Titolo originale: Framing arabs.
Gli arabi non inviarono le lettere all’antrace né tantomeno
erano a bordo degli aerei.
Cominciamo con le lettere all’Antrace, quelle che terrorizzarono gli
Stati Uniti nelle settimane successive all’11 settembre.USA Today – Anthrax came from US lab.
Biological Warfare Experts surprised
that Dugway Proving Grounds has been making the Anthrax used in the
letters sent to Daschle and Leahy.
>Discovery
News – Greenpeace reporting leak inside US delegation at UN Biological
Weapons Conference in Geneva that US Anthrax attacks are “inside job”
by member of US Biological Weapons Program.
FBI’s prime
suspect in Anthrax letters is Jewish.
Okay, è ormai chiaro che le lettere all’antrace sono state un
lavoro interno agli Stati Uniti.
Le lettere contenevano un tipo particolare di polvere di Antrace fatto
da un laboratorio militare degli Stati Uniti, del quale si raccontava
che da molti anni non produceva più cose simili. “Cosa? Vuoi
dire che l’Antrace viene di là! Ma noi abbiamo smesso di fare
quella roba molto tempo fa. Ve lo dico onestamente. E’ la
verità. Se noi diciamo falsità, possa Dio colpirci ..
magari di striscio”. (Ehm).
Anche quando e a chi furono inviate le
lettere era molto sospetto. Il Congresso ricevette tale corrispondenza
appena in tempo per votare l’USA Patriot Act (alias legge
anti-terrorismo) che i Senatori terrorizzati trasformarono in legge senza
nemmeno degnarsi di leggerlo. Quanto è stato conveniente per
gli sponsor della legge quell’attacco terroristico sul Congresso
proprio nel momento in cui si accingeva a votare la loro legge. Che
misteriosa coincidenza, non è vero?
Così, ora che
sappiamo che
le lettere all’Antrace erano di provenienza americana, andiamo a
vederle
e leggerle.
Ci sono molte indicazione di un inganno deliberato in questo scritti.
Il primo è proprio ovvio: le frasi sono scritte con una lieve
inclinazione, stranamente simile ai poster e volantini degli Uffici
Postali che avvertono tutta l’America di “guardarsi da loro”. Le date
scritte dai medio-orientali iniziano con il giorno, poi il mese e
quindi l’anno. Le lettere seguono invece la convenzione americana per
le date.
Una delle lettere è la fotocopia di un’altra. Strana
necessità quella di fotocopiare tre righi scritti a mano.
Comunque, ormai sappiamo che le lettere sono un falso, organizzato
per creare finte lettere da far apparire come scritte da Arabi,
cosicché le frasi “Death to Israel”, e “Allah is Great” (un vero
musulmano avrebbe detto o “Allah Achbar” o “God is Great”) avrebbero
accusato gli Arabi per la storia dell’Antrace.
Ma noi sappiamo che l’Antrace non veniva dal Medio Oriente. Non
è di Saddam o di Osama, ma è l’Antrace di qualità
molto elevata e specifico dei militari, un Antrace cresciuto in casa a
Fort Detrick, Dugway.
E’ il nostro Antrace.
E questo significa che la scrittura pendente, gli extra segni sulle
“T”, i riferimenti a Allah e Israele sono una bufala attentamente
eseguita e progettata per spingere gli americani a credere che gli
Arabi musulmani erano i responsabili delle lettere.
Ci sono due sospetti. Il primo è il Dr. Philip
Zack, che venne ripreso da una telecamera mente entrava nell’area
deposito dell’Antrace senza alcuna autorizzazione, dopo che era
stato licenziato per aver aggredito un suo compagno di lavoro egiziano.
Il secondo sospetto è il più conosciuto Dr. Stephen Hill,
accusato
(e riaccusato e riaccusato) dalla dr.ssa Barbara Rosenberg sebbene non
sia emerse alcuna chiara prova a suo carico.
Indipendentemente dal fatto di ritenere l’uno o l’altro colpevole,
quello che è chiaro è che nessuno dei due è un
arabo musulmano, il che significa che le lettere non sono prova di un
attentato terroristico, bensì la prova di un inganno
intenzionale ai danni del popolo degli Stati Uniti; una deliberata
operazione con lo scopo di accusare arabi medio-orientali di atti di
terrorismo commessi dentro gli Stati Uniti.
Il complotto teso ad accusare falsamente gli arabi ha inizio l’11
settembre.
