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La Redazione

 

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I pro e i contro del gasdotto israeliano verso l’Europa

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A cura di Markus
Il 5 Dicembre 2018
1796 Views

TOM LUONGO
tomluongo.me

Israele ha reso pubblico un importante progetto per la realizzazione di un gasdotto che, partendo dalle sue coste, interesserà quattro paesi e terminerà nell’Italia del Nord. La EastMed Pipeline potrebbe essere uno dei più lunghi gasdotti della storia, ma anche il più tecnicamente difficile da realizzare.

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Il progetto era stato annunciato alcuni giorni fa da World Israel News, dopo essere stato oggetto di negoziati per almeno due anni.

E’ stato definito come una contromossa al predominio energetico arabo e russo, ma la cosa non è affatto vera. In teoria dovrebbe trasportare 20 bcm (miliardi di metri cubi) all’anno verso Cipro, la Grecia e l’Italia e ad un prezzo non proprio competitivo, viste le difficoltà dell’opera. Ma, secondo il sito web della IGI Poseidon, l’azienda costruttrice del gasdotto, le prime consegne non supereranno i 10 bcm. Un volume di 10 bcm è simile a quello del Southern Gas Corridor, da cui proviene il gas dell’Azerbaijan.

Le trattative per arrivare ad un accordo sono durate circa due anni e i responsabili dei settori energetici dei quattro paesi interessati hanno firmato un memorandum d’intesa sul gasdotto nel dicembre 2017. Viene considerato un progetto tecnicamente difficile da portare a termine, non solo per la profondità del percorso sottomarino, ma anche perché dovrà attraversare un fondale vulcanico fra Cipro e la Grecia.

Nell’annuncio dell’accordo non si è parlato di costi.

E’ tutta una questione politica. Ma una politica di questo genere è un Teatro Kabuki. Ai Russi non importa di altri gasdotti diretti verso l’Italia, ora che il progetto del Turkstream è in fase di realizzazione e che la richiesta di gas da parte dell’Europa in aumento.

Questo è un progetto dell’Unione Europea sviluppato dalla IGI Poseidon, sotto l’egida del Connecting Europe Facility Program dell’Unione Europea. L’UE paga anche una buona parte delle spese di questo progetto.

Anche se si parla tanto del monopolio russo nel mercato del gas europeo, la cosa è semplicemente falsa. La Russia fornisce il 35%-40% del gas europeo. La quota di mercato è aumentata perché è aumentata la domanda e non perché siano stati realizzati altri gasdotti.

E, per quanto riguarda l’Europa, il gas più economico è quello che arriva dalle condotte russe. Sia il Southern Gas Corridor che l’EastMed saranno progetti redditizi, ma solo dopo che avranno ammortizzato la quota finanziata dall’UE, qualunque essa sia. L’Est Med, come il Southern, è rimasto in gestazione per quasi dieci anni. Il Turkstream è passato dall’idea alla realtà in due.

Questi sono progetti fatti ingoiare ai consumatori europei esclusivamente per ragioni politiche, non certo economiche.

Diversificare le fonti di approvvigionamento è una bella cosa ed è anche sensata economicamente. Ma se non lo è, tutto quello che fa è allungare il periodo del ritorno economico a quelli che il progetto lo avevano pagato, in primo luogo i consumatori, con le loro tasse.

Inoltre, se questi progetti fossero veramente fondamentali per l’economia, non richiederebbero così tanto tempo per essere negoziati. Le trattative derivano dal fatto che nessuno dei partecipanti vuole pagare la parte non redditizia delle spese. Ed è qui dove entra in gioco l’UE, che provvede a far sì che i costi vengano trasferiti ai consumatori.

Alla fine non è che tutto questo importi molto, dal momento che la richiesta di gas in Europa è talmente elevata che è improbabile che possa venir sostituita con qualcos’altro nel prossimo futuro. L’Europa ha sposato una cattiva politica ambientalista che, a sua volta, ha dato origine ad una pessima politica energetica.

L’ultima è l’annuncio del Presidente francese Emmanuel Macron che la Francia chiuderà 14 dei suoi 58 reattori nucleari entro il 2035. L’unica cosa che continua a far funzionare l’insana economia marxista della Francia è la sua energia elettrica a basso costo di origine nucleare.

Macron vuole passare dall’attuale 72% di energia fornita dal nucleare al 50% ed aumentere la produzione da fonti inaffidabili, come il fotovoltaico e l’eolico.

Ma, ritornando ad Israele e alla politica del Medio Oriente, questo gasdotto, proprio come il Southern Gas Corridor dall’Azerbaijan, non rappresenterà una minaccia per la quota di mercato russa proprio per i suoi costi finali. Il trasporto costa denaro, e questo vale anche per il gas intubato. E, più è lunga la condotta, più i costi di trasporto diventano importanti.

E, se permettere ad Israele di far arrivare il proprio gasdotto in Europa è il prezzo che la Russia deve pagare per stabilizzare un po’ la regione, alla fine è un ben modico prezzo da pagare. La cosa più intelligente per Israele sarebbe, naturalmente, costruire un gasdotto che vada ad est verso la Siria, piuttosto che a nord-ovest verso l’Italia, ma non contateci troppo.

Quella che ritengo interessante è la dicotomia fra ciò che ottengono  Germania e Italia, rispettivamente, per quanto riguarda i rifornimenti di gas. La Germania ha il colossale Northstream2, che farà arrivare più del doppio del gas che l’Italia otterrà dai molto più costosi EastMed e SouthernCorridor.

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L’attualmente defunto progetto del gasdotto Southstream

 

Come ricorderete, il progetto originario del Southstream prevedeva il passaggio attraverso la Bulgaria e l’Austria, con un secondo ramo diretto in Grecia e in Italia. E’ stato mandato a monte per la volontà americana di contrastare la Russia. E perché Israele voleva l’EastMed e i Sauditi stavano lavorando al progetto di un gasdotto attraverso la Siria e la Turchia.

E Angela Merkel è stata fin troppo felice di impedire a Grecia e Italia l’accesso all’economico gas russo.

No, invece possono avere quello azero ed israeliano, molto più caro.

Questa è un’altra ragione per cui l’Italia dovrebbe staccarsi dall’Unione Europea. E’ ovvio che Germania e Francia vogliono controllare i flussi energetici per assicurarsi il dominio politico ed economico su tutti quei paesi che osano sfidare il loro predominio.

Questa è proprio l’ultima vittoria dell’European Energy Security.

 

Tom Luongo

 

Fonte: tomluongo.me
Link: https://tomluongo.me/2018/11/30/the-ins-and-outs-of-israels-pipeline-to-europe/
30.11.2018
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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