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La Redazione

 

IL BENE NON TRIONFA E NON C’ GIUSTIZIA

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A cura di Das schloss
Il 25 Luglio 2011
82 Views
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DI RANDY SHIELDS
Dissident Voice

Il film “Blow Out” di Brian De Palma 30 anni dopo.

Il 21 luglio scorso è ricorso il trentennale dell’uscita del thriller politico-cospirativo “Blow Out” diretto da Brian De Palma, che ha come protagonisti John Travolta, Nancy Allen e John Lithgow. La critica elogiò De Palma per l’abile intreccio di riferimenti ad altri registi, film ed eventi realmente accaduti, ma il pubblico si spense davanti al devastante e triste finale. Come profano del cinema, non sono così interessato al virtuosismo cinematografico di De Palma e sono convinto che la critica non abbia mai compreso il perché questo film sia così potente: è un profondo e devastante attacco all’America. Le numerose similitudini e le poche differenze tra il film e la situazione politica attuale vanno prese in considerazione.

AVVISO IMPORTANTE! Rivelerò il finale di “Blow Out”; se non l’hai ancora visto e hai intenzione di farlo, non proseguire nella lettura di questo articolo.Travolta interpreta Jack, un tecnico del suono che registra per caso un incidente d’auto che si rivela essere l’assassinio del governatore della Pennsylvania, oltre che potenziale candidato presidenziale. Jack salva Sally (Nancy Allen) sul luogo dell’incidente e la storia prosegue nel descrivere i loro sforzi per cercare di attirare l’interesse delle autorità sulla loro versione dei fatti, sul complotto segreto a cui hanno assistito e sulle indagini destinate al fallimento mentre stavano lottando contro l’agente assassino Burke, interpretato da John Lithgow. Il film è ambientato a Philadelphia e ha come sfondo un rumoroso giorno di festa nazionale.

Jack e Sally sono due membri marginali della classe operaia americana, motivati soprattutto dal senso di colpa e intenzionati a redimersi. Il fatto che si sentano in colpa è in netto contrasto col potere incarnato nel film dall’élitè politica finanziaria e militare americana, che troverebbe incomprensibile il bisogno di redimersi per il proprio riscatto, non potendo concepire di poter fare qualcosa di sbagliato, per esempio, come non aver guadagnato abbastanza soldi o non aver bombardato abbastanza nazioni.

Jack e Sally si scontrano con Burke, che non è solo un investigatore privato corrotto. No, Burke ha una profonda conoscenza della sorveglianza, delle intercettazioni, della messa in scena di “incidenti”e dei diversi modi per uccidere la gente. Non è mai dichiarato esplicitamente nel film, ma possiamo considerare Burke come una sorta di ex (?​​) agente del governo, probabilmente un sicario della CIA. Lui da solo agisce come uno squadrone della morte che dà il colpo di grazia, che inventa omicidi depistanti di perfetti sconosciuti per coprire le uccisioni che vuole realmente commettere. I potenti e i privilegiati devono essere protetti a tutti i costi.

La grandezza di “Blow Out” sta nel rappresentare il contrasto tra ciò che l’America pensa di essere e quello che è in realtà. Nel film, come nella vita reale, mentre le persone stanno festeggiando la bandiera americana che rappresenta l’America degli ideali in cui credono di vivere – la libertà, la democrazia, il faro del mondo – in realtà, nel corpo della nazione, il vero lavoro viene fatto da persone come Burke, che uccidono innocenti facendola franca, violando qualsiasi legge e qualsiasi principio su cui si pensa sia fondata la nazione. I gozzovigliatori del “Liberty Day” si ubriacano del miraggio americano, di quell’America che non è mai esistita o che è sempre stata fuori portata, sempre a un’elezione di distanza, celebrando così una finta libertà (chi non sa di essere incatenato perché non si è mai mosso) e una falsa democrazia (quella a cui credevamo di essere eternamente grati per la possibilità di dare il voto a uno dei due gemelli deformi del capitalismo, il repubblicano o il democratico).

