DMITRY ORLOV
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Il raduno del G20 della scorsa settimana a Osaka è stato un segnale: ha fatto capire quanto il mondo sia cambiato. I capisaldi della nuova configurazione sono Cina, Russia e India, con l’UE e il Giappone appendici facoltative e l’integrazione eurasiatica come priorità assoluta. L’ordine del giorno era stato chiaramente preparato da Xi e da Putin. La May, Macron e Merkel, i leader europei che non meritano affatto questo titolo, sono stati chiaramente relegati in periferia; due dei tre stanno per andarsene mentre quello che (per ora) mantiene la poltrona sembra sempre di più un toyboy. Gli Europei hanno sprecato il loro tempo a discutere su chi debba guidare la Commissione Europea, solo per affrontare un’aperta ribellione sulla loro scelta una volta ritornati a casa.
E poi c’era Trump, completamente scatenato, ora che la farsa di Robert Mueller è giunta alla sua inevitabile conclusione. Era tutto impegnato a cercare di capire quale “partner” degli Americani poter gettare sotto l’autobus, prima del crollo definitivo della Pax Americana. È un compito difficile, perché ha esaurito le munizioni. Ha già minacciato una guerra totale due volte, una volta contro la Corea del Nord e un’altra contro l’Iran, ma, dati i disastri in Afghanistan, Iraq, Siria e Libia, un barlume di sanità mentale lo ha costretto a mantenere il suo Humpty-Dumpty militare seduto al sicuro in cima al muretto.
Trump non ha ancora completamente rinunciato alla guerra commerciale, ma anche qui sta incontrando problemi ed è stato costretto a fare marcia indietro: Huawei è stata graziata in parte dalle sanzioni. Trump deve ora mettere al tappeto un altro giocatore importante, Cina, Russia o l’UE, prima che l’Eurasia venga cementata dalle rotte commerciali terrestri controllate dalla Cina, dalla Russia e dall’Iran, invece che da quelle marittime pattugliate dalla Marina USA; se non ci riuscirà, allora gli Stati Uniti saranno fuori dal gioco, la loro potenza militare e il dollaro diventateranno entrambi irrilevanti. Di questi tre, l’UE sembra l’obiettivo più facile, ma anche gli Europei, in qualche modo, sono riusciti a mettere a punto un meccanismo finanziario che consentirebbe loro di eludere le sanzioni statunitensi contro l’Iran. Trump è decisamente in una situazione difficile. Che cosa deve fare l’autore di “The Art of the Deal,” quando nessuno vuole negoziare ulteriori accordi con gli Stati Uniti, sapendo perfettamente che gli Americani trovano sempre pretesti per rinnegare i propri impegni?
E poi arriva la notizia bomba. In un’intervista al Financial Times Putin dichiara che “l’idea liberale … ha esaurito la sua utilità” perché non serve più ai bisogni della maggioranza dei popoli. Non “popolo“, badate bene, ma “popoli,” tutti diversi, quelli vitali, uniti nella loro salda adesione al principio che famiglia e nazione (dal verbo latino nasci, essere nati) sono i valori più alti. Alcuni potrebbero rilevare tracce di fascismo in questa linea di pensiero, ma sarebbe come dire che, poiché si sa che i fascisti usano gli spazzolini da denti, allora gli spazzolini da denti sono, ipso facto, strumenti fascisti da bandire e tutti devono tornare a pulirsi i denti con ramoscelli e bastoncini. Che Putin sia stato in grado di dire che l’idea liberale è morta, una cosa che nessun leader occidentale oserebbe fare, mostra quanto il mondo sia cambiato.
Non che alcuni leader occidentali non lo direbbero, se solo potessero. “I nostri partner occidentali,” ha affermato Putin, “hanno ammesso che alcuni elementi dell’idea liberale, semplicemente, non sono realistici … come il multiculturalismo. Molti di loro hanno ammesso che, sfortunatamente, non funziona (LOL) e che dobbiamo pensare anche agli interessi della popolazione autoctona.” Non che la Russia non abbia la sua parte di problemi legati ai migranti, vista la sua politica delle frontiere aperte con alcune delle repubbliche ex-sovietiche, ma cerca di risolverli imponendo [a chi vuole emigrare nel paese] la conoscenza della lingua e il rispetto per la cultura e le tradizioni russe, mentre “l’idea liberale presuppone che non si debba fare nulla, che i migranti possano depredare, violentare, rubare, e che noi si debba difendere i loro diritti … Quali diritti? Hai infranto una regola: devi essere punito!”
