La novella del nuovo mainstream: “Italia locomotiva d’Europa”

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di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

ATTENZIONE! Si sta aprendo una nuova stagione del main-stream e gli “strilloni” del Potere sono già tutti perfettamente in movimento.

Parlo di tutto quel sottobosco (vipere comprese) che – attraverso artefici linguistici, frodi dottrinali e prostituzione intellettuale – ha il compito di presentare agli italiani ignari, una realtà completamente distorta, rispetto a quella che vivono nel loro quotidiano, ma perfettamente in linea con il disegno predatorio messo in atto dal nostro deep state.

E’ stata sufficiente una crescita dello 0,5% del Pil nel primo trimestre dell’anno in corso per gridare alla vittoria e scatenare gli esponenti del governo, la stampa main stream ed il sottobosco della tastiera:

“Siamo la locomotiva d’Europa!”

Se c’è un Paese che batte le previsioni in Europa, quella è l’Italia. E non più la Germania, inchiodata al palo della stagnazione. Lo dicono i numeri, nessun esercizio di fantasia. Con una crescita dello 0,5% nel primo trimestre Italia e Spagna guidano ad oggi la classifica dei partner europei e fanno meglio dell’intera Eurozona che nel periodo è cresciuta dello 0,1%. In particolare il Belpaese può già contare su una crescita acquisita per l’anno in corso dello 0,8% ad un soffio dall’1% previsto nel Def. Male, invece, la Germania che registra crescita zero mentre la Francia ha messo segno un timido +0,2% ma maggiore delle aspettative (+0,1%).

Questi sono i numeri e le parole che grida ad alta voce Filippo Melchiorre, senatore di Fratelli d’Italia e membro della commissione Finanze. [1]

Basterebbe rileggere i titoli dei giornali di un anno e mezzo fa, per comprendere come il seguente messaggio da far passare tra la gente sia già in atto da tempo, all’interno di una precisa e studiata logica strategica, con la quale si vuol far intendere che tutto va bene mentre il paese sta crollando:

Era il gennaio del 2022 quando il nostro paese, appena uscito dallo tsunami pandemico, veniva già indicato come la “locomotiva d’Europa”, in seguito ai dati Eurostat dell’ultimo trimestre del 2021 che evidenziavano una crescita del Pil dell’Eurozona su base annua del 4,6% nell’area Ue del 4,8%, mentre l’Italia aveva fatto registrare un +6,4%. [2]

Pensate, per avere un dato così eclatante ed ammesso che il Pil possa essere indicativo di crescita e di benessere diffuso (sul punto vedere quanto già Robert Kennedy affermava nel 1968), dobbiamo tornare molto indietro nel tempo nella storia economica del nostro paese, addirittura al 1976. Circa 47 anni fa per avere lo stesso dato annuale (6,6%).

“Il PIL misura tutto eccetto ciò che rende meritevole la vita di essere vissuta”. Questa frase, pronunciata da Robert Kennedy nel 1968, sembra scritta oggi. Già a quell’epoca si intravedeva come il PIL da solo fosse un indicatore inadeguato per rappresentare il benessere di una nazione economicamente sviluppata. E’ oramai chiaro che qualità della vita non è solo Prodotto Interno Lordo.Il Pil non ci dice nulla di come effettivamente viva la gente. Per capirlo serve di più: un mix di economia, sondaggi, e altri dati per misurare, qualità, gioia, felicità e benessere.

Di contro dobbiamo tornare al periodo bellico per trovare un dato tanto negativo come quello che abbiamo avuto nel 2020 (anno pandemico).

Quindi, si sottopone il paese al massacro di una guerra (i dati economici durante la pandemia sono perfettamente assimilabili ad conflitto bellico), e poi in modo del tutto ipocrita se ne esalta la crescita.

E non solo, mentre se ne esalta la crescita, questa volta non usando l’ipocrisia ma tutta la potenza diabolica che caratterizza chi ci comanda, si colpiscono nuovamente i popoli con ulteriori bombe devastanti, rappresentate da una inflazione a carattere esogeno, scientemente programmata attraverso le messa in atto di quella che è stata la più grande e fraudolenta speculazione della storia, in quello che è il settore vitale per per l’economia di tutto il pianeta, ossia quello energetico.

Sto parlando della speculazione su gas e petrolio condotta dai diavoli della grande finanza, braccio armato dei poteri profondi che da sempre operano il saccheggio di popoli e nazioni con la collaborazione dei nostri governanti. [3]

Ed anche sul fenomeno inflattivo in corso, una vera e propria tassazione surrettizia che naturalmente colpisce sempre i soliti – ovvero famiglie e piccole e medie imprese, che dell’energia non possono fare a meno – le novelle della nuova stagione del main-stream non si sprecano.