La scena centrale di “Blow Out”, girata su un tetto sotto i fuochi di artificio del “Liberty Day”, è una delle più memorabili di tutto il film. Jack, il personaggio interpretato da Travolta, cerca in tutti i modi di fare la cosa giusta, ma sia lui che Sally vengono alla fine distrutti, Sally fisicamente e Jack, come succede nella vita quotidiana in America, mentalmente, socialmente, emotivamente e spiritualmente. Quando Jack tenta di essere un onesto partecipante ala società, altruista e attivo, quando diventa più vitale e realizzato e tuttavia il meno efficace (un eroe per la classe operaia, in contrapposizione agli eroi della squadra della morte, i “Navy SEAL” appartenenti alla classe dominante), l’America lo distrugge subito. Jack vive in un’America dove è il male, e non la ricchezza, a scorrere dappertutto, devastando tante piccole vite. “Blow Out” è una terribile tragedia greca dove a Jack viene uccisa la persona per cui aveva rischiato la vita.

In realtà fu il pubblico, non la critica, a comprendere meglio “Blow Out”. I critici furono troppo codardi e insensibili per riconoscere la verità rivelata da questo film – che si accollò l’onere di parlare del “Grande Satana” -, e furono in grado di dare risalto solamente alla brillantezza tecnica di De Palma. Ma il pubblico capì il film in modo viscerale, ma il finale gli lasciò l’amaro in bocca: il finale ci dice che non tutto va sempre per il meglio, che le loro speranze, i loro sogni, la loro concezione della giustizia stanno andando in frantumi, così come l’innocenza vituperata (rappresentata da Sally), la beffa delle “promesse” americane e tutte le bugie raccontate ogni giorno ai bambini nelle scuole. Il pubblico si vide ritratto nei festaioli senza cervello invece che negli eroici Jack e Sally, e si rese conto di stare tradendo ogni giorno i propri idoli non prendendosi mai il rischio di provare a rovesciare l’illegittima classe dirigente, anzi celebrandola.

Nella scena sul tetto, in una notte cruda e monumentalmente triste del Giorno dell’Indipendenza, le bandiere sventolano, i fuochi d’artificio esplodono e le grida si alzano sempre più forti mentre, fuori dalla vista e in mezzo al frastuono, viene ucciso un innocente per proteggere la classe dirigente. Questa è la storia della Creazione Americana, nel nome di Dio: il bene non trionfa e non c’è giustizia.
L’America distrugge il mondo, l’America va avanti e tutto questo sfugge dalla vista delle persone in festa. L’America non paga e non fa ammenda, e allora facci l’abitudine, uomo rosso, giallo o nero.
E se ogni tanto, sotto una luna triste, qualche servo viene colpito alla pancia, gridando “Perché ci odiano!”, e se i padroni continuano da altri dieci anni a commettere massacri per la stizza in tutto il mondo – beh, per Wall Street il Pentagono e i politici corrotti hanno sempre avuto un gran successo nello sfruttare il razzismo e i sentimenti bellicosi -, tutto ciò va benissimo. Anzi, è proprio una miniera d’oro. Lasciamo che nascano migliaia di Blackwater. Questa è la vostra rivoluzione americana, il vostro dono da consegnare al mondo intero.

De Palma ha ricevuto molti più consensi per il film del 2007, “Redacted”, che per il trentennale di “Blow Out”, anche se probabilmente quest’ultimo passerà alla storia come il film che ha mosso la miglior critica all’America. (“Redacted” è basato sulla vera storia di Abeer Hamza, una ragazza di 14 anni irachena, violentata e uccisa in casa sua dai soldati americani. Le truppe uccisero anche la madre, il padre e la sorella di sei anni. Solo un piccolo sguardo sul reale nelle guerre infinite e anticostituzionali che i liberali americani vogliono proseguire, incitando il loro eroe, Obama, a portarle ancora avanti. Sì, i liberali sostengono gli stupri dei bambini e gli omicidi di massa: vedete come è facile lavorare per Fox News quando l’obbiettivo dei Dumbocratici, di fatto, non ha nessun altro principio se non quello di far eleggere il proprio candidato privo di principi?