La crisi dei migranti è un perfetto esempio di come il liberalismo sia sopravvissuto alla sua utilità. Il liberalismo offre due soluzioni al problema, entrambe fatali. Un approccio è chiaramente illiberale: fermare l’afflusso dei migranti con ogni mezzo necessario; insistere sul fatto che i migranti già presenti nel paese si adeguino ad un rigido insieme di requisiti, tra cui una buona padronanza della lingua dello stato, la conoscenza dettagliata dei suoi ordinamenti e del suo sistema amministrativo, una rigorosa obbedienza alle sue leggi e una dimostrata preferenza e rispetto per le abitudini e la cultura della popolazione autoctona, per non essere tanto deportati ma espulsi. L’altro approccio è liberale solo all’inizio: permettere che l’afflusso continui, non ostacolare la formazione di ghetti e enclavi straniere (dove i cittadini e i funzionari di polizia locali non osano entrare) e, alla fine, arrendersi alla legge della Sharia o ad altre forme di imposizioni straniere, garantendo la morte finale dell’idea liberale insieme a quella di gran parte della popolazione nativa. Quindi, la scelta è tra uccidere l’idea liberale, ma salvare la popolazione autoctona o lasciare che l’idea liberale muoia, in ogni caso, portando con sé la popolazione indigena. Non ci sono altre soluzioni.
“Viviamo tutti in un mondo basato sui valori tradizionali della Bibbia,” ha detto Putin. “Non dobbiamo dimostrarli tutti i giorni … ma dobbiamo averli nei nostri cuori e nelle nostre anime. In questo modo, i valori tradizionali per milioni di persone sono più stabili e più importanti di questa idea liberale che, a mio avviso, cessa di esistere.” Questo vale non solo per i credenti, siano essi cristiani, mussulmani o ebrei, ma anche per gli atei. Per dirla in termini che potrebbero scioccare e sbalordire alcuni di voi, non dovete credere in Dio (anche se una cosa del genere aiuta, anche solo per evitare la dissonanza cognitiva) ma, se aspirate ad un qualsiasi tipo di adeguatezza sociale in una società tradizionale, allora non avete altra scelta che quella di pensare sinceramente che Dio esiste e che è il Dio della Bibbia, sia Lui Yahweh, Elohim, Gesù e la Santa Trinità o Allah (questa è la parola araba che significa “Dio“).
Putin ha coronato la sua argomentazione rigirando il coltello nella piaga in modo elegante e cortese. Ha detto di non avere la più pallida idea di queste “trasformaz-trans … qualunque cosa significhino.” Quanti sessi ci sono? Ha perso il conto. Non che lui sia contrario a permettere che i membri adulti e consenzienti dei vari gruppi sessuali minoritari facciano tutto ciò che vogliono tra di loro (“Che tutti siano felici!“), ma non hanno il diritto di imporsi a tutti gli altri. Nello specifico, per la legislazione russa la propaganda omosessuale nei confronti dei minorenni è illegale. Gli ‘esperti’ di Hollywood pro-LGBT devono esserne dispiaciuti: la loro scelta è stralciare la propaganda LGBT direttamente dalla sceneggiatura, o eliminarla dai loro film già pronti prima della loro uscita in Russia (e in Cina).
Qui Putin si riferisce a qualcosa che sta rapidamente diventando una tendenza politica ovunque, incluso nell’ex bastione del liberalismo, l’Occidente. È nella natura delle democrazie il fatto che minoranze precedentemente represse tendano a reclamare sempre più diritti, spesso ben oltre il punto in cui si iniziano a violare quelli della maggioranza; ma, ad un certo punto, la maggioranza inizia a puntare i piedi. A questo punto, si può affermare con certezza che, secondo l’opinione della maggioranza, il movimento LGBT si è spinto troppo oltre. I sondaggi di opinione lo confermano: il sostegno LGBT era arrivato a ben oltre il 50%, ma sono diversi anni che diminusce di circa il 10% all’anno.
