La Mafia minaccia i massoni su Tik-Tok

Salvatore Baiardo, uomo dei Graviano è il personaggio del momento. Dopo aver previsto due mesi prima e con estrema precisione la cattura del boss Matteo Messina Denaro, oggi è onnipresente su TV e social. Il suo "dico non dico" sono vere e proprie minacce per chi deve capire. Questo conferma che la trattativa fra mafia e poteri deviati dello Stato è tutt'ora in corso.

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di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Cari compatrioti italiani, o ci svegliamo ora o saremmo condannati ad un letargo eterno!

Quello che sta avvenendo davanti ai nostri occhi, tramite la figura di Salvatore Baiardo, è la netta conferma di quello che copiose indagini e processi, hanno già attestato sul fatto che tra i poteri mafiosi e quelli massonici che controllano le nostre più alte istituzioni, esiste un dialogo continuo ed una affinità di interessi che non sono accettabili per uno Stato che vuole dirsi democratico e di diritto.

Per chi ancora non lo conoscesse, Salvatore Baiardo è il gelataio di Palermo che per lunghi anni ha coperto la latitanza dei fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, uomini d’onore capi del mandamento Brancaccio-Ciaculli e fedeli ai corleonesi di Totò Riina.

I Graviano sono da quasi 30 anni al 41-bis, condannati come mandanti dell’attentato a Padre Pino Puglisi e ritenuti responsabili degli omicidi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Oltre a questo, come è emerso nei vari processi, sembra che avessero strettissimi rapporti con Silvio Berlusconi attraverso il sodale Marcello Dell’Utri. I rapporti tra la famiglia Graviano e Berlusconi – testimoniati da alcuni pentiti e confermati da Giuseppe Graviano stesso nel processo “‘Ndrangheta stragista” – parrebbero essere datati nel tempo.

Già il nonno negli anni ’70 avrebbe finanziato le attività di Berlusconi nel mondo edile, con ingenti finanziamenti di denaro proveniente dalle proprie attività mafiose e di altre famiglie palermitane.

Secondo il pentito Nino Giuffrè poi confermato anche da Gaspare Spatuzza (pentito nel 2008), e anche da altri collaboratori, i fratelli Graviano erano gli intermediari tra “Cosa Nostra” e Silvio berlusconi. Egli afferma che Cosa Nostra ha deciso di appoggiare Berlusconi e Forza Italia fin dalla sua fondazione nel 1993, in cambio di un aiuto nel risolvere i problemi giudiziari della mafia.

L’intento di chi scrive non è assolutamente quello di fare un processo a Silvio Berlusconi, tantomeno di essere così ingenuo da credere che il “Cavaliere” sia il vertice più alto della “cupola” che da tre decadi governa il nostro paese. Certamente il capo di Finivest è uno dei tanti ingranaggi del “Sistema” di potere, con cui mafia e massoneria deviata, si sono impossessate di ogni nostra istituzione per potere perseguire i loro interessi personali in piena libertà.

La cosa che emerge chiaramente dall’operato di Baiardo, è che, dopo 30 anni, pare che, tra coloro che governano il sistema, qualcosa si sia rotto nuovamente nei rapporti tra il braccio armato rappresentato dalla mafia ed i poteri massonici deviati che giacciono nelle istituzioni dello Stato.

Nel ’92 fu l’estrema ed intemperante violenza di Totò Riina a mettere a repentaglio l’unione fra Stato e Mafia, da sempre necessaria per perseguire gli interesse comuni dei propri affiliati. E ci volle l’intervento di tutta la potenza di fuoco delle più alte cariche infiltrate dello Stato per giungere ad un pace duratura, che poi i processi ci hanno identificato come una vera e propria trattativa tra lo Stato stesso e la Mafia.

Nel novembre scorso, improvvisamente Salvatore Baiardo chiama il giornalista Massimo Giletti, e gli ordina di precipitarsi immediatamente giù a Palermo, per rivelare l’irrivelabile.

Matteo Messina Denaro, il boss mafioso ricercato è gravemente malato, dice Baiardo, e vedrete che a breve verrà arrestato. Quando? Ci sono delle date… le date parlano da sole, risponde a Giletti. Passano due mesi e esattamente lo stesso giorno di 30 anni fa in cui fu arrestato Totò Riina, viene arrestato il boss di Castelvetrano, dopo 30 anni di latitanza.

Nostro Signore Gesù Cristo non sarebbe stato capace di una previsione più precisa!

Quindi Baiardo sapeva! E visto che non stiamo parlando dei gossip di Alfonso Signorini, ma di gente che ammazza a colazione e dei poteri che governano lo Stato, non possiamo essere così ingenui da non dare per certo, che il gelataio di Palermo, nel fare quello che ha fatto e continua a fare, abbia eseguito e stia tutt’ora eseguendo ordini ben precisi.

