La militarizzazione dell’Impero Occidentale: come la pandemia del COVID ha accelerato il processo

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Ugo Bardi
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Donald Trump potrebbe non essere un Imperatore così bellicoso come i precedenti Imperatori Occidentali (o probabilmente lo sarà). Ma, anche supponendo che Trump stia cercando di evitare la guerra, non può opporsi alla militarizzazione dell’economia occidentale, accelerata dalla pandemia del COVID-19.

La storia si ripete – oh, sì! E a volte si ripete così velocemente e così spietatamente da lasciarci senza fiato. Pensate a tutto quello sta succedendo in questo momento: il COVID, i blocchi, le mascherine, le limitazioni ai movimenti: tutto questo in pochi mesi e il mondo dell’anno scorso sembra così remoto da poter essere quasi considerato come una parte di un Medioevo ancora in corso.

Eppure, c’è una logica in quello che è successo. La storia può sorprendervi e di solito lo fa (l’unica cosa sicura che impariamo dalla storia è che le persone non imparano mai dalla storia). Ma, qualunque cosa accada nella storia, è sempre per una ragione ben precisa. E quello che stiamo vedendo oggi non è una cosa inaspettata. Lo abbiamo già visto, nettamente e chiaramente: è la tendenza alla militarizzazione di una società ormai in decadenza.

Torniamo all’Impero Romano, come sempre il modello di riferimento di uno stato che ha attraversato l’intero ciclo di crescita e di collasso. Il mondo romano non era tecnologicamente così sofisticato come il nostro, ma i bisogni fondamentali dei cittadini erano gli stessi e il governo romano ne soddisfava molti. Avrete sicuramente già sentito l’espressione “Panem et Circenses.” Descriveva due dei servizi che lo stato romano garantiva ai propri cittadini: l’invio di grano dall’Africa alle città romane e i vari tipi di giochi che si svolgevano negli anfiteatri.

Ma c’era molto di più. Lo stato costruiva e teneva aperte le strade che collegavano le diverse regioni dell’impero. Realizzava gli acquedotti che portavano l’acqua alle città. Coniava le monete necessarie per il sistema finanziario che, a sua volta, rendeva possibili i commerci. Ma il servizio principale era la sicurezza: il governo forniva un sistema di giustizia interna che garantiva un certo grado di sicurezza sociale ai cittadini liberi. I Romani avevano una polizia urbana, i vigiles, che fungevano anche da vigili del fuoco. E, come tutti sappiamo, le legioni erano la spina dorsale della società romana, in guerra e in pace.

Naturalmente, lo stato romano aveva tutti i difetti tipici degli stati: tendeva a molestare, opprimere, umiliare, derubare e sovraccaricare di tasse i propri cittadini, ma i Romani credevano anche che un cattivo governo fosse molto meglio di nessun governo e quindi avevano cercato di sopportarlo il più a lungo possibile. Sfortunatamente per loro, il collasso si era rivelato inevitabile. Con il declino delle finanze dell’Impero, il governo non era stato più in grado di pagare i servizi che aveva sempre fornito.

Nello stato romano, la perdita dei servizi statali era stato un processo complicato che era continuato per secoli, a volte gradualmente, a volte a scatti. La capacità di battere moneta era diminuita con l’esaurimento delle miniere d’argento e d’oro e, nel III secolo, anche il commercio aveva iniziato a languire. Ci sono prove che, all’inizio del V secolo, le strade romane erano già così degradate da essere inutilizzabili. Molti acquedotti erano ormai in rovina e questo probabilmente aveva contribuito allo spopolamento dei grandi centri urbani: nessuno può vivere in una città senza fognature funzionanti. Gli ultimi giochi di gladiatori al Colosseo di Roma di cui si abbia notizia certa erano avvenuti nel 438 d.C. Nel 450 d.C., il frumento veniva ancora spedito a Roma dall’Africa, ma non negli anni successivi. Probabilmente, le altre città romane in Europa avevano perso l’approvvigionamento di grano dall’Africa già da tempo. La mancanza di forniture alimentari era stata l’ultima goccia, quella che avrebbe fatto finire l’Impero nella pattumiera della storia pochi decenni dopo.

