Di Belisario per ComeDonChisciotte.org
1. Come non abbastanza noto, il capitalismo mercantile e bancario che decretò la fine del Medio Evo nacque negli Stati italiani tra il 1200 ed il 1400 e si concretò in una serie di invenzioni rivoluzionarie quali la banca, i contratti commerciali, la lettera di cambio e la contabilità a partita doppia. Il percorso che ha portato agli odierni sistemi economici occidentali fu poi completato dalla rivoluzione industriale del 1760-1840, che fu invece una impresa principalmente della Gran Bretagna.
A tutt’oggi, mentre anche i proverbiali muri giustamente associano la rivoluzione industriale alla Gran Bretagna, solo una minoranza riconosce l’Italia quale la patria del capitalismo mercantile e bancario, nonostante l’incontestabilità di tutte le fonti storiche ed economiche a sostegno.
Una delle invenzioni centrali del movimento capitalistico dell’emergente borghesia italiana del 1200-1400 fu la contabilità a partita doppia. Dopo alcuni esempi a Firenze e soprattutto a Genova nel 1300, il metodo era già divenuto corrente nel 1400 a Firenze, Genova, Venezia, Napoli ed in tutte le città italiane, per arrivare fino a Lubecca, e da lì estendersi alla Lega anseatica tedesca.
L’esposizione teorica definitiva della contabilità a partita doppia si deve al Tractatus XI – Particularis de computis et scripturis, contenuto nell’enciclopedia matematica Summa de arithmetica, geometria, proportioni e proportionalità del 1494 di Luca Pacioli.
Eh si, tal Luca Pacioli! Non lo conosce quasi nessuno! Si fosse chiamato Luke Peace, oggi sarebbe sicuramente noto a tutti, e costantemente venerato per aver illuminato l’Occidente… possiamo immaginare le storielline che staremmo leggendo …..”quando gli Inglesi insegnarono agli Europei ed al mondo a tenere correttamente i conti”, etc etc… più o meno come l’introduzione di cucchiaio, forchetta e coltello – per inciso dovuta alla fiorentina Caterina de Medici.
Nella “Summa de arithmetica” di Luca Pacioli sono descritte le tecniche contabili necessarie al mercante dell’epoca: creditori nel libro a destra, debitori a sinistra; ad ogni partita creditore corrisponde una partita debitore; ogni partita doppia deve avere giorno, importo e causa; seguono regole per inventari, tenuta dei libri contabili e redazione del bilancio di verifica.
L’invenzione della contabilità a partita doppia non può essere sottovalutata, anche perchè aprì la strada al calcolo obiettivo delle variazioni finanziarie (attivi/passivi di denaro, crediti e debiti) e delle variazioni economiche (costi, ricavi e patrimonio netto) di una impresa, ancorando il valore a dati obiettivi, non alterabili da valutazioni soggettive, emozionali o ideologiche (religiose incluse).
2. Fast forward di oltre mezzo millennio, e la contabilità a partita doppia è quella che ancora oggi inevitabilmente regola gestione e valutazione contabile delle imprese. Ma passando dalla microeconomia alla macroeconomia, appare evidente che lo spirito di Luca Pacioli è andato completamente perso. Da tempo, infatti, specialmente in macroeconomia e/o politica economica, si assiste ogni santo giorno ad una operazione errata – quella che la contabilità a partita doppia intendeva prevenire – e soprattutto sporca, anzi lurida: l’esclusione dal computo di alcuni costi, con la totale alterazione e falsificazione della conseguente valutazione. Gli esempi di queste luride operazioni sono ormai tanto frequenti da risultare francamente nauseanti, al punto da indurre al sospetto che il gioco sia non occasionalmente alterato, ma stabilmente diretto e condotto da una consorteria di bari.
3. Iniziamo con le auto elettriche: in Cina rappresentano il tentativo di limitare la gigantesca dipendenza geopolitica di quel Paese dal petrolio, in Occidente sono invece il prodotto diretto della favola del global warming causato dall’uomo.
Non ci si può astenere da alcune previe considerazioni sulla favola in questione. Qualunque climatologo sa – livello ABC – che:
a) ci sono già stati due accertati periodi di global warming nell’emisfero Nord, il 250-400 DC ed il 950-1200 DC, nella ovvia assenza di strutture industriali di sorta;
b) come se non bastasse, tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700, per circa 50 anni nell’emisfero Nord ci fu una piccola glaciazione, all’origine di fame e carestie e – secondo alcuni storici – anche del conseguente sterminio delle streghe, nei Paesi (perlopiù protestanti) dell’Europa centrale e nordica;
c) il CO2 è prodotto per il 95% dall’interazione del Sole con il pianeta Terra, e solo per un misero 5% dalle attività umane; un’ eruzione vulcanica quale quella del 2011 in Islanda fa da sola vari mesi di “emissioni umane”.
Ed infatti una quota molto alta di climatologi e scienziati si oppone decisamente alla favola del global warming causato dall’uomo, nonostante gli enormi costi in termini di carriera, finanziamenti, viaggi e congressi, etc etc. Ma si sa, il trucco è far finta che questa quota molto alta non esista, e nel far finta che il global warming causato dall’uomo sia ormai un assunto verificato dalla Scienza, quale invece non è.