Il messaggio altamente distorto che si fa passare, al quale molti “allocchi” abboccano, è il seguente: si sono stampati troppi soldi.

Le banche centrali attraverso i loro programmi di politica monetaria il Quantitative Easing (Qe) su tutti –  a detta di certi cartomanti, avrebbero riempito i sistemi economici di montagne di denaro e questa sarebbe la causa principale per cui le bollette degli italiani sono quintuplicate ed il carrello della spesa schizzato alle stelle.

In pratica, una lettura in totale spregio alla dottrina economica, che indicherebbe l’attuale fenomeno inflattivo come la più classica delle inflazioni da domanda, caratteristica di un paese in pieno boom economico.

Ovvero, spiegato all’uomo della strada: gli italiani avrebbero così tanti soldi in tasca che al supermercato farebbero ai cazzotti per accaparrarsi i pochi prodotti sugli scaffali.

Vi pare che questa sia la realtà che viviamo?!

Certamente NO!

Famiglie ed imprese italiane, sono costrette, anche indebitandosi, a pagare prezzi più alti per beni vitali ai quali non possono rinunciare (gas, benzina, cibo, ecc.), naturalmente tagliando altre spese, visto che i salari in Italia non crescono (anzi diminuiscono) da 30 anni.

Come spiegato più volte le politiche monetarie poco o niente hanno a che vedere con i fenomeni inflattivi e che l’ormai famoso Qe, non aggiunge un centesimo netto alla capacità di spesa del settore privato, stante il fatto che a livello tecnico e contabile consiste nello spostare aggregato monetario da un conto di deposito (Btp) ad un conto di riserva (soldi sul conto corrente).

Quindi, chi vi racconta che i migliaia di miliardi creati dalla BCE attraverso il Qe, sarebbero stati utilizzati interamente per finanziare i deficit dei governi, essendo causa del fenomeno inflattivo in corso, vi sta raccontando una balla gigantesca.

Ecco alcuni tweet del trader Giovanni Zibordi, che testimoniano quanto la nuova stagione del main-stream sia pienamente operativa a tutti gli effetti:

Certo, se anche personaggi, come Giovanni Zibordi, apparentemente contrari a certe teorie neoliberiste (e per questo più volte ospitato sui canali di ComeDonChishiotte.org), arrivano ad affermare teorie economiche ‘Friedmaniane’ morte e sepolte, come quella che l’inflazione sarebbe un fenomeno monetario….. beh, una domanda su quanto questo sottobosco sia folto e da che parte stia Zibordi, noi comuni mortali che abbiamo a cuore l’interesse del nostro paese, siamo legittimati a farcela, non credete!?

La BCE opera a livello di politica monetaria, attraverso i vari programmi di acquisti di titoli del debito pubblico, da almeno 12 anni in maniera massiccia. Parliamo di migliaia e migliaia di miliardi e la storia ci dice che per tutti questi anni i tassi sono stati a zero e puntualmente a Francoforte hanno sempre mancato al ribasso il loro target di inflazione del 2%. Questa è la conferma sul campo che le politiche monetaria messe in atto non hanno minimamente a che fare con l’innalzamento dei prezzi nell’economia reale.

Semmai l’inflazione può essere guidata e gestita dalla politica fiscale dei governi, visto che sono gli unici ad avere la facoltà di aumentare e/o diminuire la capacità di spesa del settore privato, attraverso la gestione dei deficit, senza farci ricorrere ai prestiti bancari.

Ora, che come ci dice Zibordi, 350 miliardi di deficit governativo cumulato in tre anni, abbiano potuto creare, un fenomeno inflattivo da eccesso di liquidità, in un paese come il nostro dove negli ultimi 20/30 anni sono stati estratti dalle tasche degli italiani circa 3.000 miliardi (o forse più) di spesa per interessi per consegnarli a chi non consuma (5% dei rentier di casa nostra e mondo finanziario nazionale ed internazionale)…. è come credere a Babbo Natale.

Ed infatti il fenomeno inflattivo in corso nel nostro paese, è del tutto qualificabile in quello della stagflazione. Ovvero una crescita del livello dei prezzi abbinato ad uno stato recessivo del paese.

La differenza è enorme, sia per gli effetti che si riversano sulla vita delle persone che per quelli che sono i rimedi da adottare a livello di politica fiscale.