Ma notate un dettaglio importante: durante la fase di declino, il governo romano aveva sempre dato la massima priorità al mantenimento del proprio potenziale militare. I dati mostrano che le truppe romane avevano continuato ad aumentare di numero fino alla fine del III secolo. Ci mancano i dati per l’ultima fase di decadenza dell’Impero d’Occidente, ma sappiamo che, all’inizio del V secolo, i Romani mantenevano ancora eserciti e tenevano in efficienza i valli a difesa dell’impero. Mentre il declino continuava, l’Impero d’Occidente si era ridotto ad una gigantesca macchina che riscuoteva tasse e produceva legioni. Il risultato era stato che anche un impero fortemente indebolito era stato in grado di sostenere combattimenti importanti fin quasi nell’ultima fase della propria esistenza. Basti pensare a come un disorganizzato esercito romano era riuscito a sconfiggere gli Unni di Attila nella battaglia delle Piane Catalauniane, nel 451 d.C. Era stata l’ultima battaglia e l’ultima vittoria dell’Impero.

Ora, facciamo un salto in avanti di circa 1.600 anni e arriviamo ai nostri tempi. Il moderno Impero Occidentale ha molti punti in comune con il vecchio Impero Romano, anche se, ovviamente, la gamma dei servizi che lo stato fornisce oggigiorno è molto più ampia. Basti pensare che i Romani non avevano nulla di paragonabile al nostro sistema di istruzione pubblica o al nostro servizio sanitario. Ma, proprio come lo stato romano, i moderni stati occidentali forniscono cibo, acqua, infrastrutture di trasporto, sicurezza e intrattenimento. E, naturalmente, un oneroso apparato militare che dovrebbe difendere i cittadini dalle invasioni esterne.

Oggi l’Occidente si trova in una situazione molto simile a quella dell’Impero Romano all’inizio della sua fase di declino. Con l’economia al limite a causa del progressivo esaurimento delle risorse naturali, ci sono molte cose che i governi occidentali non possono più permettersi. Non dovete pensare che le élite imperiali siano particolarmente intelligenti, ma capiscono perfettamente la situazione: l’Impero Occidentale potrà sopravvivere solo finché riuscirà a sfruttare le risorse di cui ha bisogno. E la maggior parte di queste risorse si trova in luoghi lontani,  estremamente onerosi da controllare. Il petrolio in Medio Oriente è un buon esempio. Nella competizione per le risorse mondiali, l’Occidente si trova di fronte ad un gigantesco potere in crescita: il blocco eurasiatico, molto meglio posizionato in termini di risorse ancora disponibili all’interno della sua sfera di influenza locale.

In questo momento, l’Occidente, in termini militari, ha ancora una postura aggressiva, ma i leader potrebbero anche decidere di passare alla difensiva e resistere il più a lungo possibile. In entrambi i casi, l’Impero avrà bisogno di enormi quantità di risorse per mantenere in vita il suo sistema militare sovradimensionato e inefficiente. Per questo motivo, alcuni leader occidentali potrebbero essere abbastanza sconsiderati da tentare qualcosa di disperato, come attaccare la Russia (preferibilmente in inverno, com’era di moda in passato). Più facilmente, queste risorse possono essere recuperate prelevandole da altri settori dell’economia occidentale. Se vi piace considerare l’impero come un predatore, sta iniziando a divorare se stesso.

Curiosamente, è stata la crisi del coronavirus che ha fatto accelerare questo processo, facendogli acquisire una velocità inaspettata. In meno di un anno abbiamo assistito al crollo o al rapido declino di diverse infrastrutture, che fino ad ora davamo per scontate. Notate che non sto dicendo che il virus sia stato appositamente progettato in qualche laboratorio militare, è estremamente improbabile, come minimo. Voglio solo dire che le élite occidentali sono predatori opportunisti: colgono al volo tutte le opportunità che riesccono a trovare. E non c’è dubbio che abbiano sfruttato la crisi del coronavirus a proprio vantaggio.