Quanto oltre si è spinto il movimento LGBT? In alcuni paesi occidentali i bambini di tre anni sono sottoposti a “riassegnazione di genere,” a cui segue una sequenza di indottrinamento, castrazione chimica e castrazione fisica, anche contro il parere dei genitori, il cui risultato è una persona sterile. Ditemelo voi, perché un genitore sano di mente dovrebbe essere d’accordo nel far sterilizzare la propria prole, ponendo fine alla sua stessa discendenza? La stragrande maggioranza della popolazione della Terra trova tali pratiche spaventose, e questo sta iniziando a includere anche la casa dell’ormai defunta idea liberale, l’Occidente stesso. Come primo, timido passo della travolgente, futura opposizione, una “parata dell’orgoglio eterosessuale” è prevista a Boston.
Badate che stiamo parlando non di “genere” ma di “sesso“. La parola “genere” esiste, ma il senso in cui gli attivisti e le femministe LGBT la usano è un esempio di ‘sovraccarico,’ una vera e propria violenza linguistica. L’unico senso in cui il termine è valido è il genere grammaticale, che è una caratteristica della maggior parte delle lingue indoeuropee. In queste lingue, tutti i nomi sono assegnati ad uno dei tre generi, maschile, femminile e neutro, in inglese identificati dai pronomi “he“, “she” e “it” mentre in russo sono “on” “oná” e “onó” e, in genere, “he” (“on”) è il sesso predefinito o non conosciuto, mentre gli altri due richiedono desinenze specifiche di genere (“-a“, “-o“). I nomi e i pronomi maschili e femminili si possono riferire ad oggetti animati o inanimati, che rispondono a “chi?” o a “cosa?” Mentre i nomi e i pronomi neutri si possono solo attribuire ad oggetti inanimati, che rispondono a “cosa?” (un’eccezione è la poesia, come permesso dalla licenza poetica). In ogni caso, questo elimina la confusione sui pronomi alternativi, “genere-specifici,” siano essi “ze,” “hir” o “ququuuxx“; per funzionare grammaticalmente devono comunque operare una scelta tra maschile e femminile, o indicare che si tratta un essere inanimato, un “cosa” piuttosto che un “chi.”
L’uso grammaticale del termine “genere” è giustificato; tutti gli altri sono sforzi fantasiosi per dare al termine un significato non conforme alla realtà fisica. E la realtà è questa: campioni di tessuto di qualsiasi rappresentante della specie umana possono essere facilmente identificati sessualmente cercando la coppia di cromosomi XX o XY e assegnando il corrispondente simbolo “F” o “M“. Nella stragrande maggioranza dei casi, si può determinare il sesso del campione mediante ispezione visiva, proprio come con i polli, ma molto più facilmente, esaminando i genitali. E’ fondamentale, per la sopravvivenza della specie, che un esemplare “F” sia in grado di procreare dopo l’accoppiamento con un campione “M.” Ci sono varie anomalie e patologie al di fuori di questo schema di base, ma sono sufficientemente rare da essere considerate “rumore di fondo” nella maggior parte dei casi.
I devianti meritano certamente la libertà di impegnarsi in qualsiasi zozzeria che solletichi la loro fantasia, ma fingere di appartenere ad un arcobaleno di “generi” fittizi non aiuta affatto il resto dell’umanità. Forse chiamarli tutti “pidor,” come spesso fanno i Russi, semplificherebbe un po’ le cose. (La parola è l’abbreviazione di “pederasta“, che ci arriva dagli antichi Greci, famosi per la pederastia, e che letteralmente significa “amore dei ragazzi“). D’altra parte, con la maggior parte dei Russi sarebbe probabilmente un errore cercare di spiegare loro la differenza tra Q1 e Q2 in LGBTQ1Q2 perché per loro questo problema è verameeente interessante! (La frase in corsivo deve essere letta con un gemito, a bocca aperta e roteando gli occhi).
