Il Giappone rivendica un suo ruolo sul palcoscenico globale

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Il Giappone chiede di diventare membro
permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Seguirebbero a ruota anche le istanze di Germania, India e
Brasile. Inutile dire che l’iniziativa di questi paesi ha
tutto il nostro solidale sostegno. Il mondo potrebbe cosi’
contare su maggiori risorse per fronteggiare tutte le
diversita’ che lo rendono quello che e’.

di Eric Margolis – Contributing Foreign Editor

HIROSHIMA – I viaggiatori in partenza dall’Aereoporto
Haneda di Tokio e diretti alle citta’ del Giappone occidentale
devono prima puntare verso sud e poi disputarsi una stretta e
trafficata striscia di spazio aereo dove frequente è il
rischio di collisioni. Gli aerei giapponesi non possono volare
direttamente verso il Giappone occidentale poiche’, a 59 anni
dalla fine della seconda guerra mondiale, vige ancora il
divieto di volare attraverso l’enorme spazio aereo che si apre
al di sopra della base militare U.S.A. di Yokota, situata a
ovest di Tokio.

Il Giappone è a tutt’oggi governato
sulla base della costituzione promulgata dal generale Douglas
MacArthur negli anni quaranta. Si nega in quanto forza
militare offensiva e con riluttanza si presta ad ospitare piu’
di 40.000 militari statunitensi di stanza presso le numerose
basi aeree e navali presenti sul suo territorio. Il Trattato
di Difesa in forza tra U.S.A. e Giappone dispone che gli
U.S.A. difendano il Giappone da qualsiasi azione d’attacco ma
non richiede che il Giappone faccia altrettanto nei confronti
degli U.S.A. Il Giappone e’ spesso citato come “la piu’ grande
portaerei degli Stati Uniti”.

Il Giappone, una democrazia chiave che vanta la seconda
piu’ grande economia del mondo, rimane un protettorato
statunitense sotto lo scudo di protezione antinucleare
dell’America. Questa potenza mondiale fatta di un popolo
energico, coraggioso e intelligente in politica estera
mantiene l’atteggiamento di una nazione che e’ stata appena
sconfitta.

La maggioranza dei giapponesi ed i loro vicini asiatici
accettano questo curioso stato dei fatti il quale trattiene il
Giappone dal mettere insieme potenti forze militari offensive
che turberebbero non poco paesi quali la Cina e la Corea,
soddisfando al contempo i caparbi sentimenti anti
militaristici diffusi tra i giapponesi, che durante la seconda
guerra mondiale hanno assistito alla distruzione delle loro
maggiori citta’.

Anti militaristi e a ragione

Per esempio, sono stati ammazzati piu’ civili giapponesi
durante una notte di raids aerei su Tokio che a causa del
bombardamento atomico su questo che una volta fu un bellissimo
porto [Hiroshima].

Tuttavia tale status, comodo ma innaturale, di gigante
economico da un lato e di nano nel contesto politico e
militare non puo’ andare avanti.

Il premier giapponese Junichiro Koizumi si e’ recato presso
le Nazioni Unite questa settimana per domandare che il suo
paese diventi membro permanente del Consiglio di Sicurezza.
Sta cercando di insinuare senza colpo ferire il Giappone
addentro alle questioni di interesse mondiale.

E’ ora che le Nazioni Unite concedano un posto alla seconda
piu’ grande potenza economica mondiale. Il Giappone deve
integrarsi politicamente al resto del mondo ed esercitare
un’influenza equilibratrice. La sua esclusione dal Consiglio
di Sicurezza e’ illogica, discriminante e sempre piu’
controproducente.

La guerra in Iraq ha messo in evidenza l’inutilità del
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. I suoi detrattori
sostengono sia un’arma nelle mani del Dipartimento di Stato
U.S.A.

Due svolte radicali sono necessarie. Uno, al Giappone deve
essere concesso di divenire membro permanente del Consiglio
come pure, a seguire, alla Germania. Secondo, il potere di
veto esercitato dai membri permanenti del Consiglio deve
essere emendato. In caso di opposizione del veto, il diritto
di voto deve spettare all’Assemblea Generale.

Ma gli Stati Uniti non sono interessati a questa vitale
riforma intesa a mitigare la loro stragrande influenza sulle
Nazioni Unite. Proporre il Giappone come membro del Consiglio
di Sicurezza scatenerà immediate reazioni di sdegno da parte
di Corea, Cina e Filippine, paesi che sono stati testimoni
della ferocia dell’Esercito Imperiale Giapponese. E’ tuttavia
storia risalente a sei decenni fa.

E’ ora di fare un passo in avanti.

Le nazioni dell’Asia settentrionale si sono lasciate il
passato alle spalle, hanno smesso di comportarsi come bambini
in lacrime ed hanno smesso di estorcere denaro al Giappone
facendo leva sul suo senso di colpa. Se queste nazioni e gli
Stati Uniti manterranno il Giappone isolato dal punto di vista
politico, un giorno assisteremo ad una fiera esplosione
nazionalista scaturita dall’emergere di una nuova generazione
di orgogliosi giapponesi che smetteranno di battersi il pugno
sul petto e che ripudieranno il ruolo dei pentiti afflitti.

Non meno importante è il fatto che la lunga recessione
subita dal Giappone sembra essere giunta al termine.
L’economia mostra segni di recupero mentre scema lo spirito di
depressione nazionale. Ironicamente, la maggior parte dei
vecchi problemi politici ed economici del Giappone sono
imputabili al sistema di governo instaurato nel dopoguerra
dagli Stati Uniti. Esso ha dato vita a gruppi litigiosi di
politici rammolliti e corrotti, mentre il reale potere
decisionale e’ rimasto nelle mani di una semi nascosta
burocrazia nazionale permanente.

I giapponesi hanno assolutamente bisogno di una rivoluzione
democratica modernista che faccia piazza pulita del vecchio
ordine marcio e inefficiente. Ahime’, lungi dall’essere palese
tutto ciò. Ogni sforzo attuato per riformare il vecchio
sistema finisce insabbiato tra tangenti, sabotaggi ed inerzia.

Il ruolo internazionale del Giappone nell’economia e in
politica ha urgente bisogno di essere rilanciato con fermezza.
L’Asia settentrionale sta diventando un punto chiave di
pressione geopolitica. Non c’e’ tempo da perdere, occorre
restituire al Giappone il suo legittimo ruolo di primo piano
nelle questioni internazionali prima che gli interessi
conflittuali di Cina, Giappone, delle Coree, della Russia e
degli Stati Uniti facciano sprofondare questa regione tanto
strategica in uno scenario di crisi.

Eric Margolis

Fonte:www.canoe.ca/NewsStand/Columnists/Toronto/Eric_Margolis/2004/09/26/643823.html
26
settembre 2004

Traduzione per Comedonchisciotte a cura di Koldar

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