C.J.Hopkins – The UNZ Review – 10 novembre 2020
(Nota di CptHook: spero che il buon Hopkins si sbagli; come dice lui all’inizio, riferendosi alla parte opposta, non sarebbe affatto divertente.)
Ok, non era divertente. Per un solo, terrificante momento sembrava davvero che GloboCap (global capitalism) avesse lasciato vincere questo novello Hitler sostenuto dai russi. Ora dopo ora durante la notte delle elezioni, gli stati della mappa hanno continuato a colorarsi di rosso, di rosa o di una specie di blu. Wisconsin…, Michigan…, Georgia…, Florida. Non poteva essere così, eppure è successo. Che altra spiegazione si può dare? Diamine! In queste elezioni c’è stato di nuovo lo zampino della Russia!
Ma, ovviamente, GloboCap stava solo giocando con noi. Sono un branco di burloni questi ragazzi di GloboCap. Senza ombra di dubbio non si lascerebbero scappare l’occasione di prenderci in giro ancora una volta.
Seriamente, mentre mi godo lo scherzo, penso al fatto che ho un certo numero di amici liberali, molti dei quali erano sul punto di avere attacchi di cuore mentre aspettavano con l’acqua alla gola che i media nazionali confermassero loro di aver destituito con successo l’ennesimo dittatore (alcuni di loro soffrono di Sindrome dell’Intestino Irritabile o di altri disturbi gastrointestinali; quindi, alla luce dell’attuale carenza di carta igienica causata dal ritorno della peste nera, giocare in quel modo con loro è stato particolarmente crudele).
Ma, comunque, ormai è acqua passata. La buona notizia è che l’incubo è finito! Un altro Hitler e il suo esercito sotterraneo di suprematisti bianchi amanti della Russia è stato mandato a casa! La decenza è stata ristabilita! La globalizzazione è risorta dal sepolcro!
E, naturalmente, la cosa più importante è che il razzismo in America è finito… di nuovo!
Sì gente, è vero, niente più razzismo…, date un bacio d’addio a tutti i monumenti confederati! I democratici sono tornati alla Casa Bianca. Secondo le fonti, lo staff domestico è già nel seminterrato dell’ala ovest alla ricerca di quel busto di Martin Luther King che Trump ha ordinato di rimuovere e sconsacrare nel momento in cui ha prestato giuramento. Gli studenti del college stanno mettendo al rogo libri, dipinti, film e ogni sorta di manifestazioni artistiche razziste o potenzialmente tali. Jussie Smollet può finalmente uscire allo scoperto.
Ok, sicuramente non elimineranno la segregazione dalle città liberali o qualcos’altro di folle come smettere di “tenere d’occhio” i quartieri neri come un esercito occupante o smettere di finanziare le scuole con le tasse sulla proprietà, ma Kamala Harris è, in gran parte, nera e nonno Joe ci racconterà più storie su come ha affrontato “Corn Pop”, il gangster della piscina pubblica armato di rasoio e di altri pericolosi neri che non ha ancora fatto arrestare, e questo dovrebbe placare tutti quei manifestanti del Black Lives Matter.
Nel frattempo, le celebrazioni ufficiali sono iniziate. Vari luminari massacratori di massa, capi di governo e media aziendali al servizio di GloboCap stanno tirando fuori una propaganda di speranza e cambiamento come se fosse di nuovo il 2008. Gli esperti crollano e singhiozzano in televisione.
Folle liberali, come se fosse un rito, stanno calpestando a morte bustine di Cheetos a morte (marca di patatine piccanti americane, N.d.T.). Orde festanti di adoratori del COVID si stanno ammassando all’aperto, con le mascherine al collo, condividendo bottiglie di champagne e dandosi baci in bocca protetti dal Campo di Forza Anti-Trump che ha salvato i manifestanti del Black Lives Matter la scorsa estate. È di nuovo il V-Day (giorno della vittoria sul Giappone, N.d.T.), la caduta del muro di Berlino e l’assassinio di Bin Laden tutto in uno.