Ed è lo stesso Zibordi che oltre ad identificare in modo errato il fenomeno, si fa anche carico di proporne la cura sbagliata. Lo fa sia attraverso un post su Twitter sia in un convegno organizzato da Pro-Italia tenutosi a Firenze nei giorni scorsi.

Nel Twitt, addirittura tenta di blindare le sue teorie attraverso l’autorevolezza dell’economista francese (ex Fondo Monetario Nazionale), Olivier Blanchard. Peccato che in modo a dir poco sospetto, operi una traduzione delle parole di Blanchard dall’inglese all’italiano, a suo totale uso e consumo:

 

E’ sufficiente tradurre dall’inglese le parole di Olivier Blanchard, per comprendere quanto le parole riportate da Zibordi: “ridurre la spesa o aumentare le tasse”, non siano presenti nella maniera più assoluta in quanto espresso dall’economista francese.

Ecco la traduzione:

“Una domanda ingenua (ok, forse non così ingenua). Dato quanto sembra difficile rallentare l’economia statunitense attraverso la politica monetaria, forse la politica fiscale potrebbe aiutare?”

Sembra quasi impossibile che un ex economista del Fondo Monetario Internazionale abbia così tanta buona luce in testa, tanto da ripetere le esatte parole che Warren Mosler (padre fondatore della Modern Monetary Theory), ci afferma da diversi anni.

Quello che però sorprende e che aumenta le domande nella nostra testa, è come Zibordi abbia indirizzato il termine “politica fiscale”, verso la direzione a lui più confacente, ossia quella dell’austerity!

La politica fiscale, sappiamo bene e Zibordi stesso dovrebbe saperlo – visto che non perde occasione di ricordare a tutti di avere scritto libri ed aver frequentato i migliori luoghi di studi del mondo – ha funzione di equilibrio e redistribuzione all’interno del sistema economico. E quindi non ha una direzione unica, ma bensì, bilateralmente, nella ricerca dell’equilibrio, va da una politica fiscale restrittiva ad una espansiva, a seconda di quello che richiede lo stato dell’economia in quel momento.

Quindi la soluzione unica che lui propone di ridurre il deficit ed aumentare le tasse nel nostro paese in questo momento, va nella stessa direzione delle politiche di montiana memoria, che a distanza di anni hanno portato il nostro paese sull’orlo del baratro e con una concentrazione della ricchezza senza precedenti; confermata dai dati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) sui redditi del 2021 e pubblicati recentemente sul Il Sole 24 ore [4]:

La ricchezza concentrata nelle mani di pochi. L’analisi dei redditi italiani pro capite conferma che la maggior parte della ricchezza è concentrata nelle mani di pochi: come nel 2020 solo il 5% guadagna più di 55mila euro annui, mentre il 43% degli italiani guadagna meno di 15mila euro, con una diminuzione dell’1% rispetto al 2020″.

Non contento di aumentare le tasse e tagliare la spesa, Zibordi nella conferenza di Firenze, rimarcando i suoi interventi su Twitter, indica addirittura, come soluzione definitiva alle sofferenze degli italiani, la “moneta credito”.

Afferma Zibordi, con uno slogan da premio Nobel della demagogia: “la situazione attuale è tutta colpa delle banche!…. non prestano, devono tornare a farlo come avviene in Francia”.

Quindi avete capito bene, la soluzione ad un non-problema rappresentato dai deficit e dal debito pubblico, per il fenomeno-Zibordi, sarebbe il debito privato!

Quello sì che è un problema! un problema che realmente lasceremo sulle spalle dei nostri figli! (cit. Megas Alexandros)

Ecco come Giovanni Zibordi, da importatore primario (come lui si dichiara), della Modern Monetary Theory in Italia (addirittura lui stesso sostiene, prima di Paolo Barnard), si è trasformato nel perfetto profeta della moneta a debito e dell’austerity.

Credo sia pronto alla chiamata, qualora a breve, per chi ci comanda, ci sia la necessità di sostituire i già conclamati traditori del popolo italiano, quelli alla Bagnai per intenderci.

di Megas Alexandros

Fonte: La novella del nuovo main-stream: “Italia locomotiva d’Europa” – Megas Alexandros

Note:

[1] La locomotiva d’Europa ora è l’Italia. Melchiorre spiega perché – Formiche.net

[2] L’Italia è la locomotiva dell’Ue: il Pil del 2021 segna +6,5% (agi.it)

[3] TTF: DAI TULIPANI AL GAS, ECCO COME SI DISTRUGGE LA VITA DELLA GENTE!!! – Megas Alexandros

[4] Redditi 2021: la ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di pochi. Ecco dove – Info Data (ilsole24ore.com)

 

 

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