La prima e più illustre vittima del terrore indotto dal virus è stato il turismo di massa internazionale. Il crollo sarà probabilmente irreversibile: leggetevi qualsiasi descrizione di ciò che significa oggi visitare Disneyland indossando la mascherina e mantenendo le distanze e capirete il perché. Il turismo di massa era comunque insostenibile, ma la velocità della sua caduta è stata sorprendente.

Inoltre, è in fase avanzata il crollo delle compagnie aeree civili e di gran parte dell’industria dell’auto. Erano tutte infrastrutture che consumavano risorse, molto costose e con poco ritorno. I loro crolli stanno portandosi dietro il settore dei combustibili fossili, ma non è un problema per i militari. Quello che rimane della produzione può ora essere reindirizzato a scopi bellici.

Poi abbiamo il rapido declino del sistema di istruzione pubblica. Era già in crisi da tempo, ma la pandemia ha mostrato quanto fragile fosse un sistema che costa molti soldi allo Stato e produce poco di utile. Abbiamo davvero bisogno di insegnare alla gente comune a leggere e a scrivere? Non ne hanno bisogno per giocare su TikTok e la maggior parte di loro sono troppo grassi per servire come soldati. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno sono tecnologi altamente specializzati in grado di progettare e costruire armi e manager di alto livello per gestire le leve della macchina governativa. Ed è qui che si concentreranno le risorse rimanenti.

E il sistema sanitario? Anche quello è stato colpito duramente e si è rivelato incapace di arginare la prima ondata della pandemia. Per ottenere una migliore efficienza, una possibile reazione sarebbe stata quella di rafforzare il sistema con un’iniezione di capitali, assolutamente necessaria, e una completa riorganizzazione. Ma non è stato fatto. Qui, la propaganda ha svolto il suo ruolo abituale nel convincere le persone che ciò che è male per loro è bene per loro. Avete mai sentito uno slogan come “meno carri armati e più ospedali?” Riuscite a immaginare uno dei candidati alla presidenza affermare qualcosa del genere? Ovviamente no.

La propaganda è riuscita a convincere le persone che, se il sistema sanitario non è stato in grado di gestire un problema, che non è mai stato realmente un problema, non era perché il sistema era stato mal gestito e trasformato in un’operazione a scopo di lucro per i pochi privilegiati al vertice. No, era colpa delle persone che non indossavano le mascherine o non le portavano correttamente. La penna è più potente della spada quando viene usata per scrivere propaganda.

Ed eccoci qui: improvvisamente ci troviamo a muoverci rapidamente lungo una strada che non ci eravamo resi conto di aver imboccato. Il sistema si sta muovendo verso una condizione che, alla fine, lo trasformerà nell’immagine speculare di quello che una volta era l’Impero Romano: una gigantesca macchina che raccoglie  tasse e produce legioni.

E poi cosa succederà? Ovviamente l’Impero crollerà. Tutti gli imperi lo fanno. Con le loro eccessive spese militari vanno in bancarotta, sono come il grassone della scena del ristorante dei Monty Python (se non l’avete ancora vista, è qui ). E, nel nostro caso, le cose andranno ancora più velocemente che in passato perché dobbiamo affrontare non solo l’esaurimento delle risorse ma anche il collasso dell’ecosistema.

Ma la storia va a cicli: non c’è collasso che non sia seguito da una ripresa. Non sappiamo esattamente come sarà il mondo dopo il crollo, ma, quando la grande abbuffata dei combustibili fossili sarà finita, e con essa i sogni tossici di dominio, potremmo essere in grado di costruire un mondo più gentile e migliore. E possa la Dea aiutarci in questo difficile compito.

Ugo Bardi

Fonte: cassandralegacy.blogspot.com
Link: https://cassandralegacy.blogspot.com/2020/10/the-militarization-of-western-empire.html
18.10.2020
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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