4. Da tale favola discende la barzelletta delle auto elettriche come esponenzialmente meno inquinanti delle auto tradizionali, a benzina o diesel. E qui appare, ripetutamente, la mano del baro, ed il povero Luca Pacioli si rivolta nella tomba.
Infatti, computato il maggiore inquinamento generato dalla produzione dell’auto elettrica – e particolarmente della batteria – rispetto all’auto tradizionale, il risparmio in termini di inquinamento inizia a verificarsi solo a partire dai 25.000-30.000 kilometri di percorrenza dell’auto elettrica !!!! Per i SUV elettrici, tanto di moda, le valutazioni sul break even point oscillano tra i 67.000 ed i 150.000 km di percorrenza!!!!
Di cosa stiamo parlando? Della mano del baro, che esclude o considera come secondario il computo del maggiore inquinamento derivante dalla produzione dell’auto elettrica!
Uno si domanda: qual è la ragione di tale truffa? Forse il fatto che mentre il petrolio e diesel sono accessibili a tutti, la produzione elettrica è invece centralizzabile, verticalizzabile e controllabile in un solo switch finale (1984, Big Brother)?
Le ipotesi sono aperte, ma intanto la mano del baro continua ad agire. Infatti – ci raccontano – il minore inquinamento dell’auto elettrica, seppur apparentemente limitato dal calcolo sopraesposto, diventerebbe esponenziale e risolutivo una volta che le auto elettriche diventeranno la maggioranza del parco auto circolante.
E qui il baro si spinge fino al letterale calcio al tavolo da gioco!
Anche il proverbiale bambino afferra che con decine di milioni di auto elettriche circolanti da ricaricare, la produzione, l’offerta e la distribuzione di energia elettrica attuale non sarebbero più sufficienti! Si renderebbe pertanto necessario un aumento esponenziale della produzione e della distribuzione di energia elettrica!!!
Dove finisce il computo dell’inquinamento ambientale prodotto da tale aumento esponenziale? Semplicemente, sparisce! Il povero Luca Pacioli, è lì che si rivolta nella tomba!!!!
5. Basta? No, non basta! L’altra favola che i NeoGlobals continuano a rifilarci è quella del mercato libero europeo, quale il sistema di gran lunga più economico e vantaggioso per noi Europei! L’analisi sui suoi innegabili vantaggi viene infatti puntualmente presentata come se il mercato libero fosse letteralmente caduto dal cielo, a costo zero – proprio come la biblica manna!
Il mercato unico o libero europeo è infatti il sistema economico più costoso che la storia dell’umanità abbia mai visto.
Dalla firma del Trattato di Parigi il 18 aprile 1951 tra Germania, Francia, Italia, Olanda, Belgio e Lussemburgo, istitutivo della CECA, poi evoluta nella CEE ed infine nell’UE, fiumi di migliaia di miliardi e svariati decenni di negoziati, riunioni e provvedimenti legislativi e regolamentari sono stati dedicati al mercato libero o unico europeo ed alle istituzioni che lo hanno creato e continuano a governarlo.
Eh no, non è caduto dal cielo gratis, e continua a costare in modo assolutamente esponenziale.
Non c’è più la mera mano del baro, e nemmeno il calcio al tavolo da gioco: è proprio il casinò che è truccato all’origine.
Il calcolo del costo astronomico del mercato unico o libero europeo non è semplicemente scomputato: è letteralmente sparito! Vietato parlarne! Eppure, equivale a migliaia di miliardi! Perchè nessuno fa un calcolo totale dei costi? E quello dei costi/benefici? Lo scrivente non è in grado di effettuarlo – troppi zeri – ma alcuni dati, qua e là, ne fanno comprendere le gigantesche dimensioni.
Quanto sono costate dalla loro nascita e quanto costano, oggi, ogni santo anno, le istituzioni europee, in rapporto al PIL dell’UE? Di quante migliaia di miliardi di Euro stiamo parlando?
Com’è possibile, per esempio, che la manovra 2022 del Governo Meloni – per la terza economia dell’UE – è stata di soli 35 miliardi, quando il mero contributo dell’Italia al MES è stato di 14 miliardi, ed il contributo 2020 dell’Italia all’UE di 20 miliardi?
Quanto costa un solo Consiglio Europeo, tutto compreso (diarie, viaggi, hotels per svariate centinaia di persone)? Quanto costano (diarie, viaggi, hotels, etc) le centinaia di riunioni negoziali che si tengono, ogni santo giorno, a Bruxelles tra i 27, precedute e seguite da altre riunioni di coordinamento interno nazionale o di consultazione con altri partners UE? Quanto comunque costa in termini di soldi e tempo, per tutti i 27 Paesi Membri, il negoziato comunitario per un regolamento che farà o non farà etichettare gli alimenti?
Perchè, mentre da decenni si calcola e si cerca ossessivamente di ridurre il costo degli apparati statali, lo stesso approccio non viene adottato per il costo esponenziale delle istituzioni e delle procedure dell’UE? Perchè tutto il personale – segretari, impiegati, funzionari e Commissari – delle istituzioni UE è pagato mediamente tra il doppio ed il triplo del corrispondente personale nei Governi dei Paesi Membri?
La domanda iniziale resta senza risposta: quanto ci è costato e continua a costarci il mercato unico o libero europeo, il sistema economico più costoso del mondo? Il silenzio è agghiacciante, ma continua ininterrotto…
Di Belisario per ComeDonChisciotte.org
17.03.2023