Appena 10 giorni dopo l’11 settembre, l’FBI
ammise che i documenti d’identità usati dai dirottatori erano
falsi di alta qualità ricavati da documenti rubati a persone
arabe. Il Direttore dell’FBI Robert Mueller ammette inoltre in pubblico che non vi
è allo stato attuale niente che provi che le persone nominate
come i dirottatori dell’11/9 si trovassero realmente sugli aerei.
Mueller ammise alla CNN il 20 e il 27 settembre che l’FBI non aveva
alcuna prova delle identità delle persone a bordo degli
aerei.
In un discorso tenuto il 19 aprile al Common wealth Club in
San Francisco, Mueller disse che i supposti dirottatori “non avevano
lasciato nessuna prova scritta del complotto”. Egli disse esattamente:
“Nelle nostre indagini, non abbiamo scoperto un singolo pezzo di carta
– né qui né in tutto il materiale inviato
dall’Afghanistan e da altri luoghi – in cui vi sia scritto un qualcosa
da collegare al complotto dell’11 settembre”. Nel descrivere il fiasco
delle prove di Mueller, i giornalisti Erich Lichtblau e Josh Meyer del
Los Angeles Time, i cui articoli vennero ripresi dal The
Washington
Post il 30 aprile, notano che: mentre le indagini sono state capaci di
ricostruire tutti i movimenti dei dirottatori prima degli attentati –
legali, eccetto che per alcune multe per eccesso di velocità –
esse non sono riuscite a trovare una sola prova che legasse questi
uomini al complotto dell’11/9.
Ora pensiamoci su un momento. Ciò che Mueller ammise è
che, nonostante l’immediata divulgazione di questi nomi arabi e tutte
le asserzioni che li davano per collegati a Osama bin Laden, l’FBI con
tutte le sue capacità investigative non riuscì a trovare
un solo pezzo di prova che collegasse questi uomini all’11 settembre.
Tutto quello che l’FBI riuscì a trovare erano falsi documenti
d’identità in alcune valigie abbandonate esattamente dove
potevano facilmente essere trovate.
Ma la storia è anche più bella! Alcuni
dei supposti dirottatori sono ancora vivi!
Gli uomini con le identità rubate |
Molti degli investigatori ritengono che alcune delle evidenze
iniziali che furono scoperte riguardo l’identità dei terroristi
e la loro preparazione, come ad esempio i manuali di volo, erano
“destinate” ad essere trovate. Un ex membro di alto livello
dell’intelligence mi ha detto: “Qualunque cosa venne lasciata, lo fu
deliberatamente – affinché l’FBI seguisse una traccia.”
— The New Yorker
– What Went Wrong by Seymour Hersh – 10/1/01
L’Arabia Saudita chiese ed ottenne una scusa ufficiale dal governo degli Stati Uniti per aver
nominato Abdul Rahman Said al-Omari come uno dei dirottatori. Gli
Stati Uniti riuscirono ad evitare un procedimento legale intentato
dalla compagnia Saudi Airlines che si era vista uno dei suoi piloti
accusato di essere un dirottatore.
L’incredibile realtà è che quegli Arabi vennero
dichiarati dirottatori sulla base di documenti d’identità che
l’FBI ha ammesso essere falsi. E a parte quelle “prove” lasciate per
l’FBI, questa ha ammesso che non c’è alcuna evidenza che i nnomi
dei sospetti abbiano qualcosa a che vedere con l’11 settembre.
NESSUNO DEI NOMI DEI PRESUNTI DIROTTATORI ARABI COMPARE IN ALCUNA
LISTA DEI PASSEGGERI!
IL RISULTATO AUTOPTICO UFFICIALE DEL VOLO 77 NON
HA IDENTIFICATO ALCUN RESTO UMANO APPARTENENTE AD ARABI!
Chiunque abbia commesso l’11 settembre voleva che le accuse
ricadessero sugli arabi.
L’11/9 fu una macchinazione. Se ci basiamo sulle prove, noi non
sappiamo chi c’era su quegli aerei. Noi sappiamo solo che chiunque era
dietro l’11/9 si dette molto da fare per collocare prove che puntassero
il dito verso gli Arabi. Quello che noi sappiamo è chi volevano
che noi accusassimo. E dato che la maggior parte delle identità
“rubate” appartenevano a sauditi, è chiaro che i sospetti
impiantati per l’11/9 intendevano indirizzarci prevalentemente verso
l’Arabia Saudita, con lo scopo di sabotare le relazioni USA/Arabia
Saudita.
Traduzione comedonchisciotte.net
Fonte: www.whatreallyhappened.com