Baiardo è chiaramente un messaggero che, come lui stesso afferma, si sta rivolgendo a chi vuol capire e quando si parla di metodo mafioso i messaggi si qualificano sempre in vere e proprie minacce.

La domanda che ora tutti dovrebbero farsi, inquirenti per primi, è: chi manda ed a chi si rivolge Baiardo?

L’uomo dei Graviano è un perfetto ed abile comunicatore, è accusato da molti di non essere attendibile per la sua tecnica comunicativa del “dire e non dire”, ma per chi vi scrive e per chi ha un minimo di pregio, non si può non constatare che Baiardo al contrario, abbia detto molto e forse anche troppo per giustificare la pretesa – se fossimo in un paese civile -che le istituzioni vadano fino in fondo alla Verità.

Solo aver predetto, in modo così preciso, l’arresto di Denaro ed aver confermato di aver visto, con i suoi occhi, girare copie della famosa agenda rossa di Borsellino, che a detta di Baiardo sarebbero in mano di più persone, lo rende credibile ed oggetto di indagine affinché possa portarci ad una completa determinazione dei fatti ancora nascosti in relazione ai rapporti fra mafia e poteri dello Stato.

E’ chiaro che essere in possesso dell’agenda rossa di Borsellino – dove lui stesso annotava le cose indicibili, che per mancanza di fiducia in chi gli stava intorno, si guardava bene da verbalizzare – è la miglior arma di ricatto e di garanzia personale, verso quei poteri che hanno tutto l’interesse a tenere nascosti i nomi ed i segreti per i quali Falcone prima e Borsellino poi vennero uccisi.

Sto parlando chiaramente dei nomi e dei segreti che portano al vertice della “cupola” che comanda il nostro paese attraverso un sistema masso-mafioso, ormai sempre più evidente.

Le evidenze che ogni giorno vengono fuori di un Matteo Messina Denaro, perfettamente inserito nella vita sociale siciliana, dove si cura, partecipa a festini in compagnia di politici ed esponenti delle forze dell’ordine ed invita nei migliori ristoranti di Mondello una compagna di sventura conosciuta all’interno della clinica dove si recava a fare la chemioterapia, non lasciano spazio a dubbi sul fatto che il boss mafioso, fosse non solo protetto dalla borghesia massonica locale, ma che le protezioni arrivassero fin dentro i palazzi romani e certamente anche dentro le stanze dei servizi segreti.

Viene da ridere quando si vuol far passare la sua cattura, dopo una latitanza di 30 anni, come un grande risultato delle forze dell’ordine. L’Agenzia delle Entrate ci avrebbe messo molto meno!

Siamo onesti, da quello che abbiamo visto e sta venendo fuori, la sua cattura è molto più assimilabile ad una consegna previo accordo scritto con patti ben precisi, che ad una operazione di arresto vera e propria.

Intanto Salvatore Baiardo rafforza la sua presenza nella trasmissione domenicale condotta da Giletti, ed all’interno della sua chiara strategia di “parlare a nuora perché suocera intenda” addirittura ha creato un suo profilo personale su TikTok, dove lascia intendere di avere tutta l’intenzione di rivelare agli italiani l’indicibile.

Probabilmente qualcuno, ai vertici della cupola, non sta rispettando i patti ed è per questo che la battaglia tra mafia e poteri deviati dello Stato si sta facendo dura, molto dura. Pensare che l’oggetto della trattativa possa essere la cancellazione dell’ergastolo ostativo per ridare una vita a chi si è sporcato le mani per conto di certi poteri, i quali potrebbero essere trascinati facilmente in fondo al pozzo qualora la verità uscisse fuori, è cosa plausibile quanto confermata dalle parole del Baiardo.

Anche nella puntata di domenica scorsa durante il programma condotto da Giletti “Non è l’Arena”[1], Baiardo, pur non dicendo molto ha fatto intendere tanto. Basta ascoltarlo per capire, che è stato indotto a parlare ma evidentemente non è ancora autorizzato a dire tutto.

Già sono cominciate le divisioni tra giornalisti in base ai poteri che devono difendere, tra chi lo identifica come un millantatore ed invece chi lo reputa credibile; ed ascoltare il dibattito in trasmissione ci va vedere tutto questo in modo chiaro.

Nell’attesa che i magistrati facciano il loro dovere, sempre che ne abbiano voglia e/o che non siano fermati – cosa che vi assicuro essere la normalità nelle nostre Procure e nei nostri Tribunali – noi continueremo ad ascoltare cosa ha da dire Salvatore Baiardo, nella speranza che gli sia permesso di arrivare fino in fondo.

Per chi volesse seguirlo e rendersi conto di quanto immensa sia la devastazione istituzionale del nostro paese, ecco il link del profilo di Salvatore Baiardo su TikTok (cliccate sulla foto sotto per accedere):

di Megas Alexandros

Fonte: La Mafia minaccia i massoni su Tik-Tok – Megas Alexandros

Note:

[1] Non è l’arena – 05/02/2023 (la7.it)

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