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Sander Hicks e il movimento per la verità sull’11 Settembre

In tutto l’arco politico [dei partiti] esistono dei limiti. Per esempio per la destra è bello gridare e impazzire per l’inviolabilità di “vite non ancora nate”, mentre non è accettabile pubblicare sui siti web foto di dottori mentre praticano aborti.
Contrariamente alla credenza popolare, anche la sinistra americana ha limiti di moralità. Per esempio i suoi membri possono seccarsi con Bush per non aver reagito agli avvertimenti che annunciavano l’11 Settembre, ma chi va oltre e accusa il Governo degli Stati Uniti in ogni modo, in ogni forma, o in ogni genere beh! Queste persone sono messe al bando, accusate di praticare la “teoria della cospirazione”.
“L’apparire paranoico di teorici della cospirazione non è necessariamente il risultato di qualche originaria disfunzione mentale o di stupidità” dichiara Jonathan Vankin, autore di “Cospirazioni, Complotti e crimini”. “La disfunzione è nella società americana, forse anche nella civilizzazione nella sua interezza. La struttura della civilizzazione richiede a se stessa la massima aderenza alla fede nelle istituzioni che la costruiscono e la gestiscono. I teorizzatori delle cospirazioni mettono in discussione queste autorità e nel farlo si liberano dal conformismo della società.”

Colui che evita tale conformismo è Sander Hicks, fondatore del Soft Skull Press e adesso di Vox Pop / Drench Kiss. Hicks ottenne notorietà nazionale quando pubblicò la controversa biografia di Jim Hatfield su Dubya, “Il figlio fortunato”. [Dubya è uno dei soprannomi usati per G.W. Bush, N.d.T.]
La descrizione sarcastica e ben documentata della dinastia Bush ebbe quasi come risultato il crollo finanziario per Soft Skull, un brillante film-documentario, e il tragico suicidio di Hatfield. Nonostante questo, Hicks rimase determinato e non interruppe le sue indagini.
Hicks è poeta, scrittore, editore e intrattenitore punk rock. Per tutti quelli che provano a essere razionali con lui, considerate questo:
egli è stato il primo editore a offrirmi un contratto letterario. Questo potrebbe dare l’idea del suo stile, o della sua sanità mentale?
Oltre ad aver aperto una nuova casa editrice a Brooklyn, Hicks si è concentrato sul “giorno in cui tutto cambiò” e il risultato è un libro in uscita nel 2005: “Il grande matrimonio: 11 Settembre. Gli informatori ed il complotto”. Nell’interesse di lanciare un provocatore come Hicks, gli ho fatto alcune domande sull’11 Settembre. Il risultato è esposto nel seguito.

D: Sia che provenga dal un canale televisivo che segue la linea di governo o da rispettabili intellettuali di sinistra, la reazione automatica a quelli che mettono in discussione la storia ufficiale dell’11 Settembre si estende dalla compiacenza all’autentica presa in giro. Cosa ti ha spinto ad interessarti più da vicino alla storia?
R: Con Jim Hatfield, stavamo rendendo pubblica la connessione tra Bush e Bin Laden dall’inizio del 1999.
Credo che la sua biografia “Il figlio Fortunato” fosse del materiale da far tremare la terra, finché non venne messo in secondo piano. Quando accadde l’11 Settembre, per me fu qualcosa che si ricollegava al suicidio di Jim. Meno di due mesi prima, Jim aveva reso pubblici alcuni piani e verità documentate su Bush, che per due anni aveva tenuto nell’ombra. Così io considerai l’11 Settembre con molto scetticismo. E’ uno scetticismo basato su fatti che si sono dimostrati molto delicati e compromettenti per la vita politica di Bush.

D: Che tipo di reazione ha provocato il tuo scetticismo?
R: Sono stato abbastanza fortunato nel lavorare con editori del Long Island Press che credevano davvero in queste cose, forse perché la storia dell’11 Settembre mi era stata raccontata in modo personale e specifico da Ellen Mariani, una vedova dell’11 Settembre, o dal ricercatore Daniel Hopsicker. Così non posso accettare la versione ufficiale, anche se comporta l’essere totalmente ignorato dal media che seguono la linea governativa.
A dire il vero il New York Press mi ha chiesto di riesaminare la Relazione della Commissione sull’11 Settembre, ed è stato un divertimento leggere tutta quella finzione. Mentre credo che il lavoro svolto nel programma televisivo INN World Report sia stato ignorato dal più grande network americano. Ma questo non è una sorpresa. Penso invece che sia stato ben apprezzato sul web.
Adesso siamo in un momento in cui questa roba ricomincia a far tremare la terra. Una cosa che ho notato nei canali radio “di parte”, è che anche loro iniziano ad affrontare l’argomento, sebbene ci siano ancora molte teorie là fuori. E più le ascoltiamo, meno sapremo quale sarà quella giusta.
Questo doveva succedere prima. Il processo di inchiesta, dialogo, scelta e razionalità significa che ci sarà l’eliminazione delle teorie sciocche, della spazzatura. La verità verrà a galla.