Tutto ciò è comprensibile dati gli orrori degli ultimi quattro anni, i campi di concentramento, le guerre di aggressione, la censura, le squadre della morte della CIA, i processi mediatici e quant’altro fa un dittatore.
E, oltre a tutto questo, c’era tutta quella supremazia bianca e tutto quell’antisemitismo e quell’orribile muro che ha trasformato l’America in uno “stato dell’apartheid” in cui le persone venivano imprigionate in un ghetto a cielo aperto e maltrattate e uccise gratuitamente.
Meglio non dilungarsi oltre su queste orrende vicissitudini. Non mancheranno occasioni di parlarne quando Donald Trump verrà trascinato in tribunale e processato per crimini contro l’umanità, come tutti gli altri presidenti criminali di guerra.
No, questo è il momento di guardare avanti verso la Nuova Meravigliosa Normalità del Capitalismo Globale, in cui ognuno se ne starà in casa, imbacuccato nella mascherina, navigando in Internet col proprio computerino (http://onlineslangdictionary.com/meaning-definition-of/toaster), e la MSNBC in sottofondo…, beh, non proprio tutti.
I ricconi avranno ancora bisogno di volare intorno al mondo con i loro jet privati o i loro elicotteri e faranno le vacanze sullo yacht o su chissà quale altro giocattolo da ricchi.
Ma il resto di noi non andrà da nessuna parte e non incontrerà proprio nessuno di persona, perché le nostre vite dipenderanno continuamente da incontri su Zoom, accuratamente monitorati (è ovvio) da fact-checkers ufficiali che ci assicurino che non siamo “male informati” o esposti a “rischiose teorie del complotto” che potrebbero anche portare, agonizzanti, alla morte (o a malattie più o meno pericolose) centinaia di migliaia di persone innocenti.
Vabbe’, meglio non fasciarsi la testa prima di essersela rotta. Per quanto, forse, non vediate l’ora di vivere nella Nuova Meravigliosa Normalità del Capitalismo Globale, o aspettiate il Grande Reset o in qualsiasi altro modo finiscano per chiamare questo nuovo totalitarismo patologicizzato, non è ancora un fatto compiuto…, non finché questo novello Hitler agente dei Russi sarà stato completamente umiliato e cacciato e chiunque abbia votato per lui, o chi non crede che fosse davvero Hitler o un agente russo, o chi si sia in ogni modo rifiutato di prendere parte all’insensata Festa dell’Odio Anti-Trump, venga demonizzato come “razzista”, “traditore”, “antisemita”, “cospirazionista” o qualsiasi altro tipo di “estremista di destra”. Probabilmente ci vorranno ancora un paio di mesi.
Sono quasi sicuro che il piano sia ancora quello di spingere Trump a reagire in modo eccessivo perché si opponga alla sua rimozione dall’incarico. E non intendo soltanto nei tribunali.
Certo che no, dopo tutti i soldi, il tempo ed il lavoro che GloboCap ha investito negli ultimi quattro anni, rimarrebbero estremamente delusi se lui se la svignasse senza trasformarsi completamente in Hitler ed iniziare una seconda guerra civile.
Come dicevo, più e più volte dal momento in cui Trump ha vinto le elezioni, GloboCap deve fare di lui un esempio per reprimere la diffusissima ribellione populista, iniziata nel 2016, contro il capitalismo globale e la sua ideologia. E no, non fa alcuna differenza se Trump è davvero un populista o se le persone si rendono conto che è il capitalismo globale e non il “marxismo culturale” quello a cui si stanno ribellando.
Secondo il copione, questa è la parte in cui Trump si rifiuta di “rispettare la democrazia” e deve essere trascinato con la forza fuori dal suo ufficio dai servizi segreti o da personaggi dell’esercito, meglio ancora se “in diretta” sulle televisioni internazionali. Potrebbe non finire così (può darsi che Trump non sia poi così tonto come penso), però c’è ancora il terzo episodio del programma GloboCap: il “tentato colpo di stato di Trump” e la “Perp Walk” (legge americana che prevede l’arresto di un pubblico ufficiale in caso di presa visione di immagini o video che lo ritraggono nel fare un’azione illecita, N.d.T.).