Detto questo, potete certamente continuare a credere in un arcobaleno di generi, o negli elfi, o negli unicorni, per quel che importa, e le persone gentili ed educate gireranno in punta di piedi attorno alle vostre scempiaggini liberali mentre i rozzi e gli incolti vi rideranno in faccia o vi daranno qualche spintone e qualche schiaffo nel vano tentativo di mettere un po’ di buon senso nella vostra zucca. Ma dovremmo essere gentili ed educati e, come ha detto Putin, “lasciare che tutti siano felici.” A nostra volta, dovremmo probabilmente cercare di evitare di essere spintonati e schiaffeggiati da persone la cui testa è piena di idee antiquate e confuse. Alcune di queste teste, in particolare quelle appartenenti ai cocchi di mamma [snowflakes], che sembrano incapaci in modo congenito di affrontare chi non la pensa come loro, esploderanno da sole.
Soprattutto, dovremmo negare a queste persone l’accesso ai nostri figli. Qui, Putin ha lanciato un vibrante appello che dovrebbe risuonare in tutto il pianeta: “Giù le mani dai bambini!” Il suo richiamo dovrebbe essere accolto dalla stragrande maggioranza degli esseri umani, di tutte le etnie, culture e fedi, che accettano alla lettera l’esortazione divina ad “essere fecondi e a moltiplicarsi” e che augurano alla loro progenie di fare lo stesso. Quando le condizioni peggiorano, come spesso accade, si muore come mosche in autunno, ma la morte è una parte essenziale della vita, e poi si rinasce e la vita torna a fiorire quando le condizioni migliorano.
Per inciso, ora che il liberalismo è morto, quelli che pensano che il pianeta sia sovrappopolato hanno solo il diritto di parlare per sé stessi. Cioè, potrebbe benissimo essere il caso che la Terra sia sovrappopolata per colpa vostra, ma questo, naturalmente, siete solo voi che dovete deciderlo. Se vi sentite sufficientemente preparati su questo argomento, dovreste magari prendere in mano la situazione e liberare il pianeta della vostra presenza, ma, per favore, lasciate che il resto di noi possa attendere la dipartita da questo mondo in qualche altra maniera, più naturale e meno ideologicamente motivata. Nel frattempo, tutti gli altri dovrebbero essere in grado di avere tanti figli quanti ne permettono le condizioni locali. Putin non ha avuto nulla da ridire sulla questione, lui è il presidente della Russia, la Russia non è sovrappopolata, e il resto del pianeta non lo ha eletto. Allo stesso modo, ora che il liberalismo è morto, la vostra opinione sui dati demografici della Russia non conta affatto, a meno che non siate Russi.
Ci sarebbe molto altro da dire sulla morte dell’idea liberale, e questa è solo la prima rata: liberare i ponti gettando fuori bordo la zavorra inutile, se volete. Molto più importante è chiedersi che cosa sostituirà l’idea liberale ora che è morta. Anche il capitalismo del libero mercato è morto (guardate tutti gli imbrogli finanziari, le sanzioni e i dazi doganali!) e i conservatori e i libertari occidentali del libero mercato dovrebbero notare che, dal punto di vista ideologico, sono ancora liberali e che anche la loro ideologia è ormai morta.
Ma che cosa c’è per sostituire il liberalismo? Sembra che la scelta sia tra il marxismo-leninismo artificialmente resuscitato (con Leon Trotsky minacciosamente in agguato e Pol Pot seduto come un Buddha in cima a un mucchio di cadaveri in decomposizione) e lo stalinismo moderno scintillante e tecnologico (con caratteristiche distintive cinesi). I bambini e le bambine intelligenti, quando viene offerta loro una finta scelta, tipo: “Vuoi una mela o una banana,” di solito rispondono “No!” Mi piacerebbe fare lo stesso. Ma poi, quali altre scelte ci sono?
Dmitry Orlov
Fonte: cluborlov.blogspot.com
Link: http://cluborlov.blogspot.com/2019/07/the-death-of-liberal-idea.html#more
02.07.2019
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org