D: Mi fa piacere che tu abbia menzionato le teorie “sciocche” (anche se non c’è cosa più “sciocca” che fidarsi delle indagini del Governo).
Come può un osservatore scettico distinguere tra la ricerca di cui tu stai parlando e le teorie che parlano di aerei telecomandati o esplosivo posizionato all’interno del Pentagono o del WTC? Diciamo che io sto iniziando a rivalutare la storia dell’11 Settembre.. Da dove inizio?
R: Bene, per prima cosa devo dire che non sono contrario alle speculazioni che si fanno riguardo all’esplosivo nel WTC. Anche il pacifista e attivista John Judge mi disse nella nostra intervista (http://sanderhicks.com/judge.html) che, anche se all’interno ci fosse stato sistemato dell’esplosivo, ciò non vuol dire che il Governo Federale fosse complice. Chiunque poteva piazzarlo. L’esplosivo di per sé non indica nessun gruppo, organizzazione o partito. Quando c’è un obiettivo sensibile, quando così tanto potere politico è coinvolto, ci saranno una serie di informazioni false. Ci sarà disinformazione usata per mascherare la vera storia. E’ accaduto per l’assassinio di John Kennedy, e sta accadendo ora.
La mia veloce analisi di come ciò sia accaduto proprio adesso sarebbe la rivelazione di due teorie: La teoria del Pentagono e le accuse di anti-semitismo.

Mark Marin fu ospite del programma Morning’s edition e screditò il sito web sulla verità 11 Settembre dicendo, “oh, è uno di quei siti che dice che nessun aereo ha colpito il Pentagono”.

C’era un gran traffico sulla strada I-395 e molti videro la collisione dell’aereo. Abbiamo 100 testimoni oculari nel manifesto pubblicato da Penny Schoner. Da dove diavolo viene fuori questa teoria? Dal libro di Meyssan “L’incredibile menzogna”, la fonte originale. Meyssan scrisse il libro da Parigi, non venne fin qui. Il libro è altamente immaginativo, in mezzo ad un disastro, la gente cerca delle risposte.
Molte persone del movimento per la verità sull’11 Settembre si sono rattristate di tutto ciò e penso che questo abbia ferito la nostra credibilità.
Bisogna chiedersi se tutto questo fosse stato pianificato. Per esempio, tutte le riviste di destra (es. National Review) hanno avuto ampio spazio.
Ho anche visto i media rigettare tutte le argomentazioni che mettevano in discussione la verità ufficiale sull’11 Settembre, paragonandole ad un campo anti-semita di Whacko.