Loro hanno bisogno che il pubblico e le future generazioni lo vedano come un “presidente illegittimo”, un “usurpatore”, un “intruso”, un “impostore”, un “invasore”… (di fatto lo è, essere ricco e famoso non ti rende automaticamente membro del GloboCap Power Club).
I media asserviti stanno già lavorando duramente per alterare la versione della realtà, non solo col contenuto dei loro “servizi” ma anche con il disprezzo (*) frenetico che mostrano nei confronti di un presidente in carica. Le reti lo hanno addirittura interrotto nel bel mezzo di un discorso post-elettorale. La Twitter Corporation sta censurando i suoi tweet… Cos’altro potrebbe esserci di più umiliante… e indicativo di chi è realmente al comando?
Intanto, la propaganda di GloboCap ha raggiunto nuovi livelli post-Orwelliani. Dopo quattro lunghissimi anni di “LA RUSSIA HA HACKERATO LE ELEZIONI” ora, all’improvviso, si dice “NON C’È ALCUNA FRODE ELETTORALE NEGLI STATI UNITI”.
Ancora una volta è vero: come quei milioni di “liberali” in quella scena di “1984” in cui il partito sostituisce i nemici ufficiali proprio durante il discorso della Settimana dell’Odio, ai quali viene ordinato di “ribaltare” la propria “realtà” e che istericamente negano l’esistenza della stessa cosa che avevano sostenuto istericamente per ben quattro anni…, e lo stanno facendo davvero!
Allo stesso tempo i Trumpiani si sono ridotti a ripetere che “I MEDIA NON ELEGGONO IL PRESIDENTE”, “BIDEN NON È IL PRESIDENTE ELETTO” e altre frasi del tipo “NON STA ACCADENDO DAVVERO”.
Odio spargere sale sulle ferite (soprattutto se di coloro i cui volti vengono adesso calpestati dall’enorme stivale di GloboCap) ma, sì, questo sta accadendo realmente. Seconda guerra civile o meno, questa è la fine per Donald Trump. Come continuano a dirci Biden e i media nazionali, stiamo assistendo ad un “inverno molto buio” dopo il quale ci aspetta una nuova realtà…, una nuova, patologicizzata e totalitaria realtà.
Chiamatela pure “nuova normalità” o come meglio preferite. Potete fingere, se così vi piace, che “la democrazia ha trionfato”.
Indossate le mascherine. Mettetele anche ai vostri bambini. Spaventateli con immagini dei “camion della morte”, con storie di “hacker russi” e di “terroristi della supremazia bianca”. Vivete nella paura di una pestilenza immaginaria (o forse non immaginaria, se si verificherà “quell’inverno molto buio”). Censurate tutte le voci di dissenso. Bandite le proteste. Non tentate di regolare lo schermo. Fate clic sul link per partecipare alla riunione su Zoom. Tenete pronti i vostri documenti di identità. Badate ai vostri pronomi. Inginocchiatevi. È GloboCap che ci sta fottendo tutti!
(*) N.d.T. Nel testo originale c’è un simpatico gioco di parole difficilmente traducibile tra “content” (contenuto) e “contempt” (disprezzo).
C.J. Hopkins è un pluripremiato drammaturgo, romanziere e autore di satira politica che vive a Berlino. I suoi scritti teatrali sono stati pubblicati da Bloomsbury Publishing e da Broadway Play Publishing, Inc. Il suo romanzo distopico “Zona 23”, è stato pubblicato da Snoggsworthy, Swaine & Cormorant. Il primo e il secondo volume dei “Saggi sulla Fabbrica del consenso” sono stati pubblicati da Consent Factory Publishing, una consociata interamente di proprietà di Amalgamated Content, Inc. È possibile raggiungerlo sui siti cjhopkins.com o consentfactory.org
Link: https://www.unz.com/chopkins/the-war-is-over-globocap-triumphs/
Traduzione di Francesco Paparella per ComeDonChisciotte