L’unica pecca in “Blow Out” è data dal fatto che il personaggio di John Lithgow è dipinto come un agente farabutto, quando invece l’illegalità e la tendenza all’assassinio da lui rappresentate sono da sempre parte della politica americana ma, a differenza di quello che accade oggi, queste caratteristiche vengono ufficialmente negate e screditate.
Altra cosa degna di nota: il personaggio di Lithgow viene alla fine fatto fuori dai propri superiori, a differenza di Obama che ha mosso mari e monti per far uscire di prigione l’agente della CIA, Raymond Davis detenuto in Pakistan, e farlo tornare in America, nonostante fosse stato accusato dell’omicidio di due pakistani.

Un’altra differenza tra ciò che accade nel film e la situazione attuale riguarda il concetto di cospirazione. In “Blow Out” c’è una cospirazione vincente e onnicomprensiva. Era così allora (con Reagan) ed è così adesso (con Obama).
La differenza sta nel fatto che il macellaio-studioso della Costituzione Obama ha reso normali i crimini dei suoi predecessori: le guerre non dichiarate, le torture, le detenzioni indefinite, gli omicidi extra-giudiziari (anche di cittadini americani) sono ora apertamente difesi e celebrati. Quando puoi uscire allo scoperto con questi e altri crimini, quando non esiste nessuna opposizione a qualunque cosa tu faccia, a cosa serve la cospirazione?

Ora che vi ho mostrato la mia cupa interpretazione della cupa visione di De Palma di questa (bip) America, permettetemi di tirarvi su di morale. Non sono un comico, ma conosco qualche buona battuta.

La sapete quella sulla nazione che ha riavuto la propria dignità dieci anni dopo che l’aveva persa per aver ucciso un paziente di 54 anni in dialisi? Non è divertente? Ci sono molti studenti universitari che avevano solo dieci anni quando la dignità andò perduta, che pensano che si tratti di una barzelletta. Il domani appartiene a loro e sono ben preparati: andate a vedere tutte le bandiere americane nascoste nei loro dormitori, pronte per l’arrivo della prossima festa nazionale.

E poi c’è quella che racconta di quel governo che è entrato nel bar, e ha detto: “Datemi tanti milioni di dollari ogni anno per la lotta contro l’uomo nero che fa il terrorista” e poi, quando lo stesso governo ha avuto l’opportunità di catturare il terrorista per interrogarlo sui collegamenti tra lui gli altri terroristi, di metterlo in manette e di farlo processare, ha invece deciso di ucciderlo all’istante, mettendolo a tacere per sempre e facendolo diventare un martire. Anche questa l’avete sentita? Come siete aggiornati, probabilmente guardate molta televisione!

Poi c’è quella sull’uccisione del terrorista ad Abbottabad in Pakistan e delle 24 ore seguenti dove, a Washington (Distretto di Costellobad) la Casa Bianca ha riportato la storia del demonio sanguinario ucciso in uno scontro a fuoco mentre il vile usava una delle sue mogli come scudo umano nella sua villa lussuosa, mentre i suoi poveri seguaci stavano congelando nelle caverne? Non è divertente? Allora siete proprio un pubblico difficile.

Ora uscite e andate a comperare la versione del film realizzata di recente da “Criterion Collection” su Blu-Ray o il doppio DVD con “Blow Out”, la lunga intervista a Brian De Palma e Nancy Allen e lo speciale di De Palma del 1967 “Murder a la Mod” con molti altri contenuti extra.

Titolo originale: “The Good Don’t Triumph and There is No Justice”

Fonte: http://dissidentvoice.org/2011/05/the-good-don%E2%80%99t-triumph-and-there-is-no-justice

14.05.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di

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