D: In base a tutto quello che è stato scritto sull’attacco a Pearl Harbor, ho imparato a non sottovalutare mai il potere collettivo dell’arroganza e del razzismo. I razzisti all’interno dell’esercito USA e del governo non immaginavano mai che il Giappone potesse orchestrare un’offensiva così di successo. Alcuni occidentali presero sul serio i giapponesi mentre F. Roosevelt liquidò i giapponesi considerandoli piloti da combattimento con la “vista corta”.
E’ facile immaginare che Clinton e/o Bush avessero qualche idea che Osama e i suoi amici stessero complottando qualcosa di grosso. E’ ugualmente apprezzabile presumere che anche l’amministrazione volesse usare un attacco sulla propria terra per il suo tornaconto e per quello delle corporations. Quale osservatore ragionevole si impressionerebbe nel sapere che entrambe le amministrazioni Usa [Clinton e Bush] non avrebbero mai creduto che un gruppo di nomadi cavernicoli potesse ottenere un successo come quello dell’11 Settembre?
R: Il razzismo è un grosso elemento della storia di questo paese e dell’attuale modus operandi su tutta la terra. Ma per l’evidenza dell’11 Settembre, noi sapevamo bene che stavamo trattando con “nomadi cavernicoli”. Al-Qaeda è un’organizzazione ben strutturata. E’ il prodotto della relazione tra CIA e servizi segreti pakistani ISI che ha prodotto i Mujahedin. Quando l’America si lasciò alle spalle lo spettro della guerra fredda, il denaro saudita e l’Intelligence pakistana andarono avanti. Infatti, ho una fonte nell’esercito indiano, il maggiore generale Vinood Saighal, che ha pubblicato tre libri, nei quali fa riferimento alla “combinazione” Qaeda/Talebani/ISI. Il Pakistan nostro alleato? Non esiste questa prospettiva in USA.
Guardando più da vicino l’11 Settembre sembra che Mohamed Atta fosse un agente doppio, con due ruoli. Guardando il lavoro di Daniel Hopsicker in Florida, egli ricostruisce i movimenti di Atta in strip club e locali di spaccio della cocaina. Come fece Atta a entrare in questo paese senza una carta di credito? Oppure prendiamo l’eccellente critica del professor Peter Dale Scott sulla relazione della Commissione sull’11 Settembre, chiamata “Come Fermare il Terrorismo”.
Ali Mohamed, uno dei capi di Al Qaeda, era quasi certamente un informatore dell’FBI fuori controllo. Scott lo dimostra con prove documentate. Ali Mohamed è la persona che fotografò l’ambasciatore del Kenya che poi Al Qaeda bombardò. Egli è una delle menti di Al Qaeda e anche lui è egiziano, come Atta. Mi chiedo quale dei due fosse l’infiltrato a cui si riferiva il Presidente egiziano Hosni Mubarak quando parlò ai giornali e quando Mubarak avvisò gli Usa sull’11 Settembre.
Quindi, io penso che la questione sia un po’ diversa, perché tu stai dicendo che questo paese potrebbe essere stato ostacolato dalla sua stessa arroganza e dalla sua credenza razzista in modo che i terroristi non potevano farlo cadere, vero?
Bene, ciò che invece io sto dicendo è che tutte queste persone hanno avuto la zampino nei 400 miliardi di dollari all’anno investiti nella costruzione di armi e nei 40 miliardi all’anno investiti nei servizi segreti.
La vera tragedia razzista è quando hai le persone dell’11 Settembre che non sanno niente della storia o della politica estera o dei suoi politici che sviluppano teorie che ignorano completamente la connessione tra CIA e servizi segreti pakistani (ISI).
Le loro teorie tendono a convergere nell’ignoto. Territori davvero immaginativi come nel video “Dalla vista dell’aereo”. Non sono sicuro chi incolpano. Sembra che pensino che l’attacco sia stato originato da una macchina da guerra. Ma la collera araba è reale.
La giusta tattica è non solo vedere, ma anche capire come potrebbe essere stato manipolato. Alla fine, l’agente doppio Atta giura fedeltà a Bin Laden, ed è ciò per cui muore. Egli amava profondamente la “madre patria” palestinese, come era solito chiamarla. E se davvero esisteva un legame con l’Intelligence Usa, come mostrano le prove, egli probabilmente pensava di poter fare il doppio gioco e poi esplodere di fronte ai loro occhi. Ciò che non preventivò fu che i suoi manipolatori fossero un passo avanti a lui.

D: Come riassumi la tua prospettiva sull’11 Settembre?
R: La realtà è una costruzione. Il governo e i media ci dicono in cosa credere. Molte persone pagano le tasse, sostengono le truppe e le guerre che fanno parte del complotto del Capitalismo. Ma c’è qualcuno che sceglie di rifiutare la vita conformista ed abbandona la macchina della morte. Dio li benedica.

D: Per chi ha rifiutato il conformismo, come può una persona comune portare a galla la verità e come può questo adattarsi ad una più ampia visione di attivismo?
R: E’ difficile rispondere, e non succede come quando un profeta dice alla gente cosa fare. Ciò che posso dirti è che ogni giorno nel Nuovo Messico ascoltavo Democracy Now (fuori sulle montagne a nord puoi prendere tre diversi canali). Arrivai ad un punto in cui sentii che le cose erano diventate troppo strane, dovetti ritornare ai media indipendenti, cercando di presentare un’alternativa all’alienazione e alla paranoia creata dai mezzi di comunicazione che mostravano le cose che tutti noi abbiamo in comune nel mondo. Perciò ho intrapreso l’iniziativa di Vox Pop, una casa editrice che è anche negozio di libri e coffee-house [caffetteria]. Vorrei che il mondo partecipasse, ma posso farlo se la porta è aperta.

D: Puoi fornire qualche fonte di ricerca o lettura da seguire?
R: Ci sono uomini come Daniel Hopsicker, Mike Ruppert, Robert Parry, Peter Dale Scott, Gary Webb, Lois Ann Battuello, Anthony Lapp e Cynthia McKinney.

Traduzione di Manrico Toschi per Comedonchisciotte

Articolo originale:

http://www.counterpunch.org/mickey12092004.html

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