start-up che si occupa di carne sintetica, la Impossible Foods, che produce carne sintetica coltivata in laboratorio tramite editing genetico. [Il rapporto] ribadisce che la carne sintetica è una strategia necessaria per affrontare il cambiamento climatico e dichiara che gli Americani e le popolazioni delle altre nazioni occidentali dovranno passare ad una dieta al 100% di carne sintetica. Niente più mucche, niente più emissioni di gas...

Davos, Rockefeller e l’UN World Food Summit

L’agenda agricola dell’influente Fondazione Rockefeller e quelle del WEF di Davos e dell’ONU convergono tutte sul Grande Reset e sull’Agenda 2030 dell’ONU per “un’agricoltura sostenibile.” Il 23 settembre 2021, a New York, l’ONU ha ospitato il Food Systems Summit 2021. La presidenza del vertice era stata affidata ad Agnes Kalibata, inviata speciale del segretario generale dell’ONU per il Food Systems Summit 2021. La sua selezione era stata veementemente osteggiata da decine di ONG, sulla base del fatto che è presidente della Gates-Rockefeller AGRA in Africa. Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, aveva dichiarato che il vertice faceva parte del Decennio di azione per raggiungere gli obiettivi sostenibili dell’Agenda 2030. Olivier De Schutter, ex relatore speciale dell’ONU sul diritto al cibo, aveva detto che il vertice alimentare era il risultato di “accordi a porte chiuse” al World Economic Forum di Davos.

Nel giugno 2019 all’ONU, il capo del WEF Klaus Schwab e il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, avevano firmato una partnership formale “per accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” [Anche qui, su CDC]. Un anno dopo, nel bel mezzo della pandemia Covid, Klaus Schwab aveva annunciato il lancio del Grande Reset tecnocratico, insieme ad Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU e a Kristalina Georgieva, del Fondo Monetario Internazionale. Davos, l’ONU e la Fondazione Rockefeller hanno tutti la medesima agenda e questo non è un bene per il futuro della salute e dell’alimentazione di tutta l’umanità. Questa non è una teoria della cospirazione, è la vera cospirazione.

F. William Engdahl

Fonte: journal-neo.org
Link: https://journal-neo.org/2021/10/21/sinister-rockefeller-food-system-agenda-they-created-it-and-now-want-to-destroy-it/
21.10.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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